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Conferenza di Igor Panarin a Milano

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“EURASIA – RIVISTA DI STUDI GEOPOLITICI”, IN COLLABORAZIONE CON “NOSTRA GAZZETTA” PRESENTA
SABATO 16 MAGGIO 2009, ORE 14.30 – CENTRO SAN FEDELE, PIAZZA SAN FEDELE 4, MILANO
LA CONFERENZA

IL MONDO DOPO LA CRISI SCENARI GEOPOLITICI PER IL FUTURO PROSSIMO

Storicamente, tutte le periodiche crisi di sovrapproduzione nel mondo industriale- capitalista hanno comportato, a livello geopolitico, importanti mutamenti nelle gerarchie di potenza e nel sistema delle relazioni internazionali. La crisi del 1873, che segnò l'avvio della seconda rivoluzione industriale, fu anche foriera dell'ascesa di Germania e USA al rango di massime potenze mondiali. La crisi del 1929 mandò in frantumi il sistema finanziario a guida anglosassone, dando libertà d'azione all'Italia fascista, permettendo all'URSS di Stalin di colmare il gap con i paesi industriali più avanzati, favorendo infine l'affermazione di Hitler ed il repentino ritorno alla superiorità militare nel continente per la Germania. In qualche modo, la crisi del 1873 spianò la strada alla Grande Guerra, e quella del 1929 alla Seconda Guerra Mondiale.
La crisi del 2008 – i cui effetti, anche a livello economico, stiamo appena cominciando a percepire – farà eccezione? Oppure confermerà la regola, sconvolgendo gli equilibri internazionali, favorendo l'ascesa di nuove potenze e mettendo in crisi alcune delle vecchie? Molti analisti prevedono che la crisi del 2008 – che, significativamente, trova le proprie cause e la propria origine negli USA – comporterà la fine dell'ambizione unipolarista di Washington, una maggiore autonomia degli Stati europei e soprattutto l'accelerata ascesa della Cina nel contesto d'un mondo pienamente multipolare. Ma non mancano, seppur minoritarie, le voci di chi vorrebbe effetti diversi se non opposti a questi. E numerosissime sono le questioni collaterali che ci si può porre: la saldezza dell'Unione
Europea in questo momento critico e d'interessi parzialmente divergenti tra i suoi membri; la solidità del legame transatlantico; il futuro dei regimi arabi di fronte al calo del prezzo del petrolio ed all'indebolimento del protettore statunitense; e così via.

La rivista “Eurasia” ha deciso di discutere questo tema con l'analista che, a livello mondiale, ha formulato l'ipotesi probabilmente più originale e sconvolgente: Igor Nikolaevič Panarin, politologo russo membro dell'Accademia delle Scienze Militari e docente presso l'Accademia Diplomatica del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa. Nel 1998, con un decennio d'anticipo, predisse la crisi economico-finanziaria degli USA, ma lo scenario successivo da lui allora descritto e continuamente confermato negli anni successivi è quello di un vero e proprio collasso e disgregazione della federazione nordamericana, in maniera analoga a quanto accaduto all'URSS.
A discutere di questa tesi assieme al suo autore, Igor Panarin, vi saranno Tiberio Graziani (direttore di “Eurasia”), Aldo Braccio (redattore di “Eurasia”) e Elena Buldakova (caporedattrice del periodico “Naša Gazeta”, ex assistente della Presidenza della Repubblica del Kirghizistan).

Nel corso della conferenza sarà presentato anche l'ultimo numero pubblicato della rivista “Eurasia”, dedicato alla NATO.
Sito di “Eurasia”: http://www.eurasia-rivista.org

Intervista esclusiva a Igor Panarin: http://www.eurasia-rivista.org/cogit_content/articoli/EkupFluuyuEwpOjoOo.shtml
Conferenza “Il mondo dopo la crisi. Scenari per il futuro prossimo”

Sala della Trasfigurazione – Centro Culturale San Fedele
Piazza San Fedele, 4 – Milano
Sabato 16 maggio 2009, ore 14.30-18-00
Ingresso libero
Come raggiungere il luogo dell'evento:
Da Piazza del Duomo: vedi cartina a fianco.
Dalla Stazione Centrale: metropolitana linea 3/gialla per 4 fermate
scendere a “Duomo” (da qui vedi: “Da Piazza del Duomo”)
Dalla Stazione di Porta Garibaldi: metropolitana linea 2/verde per 2
fermate scendere a “Centrale FS” (da qui vedi: “Dalla Stazione Centrale”)
Dalla Stazione Cadorna: metropolitana linea 1/rossa per 4 fermate
scendere a “Duomo” (da qui vedi: “Da Piazza del Duomo”)

OT !

