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Il tempo è un concetto relativo


Primadellesabbie
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Dal testo 'La Synarchie' (pp. 421-423) di Jacques Weiss, edito nel 1949. Questi pensieri sul tempo si trovano in un vasto contesto teso a dimostrare come gli interessi del Vaticano siano, da 15 secoli, alla radice di ogni scontro bellico (traduzione mia):

Un altro punto che sembra opportuno sottolineare è quello della concezione umana del TEMPO, del quale Einstein ha così ben mostrato la relatività con le sue teorie fisico matematiche. I tre gruppi economico, giuridico-politico, e educativo concepiscono anch'essi il tempo in maniera RELATIVA ai loro interessi.

Nel mondo economico, gli operai non vedono molto più lontano della prossima paga o delle ferie. Gli uomini d'affari e gli ingegneri vedono fino ai loro prossimi due o tre bilanci. Anche quando sfruttano una miniera, non hanno presente allo spirito la durata di questa miniera, a meno che il suo esaurimento non sia molto vicino.

Nel mondo politico, l'orizzonte si estende fino al prossimo ministero, o alle prossime elezioni. Sono rari i ministri che pensano alla missione storica del loro paese. I re vedono un poco più lontano.

La Chiesa romana, essa, si gloria della sua antichità e della sua perennità, nonostante essa non conti nemmeno due millenni. È poco in confronto al periodo di 55.000 anni di storia riassunti in questo libro, ed è ancora meno in confronto ai 200.000 anni dell'impero Uiguro del quale si trovano ancora oggi delle tracce in Asia. Ben inteso, non è nulla in confronto alle ere geologiche, e ancora meno in rapporto al tempo necessario a formare un'anima per mezzo di successive incarnazioni.

...............

L'attuale razza bianca non conosce la legge del karma né il processo delle reincarnazioni. Il pubblico crede che tutto finisca con la morte, e che questa liberi gli uomini dalle responsabilità che essi hanno assunto durante la loro vita. Tuttavia un poeta come Victor Hugo ha compreso quando ha terminato il suo poema molto noto con il verso 'L'oeil était dans la tombe et regardait Caïn'. 

...............

I grandi iniziati hanno una concezione interamente differente del tempo. Essi vedono lo scopo della creazione come un'alta montagna circondata da nubi. Essi sanno che le nubi si dissiperanno, ma non conoscono né il giorno né l'ora. A loro importa poco, poiché il tempo non è che il risultato di una comprensione fallace e che la montagna dello Spirito rimarrà finalmente la sola a esistere.


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PietroGE
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-Ancora una volta la confusione tra Cristianesimo e Vaticano.

-I 200 000 anni dell'impero Uiguro??? L'homo sapiens è vecchio di circa 300 000 anni quello moderno di 200 000 o forse 100 000 anni. La civiltà più antica che ha lasciato tracce è quella di Göbekli Tepe, circa 11000 anni fa.

-L'attuale 'razza bianca' può non conoscere la legge del Karma, comunque nel Credo di Nicea si dice : ..Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà. Amen.   Per non parlare del Giudizio Universale.


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mystes
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I grandi iniziati hanno una concezione interamente differente del tempo. Essi vedono lo scopo della creazione come un'alta montagna circondata da nubi. Essi sanno che le nubi si dissiperanno, ma non conoscono né il giorno né l'ora. A loro importa poco, poiché il tempo non è che il risultato di una comprensione fallace e che la montagna dello Spirito rimarrà finalmente la sola a esistere.

Sono totalmente d'accordo Consiglio la lettura dello scritto di Arturo Reghini "Trascendenza di Spazio e Tempo" che conferma, ampia e approfondisce i concetti da te esposti dal punto di vista di un pitagorico. L'articolo è stato pubblicato sulla Rivista IGNIS (1925) ristampata da Atanor: https://www.amazon.it/dp/1689293896


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Primadellesabbie
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Consiglio la lettura dello scritto di Arturo Reghini

Ti ringrazio per la premura, ho espunto questi pensieri sul tempo da un testo che ripercorre la vasta opera di Saint Yves d'Alveydre, cristiano cattolico il quale, data la sua rara condizione di auto iniziato, non è tenuto al segreto. Non è un caso ne' un mistero che le sue concezioni coincidano con quelle del pagano Reghini.

 


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cedric
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Ciascuno è libero di credere in qualunque cosa se ciò lo fa vivere meglio.

