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Jeeg Robot e lo "spirito del 1977" romano


radisol
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Credo ci sia tutto lo "spirito del 1977" in questo film invece saldamente ambientato nella Roma di oggi ...

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Lo chiamavano Jeeg Robot: gioie e dolori di un supereroe di periferia.

Un film dove si intrecciano le miserie della periferia romana, lo splendore melanconico e un po' delabre' di Roma , i drammi di una gioventù incapace di progettare il futuro e di vivere il presente e i limiti di una società corrotta.

Finalmente nel cinema italiano un esordio originale per un film che sembra ideato ad Hollywood ma con la realtà, la forza, il pensiero e la cultura del nostro paese. Lo chiamavano Jeeg Robot, il film di esordio di Gabriele Mainetti, ambientato nella periferia estrema della Roma dove la grande delinquenza convive con i piccoli malviventi, dove, come nel 1977, situazioni pure completamente diverse tra loro sembrarono per una breve stagione un unicum destinato ad avvolgere l’intera capitale italiana, un giovane delinquente, Enzo Ceccotti, entrato in contatto con del materiale radioattivo, acquista poteri di forza e di resistenza sovrumani che nel renderlo invulnerabile lo trasformano in una sorta di Nembo Kid.

Parte da qui la trama di questo film dove si intrecciano le miserie della periferia romana, lo splendore melanconico e un po’ delabre’ di Roma , i drammi di una gioventù incapace di progettare il proprio futuro e di vivere il proprio presente e i limiti di una società corrotta e disperata che sembra disintegrarsi progressivamente e senza alcuna prospettiva.

Ed è in questo contesto che il "coatto" di Torbellamonaca Enzo Ceccotti, divenuto Jeeg Robot, mette i suoi poteri, come certi ambienti giovanili "border line" della Roma del 1977, contemporaneamente al servizio di se stesso e a quello della gente comune delle periferie divenendo una sorta di punto di riferimento per una collettività che vede in lui qualcuno che, come Nembo Kid, può salvarla e riscattarla.

Un film anomalo nel panorama del cinema italiano che se deve trattare delle periferie e degli emarginati piange continuamente su se stesso e cerca fondamentalmente di sottolineare come tutti siano dei brutti anatroccoli e delle vittime dell’ingiustizia sociale, fatalmente però predestinate alla sconfitta. Qui invece il brutto anatroccolo è destinato a diventare un cigno. Un cigno inatteso e che mette la propria forza anche al servizio degli altri.

Un film dove si mischiano pezzi che richiamano Tarantino, altri Frank Capra e la romantic comedy, altri i grandi blockbusters holliwoodiani e Pasolini e che nello stesso tempo ci regala una Roma struggente che per il fascino che emana non ha niente da invidiare, anzi direi che è molto meglio, alla Grande bellezza sorrentiniana.

Un film bello e complesso, con degli interpreti fantastici ( il Santamaria del primissimo Romanzo Criminale e Marinelli su tutti) e che attraverso il velo della fantasia , dei superpoteri e del sogno ci dà un fantastico spaccato dell’Italia di oggi e, come ripeto, un pò anche di quella di qualche decennio fa.


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The_Essay
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Credo ci sia tutto lo "spirito del 1977" in questo film invece saldamente ambientato nella Roma di oggi ...

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cut...

Gentile Radisol,siccome tale film, mi pare di capire ,
racconti l'epoca del 1977 e dintorni,a tuo giudizio perchè non se ne è è realizzato uno con una trama impiantata in quel momento storico e con accurati escamotage per non appesantire il tutto,
farne quasi un accurato documentario, invece di ricorrere a tali elementi fantastici?
Che ne pensi?
Bye,Bye The Essay


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radisol
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E invece è ambientato ai nostri giorni ... leggi bene ... ho detto che c'è "lo spirito del 1977" ... non che è un film sul 1977 ... è ambientato nel quartiere periferico romano di Torbellamonaca, che nel 1977 era ancora in costruzione ... ignoro il perchè delle scelte degli autori, peraltro il regista nel 1977 non era ancora nato ma è noto come un attento studioso di quell' epoca specifica ... so solo che in questa forma sta riempiendo le sale e già ha avuto svariate candidature a premi vari ... anche fuori dall'Italia ... cosa che dubito sarebbe mai avvenuta per un film/documentario ...

Del resto, in ormai quasi 40 anni, sul 1977 di film ne hanno fatti, che io ricordi, solo tre ... uno, una mezza chiavica che si chiamava "La festa perduta", uscito quasi a caldo, 1979 o 80 .... nei novanta quello famosissimo di Ligabue "Radio Freccia", bello ma che ha volutamente evitato ogni questione politica, fermandosi al "costume", al problema delle droghe ed al fenomeno delle radio autogestite ... e infine, già nel nuovo secolo, "Lavorare con lentezza" di Guido Chiesa, incentrato sulla vicenda bolognese di Francesco Lo Russo e di Radio Alice ... anche il famoso " I cento passi" sulla storia di Peppino Impastato pur a grandi linee ambientato in quell'epoca e pur parlando anche di quei temi, è molto incentrato sulla specificità siciliana e sulla questione del contrasto alla mafia per essere considerato un film sul movimento del 1977 ... ed anche il melodrammone televisivo in 6 puntate "La meglio gioventù" che pretendeva di raccontare tutta la storia italiana dal 1968 al 1982, il 1977 lo saltava a piè pari, come se non ci fosse proprio stato ... ad anche il più recente "Paz", sull'opera di Andrea Pazienza, quella storia la sfiora appena ..... sinceramente in tema cinematografico sulla questione non ricordo altro ...

Comunque, parlando di possibili "sedimentazioni" di quel 1977 anche a tempi lunghissimi ... interessante, anche se i media ne parlano pochissimo, cosa sta succedendo in Francia già da qualche settimana .... vedi link finale .... se son rose, fioriranno ... ma una serie di elementi di similitudine ci stanno tutti e non solo di tipo semantico/comunicativo ...

La gioventù è l'opposto del lasciarsi andare : è partire all'assalto del mondo :

http://www.infoaut.org/index.php/blog/segnalazioni/item/16769-la-giovent%C3%B9-%C3%A8-lopposto-del-lasciarsi-andare-%C3%A8-partire-allassalto-del-mondo


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radisol
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cancellato ... doppio ...


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radisol
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radisol
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Il riscatto delle periferie ha bisogno di Jeeg Robot? :

di Sergio Cararo

“Quando stai facendo un picchetto contro gli sfratti, uno con i superpoteri potrebbe fare molto comodo”. E’ solo una delle battute nel vivacissimo e ricco dibattito pubblico tenutosi ieri sera a Tor Bella Monaca. Ospiti graditi, disponibili e soprattutto sintonizzati il regista Gabiele Mainetti e l’attore Claudio Santamaria che hanno realizzato proprio nel quartiere simbolo della rabbiosa e ribollente periferia est di Roma, il film “Lo chiamavano Jeeg Robot”.

segue al link :

http://contropiano.org/news/cultura-news/2016/03/26/riscatto-delle-periferie-bisogno-jeeg-robot-077146


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radisol
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Questo manifesto del movimento francese di oggi sembra uscito fuori pari pari dal 1977 italiano ...

Le travail est à la vie ce que le pétrole est à la mer :

https://paris-luttes.info/home/chroot_ml/ml-paris/ml-paris/public_html/IMG/pdf/letravailestalamer.pdf


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