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Un altro sguardo nell'Abisso... Ma per pochi


GioCo
Noble Member
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Il mattino dell'Umano è alle porte, albeggia sulle forze che hanno dominato praticamente incotrastate fino l'altroieri. Lo sanno bene, lo capiscono meglio di chiunque. Il tempo non può essere fermato o pervertito (non che non ci si provi comunque, la follia non ha fine) tanto nel periodo di discesa come in quello di salita dell'Anima Mundi. Non c'è nulla da fare. Tuttavia i tentativi che lasciano il tempo che trovano in discesa e sono per lo più conservativi (per memoria dei posteri) non sono sommariamente aggressivi come quelli della risalita, anche se rimangono più drammatici, dato che l'aggressività è sempre da una sola parte, quella sbagliata e la disperazione coglie quando la Luce indietreggia. Chi perde nello "scontro" eterno perché nella fase in cui deve ritirarsi, perde comunque. Sempre. Senza soluzione di continuità. Come l'alternarsi del giorno con la notte e poi ancora...

Noi non siamo come gli altri, gli abitanti della terra di mezzo. E nemmeno come gli altri ancora, gli abitanti delle tristi terre in eterna penombra: le Lande. Cosa ci distingue ? Una certezza, l'impossibilità di accettare certi compromessi. Non ce la facciamo proprio, la nostra natura si ribella. Tirare sotto l'auto un gattino per sbaglio ci toglie facilmente il sonno e non certo perché simuliamo dispiacere. Dall'altra parte abbiamo chi compie massacri e poi va a dormire senza problemi e fa sonni più che tranquilli (se non gli occorre simulare diversamente, ovviamente).

Questo ci mette al riparo ? No... Non siamo qui per fare i Grandi e per dire che siamo migliori. Condividiamo il miserabile e viviamo esattamente come tutti gli stessi identici percorsi perversi, la stessa melma e un identica povertà spirituale. La più estrema possibile. Rimaniamo incoscienti tanto quanto tutti "gli altri". Siamo colpevoli ? Ecco, il tema centrale di questo POST. Perché il Bene non fa nulla per opporsi al Male ?

L'oscurità rende ciechi e soprattutto nasconde la sua mano mentre ravana nelle "tasche profonde" della nostra esistenza, senza che per noi vi sia modo di rendercene conto. E' "vera", nel senso di materiale o solida ? Questo è un tema caro all'Ombra che fa bene solo una cosa: bramare. Perché nulla restituisce potere a quella compagine di perduti come rendere impossibile vedere le cose come stanno. L'incoscienza è la scienza dell'ignoranza. L'unica che interessa oggi. Non a caso. D'altronde non emergiamo certo da un bel periodo di Luce... I nostri guru e sapienti, non capiscono un ca%%o... Meno degli analfabeti... Contribuiscono alla confusione generale. Perché nel tempo, l'inquisizione (che è un principio che legittima quel corpus dominante) è filtrata ovunque e ha infettato tutto.

Come la notte per l'animo. Ma non vi lascio a frasi fatte e misteriose, qui avanti approfondiremo proprio ed esattamente "il meccanismo" dell'infezione.

Si tratta di un effettivo potere immenso sulla Mente, ma perverso perché modella il senso di importanza e di significazione (=legittimazione) in modo da tenere l'attenzione dove serve: puntata sulla legittimazione (cosciente o incosciente non importa) del Male. Come già fu l'anello di Sauron è un Eggregora (forma~pensiero) con un suo corpus legittimante dal fascino irresistibile. Se non fai parte di quella schiatta, non riesci a farti accogliere, ma puoi sempre diventare complice inconsapevole (=corrotto) anche solo perché ne vieni fascinato e tanto basta per quella gente che non si fa certo scrupolo di usare chicchessia a piacimento.

Poi a chiudere il cerchio c'è sempre il senso di colpa che sigilla l'opera sauromate (cioè il pensiero rettile) che restituisce quell'aura di assoluta efficacia (del Male) e di riflesso getta nella disperazione dell'impotenza. Come non fosse possibile fare altro...

Ovviamente (ed è l'ultima ellissi lo prometto) rimanere avvinti coincide esattamente con la legittimazione di quel corpus e di quell'emanazione. Come a dire "non avrai altro potere all'infuori di me".

