Esattamente, perché...
 
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Esattamente, perché falliranno? (terza parte più "umana")


GioCo
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L'ultima volta (QUI) mi sono occupato dell'aspetto più tecnico, toccando come non vi sia consapevolezza dei limiti della infrastruttura, parolina magica che mai viene evocata perché svela l'arcano con cui prima o poi dovremo fare i conti a prescindere dalla velocità e dalla potenza di calcolo che illusoriamente fanno sperare in applicazioni della demenza artificiale che non soddisferanno i requisiti. Non lo stanno facendo nemmeno adesso, tant'è che di recente FB è stata costretta a chiedere agli utenti (QUI) di auto-monitorare le attività "non main-stream" del suo famigerato canale (alla faccia dell'efficienza superiore della I.A. che doveva dare un apparenza di migliore democrazia) ne più e ne meno che al tempo del fascio con i metodi di classica repressione omertosa costruita sul timore della vendetta, ma questo è un discorso troppo lungo che esula dalle intenzioni della presente.

Vi sono infatti aspetti apertamente non "tecnici" ma più di buon senso e alla portata di tutti che andrebbero considerati. Ne ho trattati diversi, come ad esempio il limite che una macchina non può provvedere alle necessità umane perché è una macchina e se l'esperienza è alla base dell'apprendimento, l'esperienza di una macchina non può in alcun modo contribuire all'evoluzione di quella biologica. Ma c'è ne una anche peggiore: nella piramide del comando, se la cuspide rappresenta ciò che dirama istruzioni che poi devono essere eseguite dall'intera infrastruttura, un po' come per il rapporto tra cervello e muscoli del corpo, qualsiasi cambiamento alla base non può che ripercuotersi interamente al vertice. L'illusione che vi possa essere una qualche barriera che impedisca alle condizioni della base di risalire fino al cervello, è la tentazione di chi, separando il cervello dal corpo, spera e crede di poter avanzare senza la base o comunque con una base che non condizioni il vertice. Che non è una assurdità ma una contraddizione in termini, è come volere far camminare una rapa: anche solo determinare il "perché" uno dovrebbe volerlo non ha senso.

Ma come tento di spiegare da anni in questo canale, l'emozione non ha un senso logico aristotelico diretto tra un comportamento e un pensiero, ha un senso logico emotivo che dipende appunto dal modo in cui funziona, dalla sua infrastruttura, che interpone qualcosa e fa in modo che tra pensiero e azione vi sia sempre una relazione indiretta (oltre che come ho aggiunto tante volte controintuitiva). Per ciò se desidero il contrario di ciò che vorrei ottenere, non è un paradosso emotivamente parlando. Se ad esempio vorrei "risolvere" un contenzioso, prendendo a testate il mio interlocutore, posso ottenere certamente molti risultati emotivamente appaganti (riuscendo bene nell'impresa) tranne che risolvere il contenzioso e questa è semplicemente una delle poche certezze che l'esperienza ci rimanda, una constatazione che ci lascia senza possibilità di cambiare le condizioni in essere. Il massimo che possiamo fare è smettere di pensare che prendere a testate il nostro interlocutore sia un opzione sensata, andando in netto contrasto con il sistema emotivo (=desiderio) che ci spinge in quella direzione.

Ma l'attuale "logica del caos" (su cui magari ci torneremo in un altro post) illude (confondendo) che sia possibile ottenere in concreto l'impossibile di risolvere il paradosso di isolare la cupola dalla base, tanto bene che la cupola potrà "per sempre" sfruttare senza remore la base e non pagarne alcuno scotto sui fondamentali che difende. Ad esempio eludere uno dei principi basilari del comando grazie agli straordinari vantaggi del transumanesimo. A poco valgono gli avvertimenti saggi se raggiungono le orecchie di arrivisti, speculatori e avventurieri che ascoltano solo le sirene dell'iperuranio svincolate dal mondo della materia. Ma veniamo al dunque.

Esiste un paradosso che da sempre regola il rapporto "spirituale" più profondo tra la base di una società e i suoi vertici. Possiamo dargli il nome di "paradosso del comando" ed è esattamente il motivo per cui alla fine saremo costretti a considerare la vita qualcosa di separato dal mondo della materia e quindi tutto ciò che "sembra" vita, perché la simula al punto da confondersi con essa, da ciò che invece è la vita. Non dirò in questa sede quale è il legame che vincola le due prospettive, perché le considero una sola medaglia e questa è una delle due facce.

Questo paradosso è in poche parole: istruire un ordine che se eseguito produce l'esatto contrario di ciò che intende ottenere. Ad esempio per assurdo, do l'ordine di "eliminare" qualcuno che se ucciso diventa infinitamente più "vivo" (nel senso di "presente") insidioso e forte di prima rispetto i miei piani (un esempio un po' sui generis di fantasia di questo paradosso lo vediamo in Guerre Stellari quando Obi-Wan Kenobi dopo che viene ucciso dal suo ex padawan Anakin Skywalker divenuto Darth Vader, torna a influenzare il destino di Luke in sembianze di spettro).

Una macchina non può "sapere" che l'ordine che riceve è assurdo e quindi fermarsi e riprogrammarlo per ottenere invece che la sua mera esecuzione, il raggiungimento dell'obbiettivo, decidendo quindi altrimenti, perché ci vorrebbe un tipo di inferenza esterna al sistema fisico in esame, qualcosa che lo attraversa interagendo debolmente ma in modo determinante. Ma se anche riuscissimo a ottenere una tale performance, avremo un altro paradosso: l'unica ragione per cui la macchina è preferita all'uomo è che esegue gli ordini senza discutere. Tutto il resto (ad esempio la diversa "forza bruta") si può compensare perché qui non si sta confrontato "il fisico" ma il pensiero.