Tuttavia il concetto di creazione non puo' essere introdotto senza introdurre preventivamente quello di creatore e qui ci si è sbizzarriti in migliaia di rivoli animistici, mistici, teologici, filosofici e via dicendo. Ad esempio ammettendone la esistenza, chi ha creato il creatore? Non sarà mica lo stesso film del motore immobile per caso? E perchè ci deve essere un solo creatore? Se poi il creatore si fosse creato da solo o se fosse sempre esistito perchè anche la vita stessa non puo' essersi creata da sola oppure perchè non potrebbe essere sempre esitita anche lei evolvendosi poi fino all'umanità? Prima di inventare la carta sono state sterminate milioni di pecore per ricavarne pergamena su cui scrivere tali argomentazioni. Siamo noi stessi i creatori del creatore, avevamo bisogno di una spiegazione per troppe cose inspiegabili e lo abbiamo creato attribuendo a lui ogni atto o conoscenza a noi preclusa.

Ma è davvero così difficile accettare che tutto l'universo, dalle grandi stelle ai piccolissimi batteri, non sia stato creato da nessun creatore ma che sia semplicemente il frutto del puro caso?
Ci fa davvero star male l'accettare che la vita (posto che qualcuno sia riuscito a darle una definizione condivisa)  si sia evoluta da sola su basi biochimiche, chimiche ed atomiche?
E' proprio necessario invocare un creatore per giustificare la nostra incapacità di fare qualcosa che vorremmo fare o la nostra ignoranza di qualcosa che vorremmo conoscere?

Non è facile accettare che l'umanità non abbia alcuno scopo nell'universo, anche l'escatologia ha fatto strage di pecore per trarne pergamena. Fino a 10.000 anni fa eravamo cacciatori che vivevano letteralmente alla giornata. Quindi, se ci fa star meglio, anche un creatore fa comodo.

 


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PietroGE
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Ma è davvero così difficile accettare che tutto l'universo, dalle grandi stelle ai piccolissimi batteri, non sia stato creato da nessun creatore ma che sia semplicemente il frutto del puro caso?

Supponiamo che stai facendo una passeggiata tra le dune del Sahara e ad un certo punto, trovi tra la sabbia un orologio. Puoi concludere che la sabbia (e gli altri minerali presenti nel terreno) si siano organizzati e abbiano 'generato' (in qualche modo) l'orologio? No? Un organismo umano anche primitivo è molto, ma molto più complesso di un orologio. Come sia nata la vita non lo sa nessuno, l'unica cosa certa è che a livello di Chimica Inorganica non si è mai visto niente di simile a quello che esiste nei sistemi viventi. Non parliamo poi del Codice Genetico, perché la sua esistenza è compatibile solo con una 'Intelligenza' (con la I ovviamente maiuscola), non essendoci nulla neanche di lontanamente paragonabile al di fuori del sistema vivente. Un ragionamento simile vale per l'universo : quello che vediamo è un universo altamente improbabile perché ordinato. Se assegniamo per convenzione la probabilità massima al 'nulla eterno' lo stato che ha più probabilità di emergere dal nulla è quello totalmente caotico, cioè senza regolarità leggi, tempo ecc. ecc.. Non è quello che vediamo. Noi osserviamo una Entropia crescente in un universo in espansione. Se ne deduce che all'inizio (Big Bang) l'Entropia doveva essere minima, praticamente zero. Questo però vuol dire che lo stato iniziale era altamente improbabile. La combinazione dei valori delle costanti universali, inoltre, è cruciale per l'esistenza della vita come noi la conosciamo. Questa combinazione non può essere la risultante di un processo statistico trial and error. L'unica possibilità sarebbe l'esistenza, inverificabile, di una infinità di 'multiversi' ognuno con una combinazione differente delle costanti universali. Qui però siamo nella fantascienza.


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cedric
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Non parliamo poi del Codice Genetico, perché la sua esistenza è compatibile solo con una 'Intelligenza' (con la I ovviamente maiuscola), non essendoci nulla neanche di lontanamente paragonabile al di fuori del sistema vivente

Il che ci riporta all'approccio prima esposto: visto che io non capisco come sia venuta fuori la struttura del dna allora ci deve essere necessariamente qualcosa/qualcuno  più grande di me ad averlo creato

Il fatto è che nessuno è ancora in grado di comprendere cosa possa essere accaduto in quattro miliardi e mezzo di anni, tanto antico è il nostro pianeta. E pochissimi sono in grado di apprezzare cosa siano quattro miliardi di anni. Se un giorno equivale ad un millimetro allora 4,5 miliardi di anni equivalgono a quasi quattro volte la distanza fra la terra e la luna.

