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L'infida Zona Grigia: come il raffreddore


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2210
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Oggi mi è venuto in mente di cercare una cosa semplice semplice e molto vicina. Mi sono chiesto: quali sono i sintomi "esatti" del covid? Nelle prime fasi:

- febbre
- tosse secca
- spossatezza
(fonte QUI)

Poi mi sono chiesto: quali sono i sintomi del raffreddore? Nelle prime fasi:
- naso che cola
- starnuti frequenti
- sensazione di malessere generale
- mal di gola.

C'entra qualcosa? Ni, spicca l'evidente differenza e la mancanza degli starnuti oltre che la caratteristica della tosse che è secca. Allora, dove si generano i famosi "dropplets"? Da qui poi: perché la mascherina dovrebbe proteggerci dagli stessi se i sintomi non sono quelli del raffreddore dove l'espulsione di materia è evidente? Mettiamo che la tosse secca non sia poi così secca e mettiamo che le goccioline di saliva siano comunque espulse tramite colpi di tosse secca. Tosse che chiunque potrebbe riconoscere (tra l'altro) perché non genera catarro quindi è riconoscibile anche acusticamente abbastanza facilmente.

Qui inizia la narrativa dell'aerosol di micro-goccioline che arriverebbe dal semplice respiro che non è falsa ma appartiene alla Zona Grigia del verosimile. Naturalmente non si parla mai di carica virale e non si dice che il comune raffreddore è infettivo grazie alla sovvrabbondante produzione di materiale espulso tramite il naso che cola e gli starnuti ed è solo tramite questi "sintomi" che può sperare di essere minimamente contagioso. Non ci riesce comunque e comunque la mascherina non cambierebbe il pericolo ma lo aumenterebbe perché l'accumulo di materia infetta nelle prime fasi della malattia (sempre raffreddore) si trasformerebbe facilmente in cultura batterica fuori dal corpo (e lontana dalle nostre difese immunatarie) facilitando la patologia nelle sue forme più pericolose.

Non si capisce a questo punto perché non debba succedere anche con altri agenti patogeni ovviamente, oltre che con il raffreddore che sarà trasformato grazie alle mascherine in un pericolo mortale per tanti, ma ancora meno alla luce di queste riflessioni, non si capisce perché invece la mascherina dovrebbe essere l'unica nostra barriera difensiva contro la patologia "respiratoria", al netto del corona. Sempre secondo la narrazione dominante.

Se infatti traduciamo tutto con la carica virale che in questo modo diventa evidente essere il vero metro per determinare la pericolosità di un agente patogeno, si incrinano le due colonne portanti di questa gestione politica della supposta pandemia. La prima è l'ultilità della mascherina (che sto mettendo in discusisone di nuovo, senza toccare mai i temi della narrativa dominante) che abbiamo capito essere un presidio medico chirurgico prescritto per legge senza però il bugiardino che ci avvisa sulle controindicazioni. In altre parole è come una medicina che non ci viene detto mai ne quando, ne come, ne in che dosi va presa. Ci viene detto solo che dobbiamo prenderla OBBLIGATORIAMENTE e che più la prendiamo meglio sarà.

Una medicina con una prescrizione ben strana, o no?

La seconda colonna è l'asintomatico che legittima il confinamento che potrebbe anche essere utile, in fondo era nei lazzaretti che finivano gli ammalati di peste o di altre malattie pericolose incurabili anticamente, quindi l'idea del separare da noi la gente infetta per proteggerci è connaturato ai nostri atavici comportamenti e ha sicuramente un rigore che però di nuovo nel caso della situazione sanitaria vigente (fino a prova contraria) fa riferimento alla Zona Grigia del verosimile ed ha un infinità di ricadute negative, la prima è psicologica perché chi si ammala facilmente vive la malattia praticamente come una condanna divina. La seconda è sociale perché non poter lavorare con la condanna addosso della malattia equivale a una condanna sociale. La terza è l'abbandono perché di fatto nessuno vuole finire nella tua situazione (di probabile appestato) e chiunque si avvicini di fatto corre quel rischio che non è il rischio di contagio ma del sospetto che potresti essere contagiato.

