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CH: giu' le mani dagli eredi

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Svizzera - Votazioni federali
Tutti i Cantoni concordi: giu' le mani dagli eredi
Bocciata anche l'iniziativa sulle borse di studio. Passato invece, anche se di misura, il nuovo sistema di riscossione del canone radiotelevisivo.

ats/red - 15 giugno 2015

L'iniziativa volta a introdurre un'imposta sulle successioni e le donazioni a livello federale e' stata bocciata ieri con il 71% dei voti. A conti fatti i voti contrari sono risultati 1.613.838, quelli favorevoli 657.774. L'affluenza alle urne e' stata del 43,1%.

Tutti i Cantoni hanno respinto l'iniziativa "Tassare le eredita' milionarie per finanziare la nostra AVS" (*), di cui cinque con proporzioni superiori all'80% e 14 con percentuali comprese in una forbice tra il 70% e l'80%. Non si riscontrano differenze significative tra le varie regioni linguistiche. I Grigioni hanno bocciato seccamente l'iniziativa con il 76,0% dei pareri espressi e il Ticino con il 72,9%.

I primi commenti hanno messo in rilievo come i fautori dell'imposta sulle successioni abbiano fallito nell'intento di comunicare i loro obiettivi. "Non siamo riusciti a far passare il messaggio", ossia la necessita' di "reperire nuove fonti di finanziamento per l'AVS", ha detto Joel Blunier, segretario generale del Partito evangelico, sostenitore dell'iniziativa assieme a sinistra, sindacati e Verdi.

Secondo il politologo Claude Longchamp e' evidente che l'argomento del consolidamento della previdenza vecchiaia non ha fatto breccia. L'accento e' invece andato progressivamente a spostarsi su valori cari agli svizzeri, quali la salvaguardia dell'economia, del lavoro e delle PMI, che con la nuova imposta sarebbero state penalizzate.

Questo non e' il momento di gravare sulle PMI, ha commentato il segretario generale dei Verdi liberali Michael Koepfli: in un momento di forte valutazione del franco non e' opportuno aumentare la pressione fiscale.
Due i fattori, secondo il capo economista dell'Unione sindacale svizzera Daniel Lampart, che hanno determinato il chiaro "no": la forte opposizione alla nazionalizzazione (**) dell'imposta e i toni della campagna degli oppositori, molto centrata sugli aspetti economici e volta a "incutere paura tra la popolazione".

La consigliera nazionale (***) Jacqueline Badran (PS/ZH) ha tirato in ballo altre considerazioni: "Avevamo a disposizione un centesimo dei mezzi finanziari" dei nostri avversari. E' quindi stato impossibile comunicare che "solo l'1% della popolazione sarebbe stata interessata" dall'imposta.
Secondo Economiesuisse il voto di ieri e' un segnale importante per la piazza economica: "gli svizzeri non si sono fatti ingannare" e si sono espressi "a favore di PMI forti e di successioni di imprese sicure". Hanno riconosciuto che l'iniziativa "avrebbe comportato per le imprese famigliari maggiori oneri fiscali e incertezza giuridica".

"Ora la sinistra rifletta"

"Un risultato estremamente soddisfacente". Cosi' il consigliere nazionale PPD Fabio Regazzi ha commentato il voto di ieri. "Ero abbastanza convinto che l'iniziativa sarebbe stata bocciata - ha confidato in serata al Giornale del Popolo - pero' non immaginavo davvero una bocciatura cosi' sonora, chiara, inequivocabile". Un simile risultato, ha aggiunto, e' anche indice del fatto che "da parte nostra la campagna e' stata condotta molto bene".

Regazzi non ha nascosto le critiche ai fautori dell'iniziativa: "Non tocca a me dirlo, ma secondo me adesso questa sinistra dovrebbe davvero fermarsi un attimo per fare qualche riflessione. Non e' la prima volta che esce chiaramente sconfitta. Anzi, mi sembra che continui a inanellare un insuccesso dietro l'altro. Ogni tanto qualcosa ci azzecca... Ma, francamente, non mi sembra ci sia molto da aggiungere: e' una sinistra che non e' capace di convincere la popolazione. Probabilmente i cittadini non se la sentono di mettere in discussione un modello che funziona bene e che per il momento ha dato dei buoni risultati".

"Si' " risicatissimo al nuovo canone

Il sistema di riscossione del canone radiotelevisivo cambia: il popolo svizzero ha accolto di strettissima misura (50,08% di "si' ", meno di 4.000 schede di differenza) la modifica della legge sulla radiotelevisione, che prevede il passaggio a un prelievo generalizzato per tutte le economie domestiche e le imprese di una certa grandezza.

