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Novembre 2021: NOW, 4 dummy


GioCo
Noble Member
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[immagine presa dal film "1994, Fuga da New York"]

Capisco.

Molti sono confusi, disorientanti, spaventati, ma non da un agente patogeno pericoloso che minaccia l'umanità, ma dalla deriva ditattoriale globale che osserviamo e che pare voler cavalcare ogni pretesto di minaccia umana, vera o presunta che sia. Interi settori civili del nostro quotidiano che eravamo abituati a considerare come "amichevoli" sembrano improvvisamente interessati da una ondata di disumanità e violenza che si consuma apparentemente senza limiti, insensatamente e ovunque, quasi fosse in atto una piaga biblica capace di colpire chiunque, anche i nostri cari, dove torme di persone vengono possedute da demoni infernali e smettono di ragionare.

Fioccano le teorie e circolano documentazioni, come quelle di Davos che però lungi dal chiarire, aumentano il panico e il disorientamento generale. Così tante volte sento ripetere la frase "...non si sa più in cosa credere...", nel balletto di notizie false o presunte vere che si alternano a quelle riconfermate e rismentite a seconda di dove attingi per provare a capirci qualcosa.

Avevo previsto tutto questo già più di 15 anni fa...

Terre un tempo prospere e fiere di essere libere, si scoprono adesso al centro di repressioni "liberamente feroci", senza una ragione a sostenere queste repressioni e apparentemente senza soluzione di continuità, nel senso che le proteste anche di massa e partecipate, non paiono sortire alcun effetto e non invertono la tendenza nemmeno di un capello. Alcuni parlano già sottovoce di resistenza armata e lo fanno non perché intendono combattere qualche battaglia ideologica, ma banalmente perché si sentono oramai direttamente e apertamente minacciati dall'autorità.

Una autorità politica di governo che sta manifestando un po' ovunque per la seconda volta nella storia degli ultimi secoli (la prima è stata con le dittature che hanno portato alla seconda guerra) un volto tirannico. La differenza più lampante questa volta però è che in passato le tirannie (sorrette dagli stessi identici centri economici e religiosi e per ciò diffuse in st'accidente d'occidente un po' ovunque) godevano di un largo appoggio e avevano una base ideologica con cui sostenersi, mentre ora la base ideologica appare assente e il sostengno popolare non appare affatto ampio e robusto come un tempo. La lotta alle pandemie e per l'ecologia, a prescindere dalle soluzioni ridicole e controproducenti, non pare essere un collante sensato, quindi perché è stato scelto?

Ma peggio! Non sempra che i centri direttivi di questa nuova ondata repressiva globale si siano nemmeno preoccupati di fornire un supporto idologico robusto, come se non gliene fregasse niente.

Questo mette in seria difficoltà TUTTE LE ANALISI socio-politiche ed economiche. Perché dove giri la frittata, questa mostra più assurdità e paradossi (=punti di incoerenza) che un ordine leggibile. Pare di vedere un pasticcio ovunque senza soluzione di continuità. Questo ci fa parlare dei padroni del discorso come di folli, gente che ha perso il senno. Una riduzione che abbiamo già visto nel periodo scorso verso il nazifascismo e che ci ha solo impedito di vedere chi manovrava, cosa è accaduto e perché. Cioé è servita a schermare gli autori della precedente ondata di tirannia globale e adesso ci ritroviamo di nuovo a doverci sorbire le stesse nuove/vecchie assurdità.

Il metodo di cui mi faccio portavoce ha lo scopo di fornire strumenti adatti a questo momento storico. Se andate a leggere i miei interventi, da anni ripeto che per me era fondamentale trovare strumenti cognitivi per affrontare un futuro che ci avrebbe messo in seria difficoltà nel leggere gli eventi tramite la ricerca della verità. Questa difficoltà (sgombro subito il campo agli equivoci) è destinata a crescere e di parecchio anche, nei prossimi decenni. Perché siamo solo all'inzio di un processo di stravolgimento storico che interessa tutto il pianeta e per ciò avrà tempi lunghi e ogni accelerazione porterà per forza conseguenze drammatiche, lì dove avrà luogo.

Noi siamo al centro di un rivolgimento umano che però non dipende da un élite, o da un popolo, fosse anche quello del pianeta intero, ma da un processo complessivo che riguarda l'umanità e che è inarrestabile oltre che tale da coinvolgere tutti. Se si parte da questo punto, il resto viene più semplice da considerare.

Se infatti tale processo interessa tutti, però non tutti hanno da perdere allo stesso modo. Quando ci fu la prima rivoluzione industriale erano i nobili che abbero a perdere di più rispetto al loro status e al loro tenore di vita, mentre nasceva la nuova società borghese che di fatto spazzò via un ordine sociale di radice medioevale e millenario.

