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Zibordi.Mosler ha Torto Sulle Esportazioni

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Georgejefferson
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Zibordi.Mosler ha Torto Sulle Esportazioni

Questa delle "importazioni che sono ricchezza, le esportazioni che sono un costo" di Mosler (pag 59 del libro) è un ragionamento in se per se corretto, ma fuorviante e alla fine sbagliato. Mosler scrive come se i giapponesi, taiwanesi e cinesi che da 50 o 20 anni continuano a mandarci queste merci fossero una manica dei deficienti che non capiscono che potrebbero tenersele loro le auto, computer e cellulari che inviano qui. O i tedeschi, olandesi, svizzeri o svedesi che esportano molto di più di quello che importano fossero degli ottusi che non capiscono che possono tenersi i mobili Ikea o le BMW o gli Swatch o il latte. Il fatto che tutti questi paesi che esportano molto di più di quello che importano vadano tutti bene economicamente non lo sfiora. Questo è il problema di non analizzare dati, ma fare solo ragionamenti contabili e finanziari astratti.

Prescindiamo dal fatto che i deficit esteri cronici solo paesi come gli USa, l'Inghilerra e l'Australia se li possono permettere, l'Italia non ha mai potuto farlo perchè non ha le materie prime, la solidità politica (e militare) e il sistema finanziario sofisticato che attrae capitali come questi paesi.

E' vero che se hai deficit con l'estero per 20 anni ricevi più merci o materie prime da consumare di quante ne produci da mandare all'estero per cui, ceteris paribus, puoi consumare di più in quel dato anno. Ma avere deficit con l'estero sistematici per 20 anni di fila, significa importare dall'estero auto, elettronica, computer, cellulari, abbigliamento, alimenti ecc.. che prima producevi tu e quindi chiudere delle tue industrie. Cioè non è più "ceteris paribus" (a parità di condizioni), il fatto di esportare di più o di meno modifica la situazione industriale nel corso del tempo.

Mosler ragiona in termini solo finanziari e statici per cui se puoi indebitarti e nella tua stessa valuta per importare merci finanziariamente è un vantaggio, in quel dato periodo. E il fatto che ovviamente vendi in cambio debito (loro ti mandano una BMW o un Samsung Galaxy e tu gli mandi dei Treasury Bond) non sarebbe un problema perchè è debito nella tua valuta e se c'è bisogno ne stampi dell'altro.

Ma come funziona in realtà ? Giappone, Corea, Singapore e Cinesi ricevono dollari quando esportano e stampano moneta per comprarli dagli esportatori per evitare che questi li vendano facendo scendere il dollaro perchè vogliono che i deficit degli USA ad esempio rimangano sempre.

Perchè cinesi, coreani e giapponesi (e anche tedeschi) che non sono i popoli più stupidi del mondo ci tengono tanto a produrre di più di quello che consumano (avere avanzi esteri) ? Perchè Se non avessero esportato in America non avrebbero costruito le fabbriche e sarebbero ancora dei pastori (o i tedeschi ancora con le rovine della guerra) !.

La Cina non aveva nessuna industria praticamente eccetto acciaierie o fabbriche di armi e per metterle su doveva trovare dei clienti. Appena qualcuno in Cina aveva contratti per fornire merci in America le banche cinesi gli davano i soldi, soldi che venivano da dove ? Stampati, pura MMT, lo stato cinese tramite le sua banche in pratica gli anticipa i soldi per mettere su il capannone perchè hanno trovato un cliente in California.

Viceversa in California o Michigan le industrie schiacciate dalla concorrenza estera perdono ordini, fatturato e clienti e chiudono licenziando gente che poi va a lavorare nei centri commerciali a vendere Samsung, Sony, Toshiba e le migliaia di prodotti made in China, ma guadagnano di meno. Il deficit estero spinge quindi a indebitarsi per comprare la Toyota. Il consumo degli americani eccede la loro produzione di beni perchè si indebitano progressivamente ma mano che la massa di importazioni a buon mercato dall'Asia devasta la loro base industriale

Intanto gli asiatici che ricevono dollari in pagamento per le Toyota li riciclano sotto forma di bonds che accumulano al ritmo di quasi 500 miliardi l'anno. Ma a loro non costa niente in termini finanziari, prima di esportare non avevano niente, hanno stampato moneta e creato la fabbrica sulla base del fatto che sarebbero stati pagati in dollari se spedivano computer e scarpe in America.

Alla fine del periodo gli asiatici partendo da zero, zero risparmi e zero fabbrica si ritrovano una fabbrica che esporta e dei dollari. Gli americani invece alla fine del periodo si ritrovano senza la fabbrica e con dei debiti.

