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CH (NE): stipendio minimo

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http://www.caffe.ch/stories/politica/47456_per_il_salario_minimo_fate_come_a_neuchtel/

"Per il salario minimo fate come a Neuchatel"

di Omar Ravani - 29 giugno 2014

Neuchatel sara' il primo cantone ad introdurre un salario minimo legale generalizzato: 3'640 franchi mensili, per 42 ore di lavoro settimanali, all'incirca 20 franchi all'ora. Ne beneficera' il 4,7% dei lavoratori, soprattutto dipendenti dell'albergheria, ristorazione, commercio al dettaglio e del settore pulizie. Tutti gli altri lavoratori hanno gia' stipendi superiori a questo minimo salariale, e il secondario, comparto trainante del cantone grazie all'industria orologiera, sara' toccato solo in minima parte. Il costo dell'operazione e' stimato in 9 milioni di franchi, ossia lo 0,21% della massa salariale totale. Il minimo retributivo permettera', inoltre, un risparmio di 2 milioni sui costi per l'aiuto sociale. Gli imprenditori abbozzano, giudicandola una misura, tutto sommato, sopportabile; i sindacati gongolano e indicano l'esempio neocastellano come un modello possibile per tutta la Confederazione.

Lo stesso cantone, come il resto della Svizzera, il 18 maggio scorso aveva pero' rifiutato a larga maggioranza, il 68%, l'iniziativa sindacale per un salario minimo nazionale. Un paradosso? Non esattamente. Nel 2011, con il 54,6% di si', i neocastellani avevano accettato il principio del salario minimo, non fissando pero' alcuna base. L'iniziativa dell'Unione sindacale svizzera voleva invece ancorarlo a 4'000 franchi, senza alcuna distinzione tra regioni o settori economici. La soluzione neocastellana e' passata attraverso un lungo negoziato tra i partner sociali, durato quasi tre anni.

Il voto finale del parlamento, nel maggio scorso, ha apparovato a stragrande maggioranza il progetto senza praticamente alcuna modifica. L'unica eccezione, per altro spazzata via, era stata proposta dai Verdi liberali che chiedevano che dal progetto venissero esclusi quanti non avessero ottenuto almeno un diploma da apprendista, per evitare che i giovani ci rinunciassero, sicuri della retribuzione minima. Al termine solo una parte dei liberali radicali ha cercato di porre il veto sulla proposta da cui restera', pero', escluso il settore agricolo.

Anche il padronato ha definito "sopportabile" l'impatto sui bilanci aziendali. "Infatti e' proprio questo che ci ha convinto - spiega al Caffe' Florian Nemeti della Camera di commercio e industria neocastellana -. Avremmo preferito non uscire dalla consuetudine per cui a regolare il mercato del lavoro sono le convenzioni tra le parti sociali. Ma la volonta' popolare va rispettata e allora abbiamo scelto una soluzione che fosse il piu' possibile indolore". Ci saranno pero' situazioni in cui il salario minimo rischia di essere messo a dura prova. "L'economia non sta di certo attraversando il suo momento migliore - continua Nemeti -, e per alcune piccole aziende potrebbe essere difficile rispettare i patti. Si potrebbe, in alcuni casi, andare verso riduzioni del tempo di lavoro, che nelle piccole ditte verrebbe coperto personalmente dallo stesso titolare".

Da parte sindacale l'accordo e' stato accolto con toni trionfali. "Siamo il primo Cantone che applicata una misura del genere - afferma David Taillard di Unia (*) Neuchatel -. Il modello neocastellano dimostra che e' possibile proteggere i salari e lottare contro le retribuzioni insufficienti. Speriamo che l'esempio sia seguito dal resto della Svizzera, anche se col voto del 18 maggio sembra di andare in tutt'altra direzione". Vinta una battaglia per i sindacati si tratta di mantenere le posizioni acquisite e di vigilare affinche' i salari minimi siano effettivamente applicati. "Ci sono settori in cui non e' per nulla scontato - precisa Taillard -, ma la situazione a Neuchatel e' tale che gia' prima dell'applicazione dei salari minimi praticamente tutti i settori erano gia' provvisti di contratti collettivi".

Se per i neocastellani il salario minimo e' una realta', piu' dura sembra invece essere in altri Cantoni. In Ticino i Verdi propongono una soluzione simile, con salari minimi differenziati a dipendenza del settore economico. Nel Giura poi, dove il principio e' stato accolto nel 2013, il dibattito deve ancora entrare nel vivo. Nel Vallese invece una retribuzione di base di 3'500 franchi e' stata respinta nello stesso giorno in cui anche la proposta nazionale dell'Uss (**) e' stata bocciata dal voto popolare.