Quando arrivò poi subito dopo la seconda rivoluzione industriale, furono i vecchi ordinamenti giuridici a venire spazzati via e con essi la pratica del colonialismo che era stata il nerbo della crescita economica, politica e culturale in occidente. Entrambi i processi ebbero bisogno di secoli per realizzarsi, tanto che in parte riuscirono a sovrapporsi. Non è diverso per questa rivoluzione che di nuovo mette in discussione tutti i fondamentali dei nostri ordinamenti ed accade così repentinamente che ancora sussistono ad oggi ordinamenti precedenti la prima rivoluzione, tanto da convivere e interrogarci circa la loro diversa "qualità" di Vita. Quindi anche quelli in essere e in procinto di venire spazzati via in parte sopravviveranno e proseguiranno quest'opera "provocatoria".

Come per le prime due, anche questa rivoluzione arriva senza che la massa si sia resa conto che erano maturati i tempi. Tutti continuano e vogliono continuare solo a fare quello che hanno fatto fin'ora, con piccoli aggiornamenti, certo, ma non stravolgendo ogni rapporto socio-economico.

Mi dispiace dirlo, ma proprio questo è il problema principale alla base di tutto. Questo (attenzione) non condanna chi protesta per i diritti (fin'ora concessi, non realmente acquisiti, se no non staremmo nemmeno a parlarne perché la loro difesa sarebbe unanime) perduti, ma rimette ordine agli altri aspetti della faccenda, per esempio l'apparente assurda determinazione dell'élite (e dei suoi lacché) nel procedere con un piano che era già nelle premesse fallimentare, costringendo i governi a fare ricorso massicio a metodi apertamente repressivi e violenti che rischiano di essere contro-producenti e richiedere sempre più violenza "inutile" in quanto contro-producente.

Per capire l'arcano bisogna capire i fondamentali: di cosa è fatta la terza rivoluzione industriale? La prima era quella del tessile e del vapore, la seconda era quella dell'acciaio e successivamente dei carburanti fossili. La terza? Non se lo chiede nessuno. Qui c'è già una incongruenza (=incoerenza) importante e il metodo che propongo chiede sia per ciò data massima attenzione. Perché vuol dire che veniamo pilotati dall'emozione che sta governando al posto della logica e questo produce sempre disastri.

La terza è una rivoluzione che secondo me sarà trattata dagli storici come "ambigua" a tratti "amorfa". Non interessa infatti qualcosa di concreto come i tessuti o i metalli, anche se entrambi questi settori sono pesantemente coinvolti dal ricondizionamento produttivo. Pensiamo ad esempio ai nuovi capi in microfibra, oppure alle nuove applicazioni del carbonio (elemento non metallico) con il grafene, che promette di sostituire adirittura la plastica.

La terza rivoluzione colpisce infatti direttamente il settore delle telecomunicazioni e non quello produttivo dell'economia detta "reale", che viene interessata per ricaduta. In effetti è una contro-rivoluzione che interessa esattamente tutta l'economia reale (vedi QUI i primi due punti dello specchietto per capire di cosa stiamo parlando) rendendola sotto molti profili del tutto inutile. Ma su questo punto dovremo tornarci più avanti.

La terza rivoluzione ha certamente come supporto i semiconduttori e quindi l'elettronica, tuttavia questo è solo l'aspetto grossolano, ce ne è un altro più sottile e significativo.

Questa rivoluzione interessa i rapporti interpersonali (=tra le persone) e intrapersonali (=l'intimo delle persone) ed è eminentemente e direttamente sociale, anche se promana dal settore economico. Da qui l'estrema difficoltà nel capirne la portata e l'impatto, sull'individuo e sul suo rapporto con il Mondo. Come programmatore avevo intuito da tempo che le nuove tecnologie informatiche avrebbero guidato questa deriva socio-economica con un impatto devastante e siccome l'analfabetismo in questo settore è diffuso, era quasi impossibile rendersi conto di quanto sarebbe avvenuto. Persino tra i miei colleghi molti rifiutavano l'evidenza evidente che pure prendevano in considerazione. Come ripeto spesso infatti, tra rischi a cui siamo esposti c'è "l'autismo appreso" e altre derive dovute alla difficoltà ad entrare in rapporto con il nostro sistema emotivo. Perché la società digitale "sollecita" e "mette sotto pressione" proprio il nostro sistema emotivo, rendendolo fragile e inadatto alla semplice sopravvivenza autonoma (dal mediatore digitale).

