Ve lo dico papale p...
 
Notifiche
Cancella tutti

Ve lo dico papale papale (sul discorso del neopresidente)


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Come dovrebbe sentirsi un italiano dopo aver ascoltato il discorso del neo-presidente Mattarella? Voi come vi sentite?

La mia impressione complessiva è stata sconsolante, un momento di grande depressione, sconforto ed anche una certa rabbia impotente. No, non mi è piaciuto nemmeno un po'. Non che mi aspettassi chissà che ma si spera sempre di doversi ricredere, altrimenti l'alternativa è un tuffo preventivo dove l'acqua è più blu.

Non entro nel merito della persona, che non conosco, come il 99% degli italiani e che assai probabilmente è degnissima e specchiata, usando l'aggettivo che si tira fuori dall'armadio in queste occasioni. Mi riferisco al ruolo, alla personae - in senso junghiano - che ha pronunciato il discorso e che si è presentato al cospetto dei suoi concittadini.
Il discorso. O meglio, ciò che il programmatore di un sistema esperto implementerebbe come set di frasi da insediamento presidenziale modello anni sessanta tra Saragat e Leone, pronunciate da un fin troppo austero e vagamente lugubre signore che ricorda l'archetipo andreottiano - anche nella silhouette, ma senza riuscire a replicarne per ora l'aura di statista.
Abbiamo ascoltato una sequela di affermazioni con obbligo di applauso, che lo hanno chiamato spudoratamente per una quarantina di volte in trenta minuti ed alle quali non si poteva far altro che applaudire con le spalle al muro. Frasi scontate e disarmanti per banalità, ricattatorie come i "condividi se sei contro la violenza sui bambini". E che vuoi dire, che ne sei a favore?
Non ci siamo fatti mancare nulla: dai giovani al Mezzogiorno, dalle donne ai disabili, dai profughi alla pace. Tutto proclamato con emozione fin troppo trattenuta, senza i guizzi passionalmente sanguigni di Pertini o quelli più sottilmente perfidi e taglienti di Cossiga.
Mi è parso di fare un salto all'indietro nel tempo ma senza il beneficio della ritrovata giovinezza e la sensazione è stata di devastante inadeguatezza della personae, appunto, rispetto al momento storico che necessiterebbe di ben altro piglio decisionale, di ben altra pasta. Di un leader, perbacco, non di uno che non dovrà parlare al manovratore Renzi.
Basti pensare che l'unico momento autoreferenziale di percezione di sé come leader è stato l'annuncio che sarà arbitro imparziale. Excusatio non petita, visti i rumors di subalternità a poteri sovranazionali del suo predecessore o mancanza di fantasia e consapevolezza che per molti arbitri vige ahimé la legge della sudditanza psicologica?

Mattarella, per chi lo conosce, è grande custode della Costituzione e saprà farla rispettare. Non ho motivo di dubitarne, ma allora perché questo passaggio del discorso, che a me ha lasciato un senso di profonda inquietudine?

"La democrazia non è una conquista definitiva ma va inverata continuamente, individuando le formule più adeguate al mutamento dei tempi. E' significativo che il mio giuramento sia avvenuto mentre sta per completarsi il percorso di un'ampia e incisiva riforma della seconda parte della Costituzione.

Senza entrare nel merito delle singole soluzioni, che competono al Parlamento, nella sua sovranità, desidero esprimere l'auspicio che questo percorso sia portato a compimento con l'obiettivo di rendere più adeguata la nostra democrazia. Riformare la Costituzione per rafforzare il processo democratico."

My too cents following. La Democrazia è una, non esiste una Democrazia adattabile alla realtà ma una realtà che deve adattarsi alla Democrazia. Se si afferma che la Democrazia deve "adeguarsi" bisognerebbe aggiungere a chi o a che cosa. Il mutamento dei tempi non è condizione necessaria e sufficiente. Altrimenti le costituzioni di mezzo mondo dovrebbero essere modificate di continuo. Non sto notando attualmente altrettanta fregola di cambiare quella americana, per esempio.
Ed inoltre, temo, il riferimento successivo nel corso del discorso alle maledette riforme, non fa presagire nulla di buono. Sappiamo che le riforme, quelle che saranno scritte sotto dettatura da chi non vuole certo il bene di questo paese, andranno contro alcuni dei dettati costituzionali, soprattutto in tema di diritti del lavoro. Ecco quindi che il riferimento alla Resistenza ed ai suoi valori, dei quali la Costituzione è espressione, e che si dichiara di voler rispettare ed applicare, entra a parer mio in stridente contraddizione con l'auspicio della sua modifica. Fatta, per giunta, da un Parlamento e, di conseguenza, da un governo, che l'organo al quale Mattarella è appartenuto fino a ieri ha giudicato incostituzionale. Voluta o meglio, imposta, da uno stato di crisi assolutamente eccezionale durante il quale non si dovrebbe mai mettere mano alle regole fondamentali di funzionamento dello Stato. Chi vuole farlo a tutti i costi si può presumere abbia mire antidemocratiche e quindi voglia meno democrazia anziché più. End of my two cents.