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(*) UNIA e' il maggior sindacato svizzero, e' molto vicino al partito socialista
(**) USS: Unione Sindacale Svizzera

mamma mia in Italia, il salario minimo si attesta sugli 800 euro..in Grecia siamo Attorno ai 460..in Portogallo circa 520..circa 400 in Albania, insomma le montagne separano due europe molto differenti..

Attenti a valutare le crifre crude, anche il costo della vita e' proporzionale.
Tenendo conto delle spese obbligatorie con 2mila sFr/mese sei povero in Svizzera. Cioe' galleggi attorno al minimo vitale. Poi ci sono le solite differenze fra cantoni e fra citta' e campagna.

A me sembra interessante il fatto che un provvedimento come il salario minimo passi in un paese dove il socialismo e' si presente, ma in secondo piano.

Sono da prendere anche con le dovute pinze i dati crudi diffusi dall'ufficio federale sul numero delle nuove ditte. Per esempio in Ticino queste nuove ditte generalmente fanno paura: per salari bassissimi, nessun contratto collettivo di lavoro, imposte pagate ridicole e carico del territorio (suolo, trasporti, ecc.) importante. Inoltre non danno praticamente lavoro a nessun residente. Facit: ma chi vi vuole!

Comunque resto testardo: non cambio opinione sul fatto che i governi piccoli siano piu efficienti dei governi grandi. NE per esempio ha trovato una soluzione che a livello nazionale non si e' saputo trovare, anche per ottusita' dei socialisti. beati loro che sognano sempre di entrare in un UE che piu' disastrosa di cosi' si muore.

Possono minacciare finche' vogliono i Barrosi, Van Rompuy & co. Dimostrino prima di governare meglio e soprattutto di rispettare la volonta' popolare.

Chi da' lezioni a chi eh, presuntuosi eurocrati senza nessuna radice territoriale?

Il popolo svizzero (per modo di dire, che ormai quasi meta' sono stranieri naturalizzati) non vuol saperne di entrare nell'UE perche' ha occhi per vedere ed orecchie per intendere. E' il sistema di democrazia semidiretta che obbliga il governo a non entrare di corsa nell'UE. Speriamo di poter resistere almeno fino al crollo del castello di carte e parole vuote che e' questa UE di vanesi.
Sara' dura perche' i venduti all'UE si annidano dentro al governo stesso, come da prassi in tutti i paesi europei. Mi sembra piu' che legittimo nutrire il dubbio che lo facciano sognando una carriera futura da eurocrate, ambizione condita con slogan ammuffiti del tipo "dobbiamo aprirci", come se adesso fossimo chiusi.

Dio ce la mandi buona.

Poi costruiremo un'UE ben diversa da questa qua.
Fatta da un pullulare di piccoli Neuchatel, perche' no.
Per intanto il parlamento locale (e i votanti) di Neuchatel sono stati piu' incisivi del superparlamento di strapagati europarlamentari che non hanno comunque voce in capitolo in checche', manco sulle lampadine incandescenti.
Possono solo dire ok ai vanesi di turno.

Ma perche' lo chiamano parlamento?

E tu elettore che ne sai di cosa combinano la' a Strasburgo costoro? Chi e' che ti informa regolarmente? Non vedi che e' tutta una messinscena carissima ed inutile? E' l'UE stessa ad essere diventata una messinscena carissima ed inutile. Detto gentilmente, perche' si puo' ben dire che per troppi cittadini dell'UE e' diventata addirittura dannosa. Colpa loro che non hanno letto i trattati? O colpa di quelli che non glieli hanno fatti leggere? O colpa di una certa mentalita' da presunti furbastri da "tanto un trucco per aggirare sta norma lo troviamo". Trucco dopo trucco, mazzetta dopo mazzetta, ecco che bella UE e' venuta fuori: un mostro impresentabile agghindato a festa, la loro festa, dei Van Rompuy, Barroso , Prodi, .. ad libitum. Oh gia', da non dimenticare Goldman Sachs, pardon Draghi. Un altro che festeggia alla grande l'approdo nell'UE, lapsus nella banca centrale dell'UE, doppio lapsus, nella banca centrale delle banche private dell'UE.

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