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Imparare a Combattere: alcune considerazioni


GioCo
Noble Member
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Spero di riuscire a dire le tantissime cose che da giorni macino e che mi sembra venuto il tempo di condividere.

Un paio di anni fa uno dei ragazzi che seguo, molto intelligente, mi ha chiesto secondo me qual'era l'uomo più pericoloso (per il Governo del nostro paese) ed io gli ho risposto senza tentennamenti "Draghi" anche se avevo aggiunto che secondo me non sarebbe diventato primo ministro subito e che ci sarebbero voluti anni, forse non sarebbe arrivato a tanto (in fondo è settantenne). In effetti Conte fa comodo anche adesso, non solo per l'eta ma proprio per la vicinanza agli interessi di parte locali oltre che transnazionali ed è un punto di contatto migliore nel magma della politica nostrana. Draghi è una forzatura fatta da Mattarella e Renzi che sarà difficile far digerire a prescindere e che rappresenta un suicidio per chiunque lo appoggi, ma ci sono ordini che arrivano da luoghi in ombra che sembrano avere fretta e che sanno che Draghi è infinitamente più vicino al Tavolo (=centro del potere) di Conte e lo vogliono a guidare i nostri destini per questo. Personalmente ritengo che la sorgente a cui bisogna guardare è il Vaticano e in particolare a specifiche alleanze "progressiste" tra Gesuiti rappresentati da Bergoglio e il Sionismo rappresentato da Netanyahu, perché come nelle guerre mondiali precendenti, anche in questa in preparazione, avranno un ruolo centrale complesso.

La mia angoscia maggiore è che noi ci troviamo in un "nodo temporale" molto particolare. Alla propaganda del risveglio collettivo (perché di questo si tratta) si affianca un progressivo indebolimento della risposta difensiva sociale all'aggressione che arriva da lontano (temporalmente) ma che si produce per la prima volta in via molteplice, cioè colpisce contemporaneamente il corpo, la logica, l'emotività e la spiritualità collettiva. Quindi se da una parte diviene sempre più evidente l'aggressione (tant'è che gli stessi aggressori che hanno fatto dell'invisibilità la loro forza stanno abbandonando in massa ogni precauzione e tendono ad agire sempre più alla luce del sole) dall'altra c'è sempre meno gente disposta a prenderne atto. Come se ci fossero echi ripetuti che "il Re è nudo" mentre si sente predominare solo lo "shhh" stizzito come quando al cinema vogliono che taci perché disturbi il film.

Bene, a noi oggi che subiamo di più questa situazione, può apparire evidente. Ma i nostri posteri chideranno (come noi abbiamo chiesto ai reduci della seconda) "ma perché non vi siete ribellati?" e la risposta è elaborabile soltanto adesso, in tempi non sospetti. Poi sarà impossibile, quando in tanti (senza comprendere altro se non il senso di colpa che comporta fare diversamente) si dichiareranno solidali con chi ha combattuto questa evidentissima "ingegneria del consenso". Aggiungo che noi non vinceremo comunque questa battaglia che sarà una lenta e progressiva asfissia per chi si oppone, asfissia che terminerà solo quando terminerà la dissidenza aperta.

Vorrei sottolineare questo punto perché diventerà (sempre secondo me) l'unica ragionevole forma di lotta futura e cioè il dissenso silente. Due lezioni supreme in questo senso che invito caldamente a vedere per riflettere, sono due esempi di Vita: quello di Vincenzo Vinciguerra e in particolare il suo commento all'intervista di Sergio Zavoli sulla sua guerra e sul "popolo" deprivato della Verità (QUI) che in sei minuti condensati di pura Lezione Imperdibile di controPR ci insegna cos'è la resistenza e quella di Zi' Ntonie (QUI) un Uomo che ha fatto della difesa della sua prospettiva e del rifiuto dei dogmi modernisti una pietra inamovibile, mettendo in luce che "la società del progresso" alla "Happy Days" è tutto tranne che un luogo rispettoso del prossimo e in particolare nell'intervista quando racconta che per il suo rifiuto verso il progresso è stato messo in un ospedale psichiatrico e tenuto senza cibo perché (gli dicevano) "era posseduto dal demonio e non ne aveva diritto". La tenerezza che ispira quell'Uomo anziano, semplice ma infinitamente limpido nel modo di porsi è impagabile. Se Vinciguerra è il simbolo della resistenza ad ogni costo nella lotta per i valori in cui crediamo, ma non ci ispirano certo i suoi valori ne tantomeno i metodi, Zi' Ntonie non ha valori o metodi da offrire se non quello di essere una Persona e di credere profondamente in un Bene ultraterreno e che per questo non ha voluto tradire se stesso in cambio dei trenta denari di Giuda (=il progresso) perché (lo dice lui stesso) ci vede bene e ha visto subito che accettare era "follia", non per il progresso come concetto ma per il significato maledetto che il nostro attuale progresso, imposto con la forza della persuasione e del FALSO, comportava.