Il centro del contenedere è la verificabilità della notizia o meglio del rapporto tra noi e il Mondo che ci circonda. Che poi è fatto di stimoli sensoriali, sostituibili da impulsi mediati dall'ente digitale, che può rendere quella verificabilità del tutto inutile, mentre promette di fare il contrario.

Dietro questo aspetto, così sfuggente, ce n'è poi un altro, più sibillino e nascosto, anche se paradossalmente più intuitivo. La rivoluzione industriale comporta anche un rivolgimento del comparto produttivo, non solo di quello del consumo. Oggi vediamo una crescita esponenziale della produzione di audiovisivi e la tendenza è in aumento.

Ora, saltiamo quelli di intrattenimento e guardiamo invece quelli di pubblico utilizzo. Ad esempio questo QUI tra i milioni a disposizione per imparare a fare qualcosa di immediatamente utile e accessibile a tutti. Estendiamolo a piacere verso qualsiasi cosa, ad esempio un officina in cui ci costruiamo il nostro veicolo (un canale che ci prova tra i tanti QUI). Teniamolo bene a mente. Uniamolo a strumentazioni sofisticate a bassisimo costo che aprono le prospettive di impiego, rendendole praticamente illimitate. Prendiamo ad esempio questa QUI per fare incisioni al laser. Cerchiamo di usare adesso la fantasia e iniziamo a immaginare la portata della rivoluzione: chiunque può con poco fare qualsiasi cosa. Basta avere spazio, tempo, voglia, seguire le istruzioni e specializzarsi.

Questa cosa suona come una campana a morto della società industriale venuta fuori dalla seconda rivoluzione, dove le competenze sono imbrigliate in processi produttivi di massa e dipendenti dall'import/export. Di fatto la morte delle élite che cavalcano l'attuale economia. Meraviglioso, ma evidentemente non per tutti.

Queste élite hanno quindi reagito, essendo esse stesse promotrici del nuovo che avanza, erano perfettamente al corrente del pericolo e della necessità di evitarne l'aspetto (per loro) più problematico. Hanno avuto molto tempo per rifletterci e mettere in campo una strategia difensiva (dal loro punto di vista). Ad essere minacciato infatti era l'intero ordinamento costituito oltre la garanzia del privilegio, per ciò doveva essere ripensato il recinto della libertà concessa, e in particolare (come avevo previsto) la proprietà doveva essere garantita in modo selettivo e non più generalizzato. Il mondo della produzione e del consumo doveva rimanere in equilibrio, ma come? Semplice, demotivando l'autoproduzione a scopo sociale. Vuoi autoprodurre qualcosa? Nessun problema, basta che questo non comporti la realizzazione di comunità autosufficienti se non in ambiti così ristretti e limitati (=eco villaggi basati su rapporti più rurali che tecnologici) da non avere poi forza per ribaltare gli equilibri e quindi spazzare via la neonobiltà del nostro tempo.

Quindi si toglie la proprietà che rende possibile una società autonoma e capace di produrre da sé quanto gli occorre per esempio con l'eliminazione del contante e si offre di contro un economia, fatta da moneta vincolata all'azione morale, per esempio guadagni se accompagni le vecchiette nell'attraversare le strisce, che però puoi spendere solo per le cose che ti vengono concesse. Non per tutto. Quindi un economia che obbliga a rimenere dipendenti da un sistema che non sarà più industriale e di massa, come abbiamo imparato a conoscerlo, ma personalizzato e basato su micro-produzione. Non sarà locale, ma digitalmente connesso, tra cose e persone.

Apparentemente quello che voglio potrò averlo, nonostante non tutto mi sarà concesso, perché siccome noi possiamo desiderare solo quello che conosciamo, verremo a conoscenza solo di quanto virtualmente messo a disposizione dal sistema. Quindi a tendere la riduzione delle autonomie non verrà avvertita come tale!!!

Come con il supermercato ma virtuale. E' questo passaggio che scoperchia per chi lo vuol vedere quello che si sta cercando di fare. Poi a recinti chiusi non sarà più visibile allo stesso modo.

In un certo senso la società del futuro (per la maggioranza allineata) sarà come un bar fatto da macchinette automatiche: ordini, spingi il bottone e questo caca fuori quello che ti occorre. Dietro a lavorare, dalla raccolta della richiesta fino al servizio che ti fornisce quanto chiesto, robot. Ma nonostante ci sarà ogni ben di Dio, tutto quello che verrà messo a disposizione non sarà per tutti e non sarà dato seguendo metri di quantità, ma concesso e guidato, oppure apertamente perseguito.

