Notifiche
Cancella tutti

«Via il debito!», l'urlo di piazza Syntagma


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Decine di migliaia di persone assediano il parlamento mentre i deputati votano la fiducia al nuovo governo Papandreou : la ristrutturazione è l'unica alternativa alla macelleria sociale

I ricatti dell'Unione Europea e le sue promesse di finanziamento per lo sviluppo e quelle del governo greco per una revisione costituzionale non hanno convinto ieri sera le decine di miglia di persone che, con una lunga notte di protesta, hanno accompagnato il voto di fiducia al nuovo governo Papandreou.
Gli «Indignati» e il sindacato del settore pubblico Adedy non si accontentano nemmeno dei ritocchi ai duri tagli dell'ultima ora promessi dai ministri socialisti. Piazza Syntagma ieri sera pretendeva la ristrutturazione del debito, vista da una parte consistente della popolazione come unica soluzione per la crisi greca.

«Salvate le persone e non le banche», «Via il governo e il Fmi», «Atene, Madrid, Lisbona: tutta l'Europa a lottare nelle strade», «Venite voi a vivere con 500 euro», «Il debito non è dei popoli ma dei ricchi e dei primi ministri» erano alcuni degli slogan dei manifestanti nel cuore di Atene.
Il nuovo ministro delle Finanze Venizelos doveva presentare ieri sera, prima del voto di fiducia, il calendario delle prossime votazioni per approvare i tagli per ottenere il secondo pacchetto di «salvataggio».

Oggi pomeriggio il consiglio dei ministri voterà i tagli e le leggi per la loro applicazione, che subito passeranno al vaglio del parlamento per essere votati entro il 30 di giugno, visto che il 3 luglio la riunione straordinaria dell'Eurogruppo dovrà valutare se la Grecia ha compiuto i passi per guadagnarsi la quinta tranche da 12 miliardi di euro per evitare il fallimento.

Venizelos voleva chiedere ieri sera la procedura veloce in parlamento per i tagli e le leggi per la loro applicazione, nonostante molti deputati socialisti abbiano chiesto più tempo per dire la loro: un alibi per i loro elettori, per quando andranno a chiedergli il voto per essere rieletti.

I conservatori di Nuova democrazia hanno dovuto fare fronte alle dure critiche dei partiti di sinistra, per aver permesso ai socialisti di accelerare i tempi della votazione dei tagli nel parlamento. Il leader di Nuova democrazia Samaras è sotto pressione da parte dei partiti del Partito popolare europeo per accettare la formazione di un governo di unità nazionale. Il presidente del Ppe e i democristiani tedeschi aumenteranno le loro pressioni durante il summit del Ppe di giovedì, prima del Consiglio Europeo del 23 e 24 giugno.

Per i comunisti del Kke il consenso di Nuova democrazia alla «votazione express» dimostra che ha accettato i tagli non soltanto nella sostanza ma anche nella procedura. «Dovranno rispondere ai lavoratori e agli strati popolari. La condanna politica alla plutocrazia arriverà con lo sciopero di 48 ore» ha detto il Kke, che organizza per oggi una nuova manifestazione di piazza, di fronte alla sede del comune di Atene, dimostrando per l'ennesima volta la sua estraneità al movimento degli «Indignati».

Il Consiglio di Stato greco ha rifiutato ieri con voto unanime la domanda di incostituzionalità del Memorandum che sostenevano Gsee e Adedy, la centrale sindacale e il sindacato del settore pubblico. Il Consiglio di Stato greco ha sostenuto che il Memorandum non viola la carta fondamentale, il trattato europeo dei diritti dell'uomo e i trattati internazionali.
Adedy aveva convocato ieri sera una manifestazione a Syntagma, mentre gli «Indignati» avevano allestito un'urna nella piazza, per il «voto di sfiducia» al governo.

Alle cinque di ieri pomeriggio decine di miglia di manifestanti avevano già riempito il viale di fronte al parlamento, mentre gli «Indignati» si preparavano per una lunga notte di protesta.

La polizia aveva mobilitato ieri grandi forze intorno al parlamento e aveva ripristinato un recinto di vetro per garantite l'ingresso dei deputati, una misura utilizzata già dal governo Berlusconi, al G8 di Genova.

Il movimento «300 greci» continua a raccogliere firme per una referendum per la abolizione del Memorandum e l'uscita della Grecia dal Fmi, chiedendo la convocazione di un'assemblea costituzionale, l'abolizione dell'immunità parlamentare, una legge per la responsabilità dei ministri e la proclamazione della zona economica nel Mar Egeo, per proteggere i diritti della Grecia nei possibili giacimento di petrolio e gas naturale.

Argiris Panagopoulos
Fonte: www.ilmanifesto.it
22.06.2011


Citazione
Condividi: