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REGRESSIO IN ANIMAL


mystes
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Scusatemi se il titolo del post non è corretto, l’ho letto in rete e non ne conosco la fonte.

Volendo rispettare gli animali, visto che ormai stiamo perdendo il rispetto per gli esseri umani, ricordo che pochi giorni fa CdC pubblicò un articolo sulla “inversione dei valori”, una caratteristica dei tempi (Esiodo, Età del ferro) che viviamo.

Oggi, in un post apparso su CdC ho visto l’immagine su riprodotta che a mio avviso raffigura l’evoluzione, in senso darwiniano, dell’uomo moderno. (A proposito della teoria dell'evoluzionismo, credo che Darwin avrebbe fatto meglio a occupare il suo tempo giocando a scacchi!...)

Logicamente mentre l’uomo, come vediamo nella foto, si riduce al guinzaglio, il cane che normalmente sta al guinzaglio, non si eleva in senso verticale, non ha una evoluzione dall’orizzontale al verticale, continua nella stessa posizione in cui lo vediamo anche nei mosaici di Pompei. Ed il cane, come è a tutti noto, continua a fare il cane e lo fa anche molto bene, come il mio cane lupo mi insegna tutti i giorni.

Ergo: il cane conserva la sua dimensione fisica di cane, l’uomo no, l’uomo non vede l’ora di stabilire una parentela, non solo fisica, con le bestie. Una spiegazione ci sarà: io ne tento una e la sottopongo all’attenzione dei lettori di CdC.

L’uomo è stanco di continuare ad essere uomo. In altri tempi (Grecia classica) aspirava a “diventare simile a un dio” e all’epoca di Dante sognava di conquistare “la natura angelica”, che avrebbe conquistato solo nel Paradiso, dopo un lungo e sofferto cammino, dove aveva il suo trono l’immortale Beatrice.

Oggi l’immagine su riprodotta mostra un uomo (o un’umanità) che sogna e aspira “alla natura canina” alla dimensione animale.

Certo, di progressi ne abbiamo fatti tanti, specialmente nella meccanica e nella scienza positiva, (che diamine, siamo andati sulla Luna e abbiamo internet!) ma se questo cosiddetto progresso ci deve condurre a una “regressio animalium” (non solo metaforicamente) non c’è da stare allegri; d’altra parte, cosa dovevamo aspettarci? che il progresso ci portasse verso la condizione angelica sognata da Dante o verso la bruttezza selvaggia e demoniaca dei “gay  pride”? In teoria aspiravamo alla condizione migliore, ma la realtà sta mostrando una faccia diversa e soprattutto feroce (come sanno essere i cani quando si arrabbiano). Cosa è successo, abbiamo perso la scommessa che Faust ha fatto con Dio?

Questa argomento è stata modificata 10 mesi fa da mystes

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oriundo2006
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Registrato: 2 anni fa
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Direi una serie di cause concomitanti. I 'fatti sociali' sono sempre 'ambivalenti' nel senso che hanno spiegazioni anche divergenti fra loro che non sono 'opposte' ma intessute di una profonda reciprocità.

La prima causa: decadenza del genoma umano per influsso di campi elettromagnetici, falsi antivirus al grafene, generale senso di impotenza unito alla percezione terribile che siamo davvero alla fine del mondo: il nostro. Uso smodato di droghe, alcool, annebbiamenti dovuti a psicofarmaci, sesso utilizzato in modo delirante come per tutto il corpo umano a ben vedere, fanno il resto per provocare un abbassamento autoindotto ed eteroindotto della coscienza, utile a diminuire la pressione sociale all' uniformità coatta. L' istinto di ribellione essendo permesso ed anzi ampiamente volgarizzato nella moda costituisce l' ultima 'spinta' all'esaltazione della 'diversità': una 'diversità' che produce una contro-uniformità su base 'tribale' e 'sessuale' ( oggi molto in voga ).