Sul tema “$$$hoah/Olocau$$$to” e oloballe simili si consiglia la lettura dell'ultima fatica di Carlo Mattogno :

Le camere a gas di Auschwitz - ““Studio storico-tecnico sugli “indizi criminali “ di Pressac e sulla “convergenza di prove “ di Pelt ““.

Fresco di stampa, appena uscito dalla tipografia, questo nuova imponente opera di Carlo Mattogno, che in 658 pagine con 2510 note più Appendice fotografica critica i caposaldi della più recente e agguerrita letteratura sterminazionista legata ai nomi di Jean-Claude Pressac e Robert Jan van Pelt. Tolto Raul Hilberg, al quale Jürgen Graf e lo stesso Carlo Mattogno hanno condotto una critica decisiva, e restando su un piano alquanto più basso Jan van Pelt, tutta la restante, abbondantissima letteratura è quella che Norman G. Finkelstein definisce paccottiglia da supermercato. Il lavoro degli storici come Mattogno e Graf si orienta appunto verso un confronto ed una contestazione critica dei caposaldi storici e teorici di quella che viene presentata come una verità storica acquisita, indiscussa e indiscutibile ed è addirittura sancita dal legislatore, sanzionata dall’apparato giudiziario che infligge secoli e millenni di carcere duro nelle prigioni austriache, tedesche, francesi e tutti gli altri paesi dove vigono le “leggi memoriali”, con le quali si tolgono agli storici ogni libertà di condurre le loro ricerche e si fissano i risultati e le “verità” alle quali è loro consentito di approdare. Il “caso Williamson” ha portato l’attenzione del mondo sulla questione dell “camere a gas”. Tutti ne hanno sentito parlare. Tutti hanno gridato allo scandalo, in verità uno “scandalo” montato ad arte poche settimane dopo di ben altro e ben più grave scandalo: l’operazione “piombo fuso”, che magari si è preteso di legittimare con una massiccia iniezione mediatica di “caso Williamson”, ossia di un pio vescovo al quale in un’imboscata, forse studiata ad arte, si chiedeva cosa ne pensasse delle “camere a gas”. E lui rispondeva che non credeva fossero mai esistite per davvero. Apriti cielo! Se il pio vescovo, assolutamente fermo nella fede della tradizione cattolica, infirmata dal Concilio Vaticano II, avesse negato uno dei tanti dogmi cristiani non avrebbe suscitato tante reazioni e sarebbe passato del tutto inosservato. L’opera di Mattogno non è stata discussa e non viene né letta né discussa dalla storigrafia ufficiale che si lascia intimorire dalle sanzioni penali e dal discredito infamante che viene gettato addosso a chi appena appena avanza la benché ninima riserva critica, poniamo sul mitico numero dei “sei milioni”, ormai divenuti come un titolo per nuovi salmi e una filmistica hollywodiana a getto continuo.

Il libro può essere ordinato da: effepi edizioni
Posta elettronica [email protected]
http://www.angelfire.com/rnb/effepi/

