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Singolare black-out a Radio3

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Come ogni giorno, dopo la lettura dei giornali, alle 8 si apre il filo diretto con gli ascoltatori. Un paio di telefonate e poi chiama questa Elisabetta...

Esordisce con "sono una studentessa e volevo parlare dei fatti dell'altro giorno della manifestazione a Roma... ero in piazza Venezia e in una via laterale ho visto scendere da dei furgoni a diverse persone mascherate ed armate di spranghe"

la telefonata si interrompe improvvisamente tanto da lasciare sorpreso anche il giornalista Deaglio (Lotta Continua, Diario ed oggi (sic!) la Stampa) e generando un "buco" di silenzio di un paio di minuti, cosa incredibile per una rete nazionale.

Dopo questo tempo, Deaglio riprende farfuigliando alcune cose tipo che "certe persone" rovinano le manifestazioni, come se fosse normale che "persone" potessero arrivare in via del corso con furgoni e spranghe, durante una manifestazione e con l'area blindata dalle forze di sicurezza. Non è normale a parte al G8 di Genova, ma nessuno certo si sente di fare collegamenti, percarità.

Dopo un paio di telefonate su altri temi di altri ascoltatori, per tappare la falla hanno ricontattato Elisabetta che, a questo punto credo sia stata "consigliata" dalla redazione. Difatti ha ripreso sottolineando che
"no, io non intendo certo alimentare le polemiche"...

Polemiche? Che polemiche.. non c'è nessun problema eppure questa si sente in dovere di chiamare "polemiche" delle becere, quanto rodate operazioni di uno stato cossigoide di polizia???

Prosegue Elisabetta
"e poi ieri ho visto ad Annozero tre studenti che giustificavano le violenze e voglio dire che noi studenti non le giustifichiamo ecc blablabla"

Meglio ancora la chiosa di Deaglio, prefessionista dell'informazione (o di quello che intendiamo per informazione):

"i movimenti studenteshi sono nati da poco (ri-sic!) devono dotarsi di un servizio d'odine come i sindacati se non vogliono che certi personaggi che arrivano da fuori rovinino le manifestazioni."

"certi personaggi"? "da fuori"? Interessante quanto alta sia la preoccupazione di tenere ambigua, quando non addirittura insabbiare, questa scomoda presenza con patetiche teorie su presenze marziane a Roma.

Lascio al lettore CDC le sue valutazioni sull'evoluzione della carriera di Deaglio o sulla rappresentatività di Elisabetta, ma questa vicenda rivela che tecnicamente c'è un controllo superiore alla redazione di Radio3, tanto da lasciare impreparati anche i tecnici della regia ed al mixer.

Pensavo che il servizio fotografico de l'Espresso avesse chiarito a tutti quali sono le strategie di stato, ma vedo che nonostante siano palesi, c'è ancora qualcuno che grottescamente tenta una censura.

La strategia è vecchia come il cucco, ma forse il rincoglionimento televisivo incoraggia la stato a reiterare questo metodo. Il provocatore di stato innesca facilmente nell'humus della frustrazione popolare la violenza (meglio se rivolta oltre che ai beni, anche alla persone), poi il funzionario di stato spara il comunicato (detto "documento delle forze di intelligence" che fa figo):

“un mondo composto da diverse anime che hanno pochi punti di contatto
ma un unico comune denominatore: radicalizzare le lotte approfittando in un periodo di crisi”. “una progettualità che avvii un confronto tra le diverse anime del panorama estremista e del mondo del lavoro
che porti ad unire istanze tradizionalmente care al mondo operaio ed interessi tipici del mondo antagonista”.

Roba prontamente recepita e rilanciata dai massmedia: l'equazione violenza-terrorismo-alcaida-belzebù è prontamente servita a cena sulla tavola di milioni di pecore italiote, che resteranno tali, almeno fino a che riusciranno ad imbandire quella tavola.

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