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Sulla guerra civile

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BrunoWald
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@Pelageja

 

“Non bisognava essere “scemi”: bisognava essere antifascisti,”

Detto in altri termini, bisognava mettere la parte al di sopra del tutto: poiché la disfatta era l’unico modo per eliminare il fascismo, ben venga la disfatta! Oggi paghiamo con gli interessi le conseguenze di questa mentalità.

“Tra il ’20 e il 1943 l’antifascismo non aveva forze sufficienti per abbattere da solo il fascismo”, anche perché quest’ultimo godeva sostanzialmente del consenso degli italiani, e qualche motivo ci sarà pur stato.

L’esercito USA non “passò di lì”: stava invadendo l’Italia. E solo degli sciocchi potevano credere che ci aiutassero disinteressatamente. Ma i capi del CLN non erano affatto stupidi: consegnarono l’Italia allo straniero per poi riceverla da questi in amministrazione fiduciaria.

“Inutile scrivere qui un saggio su cosa fu quel fascismo”

Anche perché bisognerebbe scrivere un saggio parallelo su cosa fu l’antifascismo e quali furono i suoi frutti, e non è affatto detto chi uscirebbe peggio dal confronto.

“Il fascismo di oggi, a guida USA, è nella sostanza identico…”

Se fosse vero, significherebbe che si è rimpiazzato un fascismo “autoctono”, che in qualche modo perseguiva gli interessi dell’Italia, con un fascismo straniero molto più potente e pericoloso, che dell’Italia è nemico. Una mossa magistrale!

“La guerra civile non scoppiò nel ’43, ma già negli anni ’20.”

Vero: una parte voleva instaurare in Italia una dittatura comunista, e l’altra parte si opponeva. Nella vita può capitare di essere nemici, quel che è intollerabile è la pretesa superiorità morale, di “rappresentare lavoratori e contadini” mentre gli altri sono illegittimi e usurpatori. I marxisti rappresentavano se stessi: come in Russia e altrove, dove appena possibile iniziarono le esecuzioni e le deportazioni; prima di nemici, e una volta esauriti questi, di “compagni che sbagliano”.

Molti fascisti erano persone comuni tornate dalle trincee col sincero desiderio di costruire un’Italia migliore e che, poste di fronte a una scelta, videro nella borghesia il male minore.
Col senno di poi, ritengo che si sbagliarono: ma come dice il detto, del senno di poi son piene le fosse.

“Tutto sta nel fare una scelta di valori, che è scelta di campo. Sempre di patria si tratta, ma è la scelta fra due diversissime idee di patria.”

In termini pratici: da un parte un paese sovrano, dall’altra una colonia anglo-americana. Perché se non si atterra sul terreno concreto, caro amico, i discorsi sui “valori” sono solo fumo.

“Quindi il PCI nel ’43 non agevolò o scatenò da solo alcuna guerra civile”

Nel ’43 il PCI si assunse coscientemente la responsabilità di scatenare una guerra civile: una nuova, perché quella che dici tu era finita da quasi vent’anni. Una guerra civile che Mussolini voleva evitare, mentre gli agguati gappisti avevano appunto lo scopo di far prevalere la fazione fascista più radicale: la guerra fratricida fu cercata attivamente, nel mezzo di un conflitto in cui si decideva il destino della nazione.

Le rappresaglie nemiche sui propri civili non erano “messe in conto”: spesso erano perseguite deliberatamente, . perché funzionali ai piani rivoluzionari di Longo & soci. In ogni caso i tedeschi “macellarono” assai meno italiani degli angloamericani alleati del CLN, e sempre come rappresaglia, mentre i Liberators bombardavano indiscriminatamente i quartieri popolari delle nostre città.

Senza dubbio la resistenza (cioé quelli in buona fede) fu tradita dai vertici del PCI e di tutti gli altri partiti. Ma chi segue della gente che in tempo di guerra si riunisce col nemico, che riceve ordini e armi da quello stesso nemico che bombarda le nostre città, cos'altro si aspettava?

“…dopo la fine della ricostruzione economica industriale e militare dell’Italia, avrebbero dovuto intimare agli USA: “grazie per l’aiuto ma ora facciamo da soli, sgomberate l’Italia dalle vostre basi, truppe e agenti segreti, grazie”.

Bravo, un pò di senso dell’umorismo ci vuole, ogni tanto… Purtroppo, era già stato deciso tutto a Yalta, senza chiedere il nostro parere.

