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TI: storia del Ticino ducale

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http://www.gdp.ch/cultura/letteratura/una-terra-contesa-dopo-la-battaglia-id86092.html

Letteratura - Un nuovo tomo di "Ticino Ducale"
Una terra contesa dopo la battaglia
Tra la giornata dei "sassi grossi" e il trattato di Lucerna (1480) che consegno' la Leventina al Canton Uri, uno snodo cruciale della nostra storia rivive nella messe di documenti di epoca sforzesca.


Un particolare della battaglia di Giornico, dalla "Luzerner Chronik" (1513).

di Pietro Montorfani - 9 agosto 2015

Con il passo lento ma sicuro delle grandi opere, che in ambito culturale si stendono come ponti tra le generazioni passate e quelle future, la serie Ticino ducale e' giunta da alcuni mesi al terzo tomo del terzo volume, dedicato agli ultimi anni della reggenza di Bona di Savoia per conto del figlio Gian Galeazzo Maria Sforza (1479-80). Il destino ha voluto che, complici le consuetudini editoriali e cronologiche, il tomo precedente si interrompesse in medias res, a pochi giorni dalla Battaglia di Giornico (28 dicembre 1478), con un effetto di suspense degno delle migliori serie televisive, efficace persino negli snodi di un'operazione pensata soprattutto per gli specialisti e per gli amanti della documentazione archivistica nuda e cruda. Non e' quindi senza curiosita' che si intraprende la lettura delle prime missive sforzesche successive alla "lucida follia" dello scontro leventinese, quando un manipolo di sbandati bellinzonesi e poche centinaia (*) di soldati ducali si avventurarono oltre Biasca per essere massacrati dalle truppe confederate, aiutatesi forse con armi non del tutto convenzionali (lo ricorda un enfatico monumento (**) in quel di Giornico, un aitante Sisifo che poco avra' a che spartire - quantomeno nello stile - con la verita' storica).

L'esito e l'evento stesso della battaglia, piu' casuali che cercati, si situano al convergere di tentativi militari e di spionaggio su ambo i lati della barricata (di cui ha dato ragione il precedente tomo di Ticino ducale, interamente dedicato al 1478) e prima di una lunga stagione diplomatica che portera' alla pace di Lucerna (febbraio-marzo 1480) e quindi, nonostante le letture ideologiche degli Sforza tese a minimizzare la reale portata di quella sconfitta, alla definitiva cessione della Leventina a Uri.

La si legga come si voglia - meglio, trattandosi di una battaglia tra futuri consanguinei, se senza troppo pathos nazionalistico - ma quella pace e' la chiave dell'esistenza stessa di una Svizzera italiana, che nei secoli successivi, dai balivi a Napoleone allo stato federale del 1848, vedra' continui aggiustamenti di tiro ma mai una vera e propria inversione di rotta su una strada da tempo tracciata. Il nostro tormentato rapporto con la metropoli milanese, vicinissima eppure mai cosi' lontana come in questo anno dell'Esposizione Universale, inizia in fondo proprio da qui, tra le pagine di questo corposo volume curato con la consueta perizia da Giuseppe Chiesi.

Tra dispacci ufficiali e lettere di petizione, tra il latino della cancelleria ducale, il francese degli ambasciatori d'oltralpe e il volgare lombardo di mercanti, castellani e capitani di ventura, la vita che pulsa nei documenti sforzeschi e' linguisticamente varia e colorita, con punte di gustosa retorica nelle parole schiette ma solenni di un semi-colto, il sacerdote Angelino Ferrari di Bellinzona, che in cerca di risarcimento per la perdita degli strumenti del mestiere, con tutto il candore del mondo si rivolge ai Duchi narrando la propria storia in terza persona:

"Quid accidit? Per risgratia il campo si rompesse et il poverete exponente resta presonere per il spatio de pezori giorni. Sed, per Dio gratia [...] senza altra talia excepte [...] sue cossete quale haveva sego per suo uso: il calice, missale, paramento et breviario [...] quale tutte sono perdute".

Erano quelli, infatti, i giorni del Natale, una festa - e' da credere - vissuta con pari devozione e con medesima preoccupazione da entrambi gli schieramenti, in due lingue diverse che sarebbero in seguito divenute nazionali.

