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Identità occidentale

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Identità occidentale
di Francesco Marascio

1. DIMENSIONE CULTURALE EUROPEA:

L’Europa nasce dall’incontro tra i principi della filosofia greca (Platone e Aristotele), della legislazione romana e della religione cristiana.

Come modello culturale questa Europa, che in definitiva ha coinciso con la christianitas, procede in crescendo, senza subire particolari travagli, fino alla contestazione dei sui principi religiosi ( la Riforma luterana), cui seguirà la critica dei suoi presupposti filosofici (Illuminismo e Idealismo) e lo sconvolgimento delle sue forme politiche (Rivoluzioni francese e russa).

Tuttavia, in questa sede, non interessa occuparci della fase patologica dell’Europa, ma ci preme descriverne il contenuto, esporre i concetti che la governavano e che, sopravvissuti alle patologie europee, ritroviamo ancora (sia pure trasformati o riletti) ai giorni nostri. I più importanti tra questi furono indubbiamente i seguenti:

la distinzione tra autorità civile ed autorità religiosa (teoria dei due Soli) con un Sommo Pontefice garante della legittimità dei governanti ma mai governante egli stesso[1]; gli uomini eguali solo in quanto figli di Dio, con differenze da riconoscere poiché era ingiusto trattare egualmente realtà diseguali; la consapevolezza del ruolo, di fondamento dell’ordine sociale, di istituti come la famiglia e la proprietà privata; una sfera pubblica orientata alla ricerca del Bene Comune, da realizzare mediante l’avvicinamento all’ideale di Giustizia; la tolleranza verso i non credenti, visti come anime da convertire; l’idea del potere, come limitato dalla esistenza di diritti naturali indisponibili da parte del sovrano; il diritto di resistenza contro un monarca trasformatosi in despota per aver oltrepassato le proprie competenze, sempre limitate e mai assolute; l’importanza attribuita a valori c.d. spirituali; e molti altri aspetti, che per ragioni di spazio non possiamo qui elencare.

Questo, dunque, il contenuto essenziale dell’Europa culturale che cerchiamo di descrivere, un contenuto esistito a prescindere dall’esistenza dell’unità politica imperiale, e che, tuttora, resiste nonostante gli avvenimenti successivi all’ottantanove.

L’Europa culturale coincide quindi con la cultura della Grande Tradizione[2].

2 DALL’EUROPA ALLA MAGNA EUROPA:

Come abbiamo potuto apprendere sui banchi di scuola, gli europei non si sono sempre trattenuti nel subcontinente asiatico chiamato Europa, essi hanno viaggiato verso le Americhe, l’Africa, L’Asia, allo stesso modo con cui gli antichi greci viaggiarono verso l’Italia meridionale, cioè portando con sé un bagaglio di cultura e di civiltà.

E’ proprio al mondo umano generato dall’espansione degli europei che si riferisce il termine Magna Europa[3], a quella Europa fuori dell’Europa cui sono stati trasmessi i valori di una civiltà percorsa da una religione universale.

In questa prospettiva, non ci stupisce l‘affermazione di un conservatore colombiano contemporaneo come Gòmez Dàvila: “Il problema di fondo di tutte le ex colonie, cioè il problema (…) della povertà di tradizioni, ( …) della civiltà inautentica, dell’imitazione forzata e avvilente, mi è stato risolto con somma semplicità: il cattolicesimo è la mia patria[4].”

Dunque le loro tradizioni sono le nostre, la nostra origine è unica, partecipiamo della stessa cultura.

3. DAL MEDITERRANEO ALL’ATLANTICO:

E’ indubitabile che il baricentro della Roma imperiale e del primo cristianesimo fosse il mare Mediterraneo. L’Asia minore e l’Africa settentrionale furono province romane e terre cristiane, esemplare è, a questo proposito, l’attuale Tunisia: essa fu la prima provincia romana sul continente africano e diede i natali a Sant’Agostino, l’architetto della Civitas Dei.

Tuttavia, queste terre furono presto oggetto dell’espansione islamica che, come oggi ci appare palese, non lasciò sopravvivere molte tracce della civiltà europea che la precedette. Il Mediterraneo da centro della Cristianità divenne una linea di frontiera tra la Cristianità ritratta e l’avanzata dei seguaci di Maometto[5].

La cultura europea viene così a coincidere, anche geograficamente, col subcontinente europeo ed a posizionarsi nell’area occidentale.

L’avanzata musulmana non valse, però, a fermare la vocazione universale europea, la quale si diresse verso i nuovi continenti dando vita a quella Magna Europa che spostò il baricentro della cultura europea sull’oceano Atlantico.

Europa e Magna Europa, unitariamente considerate, occupano ora quello spazio occidentale del mondo che si pone a cavallo dell’Atlantico. Occidente è il termine che, nato per definire l’ambito di vigenza della cultura europea, indica esso stesso quella cultura: l’Occidente è il luogo della cultura europea e dunque la cultura europea è cultura occidentale.