Oggi tutti gli italiani di buona volontà dovrebbero appianare il più possibile le loro divergenze e fare la loro parte per il loro paese.

Su questo mi trovi d’accordo. Purtroppo, solo per fare un esempio, ancora non saremmo capaci di onorare nella stessa cerimonia i caduti della Repubblica Sociale e quelli della Resistenza, e sentirli tutti come nostri. Perché non siamo un popolo maturo. Unica nota di relativo ottimismo: saranno le alte sfere a incaricarsi di farci svegliare tutti molto presto - hanno già iniziato - e i meno addormentati si troveranno in leggero vantaggio...

Un saluto cordiale.

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LuxIgnis
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Ma scusa tanto, non voglio entrare in merito e sicuramente ci saranno delle verità, ma a me sembra che i primi governi che governarono la repubblica italiana appena nata furono condotti dalla DC e con l'aiuto anche di una certa destra liberale come il PLI. Quindi chi consegnò l'Italia agli americani furono i democristiani. Magari anche i comunisti erano d'accordo (e sicuramente qualche responsabilità i vertici di allora ce l'hanno) ma casomai le colpe vanno ben distribuite.
Detto nel modo dell'articolo sembra che furono i comunisti a governare  e spingere l'Italia sotto il vessillo americano, cosa che non è mai accaduta, a meno che non intendiamo la DC come una falange comunista.


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mystes
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@Pelageja: Rispondo

“Non bisognava essere “scemi”: bisognava essere antifascisti,”

Cioè, bisognava essere di parte: poiché la disfatta era l’unico modo per eliminare il fascismo, ben venga la disfatta! Oggi paghiamo con gli interessi le conseguenze di questa mentalità.

Perfettamente d’accordo!

“Tra il ’20 e il 1943 l’antifascismo non aveva forze sufficienti per abbattere da solo il fascismo”, anche perché quest’ultimo godeva sostanzialmente del consenso degli italiani, e qualche motivo ci sarà pur stato.

L’esercito USA non “passò di lì”: stava invadendo l’Italia. E solo dei deficienti potevano credere che ci aiutassero disinteressatamente. Ma i capi del CLN non erano affatto stupidi: consegnarono l’Italia allo straniero per poi riceverla da questi in amministrazione fiduciaria.

E’ andata esattamente così!

“Inutile scrivere qui un saggio su cosa fu quel fascismo”

Anche perché bisognerebbe scrivere un saggio parallelo su cosa fu l’antifascismo e quali furono i suoi frutti, e non è affatto detto chi uscirebbe peggio dal confronto.

Sul fascismo sono apparsi numerosi saggi di storici equilibrati ed onesti, come Renzo De Felice, pertanto chi vuole informarsi non ha che il problema della scelta. La maggior parte delle persone non cercano una informazione storica, ma la “versione faziosa dei fatti”, il più delle volte di matrice "resistenziale". Tale versione, quasi sempre era forgiata o in Via delle Botteghe Oscure o a Piazza del Gesù…

“Il fascismo di oggi, a guida USA, è nella sostanza identico…”

Anche se fosse vero, significherebbe che si è riusciti a rimpiazzare un fascismo “autoctono”, che in qualche modo perseguiva gli interessi dell’Italia, con un fascismo straniero molto più potente e pericoloso, che dell’Italia è nemico. Una mossa magistrale!

Non sono d’accordo! Il fascismo è stata una creazione italiana ed esclusivamente italiana, ispirata (a volte male e sguaiata) alla civilizzazione romana. In USA è nato e si è sviluppato un capitalismo gretto e aggressivo, con pretese di dominazione mondialista, basato sulla priorità del dio denaro, sviluppato dai costumi e dalla mentalità materialistica del popolo americano, che concepisce l’imperialismo come una forma di dominio alimentato dalla potenza dell'economia bellica e dalle speculazioni di borsa (Ezra Pound che era americano spiega molto bene questa fallacia degli americani nelle sue opere).

“La guerra civile non scoppiò nel ’43, ma già negli anni ’20.”

Vero: una parte voleva instaurare in Italia una dittatura comunista, e l’altra parte si opponeva. Nella vita può capitare di essere nemici, quello che è intollerabile è la pretesa superiorità morale, di “rappresentare lavoratori e contadini” mentre gli altri sono illegittimi e usurpatori. I marxisti rappresentavano se stessi: come in Russia e altrove, dove appena possibile iniziarono le esecuzioni e le deportazioni; prima di “nemici”, e una volta esauriti questi, di “compagni che sbagliano”.