Tra i passaggi che ho apprezzato di meno del discorso più applaudito dell'universo vi è stato il ringraziamento particolarmente intenso a Napolitano e il riferimento alla crisi che ha inferto ferite al tessuto sociale, dimenticando che forse le più letali sono state procurate proprio dai governi non eletti e post-golpisti voluti da Napolitano, come quello Monti. Dobbiamo forse dedurre che non vi sarà soluzione di continuità tra la presidenza precedente e questa a guida Mattarella?
Per uscire dalla crisi, dice il Presidente, occorre una robusta iniziativa di crescita, da articolare innanzitutto a livello europeo. Qui, come in gran parte del discorso, ho sentito aleggiare la presenza di una cara amica.
Clamoroso il passo successivo, che riporto per intero:

Nel corso del semestre di Presidenza dell'Unione Europea appena conclusosi, il Governo - cui rivolgo un saluto e un augurio di buon lavoro - ha opportunamente perseguito questa strategia.

Stiamo ancora aspettando gli esiti di questa strategia ma non disperiamo. Con Tsipras e Renzi sulla stessa lunghezza d'onda abbiamo inserito il pilota automatico e possiamo farci un riposino. Tra qualche ora atterreremo sani e salvi fuori dalla peggiore crisi dal 1929. L'importante è crederci, come di fronte ai giochi di prestigio.

Tralascio di commentare il rosario dei "significa" all'insegna di una botta a tutti, belli e brutti, che ha chiamato i più stucchevoli e falsi applausi, fino ad un effetto quasi grottesco, pensando a chi stava applaudendo, a quali pendagli da forca stavano nascosti tra i banchi del Parlamento.

Attenzione al passaggio logico successivo del discorso che ha unito con un'unica retta la corruzione alle mafie ed al terrorismo. Terrorismo di cui è stata ricordata curiosamente una vittima sola, un punto preso, non credo casualmente, soprattutto dopo la visita alle Fosse Ardeatine, nella galassia delle centinaia di vittime della stagione della strategia della tensione. Terrorismo che quindi è di una sola matrice, deve essere di una sola matrice, quella che è in guerra contro l'Impero d'Occidente. Altri terrorismi vari ed eventuali, ad est e ad ovest, e le loro vittime, non saranno ricordati, come certi bombardamenti umanitari nei Balcani. Saranno anzi dimenticati. Bambini altrettanto innocenti e meritevoli di applausi.

Vi era ovviamente grande attesa per le parole che il neo-presidente avrebbe rivolto all'Europa:

"Nella nuova Europa l'Italia ha trovato l'affermazione della sua sovranità; un approdo sicuro ma soprattutto un luogo da cui ripartire per vincere le sfide globali. L'Unione Europea rappresenta oggi, ancora una volta, una frontiera di speranza e la prospettiva di una vera Unione politica va rilanciata, senza indugio."

Niente smancerie di sogni o fogni, che ho apprezzato, ma un'altra bella contraddizione in termini, visto che se c'è una cosa che l'Unione Europea, soprattutto l'eurozona, è in grado di limitare fortemente è
proprio la sovranità. Senza contare che l'Unione politica è una chimera irrealizzabile se non in senso totalitario. Quindi non ci è stato risparmiato, nemmeno questa volta, il "ci vuole più Europa". QED.

Ho apprezzato una cosa, però, del discorso di Mattarella. Non ha indulto in bizantinismi morotei e ha proprio detto divario digitale, non digital divide. Alla faccia del Jobs Act.

Cloro al clero
Fonte: www.facebook.com
Link: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10153078662197174&id=170652292173
3.02.2015


Citazione
Nieuport
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 307
 

I miei due cents di commenti.
Perchè quel cerimoniale, la sfilata, l’Altare della patria, il centro di Roma bloccato e transennato, le frecce tricolori che spargono su Roma un bel po' di gas di scarico?
Visto che non è un obbligo ma solo una tradizione, non se ne poteva fare a meno?
Nessuno difende le tradizioni quanto me, ma vista la situazione economica, non si poteva rinunciarci, evitando al centro di Roma ulteriori disagi, e risparmiando un po' di soldi?


RispondiCitazione
spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
Post: 10314
 

I miei due cents di commenti.
Perchè quel cerimoniale, la sfilata, l’Altare della patria, il centro di Roma bloccato e transennato, le frecce tricolori che spargono su Roma un bel po' di gas di scarico?
Visto che non è un obbligo ma solo una tradizione, non se ne poteva fare a meno?
Nessuno difende le tradizioni quanto me, ma vista la situazione economica, non si poteva rinunciarci, evitando al centro di Roma ulteriori disagi, e risparmiando un po' di soldi?

A certi fronzoli è impossibile rinunciarvi altrimenti come ingannare la popolazione con la favola della democrazia?


RispondiCitazione
Luca Martinelli
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1984
 

Spiacente, ma l'ingenuità in politica non è più ammessa! Hanno messo uno di loro, alla presidenza....nulla di più e nulla di meno. Ora, che sia massone o mafioso poco importa: è comunque uno di loro. Punto


RispondiCitazione
Giovina
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2001
 

Un renziano, vedi il democratico spalmare di non-diritti a tutti (fuorche' all'entourage che deve elargirli, altrimenti gratis non lo farebbero).

La demagogia e' il linguaggio della politica, come suole.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Al dunque: come è il titolo del GN dicembre numero 532 pagina 3.
Il "partito europeo" al Quirinale.

La ristrutturazione europea è sempre più stringente.
Ancora anni di incertezze, timori, e difficoltà.


RispondiCitazione
Condividi: