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Enzo Pennetta e il "Darwinismo Sociale"

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Enzo Pennetta e il Darwinismo “Sociale”

(prima parte)

di Violetto

Enzo Pennetta è un sostenitore del Darwinismo Sociale, una teoria secondo cui la teoria dell'evoluzione che Charles Darwin (1809 – 1882) scrisse nel libro “L'Origine della specie” (1859) venne creata per avallare le scelte liberiste e classiste del governo inglese tra '700 e '800 e che da allora fino ai nostri giorni viene usata come teoria sulla base della quale si giustifica il dominio dei più forti sui più deboli e il liberismo capitalista nella forma che attualmente conosciamo.

Vedremo come Pennetta per sostenere la sua tesi manipoli alcuni testi da lui citati, tralasci aspetti importanti sulla storia della nostra civiltà, oltre a sostenere, senza alcuna prova, che la teoria dell'evoluzione di Darwin sia falsa.

 

Il primo punto alla base della tesi di Pennetta è che Darwin si ispirò al “Saggio sul principio di popolazione” (1798) di Thomas Robert Malthus (1766 - 1834).

Pennetta sostiene che Malthus scriva il suo saggio additando i poveri come causa della loro stessa povertà.

 

« [...] parliamo di un sociologo economista inglese che sono di fine '700 inizio '800 il quale propone una teoria secondo la quale il problema della povertà e attribuibile al fatto che ci sono troppi poveri: cioè è colpa dei poveri stessi che sono troppi […] »

(dal min. 2:40 del video “Enzo Pennetta: Malthusianesimo, eugenetica e darwinismo sociale” di M. Mazzucco)

 

Secondo Pennetta inoltre, Malthus sosterrebbe che sarebbe meglio togliere il sussidio ai poveri per impedire che si riproducano e per lasciarli morire di fame.

 

« […] vanno lasciati morire di fame […] »

(stesso video dal min. 4:28)

 

Il darwinismo sociale, continua Pennetta, sarebbe dunque la base del darwinismo “animale”. Herbert Spencer (1820 – 1903) usa infatti per primo l'espressione “lotta per la sopravvivenza” (che verrà utilizzata da Darwin nelle successive edizioni del “L'origine della specie”) volendo « attuare Malthus nella società e nella natura ».

In sostanza l'ipotesi di Pennetta è che i ceti dominanti cercando di giustificare il loro dominio sui ceti meno abbienti abbiano sviluppato una teoria sociale di superiorità del più forte e che poi, con Darwin, questa fu applicata anche alla natura dando vita alla teoria dell'evoluzione che noi conosciamo che si baserebbe, quindi, su presupposti sbagliati ed è, in sostanza, anch'essa sbagliata.

Vedremo dopo come anche nel confutare la teoria dell'evoluzione di Darwin Pennetta usi degli stratagemmi comunicativi, ma innanzitutto vediamo dove sta la manipolazione che il prof. opera riguardo il darwinismo sociale.

Pennetta descrive gli intellettuali del tempo come dei crudeli ricchi borghesi che non vedono l'ora di sterminare i poveri ritenendosi di razza superiore e per sostenere questo manipola i loro scritti.

Nel video Il Quarto dominio. Per una nuova visione dell'uomo e del suo posto nella natura” (min. 20:50) Pennetta sostiene che Thomas Huxley (1828 – 1895) scriva il libro “Il posto dell'uomo nella natura” per ribadire che l'uomo è un «animale tra gli animali» e nel farlo «glissa sulla questione della parola».

È facile fare della manipolazione quando si cita da libri che non sono certo sul comodino di ogni utente di YouTube ma se andiamo a leggere il libro non solo vediamo che l'intento del biologo britannico (nonno del più noto Aldous) è esattamente opposto a ciò che sostiene Pennetta, ma T. Huxley scrive anche:

 

« Il nostro rispetto per la nobiltà dell’ umana specie, non sarà diminuito dal sapere che l’ uomo è per materia e per struttura una cosa stessa colle bestie; perché egli solo possiede la maravigliosa proprietà di un linguaggio intelligibile e razionale, la cui mercé, durante il periodo dei secoli di sua esistenza, l’uomo ha lentamente accumulati e organizzati i portati della esperienza, che sono quasi completamente perduti negli altri animali colla cessazione di ogni esistenza individuale. È in tal guisa che 1’ uomo si innalza su questa base, come sulla cima di una montagna, molto al di sopra dei suoi umili compagni, e trasformata la sua rozza natura riflette qua e là un raggio della sorgente infinita del vero. »

 

Nel citare Malthus Pennetta utilizza lo stesso stratagemma.