Il supermercato di negatività che ti si prospetta non potrà avere per la tua Mente alcuna scappatoia: se vuoi vivere e mangiare, da lì devi passare. Qualsiasi scelta del supermercato sarà equamente miserabile, ma non ti preoccupare, tanto non potrai che scegliere quello che un altro ha già deciso prima per te, assumendotene però al contempo integralmente la responsabilità. Primo perché non ti viene permesso d'essere consapevole che la tua scelta l'ha già fatta qualcun altro (anche se ti viene detto in faccia, tipo "la banca costruita intorno a te" come le prigioni) dato che il libero arbitrio è in assoluto il diritto garantito (dal Male) e per ciò non riesci a rinunciare a quello che per te è il massimo bene... Secondo, perché tu da quel potere dipendi integralmente. Non puoi farne a meno. Come il feto dal cordone ombelicale.

Allora il tema è il seguente: perché il Male ? Perché la negatività ? Quale posto ha nell'Ordine delle cose ? Perché non avere scelta ha senso ? Cosa ci rimane tra le dita senza il libero arbitrio ? Cosa serve l'alternanza tra Luce e Tenebra, tra Astri e Abissi... Noi miserabili. Cosa ?

Il Male, l'ho ribadito tante volte, è ignoranza. Non passiva. Noi "dobbiamo" ignorare per ignorare. Lo so sembra paradossale e per il pensiero (distorto) che ci accompagna non può che apparire paradossale. Vediamola in questo modo: il Buio non esiste. Qualsiasi "ricerca" in tale senso lo rende ovvio. Una caverna profonda con zero lumen è piena di Luce. Non visibile agli occhi, ma piena. Le rocce come tutta la materia esistente, i corpi che emanano calore e tanto altro, non fanno che riverberare Luce. Non potrebbero fare altrimenti. Ma noi non la vediamo e subiamo l'oscurità conseguente. Quindi alla fine, la Tenebra è esclusivamente ignoranza. Ciò che non riusciamo a vedere (nel senso di esserne consapevoli) e che si fa scudo di un limite posto al nostro sguardo (che è la nostra coscienza). Diciamo riassumento, ciò che sta oltre l'orizzonte dei nostri personali eventi "visibili". Dove la nostra attenzione cade.

Se ne siamo profondamente consapevoli, cioè che vediamo solo ciò che la nostra attenzione permette, accettare il buio (tutto il resto) in quanto conseguenza, da totalmente improbabile diventa possibile. Non è sufficiente, certamente, tuttavia senza questa cosapevolezza è molto più difficile.

Il Buio infatti non è sinonimo di Male. Di notte dormiamo e generalmente questo non è un Male, ma una necessità per recuperare energie psico~fisiche. Quindi non può essere "Male". Il Dolore in generale è associabile al Male. Ma il Dolore (sia veicolato dal corpo che dallo spirito) è una ricaduta involontaria. Per nessuno è necessario. Nemmeno per i nostri Padroni che alla fine vogliono solo una cosa: cibarsi. Se poi per cibarsi hanno bisogno del notro Dolore... E' la loro natura che glielo impone, come quella della fiera quando fa strame delle sue prede.

Di solito abbiamo molte "protezioni" a guardia dell'azione dei nostri "predatori naturali". Tuttavia secoli di dominio ha reso deboli noi e loro a un tempo. Ecco chi sono i "fragili". Tutti (oggi come oggi). Tanto chi esercita lo sterminio di massa senza vedere alternativa, come chi l'aternativa la vede bene ma non può esercitare nemmeno la più semplice critica. Così l'alba coglie tutti intenti "diversamente" nel loro peggio. Tutti nelle proprie identiche miserabili vesti, fatte di stracci scambiate per cose preziose. Perché mancava tutto fino l'altroieri, spiritualmente parlando. Quindi ci si maciullava (anche in senso fisico) l'un l'altro per inezie come norma e per lo standard di fatto.

Ecco allora che illuminare questa scena, renderla per tutti evidenza, ci porta a un punto di svolta. A riconoscerne il lato miserabile che prima rimaneva in Ombra: il lato disumano. Ma andiamo oltre perché non basta, è esattamente l'azione inquisitoria che ci interessa e che è da mettere senza remore sotto lente critica al fine di riflettere. Non altro.

