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Propaganda = Matematica Emotiva


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Purtroppo al solito ho poco tempo, soprattutto pochissime energie e tanto da fare, per ciò dovrò essere breve ed essere brevi significa anche introdurre necessariamente molte imprecisioni.

Uno dei punti caldi del contendere odierno è quello che potremmo definire metaforicamente un "atteggiamento rivoluzionario". Cos'è "rivoluzionario" oggi?
Tante cose che apparentemente non lo sono o almeno non dovrebbero esserlo perché erano la norma se solo torniamo indietro di un secolo. In effetti la perdita di memoria storica odierna è abbastanza sconcertante e di fatto sconcerta, opprime, ottunde, cioè procura quell'effetto che militarmente possiamo inquadrare come "gettare confusione tra le file nemiche". Il che ci porterebbe inevitabilmente a dire che noi, popoli civili e occidentali, siamo di fatto "il nemico".

Se si guardano le conquiste dell'ultimo secolo per quanto riguarda ad esempio il benessere ci pare cristallino e il movente che forse non era chiaro negli anni '90, come non era chiaro il fine della manovra politica in corso dopo tangentipoli e mani-pulite, ma oggi abbiamo abbondanza di tutto ciò e possiamo ad esempio aderire alla teoria che il mondo sia incorso di de-dollarizzazione.

Ma allora il Pascoli, il Leopardi e il Carducci che centrano?!? Insieme a Manzoni, Foscolo e tanti altri rappresentano movimenti di pensiero, quindi a grandi linee filosofie, strutture per idee che producevano cultura ma anche e soprattutto azione politico e militante per la mente che intendeva dare al mondo azione guidata da principi. Ora, che un principio sia giusto o sbagliato è tutto da dimostrare. Un principio è un principio, il punto se mai è capire cosa ci consente di abbracciarlo e farne arte, cultura e azione pratica. La risposta è banale quanto disarmante: l'emozione.

I circuiti attenzionali fanno coppia fissa con i circuiti emozionali, i primi legano i sensi alle strutture motorie del corpo, rendendo il corpo intero una specie di macchina che riceve lo stimolo dall'ambiente, elabora un significato e risponde con un comportamento, i secondi che iniziamo appena adesso a intravvedere a livello di studi in neuroscienze, connettono il sistema nervoso a quello endocrino e limbico; lo stimolo in questo caso non si limita a produrre un comportamento, ma produce una fioritura e una potatura di connessioni nervose, in altre parole modella il sistema nervoso e quindi incide direttamente la memoria, la costruisce letteralmente e per tramite delle emozioni. L'idea che era dei nostri padri, quella che ci riporta alla semplicità con cui emozioni e memoria venivano inscindibilmente considerate l'una organica all'altra, sta forse accendendo un timido lumino di allarme nel cimitero della contemporaneità moderna e delle sue pie illusioni educative tutte concentrate sulla mera disciplina vuota e riferita a se stessa. I circuiti emozionali come concetto sono una novità assoluta (per noi utonti, ma è come la scoperta dell'acqua calda) che ha proposto la dott.ssa Daniela Lucangeli dell'università di Padova specializzata in psicologia dello sviluppo e laureata in filosofia ma anche molto preparata in materia neurologica. Ricordo che l'università di Padova è quel luogo ameno da dove Rizzolati ha coordinato il team che ha "scoperto" i neuroni specchio, per ciò si tratta di una fonte di tutto rispetto circa l'argomento.

Qui però c'è infinitamente di più che quello che appare a un esame superficiale e temo per ciò che la straordinaria forza di questa novità semplice, sconcertante per la sua propria banalità, non avrà l'impatto che merita. Proprio perché banale e il rischio è che venga banalizzata strumentalmente. Il problema infatti è che se noi non abbiamo più un rapporto tra emozioni e memoria questo è dovuta a una scelta militare precisa, non è una cosa accaduta in modo involontario ma progettata scientemente e se si esplora la storia con la consapevolezza corretta, questo è limpido quanto agghiacciante. Noi NON dobbiamo riprendere il controllo delle nostre emozioni: questo per la struttura attuale delle gerarchie in essere non è opinabile, come non è opinabile che l'emozione deve rimanere ostaggio della propaganda (o pubblicità che è detto serenamente essere "l'anima del commercio"). Come (se non peggio) non è possibile fare opinione di tanti altri argomenti che mettono in profonda crisi lo "status quo" vigente. Ad esempio non è possibile dibattere serenamente circa la questione gender, immigrazione o banalmente portare dei bambini di una classe ai giardinetti e dire loro: "fatevi tutto il male che riuscite, feritevi, sporcatevi, fate a botte, ma state attendi solo a non ammazzarvi", cioè usate il giardinetti per rendervi conto di qual'è il confine tra ciò che è veramente pericoloso per il corpo e ciò che può essere tranquillamente tollerato, perché fa solo male ma non mette a rischio l'integrità psicofisica vostra e altrui, anzi, la irrobustisce tramite l'esercizio del dolore e del disagio. Perché se si concedesse una cosa del genere, noi cresceremmo tutti con l'esatta consapevolezza di cosa significa combattere e quindi fare una rivoluzione, sapremmo dare un valore alla perdita sia fisica sia sociale e saremmo in grado di controllarne gli effetti, di renderci pienamente responsabili di scegliere se provocare o ammazzare. Cioè saremmo in grado di operare una scelta sociale rivoluzionaria e di sapere quanto costa effettivamente.

Non solo, ma avremmo in testa una matematica emotiva, ad esempio sapremmo lucidamente cos'è un attivatore e la scuola non sarebbe semplicemente un istituzione normata ma un luogo dove si coltivano emozioni, funzionali al programma scolastico e alla necessità sociale. Allora avremmo certamente Foscolo e i suoi Sepolcri, ma anche Ungaretti con l'Allegria, cioè con la piena consapevolezza che la forza dell'emozione, come avrebbero plaudito i Romantici, sottende tutti i processi razionali e da loro la forza per esistere.

Senza la necessaria rimessa al centro dell'attenzione umana emotiva autocosciente, la condanna è una sola e inesorabile: crepare e male, tutti.

Discettare sul "come" mi sembra abbastanza grottesco, ma fate voi, questa è solo la mia umile e miserabile opinione.


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