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Proprietà moneta: legge ferma in senato

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Proprietà della moneta: una legge ferma al Senato da 16 anni!

07 giovedì giu 2012

La moneta unica è un’anomalia. Una norma che risolverebbe la crisi da indebitamento giace in Senato da ormai 16 anni. Due articoli, semplici e diretti, mettono nero su bianco un principio che dovrebbe essere ovvio e dal valore morale indissoluto: la moneta è un pezzo di carta che che acquisisce valore per effetto di una convenzione tra i cittadini e come tale appartiene agli stessi che la accettano come mezzo di scambio

Francesco Filini per ilVostro.it
euro banconote

ROMA – Il 18 Dicembre del 1996 i senatori Monteleone, Magliocchetti, Marri, Bonatesta, Mulas e Bevilacqua consegnavano al Presidente del Senato Nicola Mancino un disegno di legge molto semplice, composto di appena due articoli: Art. 1. La moneta all’atto dell’emissione nasce di proprietà dei cittadini italiani e va accreditata dalla Banca centrale allo Stato; Art. 2. Ad ogni cittadino é attribuito un codice dei redditi sociali mediante il quale gli viene accreditata la quota di reddito causato dalla emissione monetaria e da altre eventuali fonti di reddito.

PRINCIPIO SEMPLICE MA EFFICACE – Semplici e diretti, mettono nero su bianco un principio che dovrebbe essere ovvio e naturale: la moneta è un pezzo di carta che acquisisce valore per effetto di una convenzione tra i cittadini e come tale appartiene ai cittadini stessi che la accettano come mezzo di scambio.

IL CONTESTO STORICO – Siamo negli anni in cui la Banca d’Italia emette le lire attraverso dei biglietti di banca totalmente privi di garanzia (essendo stata abolita la riserva aurea e il Gold Standard nel 1971 dalla fine degli accordi di Bretton Woods), creandoli dal nulla e prestandoli ad interesse al sistema bancario ed economico dell’intera Nazione. Di fatto un ente privato che svolge una funzione pubblica si arroga il diritto di prestare ad interesse i simboli di valore creati, ritenendosi quindi proprietaria della carta-moneta circolante. Il deputato di Alleanza Nazionale Nicola Pasetto rivolse il 17 Marzo 1995 un’interrogazione al Ministro del Tesoro per sapere “se non intendesse promuovere una riforma legislativa diretta a definire la moneta un bene reale conferito, all’atto dell’emissione, a titolo originario di proprietà di tutti i cittadini appartenenti alla collettività nazionale italiana, con conseguente riforma dell’attuale sistema dell’emissione monetaria, che trasforma la banca centrale da semplice ente gestore ad ente proprietario dei valori monetari”. Rispose il Sottosegretario di Stato Carlo Pace, confermando quello che già il sottosegretario del Tesoro Vegas disse l’anno precedente rispondendo ad un’altra interrogazione posta dai Senatori Natali e Orlando (rispettivamente AN e Rifondazione Comunista): è errato affermare che la proprietà della moneta fosse della Banca d’Italia. Due risposte in linea che confermano l’ambiguità su questo tema: se non è della Banca d’Italia, la moneta di chi è? Dello Stato? Perché sui biglietti c’è la firma del Governatore e la sigla dell’Istituto di palazzo Koch?

IL VERO PROPRIETARIO È IL CITTADINO – Come spiega bene l’ex Procuratore Capo della Repubblica presso la Corte d’Appello di L’Aquila Bruno Tarquini nel suo libro “La Banca, la Moneta, l’Usura”, la moneta all’atto dell’emissione non può non avere, come tutti i beni mobili, un proprietario. E senza sapere chi è il proprietario è impossibile stabilire chi sia il creditore e chi è il debitore. I senatori che nel 1996 presentavano il disegno di legge, volevano che fosse sancito una volta per tutte che i pezzi di carta che servono a favorire gli scambi devono essere di proprietà esclusiva dei cittadini che per effetto di una convenzione (legge che istituisce il corso forzoso della moneta) fanno sì che la moneta acquisisca valore.

DI CHI È L’EURO? – Questo principio doveva valere per la lira ieri e dovrebbe valere per l’euro oggi. L’euro è una divisa anonima e la BCE sostiene di esserne proprietaria, anche se non sa dire su quale principio si basa quest’affermazione, visto che non è mai stato stabilito da nessun trattato o nessuna legge. C’è un’enorme buco normativo, è una questione giurisprudenziale e filosofica che deve essere risolta, essendo questa l’origine del sistema di indebitamento. È ormai risaputo che la BCE con Mario Draghi ha messo a disposizione del circuito bancario europeo, tramite un’operazione di politica monetaria chiamata LTRO (Long Term Refinancing Operation), circa 1000 MLD, di cui ben 139 sono destinati all’Italia. Un’iniezione di liquidità che secondo gli eurocrati dovrebbe aiutare la ripresa: le banche prendono in prestito i denari emessi da Draghi (con un tasso di favore che, secondo le recenti notizie dovrebbe arrivare addirittura allo 0,25 %!) e a loro volta fanno quello che fanno tutte le banche: prestano a tassi di interesse assai maggiori gli stessi soldi agli stati (acquistando titoli del debito con saggi che vanno dal 4 all’8 %) e a privati (11-14 %). Ma nessuno si chiede mai da dove abbia preso quella ingente somma che indebita a cascata tutto il sistema economico sin dall’origine: Mr. Draghi l’ha creata dal nulla, esattamente come fanno tutte le banche centrali dell’occidente democratico. Ad oggi i 1000 MLD della LTRO rappresentano 1000 MLD di debiti a cui bisogna aggiungere gli interessi.

