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La prova del mineralogramma

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Il mineralogramma o analisi tissutale del capello è un esame di laboratorio che impiega come campione il capello e, mediante avanzate tecniche, determina la concentrazione dei principali minerali presenti nello specimen.

Questa analisi si compie prelevando capelli della lunghezza di pressappoco tre centimetri dal retro della nuca, nella zona della base del cranio, nella misura di circa 0,5 grammi. Il campione deve essere estratto in piccole quantità da aree differenti della regione occipitale, tagliando i capelli il più vicino possibile allo scalpo. I capelli vengono lavati con una soluzione neutra per eliminarne le sostanze esterne, quindi sciolti in una soluzione acida per esaminarli con uno spettrofotometro ad assorbimento atomico, capace di misurare la quantità di minerali contenuti.

Naturalmente il mineralogramma è un efficace strumento per rilevare e quantificare l’entità di metalli all’interno dell’organismo.

Se qualcuno ancora vaneggia che le scie che sfregiano spesso il cielo sono solo vapore acqueo, potrà rinsavire grazie ad un mineralogramma. Se anche fra adolescenti e giovani si rintracceranno “dosi” elevate di metalli pesanti (alluminio, bario, cadmio, stronzio etc.), si dovrà concludere che qualcosa non quadra. Tonnellate di nanoparticolato sono disperse ogni giorno in tutto il globo: la Geoingegneria clandestina è senza dubbio la principale fonte di inquinamento!

E’ capzioso chiamare in causa un generico inquinamento ambientale da cui derivano la contaminazione dell’aria, dell’acqua “potabile” e del cibo. Oggigiorno molti stabilimenti industriali, in forza di norme restrittive, sono meno inquinanti rispetto al passato. Lo stesso vale per gli autoveicoli. La delocalizzazione poi ha causato lo spostamento degli opifici nell’Estremo Oriente o in altri paesi lontani dalla “civile” Europa.

Certo, non tutto l’inquinamento proviene dalle irrorazioni clandestine (inceneritori, poligoni militari, centrali per la produzione di energia, traffico veicolare e via discorrendo contribuiscono), ma, se si rilevano notevoli quantità di metalli in persone residenti lontano da impianti, da centrali per la produzione di energia elettrica, da arterie stradali e ferroviarie etc., in soggetti che vivono in zone pressoché incontaminate, come si può spiegare l’avvelenamento testimoniato dall’analisi tissutale? Soprattutto come si può motivare la presenza di bario e di litio in concentrazioni anomale nell’organismo, dal momento che l’impiego di tali metalli non è poi così diffuso nei processi industriali?

I negazionisti continuino pure ad arrampicarsi sugli specchi per tentare di confutare l’ennesima prova del genocidio globale. Gli altri si adopereranno per instaurare trattamenti che aiutino a smaltire i metalli nocivi, prima che il loro accumulo provochi malattie più o meno gravi.

Fonte: Enciclopedia Treccani, s.v. mineralogramma

www.tankerenemy.com

Calma, calma, me ne occupo personalmente da vent'anni e non potrei io definirlo così attendibile.
Non lo è.
Con ciò non intendo confutare nè sostenere l'ipotesi delle scie chimiche, campo ancora troppo nebuloso in realtà ma, semplicemente, affermare che non si può affidarsi ad un mineralogramma soprattutto al fine di determinare cause di patologia.

Caro Zret, l'analisi del capello, lo Stato Italiota, la usa solo per perseguitare i consumatori di cannabis, in modo da rimpinguare ( i test costano parecchio)le fameliche Asl e accontentare i deliri vendicativi dei vari Giovanardi & C. Delle scie tossiche,quelle sì, questa gentaglia non vuole sentirne parlare e nemmeno prenderne atto. Consola però il fatto che anche loro, i negazionisti,con relativa prole, ne subiranno le conseguenze.
👿

Caro Zret, l'analisi del capello, lo Stato Italiota, la usa solo per perseguitare i consumatori di cannabis, in modo da rimpinguare ( i test costano parecchio)le fameliche Asl e accontentare i deliri vendicativi dei vari Giovanardi & C. Delle scie tossiche,quelle sì, questa gentaglia non vuole sentirne parlare e nemmeno prenderne atto. Consola però il fatto che anche loro, i negazionisti,con relativa prole, ne subiranno le conseguenze.
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Impossibile non concordare.

Ciao

Mark Purdey, il medico britannico impegnato per molti anni negli studi sulla BSE (Encefalite spongiforme bovina), in un documento del 2003, conferma la stretta correlazione tra il bario, rilasciato da velivoli non identificati, e la sclerosi multipla.

Chronic barium intoxication disrupts sulphated proteoglycan synthesis: a hypothesis for the origins of multiple sclerosis.

Mark Purdey november 2003

Clicca QUI per visionare il documento PDF originale, redatto da Purdey.

Alcuni passi dello studio...

(...) The high levels of Ba stemmed from local quarrying for Ba ores and/or use of Barium in paper/foundry/welding/textile/oil and gas well related industries, as well as from the use of Ba as an atmospheric aerosol spray for enhancing/refracting the signalling of radio/radar waves along military jet flight paths, missile test ranges, etc...

(...) whilst, more recently, high incidence MS foci have started to emerge nearer to the equator in countries like Sardinia...

...and this could be correlated to the sudden contamination of the
local atmospheres following detonations of Ba based local atmospheres following detonations of Ba based explosives [1,2] during military conflicts or exercises, or due to other military uses of Ba such as radar ducting aerosols...

(...) A local survey had established that 70% of the MS cases involved people who had been living beneath or near to the incoming/outgoing flight paths of the jet aeroplanes...