La commistione di alto e basso, di nobile e umile, di importante e passeggero, su una arcata gerarchica che si estende dalle parole riportate del re di Francia (Luigi XI) alle piu' private richieste di giustizia dei cittadini ticinesi, e' forse la principale caratteristica di queste pagine, veramente storiche perche' aderenti alla vita di ogni giorno in tutti i suoi aspetti piu' e meno significativi. Capita cosi' che un mercante, tale Gabriele Moresini, possa improvvisarsi diplomatico e, forte della sua ottima conoscenza della lingua tedesca, divenire un informatore degli Sforza a cavallo della catena alpina; e capita altresi' che un Santo (Nicolao della Fluee) finisca per incarnare presso i confederati la piu' autorevole voce in favore della pace e ne giunga notizia fino a Milano (il 22 giugno 1479, in una lettera dello stesso Moresini). Capita, infine, che la fama di ottimo chirurgo di un non meglio precisato "magistro Lorenzo" di Lugano rimbalzi dal Ceresio a Bellinzona alla capitale ducale, alternandosi alle frequenti notizie sui mai del tutto spenti focolai pestilenziali.

Se tali documenti contribuiscono a proiettare il destino delle terre subalpine su di un orizzonte europeo, non e' meno curioso, in un'epoca caratterizzata da spostamenti difficili e comunicazioni dispendiose, l'enorme quantita' di missive in arrivo e in partenza da Milano, tale da suscitare in qualcuno il sospetto di grafomania. Avra' pesato, nelle abitudini della cancelleria ducale diretta dallo scaltro Cicco Simonetta, la complessiva diffidenza nei confronti dei suoi stessi funzionari, cui si ricorda ad esempio - con eccesso di pedanteria - di far cambiare le corde delle balestre a rischio usura (20 giugno 1479, p. 263) o di non accettare nella rocca di Sasso Corbaro uomini in numero superiore ai propri per evitare di venire sopraffatti (luglio 1479, p. 315).

Se il risparmio di carta e inchiostro non era la prima preoccupazione degli Sforza, nemmeno gli spostamenti tra le valli prealpine venivano concepiti quali ostacoli di sorta: da Domodossola alla Valle Maggia fino al passo del San Jorio, da Roveredo a Gravedona a Sondrio, i nostri antenati varcavano le montagne con una frequenza e una facilita' tali da fare impallidire i piu' moderni fanatici del trekking - ferma restando la centralita' indiscussa della roccaforte di Bellinzona, attorno alla quale tutto ruota e continuera' a ruotare per molti secoli ancora ("pregamo le vostre excellentie vogliano ben advertir et maturar che importantia e' questo loco, perche' a nuy pare che qui non sia de mandare se non homini ben fidati e sperimentati", 6 settembre 1479).
Mentre gia' si annuncia in lavorazione il primo tomo del quarto volume, relativo agli anni fino al 1484, e' in questo capitolo del Ticino ducale che avviene la svolta dalla quale dipenderanno gli sviluppi successivi: a pagina 389, in data 8 settembre 1479, Bona di Savoia si rallegra, anche a nome del figlio Gian Galeazzo Maria, per la pace oramai prossima con il cognato e zio Ludovico il Moro. Avranno tempo di pentirsene entrambi.

Ticino ducale, volume III, tomo III, Gian Galeazzo Maria Sforza - Reggenza di Bona di Savoia (1479-1480), a cura di Giuseppe Chiesi, Bellinzona, Edizioni Casagrande, 2014, p. 903.

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(*) nel solco della disinformazione colta, vero Montorfani?
10-12mila soldati ducali non sono qualche centinaio di sbandati.
Era un vero e proprio esercito, che numericamente superava addirittura la popolazione della valle. Lo fronteggiarono ca. in 600 che ebbero la meglio.
Non stravolgiamo la storia, com'e' prassi oggidi', con locuzioni fuorvianti.

(**) Il monumento
in granito "La battaglia dei sassi grossi" che si trova a Giornico, venne realizzato il secolo scorso dallo scultore di Ligornetto Apollonio Pessina.

Voce del Dizionario storico della Svizzera sulla "Battaglia dei Sassi Grossi":
http://www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I8900.php

Voce di Wikipedia, con l'immagine del monumento del Pessina:
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Giornico

Putacaso, la trasmissione televisiva regionale "Il Quotidiano" di RSI/LA1 ha mandato in onda ieri un servizio sulla Giornico medievale e dei secoli seguenti:
http://www.rsi.ch/play/tv/il-quotidiano/video/il-quotidiano?id=5804950
andare al minuto 12min 30sec

Trasmissione che dovrebbe essere accessibile anche dal portale:
http://www.tvsvizzera.it
selezionare Attualita'/Il Quotidiano del 9 agosto 2015

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