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Ipazia, prima scienziata vittima del fondamentalismo


Tao
 Tao
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Ipazia, storia della prima scienziata vittima del fondamentalismo religioso

Per gentile concessione dell'editore pubblichiamo la prefazione di Margherita Hack al libro "IPAZIA. Vita e sogni di una scienziata del IV secolo d.c." di Antonio Colavito e Adriano Petta (La Lepre Edizioni), in libreria dal 20 ottobre.

In questo romanzo storico si ricostruisce l’ambiente e l’epoca in cui ha vissuto la prima donna scienziata la cui vita ed opere ci sono state tramandate da numerose testimonianze. Gli autori hanno fatto ricorso a una ricchissima bibliografia, che permette di far emergere dalla lontananza di 16 secoli questa figura di giovane donna in tutti i suoi aspetti umani, privati e pubblici, la sua vita quotidiana, i suoi dialoghi con la gente comune, con i suoi allievi, con gli scienziati.

Ipazia era nata ad Alessandria d’Egitto intorno al 370 d.C., figlia del matematico Teone. Fu barbaramente assassinata nel marzo del 415, vittima del fondamentalismo religioso che vedeva in lei una nemica del cristianesimo, forse per la sua amicizia con il prefetto romano Oreste che era nemico politico di Cirillo, vescovo di Alessandria.

Malgrado l’amicizia con Sinesio, vescovo di Tolemaide, che seguiva le sue lezioni, i fondamentalisti temevano che la sua filosofia neoplatonica e la sua libertà di pensiero avessero un’influenza pagana sulla comunità cristiana di Alessandria.

L’assassinio di Ipazia è stato un altro atroce episodio di quel ripudio della cultura e della scienza che aveva causato molto tempo prima della sua nascita, nel III secolo dopo Cristo, la distruzione della straordinaria biblioteca alessandrina, che si dice contenesse qualcosa come 500.000 volumi, bruciata dai soldati romani e poi, successivamente, il saccheggio della biblioteca di Serapide. Dei suoi scritti non è rimasto niente; invece sono rimaste le lettere di Sinesio che la consultava a proposito della costruzione di un astrolabio e un idroscopio.

Dopo la sua morte molti dei suoi studenti lasciarono Alessandria e cominciò il declino di quella città divenuta un famoso centro della cultura antica, di cui era simbolo la grandiosa biblioteca. Il ritratto che ci è stato tramandato è di persona di rara modestia e bellezza, grande eloquenza, capo riconosciuto della scuola neoplatonica alessandrina.

Ipazia rappresenta il simbolo dell’amore per la verità, per la ragione, per la scienza che aveva fatto grande la civiltà ellenica. Con il suo sacrificio comincia quel lungo periodo oscuro in cui il fondamentalismo religioso tenta di soffocare la ragione.Tanti altri martiri sono stati orrendamente torturati e uccisi. Il 17 febbraio 1600 Giordano Bruno fu mandato al rogo per eresia, lui che scriveva: «Esistono innumerevoli soli; innumerevoli terre ruotano attorno a questi, similmente a come i sette pianeti ruotano attorno al nostro Sole. Questi mondi sono abitati da esseri viventi». Galileo, convinto sostenitore della teoria copernicana, indirettamente provata dalla sua scoperta dei quattro maggiori satelliti di Giove, fu costretto ad abiurare.

Il fondamentalismo non è morto. Ancora oggi si uccide e ci si fa uccidere in nome della religione. Anche nei nostri civili e materialistici paesi industrializzati avvengono assurde manifestazioni di oscurantismo, come in alcuni stati della civilissima America in cui si proibisce di insegnare nelle scuole la teoria dell’evoluzione di Darwin e si impone l’insegnamento del creazionismo. Su questa strada di ritorno al Medioevo si è messa anche la nostra ministra dell’Istruzione (o dovremmo dire della distruzione?) tentando di cancellare la teoria darwiniana dalle scuole elementari e medie. Perché? Per ignoranza? Per accontentare una Chiesa cattolica che non mi sembra ingaggi più queste battaglie perse in partenza.

Questa storia romanzata ma vera di Ipazia ci insegna ancora oggi quale e quanto pervicace possa essere l’odio per la ragione, il disprezzo per la scienza. È una lezione da non dimenticare, è un libro che tutti dovrebbero leggere.

Margherita Hack
Fonte: http://temi.repubblica.it
Link: http://temi.repubblica.it/micromega-online/ipazia-storia-della-prima-scienziata-vittima-del-fondamentalismo-religioso/
26.04.2010


Citazione
vic
 vic
Illustrious Member
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Il mandatario dello scorticamento di Ipazia fu San Cirillo vescovo. Se aspirate alla santita' sapete cosa fare col vostro petulante vicino.

Sono passati tanti secoli dai tempi di Teone e di Ipazia. Siamo sicuri che le modalita' ecclesiastiche siano poi cambiate di molto? Naturalmente la Hack non lo ammettera' mai di essere una sacerdotessa della nuova religione, quella che lei chiama scienza. Osserviamoli i sacerdoti, le sacerdotesse ed i chierichetti di questa nuova religione come si muovono, quali sono i loro riti iniziatici. Gia' perche' se per caso spunta fuori un tizio che quei riti manco s'e' sognato di seguirli e poi putacaso, per intuizione, per caso o per genio stravolge il "pensiero scientifico" che succede?

Succede che vengono bruciati i libri pubblicati da costui/costei, ne' piu' ne' meno di come vennero bruciati i manoscritti alessandrini o i quipus dell'archivio centrale di Cuzco.

Gli atti di fede che la nuova religione, detta Scienza, richiede sono senza dubbio notevoli. Per non dire che ogni qualche decennio siamo costretti a rivedere si impegnativi atti dogmatici. Il buon senso non ha piu' senso. Ha senso solo la venerazione supina verso il sacerdote, la sacerdotessa. E guai a sbeffeggiare il solerte chierichetto.

L'ignoranza umana e' sempre immane. Quel poco che sappiamo poi, non e' mica cosi' ben incastrato. Checche' dicano o cantino grandi sacerdoti e grandi sacerdotesse. Ci sono parti che non s'incastrano per nulla. Altre che si sovrappongono. Altre che non tornano. Altre che, se per caso tornano, lo fanno sotto false spoglie.

Prendiamo l'ultima grande cattedrale scientifica. Che come molte cose dei moderni cercatori di verita', e' stata costruita sottoterra. Ha una forma strana, a ciambella, cosi' imponeva il rito liturgico. Rito il cui scopo risulta si' ostico al grande pubblico, che i grandi predicatori della Scienza si sono impadroniti dei modi di dire della religione: la particella di Dio!

Ma fatemi il favore, particellari di Dio! Date al buon Higgs quel che e' del buon Higgs e date alle religioni quel che e' delle religioni. Volete farci tutti fessi, e' cosi', nevvero? Come mai nessun chierichetto si e' mai dato la pena di spiegare che se trovano l'onnipresente eppure inafferrabile, ineffabile, bosone di Higgs vuol dire che aveva ragione la scuola di pensiero ottocentesca (apostati, apostati) che aveva fatto atto di fede nell'onnipresente etere?

Ci stiamo avviando verso questioni molto eteree e lo spazio e' quel che e', anche il tempo. Per cui vi saluto e vado a far colazione.

Rito doveroso per noi comuni mortali.
Poi non e' detto che Ipazia non si transustanzi in un modesto pezzo di pane.


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