L'inquisizione è abilissima a legittimare il suo corpus e delegittimare il resto. Lo fa da secoli (lo ribadisco). Quindi qualsiasi pensiero ci dovesse portare a "credere" di poterla affrontare senza essere pazienti e accorti, senza avere riflettuto e contemplato a lungo, con calma e senza avere bene piantato in testa che non si rifletterà mai abbastanza su questi temi... Senza tutto questo la possibilità che stiamo facendo il bene per fare il Male (cioè un bene inquisito o avvelenato) è quasi certezza. Si agisce in stato parzialmente inconsapevole, credendo di fare il bene, perché non riusciamo a vedere e quindi si legittima quel corpus che rimane nostro nemico.

Come si fa a "non" sbagliare ? Dato che è una possibilità che non possiamo mai permetterci di scartare per nessuno, il primo passo è rinunciare integralmente alla condanna. Di chiunque a prescindere. Con essa, di rinunciare al nostro senso di colpa che è un riflesso della colpa che abbiamo distribuito nel Mondo. Colpa che affonda le radici nel libero arbitrio. Questo vuol dire che si avalla l'atto crudele ed efferato ? Ovvio che no. Come si fa, se come ho premesso, non riusciamo nemmeno a dormire tranquilli se per il fato dovessimo porre fine alla vita di un gattino ?

Accettare o meno certe cose in piena e lucida consapevolezza è possibile solo se fai parte di quel corpus legittimante. Se no è impossibile. Chi è di quella sponda ed è parte di quella schiatta, lo sa benissimo !!! Non accetterebbero mai "uno di noi" a meno che non fosse totalmente sottomesso e comunque fino a un certo livello. Le "prove" a cui sottopongono le persone, svelano la natura di ciò che c'è dentro il corpo e non c'è trippa per gatti (come si suol dire). Se tu non sei della loro schiatta, le cose che ti vengono chieste non le fai o per lo meno non ci riesci allo stesso modo. Punto.

Vediamo allora questa "azione" inquisitoria all'opera: l'Operatore per conto della Tenebra (spesso incosciente di fare il cameriere di Moloch) va dai sostenitori (della controparte) di quello che è riconoscibile come moralmente "giusto" (aprioristicamente e quindi trasversalmente rispetto la credenza che guida ognuno e che per ciò mette insieme l'ateo con il religioso) e pone a favore di telecamere (cioè pubblicamente) una domanda provocatoria. Tipo: "manifesti a favore di quel terrorismo che ha ucciso (cifra a caso) persone innocenti ?". Per esempio del Rave Party consumato nella striscia, ma potrebbero essere i cattivi russi o il temibile Assad... Cambia nulla.

Quindi si selezionano le risposte degli utili idioti trovati...

Questa ed esattamente questa è la base cognitiva per l'instaurazione di un industria del martirio. L'Humus su cui poi è coltivata la pianta velenosa. Basta trovare qualcuno che non risponde svelto: "che ca%%o dici deficiente, di quale cifre parli e dove le hai prese le tue informazioni ?", per usare (biecamente) chi manifesta e siccome non nega, non ci riesce al momento, indirettamente legittima il Male. A questo punto, una volta fissata la cifra, semplicemente ricordandola, l'inquisizione fa il suo lavoro. Perché diventa quel pensiero, quello specifico impianto ipnotico che ti costringe ad avallare il Male anche se vuoi fare il bene. Ti costrige (ad esempio) ad avallare l'azione dell'esercito che massacra innocenti anche mentre manifesti a favore degli innocenti.

Impianto poi diffuso come un epidemia tramite i media e la ripetizione.

La cifra delle vittime inventate, diventa un mantra autolegittimante per poter massacrare vittime vere. Anche se viene dimostrato che è tutto falso con il tempo, l'industria del martirio è legittimata e l'inquisizione ha tutto il tempo di prendere sostanza e agire, producendo danni devastanti: dai sieri magici, alle scie chimiche, fino al complottismo che diffonde "fake news", gli esempi ormai si sprecano come le parole per quel Male.