Che è esattamente quello che avviene da 25 anni. Negli ultimi cinque anni ad esempio gli Stati Uniti hanno perso 9 milioni di posti di lavoro e poi ne hanno recuperati 4 milioni. Ma le multinazionali americane hanno creato 4 milioni di posti di lavoro in Asia, in cui spesso si producono merci che vengono esportate in America, come Apple che ha 400mila persone in Cina e 50mila negli Stati Uniti. E ovviamente milioni di posti di lavoro sono stati creati in Asia per esportare in America.

(Come faccia Mosler a non capirlo non lo so, probabilmente è aver lavorato sempre in finanza e vivere nei Caraibi, ma nessuno è perfetto)

http://www.cobraf.com/forum/topic.php?topic_id=3222&reply_id=123498194#123498194


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pippo74
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Zibordi fulminato sulla via di Damasco. Chissà come sarà felice Gattocottero. Ahahaha!
George ma ancora a perdere tempo con questi qui? Sei veramente un inguaribile ottimista e ti ammiro per questo.


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mincuo
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-Mosler lo capisce benissimo, secondo me, e come ho già detto. I motivi, per me almeno, sono altri.
-Questo commento e ragionamento di Zibordi, corretto, è soltanto uno di quelli possibili, riguardo all'export. Io ne ho già fatti altri. E altri ancora se ne possono fare. Non sarebbero nemmeno cose da discutere in realtà.
-Inoltre il punto di vista di chi ha una moneta di riserva mondiale, come gli USA, è unico, ai fini del deficit della bilancia commerciale. Per gli altri non funziona il poter creare deficit commerciale a piacimento.
Per gli USA è in un certo senso sempre debito interno, in quanto è in USD, che stampano, e di cui c'è domanda forzosa, ma per gli altri no, perchè loro stampano la loro moneta XXX ma questa esiste come valore internazionale solo in rapporto a USD, che è la moneta di riserva. L'aumento di deficit commerciale in un Paese comporta che di XXX man mano se ne richiedano sempre più per comprare un USD finchè XXX non lo si vuole più, e XXX diventa non convertibile.
Cioè se vuoi comprare merci ti presenti direttamente con gli USD perchè gli XXX io non li voglio.
-Zibordi dice "pura MMT" quando ad esempio i Cinesi finanziavano questo o quello. E' un modo di dire le cose. Sottintende però che è la stampa di moneta che crea automaticamente ricchezza, che è un pò quello che si fa credere alle persone, il che non è del tutto vero.
Una lettura normale per stare nell'esempio Cina, era che a fronte di una domanda viene creata la moneta che la supporta, cioè viene finanziato l'investimento ed è in realtà questo che tiene poi il valore a quella moneta e la giustifica. Non era lo stesso stampare quella moneta senza l'investimento, questo è accessibile a chiunque come ragionamento singolo. Nel Caso Cina, allargando il ragionamento, la stampa di moneta poteva correre solo con la domanda estera e solo come conseguenza eventualmente fu l'indotto interno in una prima fase storica, ed è quello che hanno fatto infatti.
Questo ha creato un enorme surplus commerciale, che è evidente dai 3400 miliardi di USD che hanno di riserve. Se fosse vero che basta inondare moneta li cambierebbero in CNY (yuan) invece di impeigarli in Treasury bonds. Ma questo comporterebbe una rivalutazione enorme del CNY e una svalutazione enorme dell'USD con il risultato che le merci Cinesi diventerebbero carissime, oltre che parte dell'economia USA non sarebbe più finanziata, con il risultato prevedibile di un aumento dei tassi mondiali.
-L'effetto normale di aumentare moneta è positivo entro certi limiti, perchè di fatto aumenta i consumi e rende possibili più investimenti, ma questo lo si fa apparire poi come se il motore principale o unico sia la moneta e cioè che investimenti e domanda seguano sempre per quanta moneta uno stampi. Non è così. Ad esempio in un Paese prima abbastanza sviluppato ma distrutto da guerre, questo funzionerà abbastanza bene perchè ci sono un'enormità di investimenti da fare, e di consumi da innalzare, e per quanta moneta uno stampi quella si risolverà in output positivi, (fu la questione principale del piano Marshall, è falso che il PIL non fosse ripreso da subito, lo fu da subito, ma era una questione finanziaria) ma in un'economia matura le cose sono un pò diverse, e va valutata attentamente la qualità della spesa. Quindi l'altra ottica, quella anzi più corretta, parte dagli investimenti e che cosa possono generare, non dalla moneta che li genera automaticamente.
