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Perché è inadeguato il parallelo "pillola rossa o blu" di Matrix?


GioCo
Noble Member
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Come ricorderete o avrete letto, dato che la scena è stata ripresa infinite volte, il protagonista del film Matrix, Neo, riceve la possibilità da Morfeus di tornare alla quotidianità che conosce o "sapere la verità", dolorosa, faticosa, ma "verità".

Peccato che la verità non ce l'ha nessuno, tantomeno uno che porta il nome del dio del sonno.

Possiamo quindi superare l'intero concetto in modo simile a come suggeriva un altra scena, quella del ben più importante "Attimo fuggente", un film che dovremo rivedere con più attenzione, perché non è tratto da un fumetto, ma dal massimo della produzione saggistica e poetica occidentale. La scena è questa QUI, quando Keating cita Frost "due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno battuta, ed è per questo che sono diverso" che apparentemente sembra dire la stessa cosa, ma in tono meno drammatico, invece no e ce lo chiarisce la scena del fim. Infatti quando Keating invita i ragazzi a trovare il loro modo di camminare, uno di loro non si muove.  Keating gli chiede "Beh, Dalton, non partecipa?" e lui risponde "esercito il mio diritto a non camminare" dimostrando di avere capito bene la lezione, non come Neo che avrebbe solo camminato in modo più "speciale" di tutti avendo accettato la scelta come inevitabile. Cioé continuando a dormire.

Neo poteva infatti semplicemente alzarsi e andarsene o ingerirle entrambe quelle pillole. Quale effetto avrebbe conseguito? Quello di mostrare a noi che non siamo SOLO assidui bevitori di mezzi bicchieri proposti da un sistema che appare come alternativo quando è invece diversamente costrittivo (soprattutto l'imbuto percettivo del film che ci porta in quella scena, avendola caricata di alone drammatico) ma anche coloro che possono elevarsi al di sopra della condizione vigente sconvolgendone totalmente le regole, fino al punto (come ci suggerisce Jodorowsky con "la montagna sacra") di sfondare la quarta parete, anche se si tratta semplicemente di non fare niente di quanto ci viene suggerito.

Ora, tutto questo discorso che appare astratto, mi serviva solo per dire che i bicchieri che ci vengono offerti, sono comunque sempre tutti mezzi pieni. Se non ci alleniamo a elevarci al di sopra del dramma che ci obbliga a conformarci o a essere "diversamente conformati", non potremo fare altro che marciare attenti a quello che gli altri penseranno di noi, sia che questa preoccupazione ci occorra per lo stile standard da seguire "battendo le mani", sia per trovarne uno che possiamo definire poi "personale" ed unico, sperando magari che divenga per tutti un nuovo standard, come suggerisce Neo alla fine del primo film con la "telefonata dalla cabina" della sua personale regia poco prima di volare via come Superman.

Bene, se per noi tutto è solo un bicchiere mezzo pieno, indipendentemente poi dalle buone intenzioni, come per Keating o Morfeus, qual'è la parte vuota a cui non prestiamo attenzione, ad esempio qui in CDC?

Una è propria delle intenzioni di chi lo gestisce. Qui non troviamo ad esempio la poesia o la commedia, a parte forse qualche vignetta ed è giusto così. L'esercizio di elevarsi non può mai provenire dalla fonte, ad esempio il Maestro, indipendentemente dalle sue buone (e per fortuna anche cattive) intenzioni. Per ciò imparare (non semplicemente avere fede) che possiamo apprendere tanto dall'avversario quanto dal benefattore lezioni importanti, è un passo difficile ma fondamentale per la nostra crescita interiore.

Un altro esempio è quello di un sito di analisi geostrategica che ho rigidato QUI sul blog di CDC, riprendendo il titolo con cui è stato pubblicato sul canale "Italia, radiografia strategica". Il sito fa riferimento alla difesa e in particolare a quella della marina militare italiana, si nota sia per i contenuti, sia per "lo stile" delle analisi.

Ora, il nostro è un pese che si affaccia sul mediterraneo come nessun'altro paese al mondo. Rappresentiamo una lingua di terra protesa al centro di questo mare che costituisce un approdo verso l'europa (geografica prima che politica) ma anche una proiezione di potenza verso tutte le coste del mediterraneo. Siamo quindi nella posizione strategica migliore per dominarlo.

Il sito di Dario Fabbri "Limes Rivista Italiana di Geopolitica" che consiglio caldamente di spulciare (personalmente sto dando fondo a tutti i contenuti) sembra favorevole al vaccino (così come appare orientata la dirigenza militare in generale) e questo lo pone in forte costrasto con chi lotta disperatamente contro le potenti lobby americane dell'hi-tech e del farmaco.