Come quei sei milioni. I famigerati sei milioni... Di cui non occorre dire altro.


sarah hanno apprezzato
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sarah
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"Noi non siamo come gli altri...", nella nostra natura c'è qualcosa che ci rende particolarmente difficile l'accettazione di compromessi che agli occhi di altri non rivestono particolari significati. E proviamo disagio di fronte al danno o alla sofferenza altrui, tanto che anche la morte di un "gattino" qualsiasi perturba la nostra serenità. Parlavamo di questo in un'altra discussione. Si dice che la felicità su questa terra si può raggiungere ( o per lo meno perseguire efficacemente ) solo se si è in grado di "realizzarsi" secondo la propria natura. Questa affermazione, con profonde radici filosofiche, viene spesso distorta e abusata limitandola a contesti banali quali il successo sul lavoro, nella vita sociale ecc. Ecco, ma quanto è difficile "realizzare" una natura come la nostra, come quella che tu descrivi? Noi, che ci percepiamo e che siamo entità "reali", dovremmo allora tendere alla verità e al vero per conciliarci con la nostra natura. Un compito difficilissimo. Mi viene in mente un fattore che può giocare un ruolo fondamentale in questa riflessione: il potere decisionale. Il potere decisionale, se può essere esercitato, affascina. Esso affascina a tal punto che il suo raggiungimento è spesso considerato un obiettivo prioritario da molti. Diciamo che forse chi non lo desidera, non lo brama, è una minoranza. Il potere decisionale contribuisce grandemente alla costruzione di quella identità, forse quella di cui tu spesso parli, che è elemento imprescindibile per il nostro "equilibrio" e per il nostro inserimento in qualsiasi contesto collettivo. Anche se il nostro potere è poco, esso ci dà una sensazione di forza, di identificazione e in molti casi ci spinge a desiderarne sempre di più. Può trattarsi anche solo di decisioni da poco, per esempio: sono io che decido se tu avrai la patente, se potrai fare quel lavoro, se sarai promosso a scuola, ecc. Quando lo si esercita, non si può più farne a meno. Ma qui viene il punto: stiamo davvero "decidendo" o stiamo facendo un lavoro per conto di altri? Purtroppo, è fin troppo facile rispondere, siamo semplicemente "delegati" da un sistema di potere a far applicare le "sue" regole. Noi non decidiamo granché, anzi... Certo, possiamo svolgere con coscienza il nostro compito, magari illuderci di "metterci del nostro" ma il risultato è sempre lo stesso, ovvero la percezione di essere comunque dei soggetti comandati e spesso afflitti da frustrazione. Non ho detto nulla di strano e nulla di nuovo però credo sia lecito, a questo punto, domandarsi da dove emani il potere che ci conferisce l'autorità di agire in suo nome e con che mezzi esso riesca a convincerci della assoluta rettitudine del nostro agire. Così iniziano ad emergere i tratti di due gruppi distinti: la maggioranza che non esercita il senso critico e che professerà il suo ruolo con entusiasmo o al più con indifferenza ed altri che invece si percepiscono "alienati" dal sistema di potere che pure è in grado di gratificarli conferendo loro autorità. Si apre allora un conflitto interiore, difficilmente sanabile. E questo conflitto è particolarmente frequente in chi condivide con noi questi particolari tratti personali. Ma forse c'è di più: di questi tempi ( che saranno davvero "il mattino dell'umano"? ) non si tratta più solo di fare un sano bagno di realismo, di abbandonare l'eccessiva sensibilità a favore di un più proficuo pragmatismo perché la sensazione di alienazione dal sistema di potere "centrale e condiviso" va crescendo anche in chi non è ancora in grado di definire chiaramente questo stato di cose. Lo soffre e basta. Forse perché i tratti "inumani" di questo falso ordinamento collettivo si vanno via via palesando. I fatti del Medio Oriente e la vicenda della povera bambina inglese, nella loro apparente profonda diversità, ne sono una dimostrazione ora molto di più che nel recente passato. Ma perché mai dovremmo essere costretti ad assistere ad una strage di innocenti vietando finanche a noi stessi qualsiasi sussulto di coscienza? Oppure, nel caso inglese, siamo tutti purtroppo pronti ad accettare il male "terreno" di una vita innocente per la quale non vi è speranza di salvezza ma il fatto che le modalità, l'ora e il luogo della sua morte vengano stabiliti da un soggetto "incaricato" dal potere rende il tutto decisamente stonato. E anche piuttosto insopportabile. Abbiamo ancora così tanta voglia di fare i decisori? Se a decidere sono costoro che non hanno capito nulla della natura umana? Altro che realizzazione di se stessi...


oriundo2006 hanno apprezzato
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