Un Mondo, quello del pensiero, di cui non abbiamo controllo e nemmeno sappiamo bene cosa sia.


Hospiton hanno apprezzato
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Deheb
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Parli di infrastruttura e dei sui limiti che ne limiterebbero l'utilizzo e ne determinerebbe alla fine la sconfitta o il fallimento. Hai in mente una "nuova" infrastruttura che supererebbe i difetti attuali?

Domanda alternativa: e se il fine ultimo non dovesse essere la "macchina perfetta" ma qualcos'altro? Accettando ovviamente i limiti intrinseci dell'infrastruttura e della velocità di calcolo ma entrando sempre più invasivamente nella vita delle persone (il fastidio mio potrebbe essere l'interesse di un altro....ad esempio).


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GioCo
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Postato da: @sganzo

Parli di infrastruttura e dei sui limiti che ne limiterebbero l'utilizzo e ne determinerebbe alla fine la sconfitta o il fallimento. Hai in mente una "nuova" infrastruttura che supererebbe i difetti attuali?

Domanda alternativa: e se il fine ultimo non dovesse essere la "macchina perfetta" ma qualcos'altro? Accettando ovviamente i limiti intrinseci dell'infrastruttura e della velocità di calcolo ma entrando sempre più invasivamente nella vita delle persone (il fastidio mio potrebbe essere l'interesse di un altro....ad esempio).

Naturalmente, ma credo non ci sia "il terreno" per parlarne. Se da una parte capisco che il progetto nasce da consessi (limitati e non del tutto condivisi nelle idee da tutti quelli che contano) che hanno rigettato il ruolo di guida e preferiscono ritirarsi in una spece di "pensione" alla Zardoz (film quantomai profetico del 1974 con un Sean Connery in slippini e tenuta sexy lgbtqx pistole incluse che alla fine dopo aver sconfitto lo skynet di turno ingravidava una legione di femmine per iniziare una nuova generazione postdigitale... e non mi sto inventando niente 😊 ) senza temere conseguenze, dall'altra so che il progetto è utile ad altro e anche chi non è d'accordo con "gli amici degli amici di Davos" lo appoggerà finché gli conviene. Di opportunisti il mondo è sempre stato ricolmo, tanto più se con qualcosa da perdere o da guadagnare, oggi come ieri.

Come ho detto avremo bisogno di una fase "sperimentale" in cui sarà necessario "misurare" fino nel più profondo intimo il limite dell'applicabilità della tecnologia digitale e il senso "buono" e "cattivo" che ne deriva, poi potremo discutere delle alternative, com'è stato per tanto altro nel passato. Come umanità quindi niente può evitarci di passare da quelle forche caudine e pagarne per intero lo scotto. Ma l'umanità non finirà di consumarsi in questa disgrazia e nemmeno nelle successive anche più grame di questa. Il problema è che nel crescere i problemi crescono con te e all'inizio affrontarli non è mai una passeggiata. Come venendo al Mondo, in ogni passaggio d'epoca si affrontano sempre rischi di massimo grado. Se prima potevamo far sparire foreste per costruire navi piene di cannoni che ci servivano per lo più a scorrazzare tra gli oceani in via perfettamente inutile, a parte alimentare guerre e stimolare la pirateria internazionale (vedi Spagna Vs Inghilterra e Olanda) facendo a gara a chi ce l'aveva più grosso (il galeone!) poi siamo passati alla atomica con i supermissiloni che facevano venire nelle mutande i generali e adesso a chi riesce ad avere la supremazia digitale con gli lbgtqx per sterilzzare chi non è d'accordo. Obbiettivo, quello del feudalesimo digitale, che si ottiene in tanti modi, uno è avere le chiavi di internet (ad esempio con il controllo dell'ICANN ufficialmente un ente no-profit ma noi abbiamo credo capito bene cos'è un ente no-profit con missioni di quella portata, oppure lo SWIFT, no?) un altro è porteci scorrazzare come facevano i corsari, cioè impunemente e per le peggio cose "concesse per decreto regio" con il deep web ad esempio, gentilmente offerto "gratis" dagli stessi che ci hanno fornito internet. Poi metti in mano a tutti un coso che chiami "telefonino" per distrarre, lo riempi di elettronica apparentemente inutile ma attraente sempre per distrarre, togli al proprietario la possibilità di spegnerlo del tutto e fai in modo che divenga il centro della sua attività politica, sociale e amministrativa con le istituzioni.

Ce da aggiungere altro?

Peccato che quella stessa rete dove scorre il sangue più nero della storia della bbestia in abbondanza, sia quella dove si vagheggia di attaccare i nostri pensieri, i nostri sogni, i nostri desiderata, grazie a una nuova forma di possessione "leggera" (che sarebbe ora di chiamare per quello che è: possessione digitale). Leggera non per gli effetti (di hackeraggio possibile e già programmato) ma nel senso poco o per nulla avvertita (nelle speranze di chi ce la propina) da chi la deve poi subire per intero. Qui viene però il bello, perché non ci potrà essere chi non la subirà, ma solo un grado diverso di (in)dipendenza illusoria. E come ogni regno dell'arcano maggiore del diavolo, senza che sia scoperta fino all'ultimo bit l'illusione, non c'è modo di passare oltre.


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natascia
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@gioco


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