Molti fascisti erano persone comuni tornate dalle trincee col sincero desiderio di costruire un’Italia migliore e che, poste di fronte a una scelta, videro nella borghesia il male minore.
Col senno di poi, ritengo che si sbagliarono: ma come dice il detto, del senno di poi son piene le fosse.

Sono d’accordo, negli anni venti “i rossi” diedero il via alla fase iniziale del loro tentativo di instaurare in Italia un regime comunista di chiara ispirazione bolscevica. Il tentativo fu prontamente rintuzzato dai gruppi italiani (non solo fascisti) che nutrivano gli ideali patriottici e nazionali dell’Italia uscita vittoriosa da una “grande guerra” di riscatto nazionale.

A parte tutto i “rossi” hanno sempre cercato lo “scontro” e fomentato la “divisione” tra gli italiani.

“Tutto sta nel fare una scelta di valori, che è scelta di campo. Sempre di patria si tratta, ma è la scelta fra due diversissime idee di patria.”

In termini pratici: da un parte un paese sovrano, dall’altra una colonia anglo-americana. Perché se non si atterra sul terreno concreto, caro amico, i discorsi sui “valori” sono solo fumo.

Si, si si, “da un parte un paese sovrano, dall’altra una colonia anglo-americana”. Noi stiamo e staremo sempre dalla parte di una nazione sovrana libera e indipendente, regina del “mare nostrum” e gelosa dei propri confini. U.S Go Home.

“Quindi il PCI nel ’43 non agevolò o scatenò da solo alcuna guerra civile”

Nel ’43 il PCI si assunse coscientemente la responsabilità di scatenare una guerra civile: una nuova, perché quella che dici tu era finita da quasi vent’anni. Una guerra civile che Mussolini voleva a tutti i costi evitare, mentre gli agguati gappisti avevano appunto lo scopo di far prevalere la fazione fascista più radicale: la guerra fratricida fu cercata attivamente, nel mezzo di un conflitto in cui si decideva il destino della nazione.

Le rappresaglie nemiche sui propri civili non erano “messe in conto”: erano perseguite deliberatamente. Sostenere il contrario è un insulto all’intelligenza. In ogni caso i tedeschi “macellarono” assai meno italiani degli angloamericani alleati del CLN, e sempre come rappresaglia, mentre i Liberators bombardavano i quartieri popolari delle nostre città per togliersi lo sfizio.

Senza dubbio la resistenza (cioé quelli in buona fede) fu tradita dai vertici del PCI e di tutti gli altri partiti. Ma chi segue della gente che in tempo di guerra si riunisce col nemico, che riceve ordini e armi da quello stesso nemico che bombarda le nostre città, cos'altro si aspettava?

“…dopo la fine della ricostruzione economica industriale e militare dell’Italia, avrebbero dovuto intimare agli USA: “grazie per l’aiuto ma ora facciamo da soli, sgomberate l’Italia dalle vostre basi, truppe e agenti segreti, grazie”.

Bravo, un pò di senso dell’umorismo ci vuole, ogni tanto…

Non è senso dell’umorismo! È ciò che l’Italia avrebbe dovuto fare. Ci provò timidamente Craxi, ma finì come sappiamo in esilio… Per non parlare di Enrico Mattei, ucciso dalla mafia su commissione Sette Sorrelle… (Exxon, Mobil, Texaco, Standard oil of California (Socal), Gulf oil, l'anglo-olandese Royal Dutch Shell e la britannica British petroleum)…

Oggi tutti gli italiani di buona volontà dovrebbero appianare il più possibile le loro divergenze e fare la loro parte per il loro paese.

Su questo mi trovi d’accordo. Purtroppo, solo per fare un esempio, ancora non saremmo capaci di onorare nella stessa cerimonia i caduti della Repubblica Sociale e quelli della Resistenza, e sentirli tutti come nostri. Perché non siamo un popolo maturo. Unica nota di relativo ottimismo, pare che saranno le alte sfere a incaricarsi di farci svegliare tutti molto presto - hanno già iniziato - e chi avrà le palpebre troppo pesanti è destinato ad attaccarsi...

Non potremo farlo fino a quando l’Italia continuerà sotto occupazione “alleata” e non avrà stracciato il trattato (armistizio) di pace sottoscritto a Cassibile il 3 settembre 1943.