La seconda: esiste una catena di esseri che vanno dal mondo animale a quello umano, che è 'tratto' da questi alloquando l'anima 'animale' viene 'insufflata' in quella adamica per opera del Signore, potenziandola e per via di incarnazioni successive 'depurandola' dai tratti più ferini.

Il risultato è l' ominazione, che è un percorso per differenziazioni successive e per progressivi aumenti di quello che chiamiamo 'umanità', che è finale Coscienza del Tutto a cui siamo uniti, uomini ed animali, mondo naturale e mondo delle 'essenze sottili' comprese.

Seguendo questo pensiero, la regressione ha una base evidente allorquando esiste un rapidissimo ingresso di 'anime' non preparate da una appropriata 'catena' di vite precedenti: anime 'nuove' per cui la regressione appare facilitata dall' imprinting ancora potentissimo delle proprie vite precedenti in un ambito strettamente animale...ed il cane non è forse il miglior 'amico' dell' Uomo, destinato attraverso le cure che riceve ad avere anch'esso ( o anch'egli ) posto nel nostro terribile mondo...? ( pensiero da estendere ai cosidetti 'selvaggi' delle epoche anteriori ).

Dunque la regressione è spiegabile almeno in parte da questa 'immaturità complessiva di una parte cospicua dell' Umanità, non ancora giunta allo sviluppo del Pensiero e della Coscienza come differenziata dalla legge del clan, che cerca invece di reiterare nelle mille forme in cui questa 'legge del clan' oggi si rifrange, con un immenso posto nelle dinamiche sociali e politiche attuali: gregarismo che costituisce l' onda lunga dell' imprinting animale, in particolare per le specie vocate alla successiva ominazione per via del contatto 'servile' col mondo umano.

Quest' ultima idea non ha posto nel decerebrato occidente, intossicato dall' idea di progresso materiale e delle sue realizzazioni tangibili, ed assai meno preoccupato della salute mentale del soggetti verso cui si applica invece un 'moderno' orrendo lavaggio mentale, estremamente amplificato nei settori del lavoro, in cui vi viene introiettata una specie di 'seconda natura' che sostituisce la propria personale identità e volizione denegata di importanza per essere utilizzata come semplice 'forza lavoro' anonima anche quando è apicale o ben pagata ( segno solo del successo della dominazione interiore ).

A questo punto la regressione pare paradossalmente un grido di aiuto di 'animali-uomini' che privati dalle fonti veraci della propria 'umanità', che sono essenzialmente mentali da acquisire per via religiosa, 'via iniziatica' antichissima ( per precedente l' epoca post-diluviana ) per via di una tremenda pressione socio-identitaria massificata, gridano la propria soggettività regredendo al mondo che è loro più 'familiare', in quanto è l' unico modo 'rapido' relativamente permesso per farlo ed è l' unico modo a loro disposizione data la povertà complessiva in senso spirituale della nostra società.

Da tutto ciò si misura il FALLIMENTO EPOCALE DELLE RELIGIONI OCCIDENTALI ed il connesso fallimento spirituale della nostra società.

Allorquando il moralista vi vede qualcosa da censurare e da reprimere, le persone più avvertite vi vedono invece la scissione tremenda tra gli individui di un'epoca malata ed il crollo delle loro potenzialità spirituali, non avendo queste una base religiosa VALIDA su cui 'fissarsi' per procedere, base necessaria che ha costituito nelle diverse 'forme' storiche in cui si è 'individuata', la chiave necessaria per 'raddrizzare' un DNA altrimenti destinato ad aggrovigliarsi su sè stesso come le pianticelle di un orto privo di un sostegno.

Questo oggi manca e questa mancanza, e non certo queste forme degradate di protesta, costituiscono il segno ineludibile della prognosi infausta per quello che ci attende.

 


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mystes
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FALLIMENTO EPOCALE DELLE RELIGIONI OCCIDENTALI

FALLIMENTO EPOCALE DELLE RELIGIONI OCCIDENTALI "MONOTEISTE".


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