L'economista inglese scrive il suo saggio più importante con l'intento di trovare le cause della sempre crescente povertà nelle città sempre più industrializzate dell'Inghilterra di fine '700 e non ritiene affatto che la causa della povertà siano i poveri stessi ma l'aumento “geometrico” della popolazione a dispetto di una crescita “lineare” delle risorse alimentari.

Inoltre Malthus si dichiara contrario a un sussidio in danaro per le classi meno abbienti non per lasciarli morire di fame ma perché riteneva che sarebbe stato necessario un aiuto concreto in alimenti, piuttosto che in danaro, basando questa tesi sull'assunto della scarsità delle risorse e quindi sull'aumento dei prezzi causato da una crescita della domanda a fronte di una offerta limitata.

 

«Sembrerà forse strano che non si possa, per mezzo di danaro, migliorare la condizione del povero, senza abbassare di altrettanto quella del rimanente della società. Ma strano quanto si voglia, io credo che questo è il vero. Se sottraggo qualche cosa sul nutrimento della mia famiglia, e la do ad un povero, io, sollevandolo, non impongo privazioni che a me medesimo o ai miei; e forse noi siamo in grado di farlo. Se dissodo un terreno incolto e do al povero tutto il suo prodotto, io faccio ad un tempo il bene suo e quello della società [...]»

 

L'economista sta dicendo che «se i ricchi, senza nulla togliere alla loro tavola» vogliono aiutare i poveri con una «colletta» in danaro, riusciranno solo a far salire i prezzi dei beni alimentari lasciano i poveri col problema irrisolto.

Malthus, in sostanza, non si augura guerre e carestie per diminuire il numero dei poveri ma le teme, e si rende conto che solo i più forti sopravviveranno.

Darwin non si ispirò affatto alla tesi di Malthus sulla sopravvivenza del più forte ma fu ispirato dall'equilibrio che in natura si crea tra lo sviluppo demografico e le risorse disponibili.

Lo stesso Spencer non volle applicare le teorie di Malthus alla natura ma al contrario si rendeva conto che le dinamiche che si potevano osservare in natura si ripresentano nella società “civile”.

Pennetta omette, poi, tutta una serie di teorie filosofiche e antropologiche (speriamo lo faccia perché non le conosce) che indicano nel principio da lui sostenuto, che l'uomo è diverso dall'animale, come la base del razzismo e del classismo:

«Mai meglio che al termine degli ultimi quattro secoli della propria storia l'uomo occidentale ha potuto comprendere che, arrogandosi il diritto di separare radicalmente l'umanità dall'animalità, accordando all'una ciò che toglieva all'altra, innescava un circolo maledetto, e che la medesima frontiera sarebbe servita costantemente a porre distanze fra gli stessi uomini e a rivendicare, a favore di minoranze sempre più ristrette, il privilegio di umanità, nozione ormai corrotta perché improntata all'amor proprio». (Claude Levi-Strauss)

Inoltre filosofi come Montaigne, Rousseau, Toqueville e lo stesso Nietzsche, sostengono che il principio di uguaglianza e la democrazia (Toqueville studierà la nascente democrazia degli Stati Uniti d'America alla fine del 1700) costituiscono gli elementi principali dell''atomizzazione della società, per la disgregazione di ogni passione che non sia quella “acquisitiva” e per l'apatia e l'indifferenza nei confronti dell'altro. Altro che competizione!

Nietzsche individua nella Chiesa e nella dottrina cristiana lo strumento di dominio sulle masse che ha inculcato dei principi “contrari” a quelli “naturali” del dominio del più forte sul più debole, “trasvalutando” i valori “istintivi” e promuovendo la pietà e l'amore cristiano con il risultato di indebolire l'umanità.

Possiamo, dunque, dire che le elite dominanti hanno dominato le masse “invertendo” gli istinti naturali per ammansirli e renderli non più “lupi per gli altri uomini” ma pecore da pascolare e per farlo hanno proprio estirpato all'uomo l'istinto di sopravvivenza a scapito del più debole creando una società di “uguali”, proprio come un gregge, apatici, non competitivi ma sazi di quelle “piccole gioie” che Nietzsche vede come ultimo godimento dell'”ultimo uomo”, il piccolo borghese civilizzato e addomesticato.

 

Tutta la teoria di Pennetta si basa, come si può notare, sul ritenere falso l'assunto (cosa mai esplicitamente da lui dichiarata) che in natura sopravviva il più forte.

Partendo da qui e riproponendo, senza mai dimostrare nulla, vari cliché sulla erroneità della teoria della evoluzione di Darwin, Pennetta non proporrà mai delle correzioni o un'alternativa plausibile.


FINE PRIMA PARTE

Nella seconda parte prenderemo in esame la tesi di Pennetta sulla erroneità della teoria della evoluzione di Darwin.

 

Violetto

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