GIORNO MEMORIA: I LIBRI PER NON DIMENTICARE/ANSA
IL 27 GENNAIO E IL RICORDO DELLA SHOAH
(ANSA) - ROMA, 18 GEN - Il 27 gennaio del 1945 il campo di
sterminio di Auschwitz fu liberato dalle truppe sovietiche: una
data scelta, come Giorno della Memoria, dalla legge italiana per
ricordare la Shoah ebraica, ma anche quella dei Rom e degli
omosessuali.
Via via che passa il tempo sono sempre di meno, per motivi
anagrafici, i sopravvissuti, ma non per questo, negli ultimi
tempi, e' diminuita la memorialistica, cosi' come l'indagine
storica ed anche la narrazione. Anche per il 2009 le case
editrici hanno annunciato una serie di libri per ricordare la
distruzione degli ebrei europei. Eccone una scelta:
-STORIA DELLA SHOAH IN ITALIA, a cura di Marcello Pezzetti
(Einaudi;pp. 490; 42 euro), Piu' 100 sopravvissuti raccontano la
loro storia, componendo un grande racconto corale dell'ebraismo
italiano. Dal mondo di prima, l'infanzia, la scuola, alle leggi
antiebraiche e alla conseguente catena di umiliazioni. E poi
l'occupazione tedesca, gli arresti, le detenzioni, la
deportazione.
-CANTO DEL POPOLO YIDDISH MESSO A MORTE, di Itzak Katzenelson
(Mondadori;pp.130; 16.50 euro) Con una nuova traduzione di Erri
De Luca torna il testo di queto autore morto ad Auschwitz e noto
sinora in Italia come 'Il canto del popolo ebraico massacrato':
quindici canti che ripercorrono, con straordinaria potenza
evocativa, le tappe dell'annientamento dell'ebraismo polacco,
dall'invasione nazista al rogo del ghetto di Varsavia.
-Il LIUTAIO DI CRACOVIA di Maria Angels Anglada (Rizzoli;,
romanzo sull'orrore e la speranza bestseller da 100 mila copie
in Spagna
-DIASPORA. STORIA DEGLI EBREI NEL NOVECENTO di Anna Foa
(Laterza; pp.272; 20 euro)- Una ricostruzione di un secolo di
storia ebraica nel quale non c'e' solo la Shoah ma dove
l'Olocausto ha sicuramente cancellato un immenso patrimonio
culturale e sociale. Eppure se parte dall'inizio e si arriva
al'oggi, il mondo ebraico e' irriconoscibile rispetto a cento e
piu' anni fa': nuovi progetti, nuovi problemi, nuovi numeri,
nuove geografie che sono parte dell'attualita'
-RIPENSARE L'OLOCAUSTO di Yehuda Bauer (Baldini Castoldi Dalai;
pp.360;18 euro) E' ancora possibile, a piu' di sessant'anni di
distanza, dire qualcosa di nuovo sull'Olocausto? E, soprattutto,
ha senso farlo? A questi due interrogativi, che costituiscono il
filo rosso del libro, Bauer risponde affermativamente.
-DIARIO DI HELENE BERR di Helene Beer (Frassinelli; pp.302, 18
euro) considerata l''Anna Frank francese' l'autrice e' morta ad
Auschwitz ed i suoi eredi hanno accettato di rendere pubblica la
sua straordinaria testimonianza. Il suo Diario si chiude con la
stessa, profetica, parola ripetuta per tre volte 'Orrore,
orrore, orrore'
-PERCHE' E' MAI DIVERSA QUESTA SERA di Silvia Roncaglia
(Fanucci; pp.240; 14 euro)- La storia di una ragazza quindicenne
che vive con contraddizione e fastidio il rapporto con la madre
ebrea, apprensiva e tormentata, e con un passato tragico alle
spalle. Quando pero' Sara, la protagonista, si innamorera' del
ragazzo sbagliato, sara' costretta da questa relazione a capire
sulla sua pelle, tra dubbi, rivelazioni e colpi di scena, la
terribile realta' del razzismo.
-GENOCIDIO. UNA PASSIONE EUROPEA di Georges Bensoussan. Un
analisi rigorosa e spietata su chi ha reso possibile la
formazioni intellettuale degli architetti dell'annichilimento.
Su coloro che furono i maestri dei medici nazisti e del brodo
brodo che formo' chi concepi' l'assassinio di massa.
-AZAREL di Karoly Pap (Fazi; pp.250; 16 euro) La storia
commovente della ribellione di Gyuri al mondo ebraico dei
genitori e del nonno. Un libro profetico, scritto nel 1937, che
taccia l'assimilazione come una perdizione in grado di
contribuire ''a bruciare il popolo ebraico nel forno
dell'esilio''.
-DOPO L'ULTIMO TESTIMONE di David Bidussa (Einaudi, pp.100, 9
euro) Che succedera' quando sara' scomparso l'ultimo teste di
quell'immenso omicidio che fu la Shoah? Bidussa suggerisce una
strada: ripensare il nostro sguardo all'Olocausto. E, insieme a
quello, le basi della coscienza pubblica su cio' che e' stato il
Novecento.

(ANSA).

GIORNO MEMORIA: I LIBRI PER NON DIMENTICARE/ANSA
IL 27 GENNAIO E IL RICORDO DELLA SHOAH
(ANSA) - ROMA, 18 GEN - Il 27 gennaio del 1945 il campo di
sterminio di Auschwitz fu liberato dalle truppe sovietiche..
@@@

Questa affermazione è errata e fuorviante,al pari dell'altra: ..."furono abbattuti i cancelli di Auschwitz"..

I Tedeschi abbandonarono il Lager il 17 Gennaio,quindi il 27(quando arrivarono i Russi) il lager era libero.

Il cancello invece è ancora lì, nessuno lo ha mai abbattuto.

Quindi 2 esempi della falsificazione della Storia (anche se
spicciola) .

Neppure nella formulazione del testo della legge italiana (sulla cosidetta "memoria") si è stati corretti...il vizio della FALSIFICAZIONE è ormai non sradicabile!