Un saluto cordiale.

 

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PietroGE
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Uno dei limiti del fascismo è stato il complesso di inferiorità nei confronti della Germania e la paura di perdere la faccia. In realtà Mussolini doveva solo dire la verità che era davanti agli occhi di tutti e cioè che l'Italia non aveva i mezzi, le risorse materiali e umane e la voglia di entrare in guerra. L'unica forma di alleanza con i tedeschi poteva essere quella di non permettere agli alleati di usare l'Italia per un attacco contro la Germania. Sarebbe stato un duro colpo per l'immagine del regime ma avrebbe salvaguardato la sovranità del Paese e ci saremmo risparmiati il 'circo equestre' dell' Otto Settembre. Il trasformismo poi ha raggiunto vette inarrivabili con gente chiaramente fascista che, fiutata l'aria sono diventati antifascisti tanto da entrare nel PCI e nello stuolo degli 'intellettuali organici'. Il Paese non è stato consegnato agli alleati, è stato occupato, e quelli che si illudevano che sarebbe bastato ammazzare qualche tedesco e provocare qualche rappresaglia per farci passare dalla parte degli alleati e poter dire di essere anche noi vincitori della guerra sono poi stati ridotti a personale di servizio dai nuovi padroni. La DC prendeva i soldi dagli americani e il PC dai sovietici. Basta questo per descrivere la situazione dell'Italia nel dopoguerra. 


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mystes
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Pubblicato da: @pietroge

Uno dei limiti del fascismo è stato il complesso di inferiorità nei confronti della Germania e la paura di perdere la faccia. In realtà Mussolini doveva solo dire la verità che era davanti agli occhi di tutti e cioè che l'Italia non aveva i mezzi, le risorse materiali e umane e la voglia di entrare in guerra. L'unica forma di alleanza con i tedeschi poteva essere quella di non permettere agli alleati di usare l'Italia per un attacco contro la Germania. Sarebbe stato un duro colpo per l'immagine del regime ma avrebbe salvaguardato la sovranità del Paese e ci saremmo risparmiati il 'circo equestre' dell' Otto Settembre. Il trasformismo poi ha raggiunto vette inarrivabili con gente chiaramente fascista che, fiutata l'aria sono diventati antifascisti tanto da entrare nel PCI e nello stuolo degli 'intellettuali organici'. Il Paese non è stato consegnato agli alleati, è stato occupato, e quelli che si illudevano che sarebbe bastato ammazzare qualche tedesco e provocare qualche rappresaglia per farci passare dalla parte degli alleati e poter dire di essere anche noi vincitori della guerra sono poi stati ridotti a personale di servizio dai nuovi padroni. La DC prendeva i soldi dagli americani e il PC dai sovietici. Basta questo per descrivere la situazione dell'Italia nel dopoguerra. 

Ottimo commento, pienamente condiviso!

 


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Martin
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In parte concordo, ma va rammentato che quando Mussolini entro' in guerra, la guerra secondo la maggior parte degli osservatori europei del tempo era praticamente finita, grazie alla sconfitta della Francia. In quel contesto, inoltre, la decisione di entrare in una guerra ritenuta ormai facile  fu ampiamente condivisa da gran parte della classe dirigente e dell'opinione pubblica italiana. Vedasi le folle nelle piazze acclamanti la dichiarazione di guerra, in tutta Italia.


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mystes
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Si, è vero, ma sappiamo tutti che le "folle" sono sensibili alla propaganda e il fascismo su questo terreno era molto attivo ed efficiente, per lo stesso motivo le folle non sono molto credibili. Mi rifuto di credere che Mussolini abbia deciso di entrare in guerra sulla base dei clamori deliranti di piazze fanatizzate e imbonite dalla propaganda. Secondo le sue valutazioni politiche la guerra  sarebbe stata una passeggiata. Dopo il crollo della Francia, e i successi della Germania, certamente ignorava, o fu male informato, che oltre oceano era stata montata una macchina bellica che l'Asse non sarebbe stato in grado di fronteggiare. Ed in guerra, come dice il buon Clausewitz, gli errori possono essere fatali!


