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D&D La leggenda: Neverwinter Night - mi scuso se metto QUI in assenza di argomento "VideoGame"


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2205
Topic starter  

E' indubbio che i videogame, tanto osannati almeno quanto controversi abbiano plasmato una parte non irrilevante della nostra cultura degli ultimi 40 anni.

Nato come passatempo per ingegneri negli anni '60, unici ad avere accesso alle mitiche macchine di cui si vociferava tra la gente comune potessero eseguire calcoli incredibili in un attimo e che si potevano ammirare solo in versione decentemente realistica attraverso il cinema Sci-Fi e in serie TV come UFO o Spazio 1999, il gioco elettronico è sbarcato di fatto nella realtà quotidiana e per la cultura di massa solo nei mitici anni '80, quando nei bar e nei parchi giochi a tema sono spuntati i famosi cabinati.

Oggi tutta questa massa di giochi vanno sotto l'etichetta di Old Game e data l'acqua passata sotto i ponti direi che se lo meritano.

C'è troppo che distingue oggi questo genere di intrattenimento con quello apparso all'epoca, per ciò non me ne occuperò in questo modesto contributo. A me interessa soffermarmi solo su un aspetto: la passione.

Da videogiocatore di un tempo che ormai non è più è difficile per me raccontare cosa ha significato quel periodo. Quindi non lo farò. Mi limiterò ad accennare come alcuni di questi videgame abbiano colmato un vuoto lasciato dall'assenza del mito e non è stato proprio del tutto negativo. Tutt'altro!

La fiaba ha da sempre esercitato un ruolo primario nell'educazione di miliardi di individui e nel bene come nel male, questo indispensabile ruolo che un tempo svolgevano i più anziani per famiglie numerose che si radunavano attorno al fuoco o nei pagliai dei fienili nei periodi più freddi e improduttivi, improvvisamente a causa della modernità, della comodità, dell'inurbamento e di tanti altri fattori (non ultimo la dissennata riorganizzazione del nucleo famigliare in versione "light" alla "happy days" più adatta allo sfruttamento salariato delle fabbriche) hanno creato un pericolossisimo vuoto pedagogico di cui qualcuno si era occupato ma senza che la questione fosse percepita dai più nella sua concreta disastrosa conseguenza.

Per lo più il mainstream ripeteva ossessivamente che erano questioni di natura vecchia e superata di cui non ci si doveva preoccupare, perché ormai il futuro era arrivato. Pazienza se poi quel futuro apriva nei titoli di testa nei cinema con la frase "TANTO TANTO TEMPO FA..." per poi raccontarci tante belle balle spaziali.

L'etica allora, l'etica, dove la poteva apprendere un bambino ? Se nessuno raccontava più fiabe dove ? Arrivò come un fulmine a ciel sereno in questa situazione quell'incredibile cosmo di giochi da tavolo che era D&D. Improvvisamente si potevano di nuovo raccontare fiabe con tutti i personaggi dei miti ripescati, rielaborati e rimessi a disposizione perché si potesse riformulare un codice etico cumune e giocarlo, provarlo, farne parte come in una recita ma come per i bambini, senza bisogno di essere attori professionisti.

Chi ha giocato a D&D sa ad esempio che un tratto fondamentale del personaggio è l'allineamento che può essere un mix tra buono e malvagio, legale e caotico con in mezzo la condizione neutrale.

Tuttavia di tutti i videogiochi che ho provato, solo uno ha incorporato quello spirito D&D in ogni dettaglio e questo è indubbiamente NWN. Un gioco così ben riuscito che è arrivato ai giorni nostri ed è ancora disponibile in versione aggiornata e curata da milioni di appasionati in tutto il mondo e ancora per raccontarci fiabe.

Giocare a Neverwinter è come partecipare a un film fantasy dove tu sei il protagonista e non hai mai la garanzia di riuscire a procedere. Ogni angolo può essere la tua fine. Certo, puoi salvare e ricominciare, come ogni buon videogame, ma l'orgoglio di essere riusciti a sopravvivere senza questo "trucco" o con il suo uso molto limitato è poi ciò che rende la fiaba bella da giocare. Sapere cosa viene "dopo", cosa la fiaba ci riserba.

Potremo poi discutere all'infinito sulla bontà o meno, su chi ha reso disponibile questo genere di intrattenimento e sulla sua effettiva utilità/perniciosità o su chi o come ha usato questo genere di giochi per "addestrare" i giovani di intere generazioni. Ma di una cosa non si può discutere: era inaccettabile rimanere senza perché di questo si parla. Chiunque sia contrario, deve rendersi conto che ciò che rende ancora così popolari questi titoli non è una banale questione di successo commerciale.

Siamo abbondantemente fuori da uno schema commerciale. Fosse anche solo quello del brand filmografico di Star Wars, perché per accedere a questo genere di giochi è indubbio che bisogna esserne "cultori".

Chiunque può vedere un film "per tutti" e divertirsi. Non tutti possono invece appassionarsi a un mondo come quello videoludico e in specie quando viene richiesto un numero molto elevato di conoscienze di natura tecnologica. Perché il vecchio videogame era questo, un potente stimolo per il giovane ad imparare come funziona il computer.

Oggi chiunque ha accesso semplificato ai videogiochi e gli stessi hanno cessato di richiedere conoscenze complesse e lunghi periodi di addestramento graduale (tipo FPS). Allora perché un Old Game punta e clicca a turni classico come NWN continua ad esercitare un fascino così prepotente, da rimanere un gioco ancora in vendita nonostante sia stato sviluppato e messo in commercio da BioWare e pubblicato da Infogrames (ora Atari) nel 2002 ?!

Certo oggi è disponibile gratuitamente in versione diamond (curato da appassionati) e a pagamento in versione enhanced su GOG e Steam, dove è stata riproposta aggiornata a livello grafico la versione diamond, ma rimane un dato incontrovertibile la sua vitalità.

Perché la sua capacità di coinvolgere (in specie il giovane) nella fiaba e nell'atmosfera D&D rimane intatta e perché quell'esigenza intima, quel bisogno di mito è rimasto... Tutt'oggi vacante.

Riflettiamoci. Non è secondario in un Mondo che sta gradualmente perdendo ogni buon senso e ogni senno.


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