-Ogni Paese poi è diverso. Un Paese poco popolato e con risorse si sarà creato una struttura aderente a quelle caratteristiche, mentre un Paese molto popolato e con poche risorse, come l'Italia, per crescere avrà costruito e adattato a sua volta un modello che glielo consentisse.
-L'Italia fa quasi un terzo di PIL con l'export, circa 450mld nel 2011 su 1550 di PIL. I consumi interni possono essere alzati, ma fino a un certo punto, e inoltre l'indotto dell'export è una fetta consistente dell'industria interna. Cioè tutti i componenti che poi vanno a formare un prodotto venduto all'estero sono parte di industria interna. Se non c'è domanda estera anche quella porzione di produzione (interna ma afferente) cala di conseguenza.
-L'entrata nell'EUR ha consentito tassi bassi e questo viene ripetuto come un mantra dai fautori dell'EUR.
I tassi bassi significano più moneta dato che il credito è la creazione di moneta. Tuttavia non c'è stata domanda di moneta dalle industrie per la semplice ragione che l'EUR penalizzava in molte maniere l'origine della domanda dei beni e servizi, costringendoci in una valuta non adatta, troppo forte, (e questo poi si è riflettuto in un cumulo spaventoso di deficit della bilancia di c/a).
Un'impresa non se ne fa niente di tanta moneta per produrre merci se non sa poi a chi vendere quelle merci perchè non c'è più la domanda per quelle merci.
E l'EUR aveva penalizzato proprio le condizioni della domanda, specie estera che era funzione del prezzo, non avendo l'export Italiano generalmente caratteristiche di know how specialissime.
Il bene in LIT era cioè conveniente da comprare per uno straniero, questo in EUR invece non più, detta semplicemente. Oppure ad esempio al turista conveniva venire nell'Italia della LIT ma non più nell'Italia dell'EUR.
Nella realtà i bassi tassi EUR hanno prodotto domanda solo nel settore finanziario, dove ad esempio è stata utilizzata per carry-trade dalle stesse banche (finanziati in EUR a tasso basso e impiegati in paesi Emergenti, specie Est Europa a tasso più alto) o da chi comunque valutasse uno sharpe-ratio conveniente. Inoltre nel settore immobiliare, visti i parametri di Maastricht e la politica del 3% deficit/PIL potenzialmente deflazionistica e l'obiettivo BCE inflazione, cioè una politica di lungo termine, questi modificavano ROE e ROI nel settore immobiliare convenientemente.
-Non potendo regolare come prima il valore di una propria valuta, che si pone sempre NATURALMENTE dove si equilibrano le ragioni di scambio, come prima era con LIT, ed essendo cioè legati a forza nell'EUR, per trovare competitività si è dovuto cercare allora di ridurre i costi dalle altre parti. Quella che si chiama svalutazione interna.
L'Italia aveva sempre avuto come problema da risolvere una quota maggiore di altri di inefficienza, corruzione, disorganizzazione, mancanza di strutture, burocrazia eccessiva, conflittualità ecc... che si tramutavano poi in costi maggiori per un prodotto.
Però è vero anche che prima se la permetteva questa quota maggiore di costi, e proprio grazie alla LIT.
Con l'EUR non più.
Ma infrastrutture, regolamentazioni, efficienza burocatica ecc...(quelle chiamate riforme strutturali) sono processi lunghi, contrastati, anche decennali.
E qui ci volevano però cose anche più svelte, per compensare il calo di domanda dovuto all'EUR, perchè quello era immediato.
E quindi riduzione del costo del lavoro, delle tutele, delle pensioni ecc...Quella che viene chiamata svalutazione interna. O austerity.
A sua volta però la compressione dei redditi si tramuta nel calo dei consumi e del PIL e quindi del gettito fiscale, a cui si è fatto fronte aumentando le aliquote fiscali, che però diminuiscono ancor più il reddito disponibile, e quindi i consumi, e quindi la domanda e quindi il PIL, in una spirale negativa continua.
Perchè il punto principale è creare ricchezza. E nel caso Italia questa in buona parte derivava da export e dal suo indotto.
Sul quale export l'Italia in decenni aveva creato una struttura industriale adatta, e non per capriccio.


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Georgejefferson
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(ottimo mincuo il suo ultimo)

Vorrei cogliere il buono e utile di ognuno.

E non esiste una singola parte esente da critiche,siamo umani.
Se avessi pubblicato critiche a Bagnai(e mincuo le ha espresse piu volte) come nuovo Thread per dibattere si spera rispettosamente...Pippo,tu non avresti la stessa ammirazione,ma non e' malafede.Piu volte rifletto criticamente su Bagnai ma preferisco zittirmi perche il lavoro che fa e' Utile.