L'Uomo sarà per ciò esentato dal lavoro e come ho detto poco sopra, disincentivato all'autoproduzione. Sarà un uomo nuovo, più coglione, più menefreghista, più asociale, più amorfo, più convinto della sua propria superiorità. Ma non sarà l'Uomo del futuro e dovrà convivere con realtà che lo metteranno in pieno contrasto evidente con il suo proprio fallimento. Realtà di sofferenza e degrado così vicine ed evidenti che marcheranno impietosamente questa sconfitta. Sarà per ciò necessario dipendere dalla virtualità e da un meta-mondo, cioé una realtà surrettizia e sostitutiva, per "reggere" una vita così deprimente per quanti vi avranno aderito.

In altre parole l'affetto (che le nuove comunità parallele e di minoranza saranno chiamate a difendere) che è energia ed è ciò che ci permette di vivere, verrà meno e con la sua rarefazione la realtà che ci circonda prenderà le sembianze di quella specifica gretta solidutine tipica degli ambienti più lussosi della élite, dove c'è tutto a livelli materiali e in tale opulenza da diventare nauseante, però mancano i fondamentali emotivi. Fara cacare a un punto tale che continue correnti di pensiero insopprimibili spingeranno verso la fuga da tutto questo. Ma non potrà essere una fuga "fuori" perché questa realtà sarà ovunque, per ciò sarà una fuga "dentro" e gli effetti di questa fuga li vediamo bene in atto già da adesso.

In futuro queste tendenze saranno sempre più marcate e alla fine prenderanno il sopravvento, ma perché ciò accada è bene lavorare adesso per preservare quel minimo sufficiente di "umanità" da permettere che i semi del domani possano tornare a germogliare.


Cristoduli, alpho e ducadiGrumello hanno apprezzato
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emilyever
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Post: 256
 

"Spegni il mondo, Jena"... talora penso che non ci sia che questa soluzione, e ricominciare da capo


oriundo2006 hanno apprezzato
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oriundo2006
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Post: 3172
 

Emily: Prima però vogliamo levarci qualche sfizio o no ? Ummm ummm ce ne sono parecchi…direi !


emilyever hanno apprezzato
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BrunoWald
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Post: 427
 
Postato da: @gioco

Una autorità politica di governo che sta manifestando un po' ovunque per la seconda volta nella storia degli ultimi secoli (la prima è stata con le dittature che hanno portato alla seconda guerra) un volto tirannico. La differenza più lampante questa volta però è che in passato le tirannie (sorrette dagli stessi identici centri economici e religiosi e per ciò diffuse in st'accidente d'occidente un po' ovunque) godevano di un largo appoggio e avevano una base ideologica con cui sostenersi,

Infatti si tratta di due fenomeni completamente diversi, ed anche opposti per caratteristiche e significato. Allora, sia nel caso dei fascismi che del comunismo, ci fu il tentativo di mobilitare le masse per coinvolgerle in un progetto politico che implicava una specifica visione del mondo, una nuova concezione della società e della storia, e comprendeva la creazione di una cultura, persino di un'estetica; in tale progetto i sacrifici richiesti al singolo erano orientati al futuro, a qualcosa che trascendeva l'individuo: la nazione, la classe, la stirpe...

Oggi assistiamo a un progetto oligarchico tendente alla smobilitazione delle masse e all'atomizzazione della società, fino all'estremo di creare universi fittizi individuali (vedi il metaverso di Zuckerberg), un progetto carente di qualunque tensione ideale o visione del mondo che trascenda il puro egoismo cannibalesco di una cupola di sociopatici, e in cui la cultura e l'estetica sono del tutto assenti, rimpiazzate da uno scientismo d'accatto ridotto a volgare truffa, a circonvenzione d'incapace.

Coerentemente con tale quadro desolante, i sacrifici richiesti al singolo fanno leva sulla mera vigliaccheria, sull'"io speriamo che me la cavo", e sono indirizzati esclusivamente alla presunta sicurezza fisica hic et nunc, in attesa della prossima dose. Non a caso, simbolo iconico dell'uomo fascista fu il soldato che si allaccia l'elmo; quello dell'uomo socialista, il proletario che passa il martello al compagno di lavoro... Mentre l'immagine che consegnerà ai posteri quest'era è quella del covidiota con doppia mascherina che "mantiene le distanze"...

In simili circostanze non ci possono essere ambiguità: identità digitale, transumanesimo e cinesizzazione vanno rifiutati in blocco e combattuti fino alle ultime conseguenze, con ogni mezzo, perché è in gioco qualcosa di ancora più importante della sopravvivenza fisica. L'incubo di Schwab & soci è incompatibile con la dignità e l'intelligenza, e finché sopravviva lo spirito umano, la lotta sarà senza quartiere. Quello del castrone amorfo e dipendente dal virtuale, che descrivi, è un destino peggiore della morte: non avranno potere su chi ha compreso questo.


oriundo2006 hanno apprezzato
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