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VerdiTI: no a questa UE, salvare il lavoro


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Da:
http://blog.savoia.ch/2015/05/podemos-syriza-m5s-i-progressisti.html

Podemos, Syriza, M5S: i progressisti dicono no all'Europa

di Sergio Savoia (*) - 25 maggio 2015

Se ci si ferma a guardare quel che sta succedendo in Europa una cosa salta all'occhio.

Sempre piu' cittadini rifiutano le ricette europee in termini di economia e finanza. Questo diffuso euro-scetticismo - ma non chiamatelo voto di protesta: e' un insulto all'intelligenza dei cittadini elettori - a volte prende le strade della destra come in Francia o in Inghilterra; mentre a volte si incarna a sinistra quando non all'estrema sinistra, come in Grecia e Spagna. A volte ancora prende le forme difficilmente riconducibili alla divisione destra-sinistra, come e' il caso del M5S.

Anche da noi movimenti progressisti come i Verdi ma anche settori dei partiti di sinistra mettono in discussione il modello UE. Non perche' si sia contro l'Europa dei popoli, nemmeno perche' si vogliano alzare muri o proporre divisioni etniche.

No: in Europa e in Svizzera cresce la consapevolezza che il modello UE e' sbagliato perche' mette la finanza prima dei popoli, il denaro prima dell'ambiente; il libero commercio prima della sicurezza alimentare; la libera circolazione prima dei diritti del lavoro.

Mentre scrivo le tre direttive ambientali europee, la Direttiva Habitat, la "Direttiva Uccelli" e la Direttiva Quadro sulle Acque sono in pericolo. Il "fitness check" avviato dalla commissione e' un trucco per smantellare questa importantissima legislazione ambientale. Lo scopo? Permettere lo "sviluppo" idroelettrico nei nuovi paesi; ridurre la protezione del paesaggio e degli habitat a favore dello sfruttamento agricolo intensivo e della speculazione immobiliare; permettere lo sviluppo di sempre maggiori impianti eolici, e via orripilando...

La libera circolazione delle persone? Devo ancora dire qualcosa, dopo averci scritto un libro, mica per niente intitolato "La Grande Bugia"? O non conviene forse che ora a parlare siano i sindacalisti piu' sensibili al problema che, anche qui da noi, finalmente hanno deciso di battersi contro questa impostura. Non conviene forse combatterne le derive semplicemente votando si' il 14 giugno all'iniziativa "Salviamo il lavoro in Ticino" per dire si' ai salari dignitosi proposti dai Verdi, come suggeriscono anche Lega e PS e molti uomini e donne sensibili anche in altri partiti?

Infine, l'Europa dei centralismi, della burocrazia e della finanza, del FMI e della BCE e' quella che vogliamo? Non colpisce che Podemos in Spagna si sia messa alla testa di un vero movimento popolare, come Syriza in Grecia o il 5 Stelle in Italia? E che li accomuni, oltre alla lotta alla corruzione e al soffocante regime dei partiti, anche la lotta a un'Europa nemica dei popoli e delle regioni?

Tocca anche a noi dire no a questa Europa, non perche' siamo "chiusi" o "xenofobi" ma perche' siamo aperti, e liberi, e amiamo un'Europa dei popoli liberi e aperti e detestiamo un'Europa della finanza e della burocrazia centralista, esclusivamente al servizio del grande capitale e dei poteri economici sovrannazionali.

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(*) coordinatore dei Verdi, sezione Ticino

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Da:
http://blog.savoia.ch/2015/05/salviamo-il-lavoro-dieci-ottime-ragioni.html

"Salviamo il lavoro": dieci ottime ragioni per un si'

di Sergio Savoia - 24 maggio 2015

Tra meno di un mese sapremo se il popolo ticinese avra' confermato la modifica costituzionale decisa dal parlamento con l'approvazione dell'iniziativa dei Verdi "Salviamo il lavoro in Ticino".
Siccome molti di voi staranno probabilmente cercando di decidere ora cosa votare (il materiale e' arrivato a casa la scorsa settimana) credo sia utile dire alcune cose sul testo dell'articolo costituzionale e sulle proposte dell'iniziativa.

1. L'iniziativa non introduce un salario minimo nella costituzione ma introduce il principio che il lavoro in Ticino dev'essere retribuito in modo 'dignitoso'.
2. Tocchera' al governo e al parlamento decidere su come applicare questo principio, una volta che il popolo avra' votato si' all'iniziativa.
3. Il salario minimo cosi' introdotto dovra' essere una percentuale della mediana nazionale per settore e funzione. Cosa vuol dire? Vuol dire che se la mediana nazionale per la categoria X e' 5'500.- il salario dovra' essere una percentuale di quella cifra. Ma quanto? Dipendera' di nuovo dal governo e dal parlamento, oltre che dalle parti sociali.
4. L'iniziativa non si applichera' ai settori in cui vige un contratto collettivo di lavoro; quindi non e' vero che spingera' al ribasso quei salari.
5. L'iniziativa tocchera' almeno 7000 cittadini residenti in questo cantone. Ma questo riguarda le cifre dell'ultima rilevazione dei salari usata dal governo (2010) oggi sono probabilmente molti di piu'. E anche 7000 non sono pochi.
6. L'iniziativa NON risolve tutti i problemi del mondo del lavoro ovviamente. E non e' perfetta. Ma permette di "mettere un fondo" a quanto in basso potranno scendere i salari in questo cantone. Non serve solo per oggi ma soprattutto per domani. E non solo per noi ma soprattutto per i nostri figli.
7. Il salario mediano ticinese e' di quasi mille franchi inferiore a quello svizzero e negli ultimi anni la distanza tra i salari TI e quelli CH si e' allargata. L'iniziativa permette di porre un freno a questa evoluzione.
8. L'iniziativa conviene all'economia come hanno detto economisti importanti. Se i salariati non hanno soldi da spendere e' inutile tenere aperti i negozi. Settori importanti come la ristorazione, il commercio al dettaglio, l'edilizia hanno tutto da guadagnare da cittadini che guadagnano bene o almeno in modo dignitoso.
9. Mettere un freno alla caduta dei salari significa salvare il gettito fiscale del cantone e poter ridurre la spesa sociale, oggi nell'ordine dei 100 milioni. Cittadini che possono badare a se stessi non devono pesare sulla socialita' pubblica.
10. L'iniziativa e' flessibile, moderata e ragionevole ed e' un contributo importante alla salvaguardia del mondo del lavoro. E rendera' meno conveniente per i datori di lavoro assumere frontalieri giocando ancora di piu' al ribasso sui salari.

Votate Si' il 14 giugno e convincete le persone a votare si'. Ne va del futuro dei nostri figli. Altrimenti non ci sara' piu' argine.


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