Considero utile anche che Barnard vada in Tv(e poi ripreso dai media,radio ecc)a dar del criminale a Monti(nonostante non approvi tante altre cose)

Anche Sapelli da del criminale a Monti in tv(l'ho visto ad Omnibus)nonostante sia ancora immerso nel Sogno europeo e spera nel keinesismo della Bce


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LeoneVerde
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Sia Zibordi che Mincuo hanno dato una risposta tecnica alla provocazione di Mosler, ma avete tradotto nel vostro linguaggio un qualcosa che è oltre queste logiche. Mosler parte da una visione umanista, post-capitalista e post-comunista, una visione economica evolutiva. Perchè dobbiamo fare tutti gli operai? Perchè un essere umano dev'essere costretto a fare un lavoro di basso profilo per produrre COSE che poi, tra l'altro, entrano nella competizione del mercato globale? Perchè se uno ha il talento per fare il pittore, non può fare il pittore? Non produce "cose", produce un valore che si chiama cultura, che si chiama arte, che si chiama sviluppo di capacità prettamente umane. Non abbiamo bisogno di più cose, ma di più umanità e di cose-oggetti più evoluti tecnologicamente, che ci facciano lavorare sempre meno, che inquinino meno e che per evolversi hanno bisogno di studio, intelligenza e creatività, nuovamente capacità umane. Tutti noi dobbiamo lavorare. Ma siamo arrivati ad un livello di sviluppo in cui possiamo e dobbiamo fare un lavoro che esprima l'unicità dell'essere umano e contemporaneamente sostenga la società in cui viviamo. Non abbiamo bisogno di importare tonnellate di vestiti dalla cina, nè di produrre tonnellate di vestitacci qui da noi. Abbiamo molto più bisogno di servizi...di insegnanti, di studenti, di medici, di infermieri, di attori, di pittori, di scultori, di musicisti, di artigiani...
L'export è per una nazione un modo di sostenersi efficace ma aggressivo, e che segue logiche che si possono superare.
L'export sostenibile è quello per cui esporti prodotti di eccellenza, che solo tu come nazione hai, per via delle risorse naturali o perchè solo tu sai fare. Ma c'è anche un modo più intelligente per ottenere valuta straniera, senza spostare nulla al di fuori dei nostri confini: il turismo, l'avere università più competenti e all'avanguardia che farebbero arrivare a frotte studenti da tutto il mondo, l'avere gli ospedali con i medici più preparati e innovativi, con strumentazioni adeguate, che attirerebbero decine di migliai di persone.
Una nazione minuscola, che non aveva altro da fare, si è comportata così per decenni: la Svizzera. Export di eccellenza, cliniche e banche dove riclavano il denaro sporco del mondo e davano lavoro a metà della popolazione...ognuno s'arrangia come può.
Valorizzando il turismo, l'enogastronomia, la cultura, l'artigianato vero e la nostra agricoltura, bistrattata e snaturata da incentivi sbagliati e accordi commerciali fuori da ogni logica di buon senso! potremmo esportare meno, importare il necessario ed essere felici. Ma nessuno ricorda più quel bell'articolo di Stiglitz comparso tradotto anche su CDC approposito del Miracolo delle Mauritius??
Abbiamo patrimoni unici al mondo, paesaggistici e culturali, parchi, città d'arte, siti archeoligici. Proviamo a pensarli custoditi come si deve, mantenuti e valorizzati da schiere di neolaureati in scienze forestali, in acheologia, storia e storia dell'arte, schiere di restauratori....ma quanto lavoro c'è da fare in questo paese? E noi stiamo ancora a pensare all'export????
Esporteremo i pomodori di pachino, le arance grosse come palloni che adesso dobbiamo macerare (le eccedenze, ovviamente), vestiti di lusso, tecnologia. Esporteremo meno, ma esporteremo eccellenza, nessuna gara col costo finale.
Insomma, non possiamo metterci tutti a fare milioni di sedie e poi giù a ribassare continuamente il prezzo di vendita...NON CI SERVONO TUTTE QUESTE SEDIE.
Il modello di produzione capitalista va lasciato morire perchè è finito. Ed è immorale. Certo, la storia dell'umanità è zeppa di periodi immorali (come quello coloniale), ma si può e si deve migliorare.
In una famiglia media ci sono quattro persone. Bastano 8 sedie, giusto per quando ci sono gli ospiti. Durano almeno 10 anni. Mentre servono ogni anno: insegnanti per i figli, medico di famiglia, pediatra, ginecologo, dentista, oculista, meccanico, colf, baby sitter, idraulico, elettricista, notaio, commercialista o caaf, istruttore di nuoto o altro sport per i bimbi...allora, stiamo ancora ad impiegare la gente a fare sedie?
Caro signori, lavorare in fabbriche grandi, quelle che fanno export, dalla catena di montaggio al telemarketing per piazzare i prodotti, fa schifo. Provateci una settimana. Poi ne parliamo, eh? Voglio uno stato che finanzi la ricerca industriale, volta a creare tecnologia PER l'uomo, che sostituisca i lavori disumani e alienanti, che ci liberi e ci permetta di fare quello che nessuna macchina potrà mai fare: pensare, abbracciare, inventare, sorridere, incoraggiare. Voglio che ricominciamo a chiedere ai nostri bambini "cosa ti piacerebbe essere da grande?", senza dovergli dire "questo no, che non trovi lavoro". E non pensiamo di restare senza idraulici, ne avremo, e di quelli convinti. Immagino che anche Leonardo si pensasse un idraulico, dopotutto...
E' ora di cambiare paradigma.