Il tema ha tagliato in due il Paese. La Romandia - che beneficia finanziariamente della ridistribuzione del canone - ha approvato in modo quasi compatto l'oggetto, con percentuali che vanno dal 55,0% di Friburgo al 62,5% di Vaud. E ha vinto contro i - seppur piu' numerosi - Cantoni svizzero tedeschi, che hanno invece votato contro la nuova normativa. Nei due campi si sono smarcate solo due regioni: Basilea Citta' ("si' " al 51,2%) e Vallese ("no" al 53,5%). Campioni del rifiuto sono stati Svitto ("no" al 59,7%) e Appenzello Interno (59,5%). Anche in Ticino i contrari hanno prevalso (52,0%), mentre l'esatto contrario e' avvenuto nei Grigioni ("si' " al 50,9%).

Fino all'ultimo il risultato e' stato in bilico. Alla fine dello spoglio i "si' " sono stati 1.128.369, i "no" 1.124.673: la differenza e' di solo 3.696 schede (il risultato piu' risicato di sempre). La partecipazione si e' attestata al 43,1%.

Il pacchetto presentato ai votanti era confezionato in modo tale da raccogliere il consenso piu' ampio possibile. Ai cittadini viene infatti prospettato un abbassamento del canone - da 460 a circa 400 franchi, la fine dei controlli, la sicurezza che nessuno faccia il furbo e l'esenzione per il 75% delle aziende.
Alla SRG SSR si garantisce per il futuro un sistema di finanziamento basato sulle economie domestiche e non piu' sui sistemi di ricezione, un approccio che alla luce delle centinaia di radio e televisioni offerte su internet stava traballando. Le emittenti private si vedono inoltre aumentare i contributi. A passare maggiormente alla cassa saranno pero' le imprese.

La SRG SSR si e' dichiarata soddisfatta. La grande svolta in atto nel mondo dei media rende tuttavia necessaria e importante una discussione sullo sviluppo del servizio pubblico, ha affermato l'organizzazione in un comunicato.
Il Consiglio federale (+) indira' un nuovo bando di concorso per il mandato di riscossione del canone, attualmente affidato alla Billag SA.
La Commissione federale dei media presentera' a fine 2015 il proprio rapporto in materia. A inizio 2016 seguira' il rapporto del Consiglio federale, che sara' discusso in Parlamento. Nel 2017 scadra' il mandato di prestazioni decennale conferito alla SSR e il Consiglio federale pubblichera' il disegno di una nuova concessione SSR sul quale aprira' un'indagine conoscitiva.

"Deludente il voto ticinese"

Luigi Pedrazzini, presidente della Corsi (++), si e' detto soddisfatto del voto di ieri, "anche se il risultato e' stato risicato". Deludente pero' il dato ticinese: "Siamo tra i grandi beneficiari del sistema di solidarieta' confederale e questo voto e' un segnale di ingratitudine verso il resto della Svizzera. Non vorrei che finisse per dare l'opportunita' a qualcuno di rimettere in discussione la chiave di ripartizione, che ci favorisce largamente, argomentando che in fondo non ci interessa piu' di tanto avere un servizio pubblico performante".
Forse, prova a spiegarsi, "non si e' capito l'importanza di dare un segnale di riconoscenza al resto della Svizzera. O, ancora, e' passato il lato "nuova tassa&q
uot;, quando in realta' non si tratta di una nuova imposta. E poi forse i partiti hanno influito poco: sono stati, chi piu' e chi meno, alla finestra, non preoccupandosi piu' di tanto di intervenire a sostegno del servizio pubblico".

Borse di studio, non cambia nulla

Le borse di studio rimangono un tema di competenza cantonale. L'iniziativa popolare che chiedeva un'armonizzazione a livello nazionale e' infatti stata respinta dal 72,53% dei votanti (pari a 1.611.594 schede) e dalla totalita' dei Cantoni. La partecipazione si e' attestata al 42,90%. La netta bocciatura, secondo quanto dichiarato dal direttore dell'istituto di ricerche congiunturali gfs.bern Claude Longchamp, "e' attribuibile in parte alla poca discussione osservata sul tema. Questo fatto ha avuto come conseguenza una scarsa mobilitazione dei favorevoli". In Ticino, dove la partecipazione ha raggiunto il 44%, il testo e' stato bocciato con il 70,88% di "no" contro il 29,12% di "si' ". Nei Grigioni con il 77,23% (22,77% di "si' ", partecipazione 39,44%).

Fra i maggiori oppositori al testo si trovano Appenzello Interno (86,98% di "no"), Obvaldo (84,69%), Nidvaldo (83,94%) e Zugo (81,63%). Lievemente migliore la situazione in Romandia: a Ginevra i contrari hanno raggiunto "solo" il 57,76% e nel Canton Vaud il 61,90%. A Lucerna il testo e' stato bocciato dal 77,93% dei votanti, a Zurigo dal 73,37% e a Berna dal 73,31%.