Ricerca a cura di Gurzo

Sono ben 24 mila i giovani in Italia colpiti da sclerosi multipla, malattia del sistema nervoso centrale spesso progressivamente invalidante. Il 48% delle persone che ne soffrono appartiene dunque all’universo giovanile. I sintomi sono noti. Si va dall’affaticamento alla difficoltà a concentrarsi, dai disturbi sessuali a quelli motori e visivi. Non altrettanto note, invece, sono le cause della sclerosi. Le ipotesi sono molte, e le più diffuse sono quelle genetiche e ambientali.

In tema di cause ambientali, è stata ventilata più volte la possibilità che l’avvelenamento da metalli pesanti possa essere uno dei fattori principali nel sorgere della malattia. Ma ad oggi non sono molti i riscontri trovati sull'argomento. Uno studio inglese della Keele University, ripreso dalla BBC on line, ha ipotizzato come la malattia gravemente invalidante possa essere legata alla difficoltà dell’organismo nel “processare” il ferro e l’alluminio. Quest’ultimo, peraltro, era stato citato anche come possibile concausa della demenza di Alzheimer.

I risultati di un più recente studio

Lo studio britannico ha comparato i livelli dei metalli nelle urine dei soggetti affetti da sclerosi multipla e di altri non affetti dalla malattia e livelli ben più alti del previsto sono stati riscontrati in entrambi i gruppi. Osservando più nel dettaglio lo studio e con le dovute cautele, i risultati sono interessanti e in parte inattesi. Lo studio ha preso in esame 10 pazienti con la forma recidivante-remittente della malattia e altri 10 con la forma più grave, quella secondaria progressiva. Nel primo caso la malattia è caratterizzata da aggravamenti imprevedibili, durante i quali il paziente avverte nuovi sintomi o il peggioramento di quelli preesistenti. Il recupero può essere totale o parziale e la malattia può rimanere inattiva per mesi o addirittura anni. Questa forma colpisce circa il 25% dei pazienti affetti da sclerosi multipla.

Il secondo caso, invece, può insorgere nei pazienti che inizialmente presentavano la forma recidivante-remittente, ma che in seguito subiscono un aggravamento progressivo dei sintomi. Rappresenta circa il 40% dei casi. I 20 pazienti presi in esame sono stati messi a confronto con 20 soggetti sani. I ricercatori hanno preso in esame i livelli di ferro, che è stato più volte associato all’accelerazione del danno ossidativo tipico della malattia. E’ stato così possibile riscontrare che i livelli erano particolarmente alti nei soggetti malati, in particolare con la forma secondaria progressiva. I pazienti, invece, con la forma recidivante-remittente hanno evidenziato alti livelli di alluminio, l’altro metallo in questione, fino a 40 volte oltre quello riscontrato nei pazienti senza la malattia. Livelli paragonabili a quelli di soggetti affetti da una condizione nota come intolleranza all’alluminio.

L’osservazione è particolarmente interessante dal momento che, basandosi sugli studi animali, la mielina, la sostanza che riveste i nervi e che viene progressivamente persa con la sclerosi multipla, è uno dei target preferiti dall’alluminio. Man mano che si perde mielina una sostanza nota come proteina basica mielinica viene ritrovata nelle urine e non è da escludere che l’alluminio si presenti insieme. E per il ferro vale un discorso simile. L’ipotesi, cioè, è che i geni che predispongano alla sclerosi possano avere qualcosa a che fare anche con il metabolismo del ferro. Al di là dei risultati, però, rimane vero che la sclerosi multipla è una malattia molto complessa, di origine multifattoriale e ulteriori ricerche si rendono necessarie prima di trarre conclusioni avventate. ( Marco Malagutti - 22/02/06)

Fonte: Bbc on line da www.dica33.it

Le classiche amerikanate commerciali.
Il mineralogramma è nato per definire la tipologia metabolica e il grado di stress ossidativo a cui la persona è sottoposta, alcune funzionalità di base, come quella tiroidea e surrenalica, altri usi vanno definiti come impropri e scarsamente attendibili ma sono di gran moda perché consentono di applicare terapie chelanti costose e spesso inutili.

Lo stesso campione di capelli, analizzato in laboratori diversi che utilizzano la stessa metodologia di indagine, darà risultati diversi al mineralogramma.

Altri test, come quello di chelazione, in almeno il 60% dei casi non confermeranno il risultato del Mineralogramma.

Il bulbo del capello e non lo stelo in almeno il 75% offrirà risultati diversi, minimizzando il contenuto in metalli pesanti e, dato che si tratta di organo metabolicamente attivo, risponde in modo molto più attendibile al contenuto dell'organismo e comunque deve essere confrontato con altri esami come quello del sangue e delle urine poiché esiste un rapporto preciso, a cui va applicato un semplice calcolo matematico, che può indicare se un metallo pesante, pur presente, sia in quell'organismo in grado o meno di provocare disturbi.

Alcuni elementi in eccesso nel capello, spesso il Ferro ad esempio, il Manganese, il Molibdeno, si troveranno in carenza nel corpo e viceversa.

Se lo scopo è semplicemente quello di attestare presenza di metalli nell'ambiente con cui il capello è in contatto possiamo anche accettare il test ma esso non è significativo per diagnosi di alcun tipo.

A questo punto allora, commercio per commercio, si effettui un Test BCC, di cui ho curata anche l'evoluzione elaborando personalmente nuovi rapporti indicativi di funzioni importanti, come l'Indice di Intolleranza e Sensibilità, il Profilo Leptinico, il Coefficiente Enzimatico ecc..., test che almeno contiene anche le vitamine, gli aminoacidi, ormoni.

E anche di questo test intendo dire che il grado di attendibilità a scopo diagnostico non può essere definito così certo. E' un utile complemento alle indagini mediche, se si è in grado e solo se si è in grado di interpretarlo correttamente.

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