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pippo74
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Vorrei cogliere il buono e utile di ognuno.

E non esiste una singola parte esente da critiche,siamo umani.
Se avessi pubblicato critiche a Bagnai(e mincuo le ha espresse piu volte) come nuovo Thread per dibattere si spera rispettosamente...Pippo,tu non avresti la stessa ammirazione,ma non e' malafede.Piu volte rifletto criticamente su Bagnai ma preferisco zittirmi perche il lavoro che fa e' Utile.

Considero utile anche che Barnard vada in Tv(e poi ripreso dai media,radio ecc)a dar del criminale a Monti(nonostante non approvi tante altre cose)

Anche Sapelli da del criminale a Monti in tv(l'ho visto ad Omnibus)nonostante sia ancora immerso nel Sogno europeo e spera nel keinesismo della Bce

Mincuo non ha espresso nessuna critica a Bagnai, del quale tra l'altro non sono nè avvocato e nè un cieco sostenitore, Mincuo ha solo sparato su Bagnai perchè non ha pubblicato dei suoi commenti e perchè a suo avviso non capisce nulla di finanza. Critiche di merito non le ho mai lette, ma comunque rispetto Mincuo perchè è chiaro come il sole che le cose che dice hanno un solido fondamento, ma su Bagnai fino a quando non vedo una critica seria e argomentata ciò che scrive Mincuo è solo astio personale e basta e sul quale se la vedranno lui e Bagnai, a me non interessa.

Questi invece sono pericolosi e ambigui e lo stesso Mincuo più volte lo ha riicordato. Di cosa parli George e che discorsi fai, che ci trovi di buono in gente che deliberatamente mistifica, me lo spieghi? Più volte Istwine ha dimostrato ciò e tu ancora ci vedi del buono?

Credo solo che tu sia molto ingenuo, e non è un offesa George.

ps.: se hai delle critiche da fare a Bagnai ben vengano, non ti vergognare a farle, le critiche sono sempre molto utili, specie se fatte a personalità con un forte ego (lo stesso Bagnai lo riconosce), purchè non siano le sparate moralistiche che ho sentito fare da qualcuno qui, vero Mincuo?


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braveheart
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Riporto un commento nel forum di Zibordi che chiarisce l'incomprensione di fondo rispetto alla visione di Mosler.

"'.....se il messaggio fosse: «importiamo a manetta, e 'fancvlo a tutto il resto» allora il ragionamento sarebbe una grandissima ca-ga-ta.

Ma se guardi il quadro complessivo, allora il discorso cambia.

Warren Mosler ricorda che uno tra i principali parametri che gli investitori prendono in considerazione prima di venire a investire in un paese è il tasso di disoccupazione di tale paese. Questo perché, se l'investitore ha intenzione di produrre lì servizi e beni, è chiaro che maggiore sarà l'occupazione e maggiore sarà la possibilità di vendere una quota rilevante di questi servizi e beni direttamente in loco.

Per cui il discorso è che tu prima ESPANDI IL MERCATO INTERNO attraverso la piena occupazione, e già questo porta giocoforza a una espansione degli investimenti privati.

Ovviamente, espandendosi il mercato interno e i consumi nazionali per via della maggiore produzione, allora si espandono anche le importazioni. Ma come RIFLESSO DELL'ESPANSIONE DELL'ECONOMIA NAZIONALE.

Capito? Se tu espandi il tuo mercato interno di cinque volte allora è chiaro che aumentano anche le importazioni, ma aumentano perché hai un mercato interno che tira al massimo! Cioè, c'è una bella differenza con oggi, dove la tua industria nazionale e il tuo mercato interno collassano e ti ritrovi a importare sempre di più perché perdi produzione nazionale.

