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Il cerchio di sangue


Zret
 Zret
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"Best seller in Francia, questo romanzo d'esordio di Jérome Delafosse, giovane giornalista scientifico, è già stato venduto in dieci paesi e presto diventerà un film. Motivo di tanto successo: un personaggio tagliato col coltello, storia da far accapponare la pelle, solida documentazione storico-scientifica, ritmo. L'intreccio si snoda dai ghiacciai della Norvegia a Parigi e quindi alla Malatestiana di Cesena, dove, con apparecchiature ultramoderne, si sta restaurando il manoscritto di Elias, risalente al 1694. Da quelle pagine, affiorano orribili mutilazioni e rarissimi veleni. Le stesse mutilazioni che Nathan, il protagonista ritrova in tre soldati della Prima guerra mondiale, sepolti nei ghiacci. Nathan Fahl ha perso la memoria in un incidente, mentre tentava di recuperare del cadmio da una nave affondata. Fugge dalla clinica dov'è ricoverato, perché qualcuno lo vuole morto. Chi? Per scoprirlo, Nathan deve ritrovare sé stesso ed il proprio passato, indagando attraverso il genocidio del Ruanda per approdare all'infuocato deserto del Sudan, dove si chiude il suo cerchio di sangue".[...] R. Mistretta

Nuoce all'opera prima di Delafosse l'accostamento con Dan Brown e con altri scrittori di thriller, il cui unico pregio è un certo mestiere nello sbrogliare la matassa degli accadimenti: inserito in questo solco di letteratura di consumo, non ci si può attendere molto da un romanzo che tuttavia si apprezza per i tempi serrati e per la sobrietà del linguaggio. Purtroppo i topoi del genere si rintracciano un po' tutti e culminano nel mito del terrorismo esterno.

Il piatto forte del pasto ammannito dallo scrittore francese è il riferimento, adombrato nella finzione, ad un evento realmente accaduto: un paio d'anni fa alcuni "scienziati" statunitensi, con la scusa di creare un vaccino, riesumarono i corpi di alcuni Inuit, deceduti a causa della cosiddetta "influenza spagnola", per estrarne il D.N.A. con cui è stato poi creato in laboratorio il virus dell'influenza A. Chi riportò, a suo tempo, questa notizia fu accusato di astrologare, ma di recente anche una televisione di regime, come La 7, ha confermato il tutto.

Il riferimento a marcatori genetici ed a gruppi umani che sono scelti come bersagli specifici per l'inoculazione di agenti patogeni protende la narrazione nell'attualità più apocalittica, dove i militari, in strutture segrete, elaborano piani di sterminio e di controllo che i media corrotti presentano come vaccinazioni e misure sanitarie globali.

Quale interesse avrebbero i governi, zelanti artefici dell'avvelenamento planetario, a salvare vite umane, non si comprende. Nondimeno gli esecutivi, colti in flagrante delitto, centinaia di volte, intenti ad agire contro la popolazione, con guerre, genocidi, "sperimentazioni" in vivo, codici totalitari, stragi di stato... godono ancora incredibilmente di discreta fiducia tra il cittadino medio-basso.

"Il cerchio di sangue", se letto non tanto per seguire le rocambolesche disavventure del protagonista, ma per internarsi nei cunicoli della schizofrenia del sistema, potrà aprire qualche porta. Verso l'inferno.

http://zret.blogspot.com/


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