4. IL CASO STATI UNITI: UNA RIVOLUZIONE PER L’EUROPA

Una tra le più gravi falsificazioni storiche, diffuse nella cultura occidentale, è la presentazione della rivoluzione americana come la sorella minore di quella francese: secondo questa lettura superficiale, se non opportunista, della storia, i coloni americani si sarebbero rivoltati contro le tradizioni e i costumi della madrepatria perseguendo un fine che potremmo definire ideologico e precorrendo la Rivoluzione del 1789.

Le cose andarono diversamente. Spia rivelatrice è il comportamento di Edmund Burke: perché il padre del conservatorismo, prima, difese le ragioni dei coloni americani e, poi, con le sue “Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia”, diede alle stampe la prima critica organica della Rivoluzione francese?

La risposta è semplice: i coloni americani agivano affinché le loro libertà tradizionali fossero rispettate, i rivoluzionari francesi agivano per distruggere la società tradizionale e le sue libertà e per creare una società nuova fondata, non più sulle tradizioni, ma sul razionalismo astratto[6].

Quella francese è una Rivoluzione a pieno titolo in quanto rovescia l’ordine esistente pretendendo di sostituirlo con un ordine artificiale; quella americana è solo impropriamente definita una rivoluzione, in realtà si tratta dell’esercizio di quel diritto di resistenza riconosciuto ai sudditi contro un monarca che esercita il suo potere sovrano oltre i limiti del diritto naturale, diritto che nel caso in esame è una libertà sancita dall’ordinamento tradizionale inglese.

Dunque, gli Stati Unti non nascono in opposizione alla tradizione culturale europea ma come reazione ad una sua violazione, non rappresentano un nuovo mondo contrapposto al vecchio ma una costola della vecchia Europa che rettifica i propri principi. Non una Rivoluzione contro l’Europa ma una rivoluzione per l’Europa.

Definita in questi termini la genesi degli Stati Uniti d’America, è chiaro come essi abbiano pieno diritto di cittadinanza nella Magna Europa[7].

I problemi del mondo attuale quali l’individualismo alienante, il capitalismo selvaggio, la società retta quasi solo sui consumi, l’affievolirsi delle identità popolari, non sono colpe originarie degli U.S.A. ma le conseguenze dell’affermazione delle ideologie avvenuta a partire dalla Rivoluzione francese, affermazione che riguarda sì l’America ma anche i nostri Paesi europei, nonché quelli asiatici e in misura minore anche il continente africano.

L’importante è la consapevolezza che nonostante i loro, ed i nostri problemi, sia noi, che loro, apparteniamo alla medesima civiltà, quella civiltà che occupa lo spazio chiamato Occidente.

5. OCCIDENTE: IDENTITA’ PLURALISTA E TOLLERANTE.

Dall’analisi condotta emerge una cultura occidentale diffusa in larga parte del pianeta, una e
redità della cultura classico-cristiana che in virtù della sua vocazione universale non impedisce che questa venga declinata in maniera peculiare da ogni singola esperienza: una cultura civile che è principio, e summa, delle varie culture particolari.

Tale pluralismo si giustifica in virtù di una caratteristica strutturale della cultura europea: la tolleranza[8]. Essa opera sia verso l’interno che verso l’esterno. Internamente permette la concordia tra le diverse esperienze nazionali e regionali. Esternamente consente la coesistenza con altre identità, le quali, anche se diverse e distanti, vengono rispettate dalla cultura occidentale.

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[1] Lo Stato Pontificio non è nato per realizzare una teocrazia, ma per assicurare l’indipendenza dell’Autorità Spirituale del Papa in una Europa politica che vedeva la decadenza dell’Impero e l’avanzata di monarchie nazionali.

[2] La nozione di Grande Tradizione è utilizzata da Russel Kirk per definire il patrimonio europeo classico e cristiano. RUSSEL KIRK :“Le radici dell’ordine americano” trad. it. a cura di M. Respinti, Mondadori, Milano 1996.

[3] La formula di Magna Europa è stata coniata dallo storico olandese della cultura Hendrik Brugmans.

[4] Nicolàs Gòmez Dàvila: “In margine a un testo implicito” a cura di F. Volpi, Adelphi, Milano 2001.

[5] La tesi del passaggio del mediterraneo da centro a frontiera della cristianità è esposta in Henri Pirenne “Maometto e Carlomagno”, Laterza, Roma-Bari 200.

[6] Russel Kirk: “Stati Uniti e Francia: due rivoluzioni a confronto” a cura di M. Respinti, Edizioni Centro Grafica Stampa, Bergamo 1995

[7] Sulla origine pre-moderna degli usa, Russel Kirk: “Le radici antiche della nazione statunitense” in “Stati Uniti e Francia: due rivoluzioni a confronto”, op. cit.

[8] G. Sartori: “Pluralismo, multiculturalismo e estranei”, Rizzoli, Milano 2000.
a Stefano Staiano

http://www.conserv-azione.org/identità.htm

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