Il presidente della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), Christoph Eymann, si e' dimostrato soddisfatto dal risultato. A suo dire, un "si' " avrebbe avuto gravi conseguenze sulle universita'. "Un aumento delle uscite per le borse di studio avrebbe gravato sui budget cantonali dedicati all'istruzione", ha dichiarato Eymann, "questo avrebbe comportato un peggioramento della qualita' scolastica". L'Unione degli studenti universitari (USU), fautrice dell'iniziativa, non si lascia scoraggiare dal secco "no" scaturito dalle urne. L'organizzazione considera infatti una vittoria l'aver inserito il tema nell'agenda politica.

"Il fatto che il sistema della borse di studio debba essere rinnovato non e' piu' combattuto", ha affermato Maxime Mellina dell'USU, "anche se l'iniziativa non e' riuscita, e' stato possibile attirare l'attenzione su un sistema ingiusto".

L'organizzazione sostiene che per giungere al livello universitario un giovane deve affrontare una selezione severa e che attualmente l'insegnamento superiore rimane riservato ai figli di famiglie agiate. Su questo tema i Cantoni hanno in ogni caso gia' cominciato a muoversi: nel 2007 sono cominciati i lavori per un concordato in cui vengono affermati i principi base e i funzionamenti delle borse di studio. Il documento e' diventato definitivo nel marzo del 2013. Questo concordato garantisce, a chi ne ha diritto, un finanziamento di almeno 16mila franchi all'anno. Con Zurigo, dove non e' ancora scaduto il termine di referendum, sono 17 i Cantoni che vi hanno aderito. Entro il 2018 la teoria dovrebbe diventare pratica.

Il Consiglio federale, che si opponeva all'iniziativa in votazione ieri, sostiene l'azione dei Cantoni. Secondo una modifica della legge proposta, i finanziamenti federali andranno solamente ai Cantoni che aderiranno al concordato.

Soddisfazione da parte del Governo

Il Consiglio federale ha espresso soddisfazione per l'esito delle votazioni federali, in linea con le raccomandazioni di voto di Governo e Parlamento. "I risultati della modifica della legge sulla radiotelevisione hanno tenuto l'esecutivo con il fiato sospeso", ha ammesso Doris Leuthard annunciando l'intenzione di avviare un serio dibattito sul servizio pubblico. "Il Consiglio federale intende abbordare il tema senza preconcetti, ma sulla base di argomenti fondati. A meta' del prossimo anno trasmettera' al Parlamento un rapporto che servira' da base di discussione", ha aggiunto Leuthard. "I media sono essenziali al buon funzionamento delle democrazia ed e' importante che in ogni regione linguistica vi sia un'offerta ampia e diversificata", ha sottolineato la ministra della comunicazione. Doris Leuthard si e' anche detta sorpresa del risultato in Ticino, che trae profitto dal sistema di ripartizione (+++) dei fondi SSR.

Alain Berset ha sottolineato che "il risultato per la diagnosi preimpianto (DPI) sugli embrioni in vitro e' stato migliore del previsto". E' molto probabile che il referendum, gia' annunciato, riuscira' e che quindi il popolo tornera' ad esprimersi sulle modalita' nel 2016.

Per Johann Schneider-Ammann il rifiuto netto dell'iniziativa sulle borse di studio e' "un riconoscimento dell'attuale sistema di formazione, che ha dato i suoi frutti. I Cantoni conoscono meglio i bisogni dei loro studenti che la Confederazione", ha aggiunto. L'armonizzazione delle borse di studio, chiesta dagli iniziativisti, e' anche uno degli scopi del concordato intercantonale su questo tema.

La bocciatura dell'iniziativa sull'imposta di successione, secondo la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf, "e' dovuta a tre fattori: era contraria all'autonomia finanziaria dei Cantoni, creava difficolta' per la trasmissione delle PMI e l'applicazione retroattiva risultava sproporzionata. E' l'ottava iniziativa sulla fiscalita' respinta: questo dimostra che il nostro sistema fiscale e' ben accolto dalla popolazione".

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(*) Assicurazione Vecchiaia e Superstiti, costituisce il primo pilastro del sistema previdenziale svizzero
(**) la fiscalita' e' essenzialmente di competenza cantonale, con correttivi perequativi federali
(***) il Consiglio Nazionale e' il parlamento
(+) governo
(++) Cooperativa per la Radiotelevisione della Svizzera Italiana, e' l'assemblea dei soci della RSI. Chiunque puo' far richiesta di diventar socio.
Va pero' a finire che chi parla all'assemblea sono i soliti papaveri o della RSI o dei partiti. Perfino la cosiddetta commissione del pubblico e' zeppa di ex funzionari della RSI.
(+++) gli utenti ticinesi e del Grigioni italiano contribuiscono al 4% del canone nazionale, ma la RSI ne gode del 25%, in nome del federalismo. Va anche detto che ci sono molti utenti di lingua italiana sparsi un po' ovunque sul territorio.

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