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Martin
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Nessuno ha scritto che la decisione fu presa sulla base dei clamori delle piazze. Mussolini sapeva che l'Italia era totalmente impreparata, ed infatti non entro' in guerra nel settembre del 1939. La decisione di entrare in guerra fu effettivamente presa nell'errata opinione - comunque predominante negli osservatori europei del tempo - che con la caduta della Francia la guerra fosse effettivamente finita, e che la GB ormai isolata si sarebbe prima o poi arresa. Tale decisione fu condivisa da gran parte della classe dirigente e dell'opinione pubblica italiana del tempo, come attestato anche dalle folle festanti in tutta Italia. E' evidente che fu un errore enorme, considerato anche che Hitler poi decise di attaccare l'Urss senza nemmeno consultare Mussolini.


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BrunoWald
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@Luxignis

ma casomai le colpe vanno ben distribuite.
Detto nel modo dell'articolo sembra che furono i comunisti a governare  e spingere l'Italia sotto il vessillo americano, cosa che non è mai accaduta, a meno che non intendiamo la DC come una falange comunista.

Certamente. Quando ci si sforza di essere sintetici l'ambiguità è sempre in agguato. Mi riferivo al fatto che il PCI era preponderante all'interno della Resistenza, ma gli equilibri politici complessivi erano un altro discorso.

Diciamo che già dal 1942 se non prima tutte le forze borghesi - monarchiche, cattoliche, laico-massoniche - si accordarono segretamente col nemico per accreditarsi come suoi fiduciari in barba al resto della nazione. In pratica, per sopravvivere accettarono di alienare la proprietà dell'Italia mettendosi al servizio degli americani. I vertici social-comunisti tennero un atteggiamento più ambiguo, forse perché speravano si desse l'occasione di una insurrezione generale, ma erano più che disposti a un compromesso con le forze borghesi, come poi avvenne in obbedienza a Yalta.

Senza essere esperto di storia del PCI, direi comunque che al suo interno la fazione più filo-sovietica fu progressivamente isolata ed esautorata, e la svolta atlantista era già consumata ben prima di Occhetto.

 


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Martin
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Attenzione: il complesso prima della guerra proprio non c'era, e' venuto dopo, a partire dal 1942, sulla base dell'abissale differenza delle capacita' e prestazioni militari


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BrunoWald
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@mystes

Lo so bene che l'imperialismo americano non ha nulla a che vedere col fascismo, comunque si giudichi quest'ultimo, anzi ne rappresenta la negazione: mi sono limitato a seguire il ragionamento dell'interlocutore, per evidenziarne la implicita contraddizione. Non a caso Ezra Pound, che essendo americano conosceva bene i suoi polli, prese le posizioni che sappiamo, compiendo una netta scelta di campo che pagò duramente.

Il fascismo, a mio parere, costituì una nebulosa composita, o se preferisci un cantiere politico in cui tutto era in fieri e dove si mischiavano elementi grandemente positivi e nobili tensioni ideali, con ambiguità, errori e storture di ogni genere - basti pensare all'insopportabile retorica parolaia. Va detto che molti fattori negativi furono imposti dalle circostanze - in primis la convivenza con le destre e col Vaticano - oltre che dal nostro carattere nazionale.

Che il fascismo in sé fosse una creazione massonica, o addirittura britannica, come sostengono alcuni, è senz'altro possibile: se così fosse, è chiaro che la creatura si rese progressivamente indipendente e intraprese un cammino proprio, ispirandosi (maldestramente) alla romanità e concependo una propria visione dello stato, cosa che ne determinò la condanna a morte da parte dei Padroni del mondo.

Per disgrazia degli italiani, l'epoca delle guerre mondiali non tollerava esperimenti ed errori di percorso, quella che avrebbe potuto costituire un'opportunità finì con l'essere una catastrofe nazionale che ci ha travolto tutti, guelfi e ghibellini, e che continueremo a pagare ancora per un tempo imprevedibile.

Questo post è stato modificato 9 mesi fa da BrunoWald

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Arian Van Heisen
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PietroGe scrive _:Uno dei limiti del fascismo è stato il complesso di inferiorità nei confronti della Germania e la paura di perdere la faccia. In realtà Mussolini doveva solo dire la verità che era davanti agli occhi di tutti e cioè che l'Italia non aveva i mezzi, le risorse materiali e umane e la voglia di entrare in guerra.-- 

Con il senno del poi è facile fare la cosa giusta---!   

Purtroppo gli USA arrivarono prima dell' Asse allo sviluppo della Bomba H altrimenti oggi parleremmo e vivremmo in un altro Mondo.