Eppure, ci dice cose, proprio per questo, controcorrente più interessanti di quelle che normalmente troviamo in altri siti, altrettanto ricchi di spunti, come quello che cito spesso di Matteo Gracis. Capiamo bene che il distacco e l'osservazione attenta ci consente poi di zampettare tra l'uno e l'altro in modo indifferente, prendendo da ognuno quello che ci appare importante e tenendo conto di quello che invece si scontra con ciò che abbiamo fatto nostro. Non la verità, ad esempio sui vaccini che fanno bene o male, ma qualcosa che si eleva al di sopra dello scontro e che per forza di cose non si cura della verità, ma cerca confronti fertili.

Fabbri ad esempio ci dice che l'Italia se confrontata con il resto delle situazioni dei paesi anche limitrofi, non è affatto disomogenea come tendiamo a credere. Gli altri paesi che hanno una proiezione di potenza decisamente più spiccata e consapevole della nostra, se la sognano la nostra omogeneità. Precisa però che la sua non è un analisi culturale, ma geopolitica e strategica di chiara matrice militare aggiungo per puntiglio.

La visione strategica e militare, oltre ogni evidenza evidente manca platealmente qui su CDC e nonostante l'ho ribadito molte e molte volte, continua a mancare. Senza quella visione per parafrasare Fabbri "viene a mancare il punto", cioé l'arcano motivo dietro al quale poi si osservano nel concreto azioni di governo che altrimenti rimangono completamente prive di motivazione e quindi inspiegabili. Perché ad esempio la Merkel dopo tanti anni di politica molto accorta avrebbe fatto uno scivolone così plateale da dover chiedere scusa al popolo tedesco? Bastano le proteste in piazza che tra l'altro non erano mai mancate nemmeno prima? No, perché ci manca la disamina critica della situazione geopolita e strategica che è fondamentale per capire quelle dimamiche.

Fabbri ci dice chiaramente che la politica è totalmente succube di quelle dinamiche e allo stesso modo rimangono legate a doppio filo anche le lobby economico-industriali americane che ai nostri occhi, quelli di una colonia, sembrano invece dettare legge, facendoci dimenticare come la struttura sottostante, fatta di agenzie di spionaggio, di industria e ricerca militare, di comandi strategici, sia saldamente in mani militari non da adesso, ma da sempre, perché così come ha concesso alle big-tech internet, domani può tirare fuori qualcosa di nuovo e spazzare via in un attimo le grandi industrie che sono nate attorno a questo business, rimpiazzandole con invenzioni custodite gelosamente in cassetti difesi con estrema perizia e date "in concessione" con il contagocce (come ci ha svelato Snowden tramite un preciso patto) ad altre industrie che sembrano poi sorgere come funghi dal nulla (o dai garage se preferite).

Quindi, ad esempio, la conseguenza e che se noi abbiamo internet certa difesa americana ha tecnologie che non diffonde perché all'occorrenza queste avranno valenza strategica e geopolitica sostitutiva da spendere al momento opportuno. Non ora. Perché il giorno in cui saranno spese ce ne saranno già altre sotto che ne garantiranno il superamento a tempo debito e il cui rilascio quindi non sarà mai casuale come ci viene fatto pedissequamente credere. Un altra conseguenza è quella che cita Fabbri e cioé che l'illusione di un potere economico è dato unicamente dalla condizione coloniale che sempre ha orientato poi le politiche verso una visione economicistica della prospettiva geopolitica per volontà diretta della stessa potenza centrale. Cosa che rende per forza deboli i confini dell'impero anche se ne garantisce la dipendenza succube rispetto poi la struttura burocratica che inevitabilmente regge l'impero, sia esso quello dell'antica Roma che il più recente americano.

Poi ci dice anche che l'Italia non è messa peggio di altri paesi, ma la condizione propria dell'età media molto alta, simile al Giappone in assenza di una cultura rigidamente verticale, finisce per farci mancare la nostra proiezione di potenza residua (aggiungo, avendo anche una debolissima quanto più efficace "appartenenza orgogliosa" alla propria Nazione) tanto da ridurci ad ogni confronto a fare da tappettino pulisci-scarpe per qualsiasi altro paese, al limite fantozziano del termine.

Questo fa certamente il gioco delle potenze stranere che vengono da noi a fare shopping facile, rendendo probabilmente la nostra casta politica una delle più corrotte e imbecilli del mondo. Questa però non è di certo una strategia logica e di buon senso, ne una condizione che può essere retta a lungo, come nella commedia "Arlecchino servo di due padroni" che diremmo noi, peggiora soltanto se aumentano i padroni all'infinito. La soluzione infatti della politica nostrata fin'ora è stata "se un padrone non basta, meglio averne un altro di riserva" e proviene dalla think tank di matrice fabiana legata a Dalema. Quella da cui provengono "Jinn" come Speranza per intenderci.

Questo vuol dire che @GioCo è per la guerra? No, solo che se vogliamo essere consapevoli e vogliamo il bene nostro, dobbiamo però anche essere realisti e non accettare semplicemente il mezzo bicchiere pieno o vuoto tenendo la testa tra le nuvole.

Occorre salire sul tavolo guardando dall'alto e dentro di noi.


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