LIBRO DEL GIORNO: NESSUNA PIETA' PER LA STORIA,LIBRO+CD/ANSA
VICHI, PELU', BOLLANI, CARLOTTO TUTTI ASSIEME PER INDIGNARSI
(di Paolo Petroni) (ANSA) - ROMA, 15 LUG - 'NESSUNA PIETA'',
a cura di MARCO VICHI (Magazzini Salani, pp. 94 e Cd - 18,60
euro).
Queste sono, ''canzoni senza pieta', che raccontano tutto, ma
proprio tutto, anche quello che fa male e soprattutto quello,
allora diventano un'altra cosa'', non piu' retorica celebrativa
e con funzioni anestetiche, scrive Carlo Lucarelli. E queste
dieci, raccolte sotto il titolo 'Nessuna pieta', scritte da
Marco Vichi, musicate da Nicola Pecci e interpretate, tra gli
altri, da Piero Pelu', Stefano Bollani, Cisco, parlano delle
grandi ferite del nostro tempo, dalla bomba su Hiroshima alla
Shoah, dalla sterminio degli indiani d'America alla schiavitu',
dai Gulag ai bambini soldato in Africa, dall'emigrazione sino
all'11 settembre e l'attacco alle Twin Towers.
'Nessuna pieta' e' ora un Cd piu' un libro frutto
dell'omonimo progetto di Vichi, lo scrittore divenuto popolare
grazie ai suoi romanzi sul Commissario Bordelli, e, a
approfondire gli argomenti forti proposti dalle canzoni ci sono
scritti di vari autori, italiani e stranieri, che credono
nell'impegno dell'artista nella realta', che amano vivere nel
mondo. ''Giorgio Scerbanenco - scrive sempre nell'introduzione
Lucarelli a questo proposito - pensava che scrivere pensando di
cambiare le cose e il mondo fosse come mettere una mano davanti
alla locomotiva, ma un giorno riusci' a salvare una donna dal
suicidio rispondendole attraverso la posta dei lettori del suo
giornale, e allora si convinse che a volte, se metti la mano
davanti alla locomotiva, questa si ferma''.
Ecco allora il racconto di Massimo Carlotto sui desaparecidos
argentini e le poesie di Joy Harjo, cinquantenne scrittrice
della tribu' di pellirossa Creek, oppure l'intervento del
ricercatore e cardiologo Francesco Rotondi che confuta da medico
e con dati scientifici le ragioni chimiche e storiche che
portano avanti i negazionisti dell'Olocausto, poi lo scrittore e
studioso di letteratura giapponese Gianluca Cosci che propone un
racconto-dialogo su Hiroshima e, ancora, il brano di Luca
Scarlini su Mussolini e i dittatori, per arrivare alla
scrittrice somala Igiaba Scego o l'iraniano Hamid Ziriati.
''Rcacontare e cantare il Male, che sia lo sterminio, la
guerra, la schiavitu' o anche la quotidiana banalita'
dell'essere meschini e cattivi, aiuta a capirlo e a non
dimenticarlo piu' - annota ancora Lucarelli - come succede con
quelle canzoni che ti restano in testa e non te ne liberi se non
trovi il modo di cantarle per bene e fino in fondo, se non le
metti a posto, insomma, e non le risolvi''.
Niente di meglio, allora, di una ninna nanna suadente e
inquietante (ancora piu' ad ascoltarla che a leggerla): ''Dormi
dormi bel bambino / che l'aereo e' gia' vicino / che l'aereo e'
gia' qua sopra / ninna nanna con dentro il pilota // Dormi dormi
bella bambina / che la bomba e' gia' vicina / che la bomba e' su
nel cielo / ninna nanna il cielo e' sereno //(...) Dormi bambino
che fuori c'e' il sole / luce e calore son forme d'amore / luce
e calore han bruciato la mamma / dormi bambino che tutto
s'infiamma // Dormi bambina la luce e' arrivata / la bella bomba
ti ha cancellata / dormi dormi bimbo Gesu' / che il bambino e la
sua mamma / non si sono piuuuu'... uuuuu'... uuuuu'''.
Marco Vichi e Nicola Pecci, per l'occasione si sono uniti
sotto un unico nome, Dago, appellativo di disprezzo con cui si
indicavano gli immigrati italiani negli Usa a inizio Novecento:
''Cosi' oggi Dago racconta i drammi e le ingiustizie della
nostra storia'', spiega Vichi. (ANSA).

PER
15-LUG-09 13:17 NNNN

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