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CRONACHE DAI TEMPI DELLA CORONOCRAZIA


Tashtego
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 675
Topic starter  

CRONACHE DAI TEMPI DELLA CORONOCRAZIA.
Episodio 1: Dialogo Surreale

Ho bisogno di un paio di scarpe sportive. Mi presento all'ingresso di un negozio di articoli sportivi, non troppo grande, tre commessi, per intenderci. Mi si fa incontro con premura una commessa, mascherina e guanti d'ordinanza. "Si deve disinfettare le mani". Guardo il flacone del gel, poi guardo lei. "Signorina, non posso disinfettarmi le mani 5-6 volte al giorno, fa malissimo (come le direbbe qualsiasi virologo non prezzolato da BigPharma). Però facciamo così (dico in tono conciliante mentre estraggo di tasca dei guanti usa e getta), mi metto i miei guanti in lattice e poi mi disinfetto con su i guanti". "No" mi risponde bisogna che si disinfetta le mani prima di mettersi i guanti, ci han detto di fare così". "Mi scusi, ma che senso ha?" dico io. Risposta: "Ci han detto di fare così". "Certo, ma capisce che se mi disinfetto le mani e poi metto dei guanti che porto da fuori e con cui poi posso toccare tutto è peggio. Meglio se metto i guanti e mi disinfetto...". Sbatte un paio di volte le palpebre guardandomi con i suoi begli occhioni e mi si insinua il sospetto che non sia stata programmata per recepire gli imput che gli fornisco. Seguono 15 secondi buoni di imbarazzante silenzio che producono un "Mi scusi, ci hanno detto di fare così". Mi mordo la lingua per non parlargli del male che gli fa la mascherina che deve indossare per ore tutti i giorni e dico "Capisco" sfoderando il mio sorriso più rassicurante (almeno spero) "capisco... tornerò quando vi diranno di fare in altro modo. Grazie, arrivederci".... un flebile sussurro alle mie spalle "ci hanno detto di fare così".


esca hanno apprezzato
Citazione
oriundo2006
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3211
 

Non stupirti ... hanno messo in lockdown il cervello...tanto ordinariamente non serve loro.

Idem per me questa mattina a MI in un ufficio di forniture gas-elettricità. Ho dovuto consentire a lavacri degni della preparazione di una mummia egizia...per sentirmi poi dire che il servizio di cessazione dell' utenza gas è sospeso per Covid: alle mie perplessità ho scatenato nella tizia allo sportello ampie esecrazioni sulla mia perfidia di consumatore incauto e renitente agli ordini della Suprema Autorità. Non è un caso isolato di instupidimento e di follia burocratica. Qualche giorno prima, in un ufficio del Tribunale, sono stato informato da un dipendente che sempre a causa Covid lavorano 1 giorno alla settimana ed era per questo ... superlavoro, dovuto all'enorme pericolo cui erano sottoposti, che una pratica che attendevo aveva subito ritardo ( oggi parrebbe sbloccarsi...e la persona era stata gentile, a differenza dell' altra ).

Quando si dice lavaggio del cervello...bisogna che il cervello in chi comanda FUNZIONI. E se devo esser sincero, quando mi si viene a dire 'obbediamo agli ordini', ho un malessere terribile: oggi questi, domani quali ? La società di massa crea dei mostri ovunque e comunque, specie quando i sottoposti sono felici della deresponsabilizzazione. 


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GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2213
 
Postato da: @tashtego

CRONACHE DAI TEMPI DELLA CORONOCRAZIA.
Episodio 1: Dialogo Surreale

[...] "ci hanno detto di fare così".