Se infatti era così valido questo "progresso", perché era necessario imporlo con tanta protervia e financo con l'astuzia, il falso ossessivamente ripetuto e persino la violenza armata degli eserciti "contro i ribelli" nel Mondo che non aderivano? Perché senza ascoltare a prescindere il dissenso e senza provare nemmeno a considerarlo, adottando invece come risposta unica e unilaterale quello di indebolire e rendere irrilevante il significato che aveva tale dissenso? Semplice, perché non c'era anima di questo pianeta che non tentasse di fuggire pedissequamente dallo stesso significato di questo progresso che era solare solo in un aspetto: il suo effetto nefasto luciferino, bello esteticamente e marcio dentro. Per esempio con le vacanze, l'evasione costante e frenetica (come le musiche assordanti e danze da "possessione") insieme all'uso pesante e di massa di sostanze stupefacienti o psicofarmaci. Se quindi avessero preso ad ardere le voci del dissenso che vedevano come l'evidenza evidente ci diceva che questo progresso era tutto tranne che un bene per l'umanità, la nuova infrastruttura del controllo demoniocratica non avrebbe potuto sostituirsi al vecchio ordine.

Quando venne Marx ci diede una via d'uscita, ma lo fece in modo da inquisirla talmente bene che i suoi concetti sono oggi il manganello più tragicamente funzionale che i disumani (perché ormai posseduti e umani solo nell'aspetto) riescono a sfoderare. Individuo "l'inghippo" proprio nel cuore della teoria marxista, il concetto di classe. Esso infatti include i lavoratori separandoli dai datori di lavoro. Ma questo è un pasticcio in termini concreti, perché esclude un infinilione di altre categorie dal concetto stesso di classe, dagli indigenti fino ai malati, dai bambini fino ai reietti (come i condannati per reati) e persino intere etnie difficilimente integrabili nel concetto di "società industriale", come quelle tribali. Non a caso tutto questo "razzismo latente" diede la stura a una repressione di massa di qualsiasi espressione cercasse di prendere le distanze "dalla splendida società del progresso e della sua lotta di classe", prima di tutto togliendo le armi dalle mani dei partigiani (si sa mai) in cambio delle "comodità del progresso". Come il SUV o lo smartphone di adesso. Questa allucinante diarrea cosmica oggi ci ha travolto e sta rigurgitando ovunque il suo fetore inarrestabile. Fin da subito è parso chiaro a chi vedeva bene che a livello spirituale qualcosa doveva avvenire per rimettere in equilibrio una deriva andata ampiamente fuori controllo e la repressione che stiamo viviendo, atta a retrocedere la società a una sorta di tecnomedioevo dove pochi avranno l'accesso a un relativo "benessere libero" e la massa rimanente solo controllo e repressione "tecnologico" (il male che è stato scelto storicamente) senza soluzione di continuità, non è altro che l'inevitabile conseguenza.

La scimmia di Dio è al lavoro e gli sarà dato campo libero finché avrà assunto l'intera umanità, senza scampo. Ma questo non significa che l'umanità non vedrà un altra volta sorgere il sole.

Il problema che vedo adesso non è l'impossibilità tecnica di procedere ma l'assurdità grottesca di pretendere un seguito "di massa". Siamo onesti con noi stessi, non c'è opposizione al diluvio di stronzate o quella che c'è è semplicemente ridicola (=per pochi e malmessi). Come un bimbetto ritto in piedi sulla spaggia che con le sue manine volesse fermare uno Tsunami incombente, giusto perché il suo eroe dei fumetti è Superman.

Se in questo momento dicessero che dobbiamo girare con cappelli protettivi perché gli Elefanti hanno imparato a volare e la merda che ci cade in testa potrebbe uccidere innocenti, nessuno alzerebbe il naso in aria per verificare. Per paura e per effetto dell'ingengeria del consenso, si metterebbero tutti il cappellino d'ordinanza sopprimendo con solerzia ogni tentativo di riflettere su quello che significa.