Attualmente si stima che i primi  batteri (e quindi il dna) risalgano a circa 3 miliardi di anni fa e fino a qualche anno fa non si sapeva neppure che ci fossero  batteri (gli Archea) con DNA diverso da quello di tutti gli altri batteri e dei futuri esseri viventi. Poi c'è voluto un altro paio di  miliardi di anni per passare dalle cellule procarioti senza nucleo alle cellule eucarioti col nucleo, probabilmente ci fu una endosimbiosi altro evento completamente casuale.

La suddetta compatibilità del codice genetico con una ipotetica intelligenza superiore è attribuibile alla nostra  totale mancanza di conoscenza  di cosa accadde 4 miliardi di anni fa. E visto che noi non riusciamo (per ora) a capire come si formi il dna di un batterio (o di un virus) ricorriamo ad una entità esterna, il deus ex machina che nei teatri romani scendeva dall'alto funziona sempre.

In realtà qualcosina ne sappiamo  sui meccanismi che permettono di passare dalla chimica organica (composti del carbonio) alla biochimica (aminoacidi, proteine, enzimi). Sappiamo che in opportune condizioni e partendo dai 22, e forse 23, aminoacidi  esistenti alcune proteine  si possano autoassemblare spontaneamente. Sappiamo che alcune proteine hanno funzioni enzimatiche. Sappiamo che alcunii enzimi catalizzano l'assemblaggio tridimensionale di proteine e soprattutto di aminocaidi. Una volta iniziato tale loop non ci si ferma più.  Sappiamo poi che ci sono enzimi che tagliano e cuciono pezzi di dna (ad esempio CAS9 nella  manipolazione CRISPR). Avendo a disposizione un miliardo di anni c'è una probabilità infinitesima ma non nulla che si possano creare accidentalmente le circostanze  che conducono a  proteine autoassemblanti ed autoriproducenti.

Non c'è bisogno di intelligenze aliene o divine, basta avere tanta pazienza.


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PietroGE
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In realtà qualcosina ne sappiamo  sui meccanismi che permettono di passare dalla chimica organica (composti del carbonio) alla biochimica (aminoacidi, proteine, enzimi)

Certamente è comprensibile come dalle molecole inorganiche si possano formare spontaneamente i precursori delle macromolecole biologiche . Il famoso esperimento di Miller lo dimostra : https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_di_Miller-Urey, questo però risolve molto poco del mistero dell'origine della vita, in primis dell'origine del codice genetico. I criteri per la formazione di un organismo vivente capace di riprodursi sono spesso contraddittori.  Già dalla metà del secolo scorso von Neumann aveva evidenziato, dal punto di vista teorico matematico, come un organismo capace di riprodursi deve per forza essere complesso, ora però non può nascere già complesso e per diventarlo deve potersi riprodurre. Stesso problema per quanto riguarda la precisione nella copia del codice genetico. Tutti gli esperimenti dimostrano che ci vuole una precisione molto alta perché gli errori nella riproduzione genetica si sommano da una generazione alla successiva fino all'estinzione della specie. Anche qui però difficilmente un organismo primitivo nasce con una precisa copia del codice genetico, ha bisogno di tempo per affinare tale meccanismo, cioè ha bisogno di riprodursi. Ci sono poi tutta una serie di problemi nella sintesi delle macromolecole che richiedono una conoscenza a priori di quello che uno vuole sintetizzare. C'è un esperto di sintesi organica che spiega bene questi problemi su YouTube : https://www.youtube.com/watch?v=zU7Lww-sBPg (James Tours the Mistery of the Origin of Life) . È in inglese ma è facilmente comprensibile. In particolare spiega come il passare del tempo, contrariamente a quanto si crede non migliora la situazione, sempre di mistero si tratta.

 


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mystes
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E' disponibile sul sito dell'Associazione Culturale IGNIS il testo di Arturo Reghini; Trascendenza di spazio e tempo.


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Primadellesabbie
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Si tratta, per gran parte, della confutazione di un testo di certo Ernesto Bozzano, quindi è un po' deludente leggere senza conoscere il testo in questione.

Poi propone alcuni casi di premonizione e infine qualche semplice ma interessante riferimento ai pitagorismo, argomento del quale è stimato studioso.

Grazie per il link.


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