Credo che questo sia un buon modo per mettere in risalto un problema che notavo già venti-trent'anni fa, quando hanno iniziato a girare i telefonini e la rete ha assunto il ruolo di "indispensabile" mediatore della relazione. In via del tutto incosciente iniziai da prima a chiedermi e poi a chiedere a cosa servissero. Era una domanda apparentemente cretina e la facevo anche un po' per quello, per vedere quali erano le risposte non retoriche, dato che la domanda appariva (anche a me) abbastanza cretina. Di tanto in tanto ricevevo risposte altrettanto "cretine" come "perché c'è, l'hanno fatto e adesso esiste", ma erano rare e insufficienti per farmi desistere. Ho continuato per anni, non solo perché sono decisamente matto, ma perché le risposte che ricevevo erano piuttosto "curiose". Non avevano senso e si ripetevano come un deja vu. Mentre la domanda un senso ce l'aveva e in altri casi del genere con domande-test differenti molto raramente ricevevo due volte la stessa risposta, ad esempio una risposta sensata e altrettanto stupida poteva essere "la tecnologia attuale ci consente di fare cose straordinarie, quindi perché no?" e invece non erano varianti come questa che mi sentivo rispondere. Anche perché i costosissimi startac o quelle specie di cabine telefoniche che erano i primi cellulari 1g e 2g, oltre che ridicoli al punto di essere piu soprammobili che oggetti realmente utili, non prendevano bene ovunque. Quando telefonavi sembrava sempre di essere un po' un marconista in trincea da prima guerra: se ti andava bene riuscivi a dire quello che dovevi. Inutile dire che i dirigenti che ci urlavano dentro non facevano una bella figura, ma nemmeno chi tornava a casa lo usava per dire "mamma ietta la pasta che arrivo". A questa domanda quindi i letterati (scribi e farisei) all'epoca rispondevano "è un modo per distinguere la propria classe sociale, fa sentire meglio chi lo possiede perché è uno status symbol" o troiate del genere. Ho già scritto troppe volte che i letterati non mi sono mai piaciuti, hanno una forma di ignoranza tutta loro che sfoggiano senza pudore, a volte persino orgogliosi e sono andato apposta nei templi del sapere per rendermene conto. Ora so esattamente qual'è questa ignoranza: a furia di riempire la testa di spazzatura non vedi più una mazza dell'evidenza che ti circonda. Ripeti quello che hai appreso e non lo riesci più connettere alla realtà che hai smesso di osservare. Questo è un problema di tutti i sapienti, proprio tutti. Più sai e più manifesti questa ignoranza. Anche quelli che ci stanno simpatici.

Ecco che quando facevo notare tutti i problemi ad usare quei cellulari però scattavano altri deja vu. Io mi aspettavo cose tipo "la tecnologia evolverà, vedrai che questi problemi spariranno" e invece le risposte erano altre e ancora una volta assurde. Nel primo caso la risposta più gettonata era "se in autostrada dovesse succedere qualcosa puoi telefonare". Una risposta che a me ogni volta spiazzava. Non sapevo collocarla nel quadro di una coerenza dei nostri rapporti con la realtà a meno che non stessi vivendo dentro un videogame. Insomma, non era una società di camionisti la nostra! La seconda più gettonata invece era persino più surreale "se ti chiamo posso sempre sapere dove ti trovi" con il sotto-inteso che la cosa faceva sentire più rassicurati e questo non solo genitori e coniugi (come sarebbe sensato) ma tutti, proprio tutti. Ora, lasciamo perdere che al massimo potevi sentirti dire quello che all'interlocutore interessava dirti sperando che fosse sincero e avevo dozzine di esempi spassosi, dal mio capo ufficio che riceveva la chiamata della moglie tutte le sere mentre stava facendo gli straordinari e sapendo che lei non gradiva gli diceva "sono in macchina, sto arrivando", fino a dei conoscenti che dopo aver ribaltato la macchina in autostrada per aver voluto fare a gara con una porshe, essendo usciti in 4 tutti incolumi, uno raccontava divertito come raggiunto dalla madre dopo che si era seduto in autoambulanza gli dicesse "tranquilla ma, siamo con gli amici al bar e ci stiamo facendo una birretta", ecco lasciando perdere appunto, la questione che mi perplime adesso è: "perché si insiste sul problema della privacy?". E' una di quelle questioni che vedo talmente surreali che mi mandano in pappa il cervello. Insomma noi abbiamo voluto apposta il cellulare e una rete potenti e funzionanti per violare sempre meglio la privacy del nostro prossimo e non ce ne è fottuto niente delle conseguenze. Questa è tutt'oggi l'evidenza evidente incontrovertibile, ma no, il problema è la tutela della privacy. E' come dire che il problema è tenere su le mutande perché si vede la parte intima quando tutti vogliono solo toglierle (agli altri però). Chiaramente in una situazione paradossale come questa sono solo i più fragili a farne le spese, quelli che per un motivo o per un altro non possono reagire: malati, emarginati, bambini, vecchi, etc.


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