Questo è il senso delle parole di Mosler.

Ci vuole la visione d'insieme: lette singolarmente ciascuna delle parti del manifesto MMT di Mosler per l'Italia sembrano incredibili, ma unite tutte insieme il quadro cambia totalmente. (Non a caso, la chiamano "macroeconomia"...). "

In pratica, Mosler e la mmt tengono conto eccome delle partite correnti, ma non le pongono al primo posto per importanza. Anzi.
La sintesi va vista nella direzione di privilegiare la crescita interna anche in assenza di import, e non necessariamente di deficit dell partite correnti.
Cioè , pur se in presenza di surplus di export, non abbiamo piena occupazione, si chiude bottega, vedi la situazione tedesca che vede surplus di export, ma bassa domanda interna, e tra breve, morti i mercati dei piigs, la sua sovrapproduzione dovrà mangiarsela in insalata.
È una vecchia regola macroeconomica: senza domanda interna e piena occupazione, non vai da nessuna parte.
Ergo, tenendo conto che la visione mmt di Mosler prevede la piena sovranità monetaria e relativa capacità di monetizzazione del debito, i deficit di partite correnti , al contrario della attuale situazione euroschiavistica, permette di assorbire una parte del deficit delle partite correnti, da una parte, con la possibilità di monetizzare positivamente il debito anche privato e o suoi squilibri, dall'altra, se un paese funziona, grazie anche al fatto che ha importato torni tedeschi o ha una società sicura, o ha infrastrutture competitive, fatte anche da tedeschi, un turismo che funziona, attirerà capitali ( da regolare vedi Cina) che pareggieranno il deficit delle partite correnti.
Logico che se importi telefonini o scarpe, la capacità di attrazione non aumenta.


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braveheart
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Sia Zibordi che Mincuo hanno dato una risposta tecnica alla provocazione di Mosler,
E' ora di cambiare paradigma.

Grande leoneverde. !!!!
Condivido in toto, sei stato grande !!!


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mincuo
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Vorrei cogliere il buono e utile di ognuno.

E non esiste una singola parte esente da critiche,siamo umani.
Se avessi pubblicato critiche a Bagnai(e mincuo le ha espresse piu volte) come nuovo Thread per dibattere si spera rispettosamente...Pippo,tu non avresti la stessa ammirazione,ma non e' malafede.Piu volte rifletto criticamente su Bagnai ma preferisco zittirmi perche il lavoro che fa e' Utile.

Considero utile anche che Barnard vada in Tv(e poi ripreso dai media,radio ecc)a dar del criminale a Monti(nonostante non approvi tante altre cose)

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Mincuo non ha espresso nessuna critica a Bagnai, del quale tra l'altro non sono nè avvocato e nè un cieco sostenitore, Mincuo ha solo sparato su Bagnai perchè non ha pubblicato dei suoi commenti e perchè a suo avviso non capisce nulla di finanza. Critiche di merito non le ho mai lette, ma comunque rispetto Mincuo perchè è chiaro come il sole che le cose che dice hanno un solido fondamento, ma su Bagnai fino a quando non vedo una critica seria e argomentata ciò che scrive Mincuo è solo astio personale e basta e sul quale se la vedranno lui e Bagnai, a me non interessa.

Questi invece sono pericolosi e ambigui e lo stesso Mincuo più volte lo ha riicordato. Di cosa parli George e che discorsi fai, che ci trovi di buono in gente che deliberatamente mistifica, me lo spieghi? Più volte Istwine ha dimostrato ciò e tu ancora ci vedi del buono?

Credo solo che tu sia molto ingenuo, e non è un offesa George.

ps.: se hai delle critiche da fare a Bagnai ben vengano, non ti vergognare a farle, le critiche sono sempre molto utili, specie se fatte a personalità con un forte ego (lo stesso Bagnai lo riconosce), purchè non siano le sparate moralistiche che ho sentito fare da qualcuno qui, vero Mincuo?

Io non ho nessun astio nei confronti di Bagnai.
Prova ne è che qui trovi SEMPRE post miei in cui consiglio SEMPRE di leggere il suo blog. Uno che avesse astio non lo direbbe, non ti pare?