BUCO NORMATIVO DA SANARE – Se non si sana questo enorme buco normativo stabilendo che la proprietà della moneta deve appartenere al popolo, sarà impossibile uscire dalla crisi semplicemente perchè a queste condizioni è impossibile ripagare qualsiasi tipo di debito. La soluzione c’è già, è composta da 2 articoli e poche righe. Dopo 16 anni di ritardo e di silenzio, il Senato e la Camera dei Deputati abbiano almeno il coraggio di discutere su questo tema. Il tempo è già scaduto.

Twitter @francescofilini

Fonte:
http://www.ilvostro.it/economia-e-lavoro/di-chi-dovrebbe-essere-leuro-la-risposta-naturale-dei-cittadini/23484/

"buco normativo, è una questione giurisprudenziale e filosofica"....gia,ma le norme giuridiche e filosofiche non sono leggi naturali ma idee umane,condivise o meno.Quindi prima bisognerebbe creare progressivamente le basi culturali di comprensione della moneta e delle sue funzioni cosi come sono state pensate.Dato che tali basi culturali sono enormi e complesse,bisognerebbe dare avvio scolastico alla materia economica fin dalle scuole primarie...per generazioni,prima di avere una opinione pubblica ragionevole e matura.
Dato che non e'mai stato fatto(consapevolmente o meno)esiste un buco di comprensione enorme nelle masse tale da risultare difficile la piena e ragionata scelta sulla giustezza o meno della questione,a breve termine,dato il mancato apprendimento e approfondimento nella gente comune per millenni.Questa naturalmente e'solo la mia opinione e provo ad esprimerla.

Primo...bisogna allargare la comprensione di 2 tipi di moneta storicamente presente da millenni e ben diversi..LA MONETA MERCE E LA MONETA FIDUCIARIA.

Riguardo alla moneta merce(es.l'oro)essa e'intrinsecamente un valore di per se (anche se sempre valore convenzionale perche riconosciuto dai piu) quindi appare legittimo che la proprieta sia di chi la possiede gia...se poi tale proprieta iniziale sia avvenuta con fatti illeciti ed ingiusti (vedi obbligo forzoso di estrazione verso gli schiavi in tempi passati) questa e'una questione che si dovrebbe risolvere a livello di giudiziario e va oltre il senso del mio ragionamento.

Riguardo alla moneta fiat,che e'l'argomento principe dato che ne siamo immersi ormai globalmente...bisogna chiarire alcuni punti.

All'atto dell'emissione essa e'un mero simbolo,senza valore in realta anche se chi ne viene in possesso(in una economia gia avviata)puo comprare cio che vuole.Quindi bisogna fare un distinguo importante.
La domanda di chi e'la proprieta si riferisce al simbolo senza valore(all emissione)o ai beni e servizi aquistabili dopo ad economia avviata?
Essa nasce come ipoteca del futuro.In una situazione iniziale di emissione,i beni e servizi non sono ancora esistenti,verranno creati poi con la spesa dello stato a deficit,dove per deficit si intende la spesa di simboli non ancora rappresentativi di beni e servizi(dovendo ancora partire il lavoro)come patto sociale...quando lo stato emette A SE STESSO ricevute di debito(titoli)per contro valore togliendo moneta dall'aggregato monetario perche troppa al confronto di beni e servizi(inflazione)questa e'una scelta politica volta a stabilizzare i prezzi...Ma la moneta che emette direttamente, rappresenta un debito,un deficit..essendo rappresentativa di beni non ancora esistenti.Quindi il CONCETTO di moneta che NASCE COME DEBITO (moneta fiduciaria e non merce)e'giuridicamete giusto a mio parere come sopra spiegato.Se vediamo lo stato IDEALMENTE COME ENTE PREPOSTO ALL' INTERESSE DI TUTTI,la proprieta del simbolo emesso(rappresentante di beni e servizi futuri)e'suo,quindi di conseguenza della collettivita (dato che esso la rappresenta).Se pero per ipotesi,stabilissimo la proprieta della moneta(emessa senza valore intrinseco all inizio)AL SINGOLO INDIVIDUO,come consegna in parti uguali e gratuitamente ,la gente non avrebbe in mano niente di usabile,dato che i beni e servizi che tale moneta deve rappresentare non sono ancora stati prodotti,a meno che tutti fiduciariamente e volontariamente decidessero di lavorare DOPO la riscossione del simbolo,e risulterebbe assai improbabile a livello aggregato.
Va da se quindi in conlusione,che la proprieta' del simbolo scoperto sia dello stato,e dello stato soltanto,essendo(dovrebbe essere) la moneta fiat uno strumento derivante da un patto sociale capace di sviluppare ed arricchire una data societa,sopratutto anche per le implicazioni gravi che ne conseguono dal suo uso sbagliato e conseguentemente inflattivo,se spesa inizialmente con investimenti non produttivi.La totale gestione di essa non e'altresi pensabile essere rivolta ad interessi privati,cosa che...aime',ritengo succeda allo stato attuale.

Tutte queste sono mie opinioni

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