Però pero, se la carica virale è comunque irrisoria anche nelle fasi acute della malattia, figuriamoci in quelle appena sintomatiche o completamente asintomatiche, perché strasmessa UNICAMENTE tramite il fiato, in specie quando siamo asintomatici. La carica virale quindi non può comunque destare preoccupazione al netto di presenze fortemente debilitate che comunque corrono rischi a prescindere anche per il comune raffreddore e questo rende ovvio che non c'è contropartita rispetto la perdita di dimensione sociale e di benessere individuale, nemmeno per queste persone a rischio. La sproporzione è tale che non può essere casuale la volontà di mantenere questa condizione a tutti i costi, non può essere altro se non frutto di un calcolo che ha tenuto conto della reazione per una cura tanto draconiana da essere più pericolosa della malattia stessa (esattamente come un salasso) e che quindi non poteva che suscitare dissenso da reprimere ferocemente.

Va rigettata quindi la tesi dell'errore politico, dopo nove mesi di gestione sanitaria priva di qualsiasi logica sanitaria moderna ma intrisa fin nel midollo di credenze ataviche, dai lazzaretti fino al salasso. Tutto questo rimane incompatibile con la tesi che queste politiche sanitarie globali siano frutto di cattive idee scientifiche.

Sono la concreta volontà di voler sfruttare per ragioni non del tutto chiare le Zone Grige, sia della nostra consapevolezza che del nostro apparato socio-sanitario e legale. Putroppo lo sfruttamento delle Zone Grige mette in scacco qualsiasi contro-narrazione diretta a smontare la fallacia della narrazione dominante, perché appunto questa si muove tutta entro Zone Grige di verosimiglianza.

Per ciò abbiamo due prospettive davanti: riconquistare a forza la libertà che ci viene negata con tutti i mezzi a nostra disposizione moralmente leciti, primo tra tutti la disobbendienza civile, ma la vedo durissima, perché siamo già nella fase in cui diffidiamo gli uni degli altri e non per questioni sanitarie ma a causa della delazione e della sorveglianza elettronica (brandita apposta per dividere anche retoricamente i disobbedienti tra di loro) che proprio per evitare derive di questo tipo non fa che aumentare e quindi se praticata dovrà tenere conto delle repressioni sistematiche anche violente accompagnate dalla censura e dalla condanna politica e pubblica ferma (immaginiamo di dover affrontare la reazione dei nostri affetti che subiranno ritorsioni per causa nostra) oppure resistere in modo passivo ai tentativi di farci cambiare idea non tanto in favore della narrativa dominante, ma in favore di tutte quelle derive che hanno lo scopo di demoralizzare, disincentivare e in generale indebolire l'attenzione verso l'evidenza evidente che ci suggerisce una diversa interpretazione della narrazione dominante.

La prima parte tendo a sconsigliarla vivamente ma è "cristianamante parlando" la via più facile, quella che viene da percorrere perché è più vicina alla risposta "istintiva animale". La seconda è percorribile solo nella misura in cui si praticherà la gestione emotiva cosciente e saggia, sia nostra che del nostro prossimo. Non fornirà la vittoria materiale, perché non punta a vincere sul piano materiale. Il luogo dove si può produrre è quello della rappresentazione e dell'immaginazione, propria del simbolismo e della metafora.

Questo quindi comporta la fede che il piano materiale non vinca su quello "spirituale" o dell'energia e delle cose sottili. Credo che sia il momento di fare scelte come già molti dicono, ma anche che questo genere di scelta non riguardi il bene o il male. Qualsiasi sia ciò che consideriamo bene o male. Riguarda prima di tutto il territorio dove intenderemo combattere e poi, solo poi, gli strumenti e le strategie che si sveleranno più adatte per quel territorio.

Non chiedo di credere e agire, solo di riflettere e stare attenti: ogni particolare potrà fare la differenza. Sempre secondo me ...


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