Wen Wir Verlieren die Welt kann mehr frei Sein

 

 


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PietroGE
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Quella del senno di poi vale per tutti coloro che cercano di capire la storia. La situazione dell'Italia dopo le guerre coloniali era nota a chi doveva decidere l'entrata in guerra a fianco della Germania. Il fatto stesso che l'Italia entrò in guerra quando ormai la Francia era sconfitta, tanto per partecipare a una vittoria che non aveva meritato, da una idea di come il regime non si fidava delle capacità belliche del Paese. Poi però si è scelto di andare all'avventura confidando nelle capacità tedesche e nella possibilità di partecipare ad una vittoria epocale senza troppe perdite. Più che un alleato l'Italia è stata una palla al piede della Germania, e questo Churchill lo sapeva benissimo.  Non si tratta quindi di prevedere l'esito di una guerra, ma di dare un giudizio realistico delle possibilità belliche italiane del tempo. Per partecipare a una guerra di quel tipo l'Italia avrebbe avuto bisogno di 5 o forse 10 anni di riarmo in tutti i settori e di ingenti finanziamenti. Il regime avrebbe dovuto fare una analisi realistica, senza pregiudizi ideologici, della situazione e optare per la non belligeranza perché quest'ultima era l'unica opzione che ne risultava.


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Martin
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Non solo le guerre coloniali, ma sopratutto la guerra in Spagna, che ci costo' una cifra enorme del bilancio statale per ben 3 anni (70.000 volontari e valanghe di armi). Tralaltro senza quei 70.000 volontari italiani e le armi italiane, Franco non avrebbe mai vinto, gli Spagnoli lo sanno benissimo. Il contributo italiano fu l'unico decisivo per gli esiti della guerra civile spagnola, ma ancora oggi questa evidente verita' viene nascosta.

Tornando sul punto, in tutta Europa con il crollo della Francia si pensava che la guerra fosse ormai finita e che la GB ormai isolata prima o poi si sarebbe arresa. L'errore di Mussolini fu comunque enorme, perche' Hitler non lo consulto' nemmeno prima di attaccare l'URSS, e sopratutto perche' la maggior parte degli Italiani non credeva nella guerra, dopo aver combattuto con onore la WW1.


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BrunoWald
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@PietroGE

Per partecipare a una guerra di quel tipo l'Italia avrebbe avuto bisogno di 5 o forse 10 anni di riarmo in tutti i settori e di ingenti finanziamenti.

Senza dubbio. E ancor di più si sarebbero dovute riformare le forze armate, sfrondandole della pletora di generali e ammiragli "di scuola sabauda", ossia incompetenti, arroganti, moralmente ambigui e affetti da sudditanza psicologica nei confronti del nemico, per sostituirli con ufficiali dinamici, patriottici, di mentalità moderna e con spirito di iniziativa, che in guerra sono altrettanto necessari degli armamenti e della logistica. E questo sarebbe stato senza dubbio il compito più difficile.

Tuttavia le nostre forze aeronavali, nell'estate del 1940, erano più che sufficienti ad infliggere colpi durissimi agli inglesi, se non addirittura a buttarli fuori dal Mediterraneo, anche perché il nemico si trovava in grandissima difficoltà e costretto a lottare nel Mare del Nord per la propria sopravvivenza. Questo non va dimenticato, giacché la teoria dell'"Italia impreparata" è sempre stata l'alibi con cui si sono coperte le criminali responsabilità dei vertici militari, per buttare invece la croce addosso al cadavere del fascismo.

Non eravamo certamente in grado di affrontare una guerra mondiale contro le maggiori potenze del globo, ma potevamo e dovevamo distruggere le forze inglesi nel Mediterraneo in una fulminea campagna, che ci avrebbe assicurato il controllo del Mare Nostrum e la sicurezza dei confini nazionali per un bel pezzo. Invece abbiamo lasciato le navi da battaglia alla fonda a Taranto, ad aspettare di farsi distruggere dagli aerosiluranti nemici.

Non sono invece d'accordo con te sul fatto che la non belligeranza fosse un'opzione possibile per l'Italia, in quanto Churchill e Roosevelt non avrebbero mai permesso la sopravvivenza di uno stato sovrano retto da un forte regime nazionalista in un paese strategico come l'Italia: il fascismo andava distrutto, e Roma soggiogata nuovamente, per cui tutto sommato non avevamo altra scelta che combattere. Fra l'altro, l'inevitabilità di una guerra con l'Inghilterra era nota da anni ai nostri vertici militari, che tuttavia si guardarono bene dal prepararvisi adeguatamente.


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