1) Io ho criticato Bagani per il comportamento, scrivendo lui come professore di Università, cioè un'Istituzione, non come Pippo.
E per me non è tollerabile. E confermo.
2) Ho criticato Bagnai per via di finanza. E confermo, capisce poco.
N.B. una critica puntuale l'ho fatta sulla svalutazione eventuale, e sulla scemenza che questa dipenda dall'inflazione cumulata, che cioè quello sia il driver. Che è falso. Nessuno che si occupi di analisi cambi può dire una sciocchezza simile. E ho argomentato anche. Tuttavia è un driver. E' una cosa semplicistica dirlo, ma amen.
3) Ho criticato leggermente per via che assume spesso solo dati convenienti, anche tagliandoli, oltre che selezionandoli e che fa alcune analisi (con questo si dimostra che....e non è sempre vero che si dimostra che...) che fanno magari presa su chi non è esperto ma molto meno su di me.
E però non pubblica, anzi censura le osservazioni pertinenti. E io però lo capisco questo, visto che fa divulgazione, è inutile fare incertezze alla gente, e per come poi è la gente in genere ancor più.

Per il resto come ho detto è uno dei pochi che fa un lavoro divulgativo di qualità. Fosse più educato e conscio di cosa rappresenta, e un pò meno narciso, sarebbe anche meglio. Ma io consiglio a tutti di leggerlo.
Salvo che a un professionista però, sicuramente.


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pippo74
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@Mincuo
a me come ad altri credo, piacerebbe molto che tu queste critiche le esplicitassi un po' meglio, perchè dire che genericamente Bagnai non capisce di finanza convieni con me che non significa granchè. Idem per le critiche alle info parziali o distorte da cui farebbe derivare tesi a lui care. Stessa cosa infine per le critiche pertinenti che a tuo avviso avresti fatto, ma che non ti ha pubblicato. Su tutto ciò mi piacerebbe che tu fossi più esplicito, anzi ti dirò che siccome non sono uno che si innamora di una posizione in modo preconcetto ti ringrazierei pure, perchè tranni rari casi, io non sono riuscito a trovare critiche serie e pertinenti al lavoro di Bagnai.

Saluti


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Georgejefferson
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Pippo le dimostrazioni usano a volte metodi che se usati contro i "dimostranti"sarebbero attaccati ferocemente.Ma non e' che mi interessi tanto.Sull'ingenuita figurati,basta il rispetto per non litigare.Ingenuita o provocazioni,dipende dai punti di vista.
Stavo postando una replica tratta dal forum di Zibordi ma vedo che Braveheart mi ha anticipato.

La stessa replica che trovo saggia ma miope e con questo rispondo anche a Leonessa.

I cambi di paradigma non si integrano dall'oggi al domani.Specie quando i cittadini vengono sistematicamente indottrinati alla piu stupida superficialita e consumismo fine a se stesso.La stessa fretta di voler vedere cambi culturali sostanziali nel tempo delle nostre vite ritengo venga strumentalizzata per ottenere l'effetto contrario.

Ma sono opinioni mie riguardanti ideali teorici e rispetto un pensiero contrario e piu radicale.Basta non sia imposto


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mincuo
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@Mincuo
a me come ad altri credo, piacerebbe molto che tu queste critiche le esplicitassi un po' meglio, perchè dire che genericamente Bagnai non capisce di finanza convieni con me che non significa granchè. Idem per le critiche alle info parziali o distorte da cui farebbe derivare tesi a lui care. Stessa cosa infine per le critiche pertinenti che a tuo avviso avresti fatto, ma che non ti ha pubblicato. Su tutto ciò mi piacerebbe che tu fossi più esplicito, anzi ti dirò che siccome non sono uno che si innamora di una posizione in modo preconcetto ti ringrazierei pure, perchè tranni rari casi, io non sono riuscito a trovare critiche serie e pertinenti al lavoro di Bagnai.

Saluti

Io veramente, ad esempio su cambi, le ho pubblicate qui. Visto che lui censurava, non ho nemmeno insistito.
Ma la caratteristica principale è che uno deve pure leggerla, Pippo74. Non è mica che posso riscriverla 100 volte. Nemmeno mi interessa. Se te la cerchi, quella come altre, la trovi.

Ma ripeto ancora una volta: IO CONSIGLIO A TUTTI DI LEGGERE BAGNAI che è una persona competente e seria, non un improvvisato balordo, e ha capacità anche divulgativa.


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pippo74
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@Mincuo
a me come ad altri credo, piacerebbe molto che tu queste critiche le esplicitassi un po' meglio, perchè dire che genericamente Bagnai non capisce di finanza convieni con me che non significa granchè. Idem per le critiche alle info parziali o distorte da cui farebbe derivare tesi a lui care. Stessa cosa infine per le critiche pertinenti che a tuo avviso avresti fatto, ma che non ti ha pubblicato. Su tutto ciò mi piacerebbe che tu fossi più esplicito, anzi ti dirò che siccome non sono uno che si innamora di una posizione in modo preconcetto ti ringrazierei pure, perchè tranni rari casi, io non sono riuscito a trovare critiche serie e pertinenti al lavoro di Bagnai.