Ad esempio, oggi ero al supermercato. Un ragazzo è entrato senza mascherina e un commesso lo ha ripreso, commentando stizzito "a un anno bisogna ancora ricordarlo" perché "certa gente non impara mai". Particolare importante: il commesso era di colore, l'uomo senza mascherina no. Il commento del commesso anche se a bassa voce, essendo lo spazio abbastanza ridotto, era udibile da tutti i presenti alla scena. Quando siamo usciti il ragazzo ripreso dal commesso era furioso e la sua ragazza (che aveva tenuto per tutto il tempo la mascherina) cercava di calmarlo. I motivi della sua rabbia erano tanti ma soprattutto era l'ingiustizia evidente della situazione nel complesso a disturbarlo.

Personalmente avendo chiaro che la lotta di classe è un concetto esclusivo, unilaterale e proprio di una élite in origine nobile che mai ha voluto condividerlo con alcuno perché era il tratto distintivo di un espressione egemonica e aristocratica, ermeticamente concepito fin dal principio, se non nella propaganda dei fumetti e dei telefilm alla "Happy Days", dove #tuttoandràbene perché c'è sempre il lieto fine e qualunque poveraccio se abbastanza bravo si sposerà la figlia del Re e si realizzerà, non corro il rischio di interpretare male le intenzioni del ragazzo di colore, ne tanto meno di condividere la rabbia della sua "ipotetica vittima". Perché comprendere non significa condividere, ma avere un quadro abbastanza ampio e coerente da smettere di rifiutare ciò che è inevitabile, anche se non ci piace e non lo condividiamo.

Socrate non voleva certo morire, ne essere accusato o arrestato, ne bere la cicuta. Ma quando la giustizia della sua amata Atene lo ha processato, non solo non ha accettato di essere rappresentato al processo da un sofista (tradendo così ciò in cui credeva) che lo avrebbe con tutta probabilità scagionato, ma nemmeno dopo la condanna è fuggito. Ha solo commentato che era una sentenza di morte inutile, dato che il tempo avrebbe comunque fatto il suo corso per via della sua età avanzata. In altre parole non era concorde e anzi reputava l'intera accusa una assoluta stupidaggine eppure non ha opposto resistenza agli avvenimenti, ma solo ai significati di quanto accadeva e per questo noi oggi, nonostante non ci abbia lasciato nulla di scritto, lo ricordiamo per tramite di un suo illustre discepolo, Platone.

Secondo me dovremmo sapere e accettare che "classe" non identifica un gruppo di persone in lotta tra loro divise dal ceto e dal mestiere, ricchi e poveri, proletari e capitalisti, ma da sempre è un altra parola per circoscrivere le ragioni della espressione plutocratica umana, cioé di un élite che appunto è "di classe" (superiormente distinta da #figlioputtanesimo). In questa accezione tutti gli altri che non sono "di classe" sono gli esclusi e rappresentano di fatto "la piccola fiammiferaia" della situazione. Il problema è che se nella classe c'è una minoranza, gli esclusi che vorrebbero farne parte, rimangono in massa "fuori" a guardare e sognare dietro ai vetri fumé (i black-mirror) un mondo che non esiste, ma è frutto dei desideri degli esclusi. Punto.

Però, però, nonostante non potremo mai convicere nessuno, sapere che quel vetro scuro non ci separa dai sogni degli esclusi ma dai posseduti, coloro che per stare nel benessere esclusivo hanno rinunciato alla loro umanità, secondo me può salvarci. Nella disumanità non si produce comunque nessun bene, se non nell'apparenza, nella superficie, quindi desiderare potere per moderare il potere, non ha comunque senso alla radice.

In altre parole, l'intero progresso così come ci è stato offerto fin'ora si può riassumere in "tentazione" (o adorazione luciferina). Questo non significa che non ci sia un benessere desiderabile anche tecnologico oltre quello proposto, solo che noi non ce lo stiamo nemmeno sognando. Non abbiamo proprio idea di cosa sia. Oggi ciò che sogna la maggioranza è rabbia e vendetta se si infrangono i vetri dell'illusione, cioé dipendiamo dalla tentazione di cedere ai nostri più bassi istinti per sprofondare nell'Inferno del Vizio e pensiamo che questo corrisponda a "essere liberi".

Se i Gesuiti possono insegnarci qualcosa di buono è che il Male domina con il Vizio. Sempre. Il Bene invece libera (dal Vizio) e noi oltre ogni evidenza evidente, non siamo liberi. Stiamo solo sognando una libertà che non esiste.


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