Saluti

Io veramente, ad esempio su cambi, le ho pubblicate qui. Visto che lui censurava, non ho nemmeno insistito.
Ma la caratteristica principale è che uno deve pure leggerla, Pippo74. Non è mica che posso riscriverla 100 volte. Nemmeno mi interessa. Se te la cerchi, quella come altre, la trovi.

Se è questo il tuo atteggiamento per me il dialogo finisce qua, se invece mi aiuti (anche perchè su CDC non è facile fare ricerche), sarò felice di leggerti.


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istwine
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
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Ma guardate che critiche a Bagnai se ne possono fare. E quelle che mincuo ha fatto son tutte giuste e condivisibili. Il perché non le abbia pubblicate non mi è chiaro, disapprovo senza dubbio.

Io gliene ho fatte anche in privato e con me è sempre stato gentile e ha riconosciuto quando la critica era giusta, talvolta no, ma son differenze di idee. Il problema è che tra un Bagnai (dico lui ma son tanti), il cui impianto generale di critica all'Euro è ineccepibile, su più punti (politico, economico, e anche giuridico con gli interventi di alcuni lettori) e quello di Zibordi/MMT/Barnard c'è un abisso. Che ora Zibordi si "accorga" che le esportazioni non sono un costo a me lascia perplesso e dovrebbe lasciare perplessi anche i suoi lettori, visto che sino ad avant'ieri diceva "sticazzi delle partite correnti". Quello che non è chiaro a molti a me pare è che io, mincuo, Bagnai ecc, diciamo delle ovvietà sulla questione export, ovvietà che non sono "incomprensioni di nuovi paradigmi", ma ovvietà storiche, economiche, contabili.

Ma laddove la critica a Bagnai è sui particolari, talvolta anche irrisori, talvolta meno irrisori, la critica a Zibordi/MMT/Barnard è all'impianto intero.

Qua si parla di nuovi paradigmi, ma quali?

http://en.wikipedia.org/wiki/Import_substitution_industrialization

Questo è nuovo paradigma? Non so, ditemi voi. A me sembra che il requisito minimo per parlare di nuovi paradigmi sia quello di conoscere i precedenti, e a me pare che manchi nella discussione questo. La questione delle partite correnti non è solo ed esclusivamente una faccenda di merci e servizi, è soprattutto una questione di sostenibilità in termini finanziari, per questo dire "sticazzi delle partite correnti" è un privilegio di un solo o di pochi paesi. Questo non è chiaro agli MMTers, a me pare. E se fosse chiaro allora non c'è nessun nuovo paradigma in campo, ma solo tanto marketing.


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Giovina
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2001
 

Anche io quoto Leone

L’impotenza e l’ininfluenza dei rimedi che si propongono sono le stesse da entrambe le parti, quella finanziaria e quella che subisce senza arricchirsi.
Di qui la forza della struttura negativa che illusoriamente si vuole cambiare.
E’ la fede nel risultato della scienza, capacita’ umana, piuttosto che la fede nella scienza stessa…..

Si confondono i sintomi con la malattia.

E poi tutto dipende da cosa realmente si vuole.
Siamo cambiati per esempio dai tempi in cui apparivano per la prima volta in tv i volti degli affamati e assetati nel terzo mondo? Le vittime delle guerre moderne? Allora un sentimento di contrizione ci assaliva e poi tiravamo avanti via dimentichi, la nostra vita era, comprensibilmente, affanno bastante.

Ora quelle realta' ci stanno in qualche maniera per riguardare direttamente, attanagliare, e siamo coinvolti totalmente in una questione sociale ed economica da rettificare e sanare.
Quanto questi intenti sono veramente sinceri e riguardanti il sociale, cioe' noi, ossia tutti, quanto questi intenti invece sono tentativi disperati per non perdere il mero benessere, la mera sicurezza materiale, nei quali abbiamo riposto e vogliamo continuare a riporre la speranza di pace e serenita'?
Non vuole essere moralismo, ma ricerca della individuazione alla foce della forza e dell'intento, della loro Idea.
Alla Idea corrisponde la sua logica estrinsecazione.
Ecco perche' rivolgere le proprie capacita' di analisi e di pensiero al nostro pensare stesso prima che ai suoi risultati potrebbe quanto meno rivelarci quali potrebbero essere le logiche motivazioni di tanto caos e squilibrio, quantomeno renderci visibili le vere relazioni, le reali, e non quelle credute, nel nostro processo di pensiero e sua declinazione pratica.


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