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Anche l'esercito bulgaro contro i migranti


helios
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Anche l'esercito bulgaro contro i migranti
La Bulgaria manda l'Armata a fronteggiare l'ondata di immigrazione, la Serbia accoglie decine di migliaia di persone e nella Ue affiora una posizione che dice: "Tenetevi i rifugiati"
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lunedì 31 agosto 2015 11:19
italintermedia.globalist.it
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Dopo la crisi macedone e l'invasione della Serbia da parte di migliaia di migranti diretti verso occidente, il ministro della Difesa bulgaro, Nikolay Nenchev ha deciso di inviare reparti armati e robuste attrezzature per controllare il confine con la Serbia in vista di un rilevante incremento dei flussi in entrata: "Capisco che in questo momento ci sono almeno 4mila rifugiati in Grecia e Macedonia che premono sulle nostre frontiere e ad un certo punto la situazione potrebbe diventare allarmante - spiega alla stazione radio BNR - questa è una misura preventiva che durerà per tutto il tempo necessario".

Nenchev ha annunciato questa decisione il giorno dopo che diverse migliaia di migranti hanno attraversato il confine meridionale con la Macedonia provenendo dalla Grecia, ed ad ogni giorno che passa il loro numero continua a salire anche se il ministro degli Interni preferisce dire che non si nota una aumento della pressione dai Paesi vicini. Anche la Romania sta cercando di mettere in sicurezza i suoi 2.070 chilometri di confini. Eppure oramai è fin troppo chiaro che la "rotta balcanica" seguita finora dalle persone in fuga da Siria e Afghanistan si sta facendo sempre più affollata, ed in molti Paesi la situazione si approssima allo stato d'emergenza. Il percorso ormai è noto: i migranti prima arrivano il Turchia, poi da l' si trasferiscono in Grecie a poi attraversano i Balcani dirigendosi verso l'Unione europea, o meglio verso l' Ungheria che rappresenta il limite dell'area Schengen . Da un lato questo percorso è meno rischioso che imbarcarsi su vecchie carrette del mare affidandosi a mercanti senza scrupoli dall'altro le popolazioni dei Balcani nonostante la loro pessima condizione economica continua ad offrire un grado di solidarietà che nel resto d'Europa sembra scomparso.

Il ministro della Difesa bulgaro in fondo ha adottato una decisione che era attesa: mandare le truppe ai confini per aiutare la polizia ad affrontare l'emergenze migranti è parsa a molti un'iniziativa ragionevole, e Nenchev aggiunge di avereimpartito quest'ordine "per poter condurre operazioni congiunte che garantiscano la sicurezza di fronte alla situazione complessa nei Paesi vicini dovuta all'ondata di rifugiati". Ed anche se i "Paesi vicini" non sono stati indicati uno per uno, è facile rendersi conto che la decisione è stata presa subito dopo che la Macedonia ha dichiarato lo stato d'emergenza in due delle sue regioni di confine a causa "del flusso senza precedenti di rifugiati dal Medio Oriente". Immagini che hanno fatto il giro del mondo hanno mostrato la polizia macedone fare uso di gas lacrimogeni e di granate stordenti per impedire a migliaia di poveretti di varcare i confine con la Grecia. Peraltro senza successo.

In Bulgaria adesso ci si augura che l'appoggio dell'esercito serva almeno a evitare scene così crude ma la questione dei migranti ormai si pone in tutti i Balcani come il fatto più drammatico degli ultimi anni,e ben presto coinvolgerà quelle poche nazioni che finora ne sono rimaste immuni. Sui "media" americani e inglesi le storie di questi migranti e alcune foto sconvolgenti stanno dominando la scena, l'argomento si è fatto virale anche sui "social media" e molti lettori potrebbero concludere che ai confini della Macedonia si è varcata la linea di un comportamento civile.

Le forze speciali della polizia hanno lanciato granate assordanti per disperdere le migliaia di migranti che sostavano nella "terra di nessuno" vicina al confine greco e dopo aver tentato di tutto si sono arrese, consentendo a quella gente di continuare il loro disperato viaggio verso il Nord Europa. Più di tremila fuggitivi hanno trascorso la notte all'aria aperta e secondo la polizia greca almeno otto di essi sono rimasti feriti durante l'attacco della polizia. Immagini che hanno fatto il giro del mondo hanno mostrato un uomo sanguinante dopo essere stato raggiunto da una granata. La polizia era appoggiata da veicoli blindati, ed ha anche steso rotoli di filo spinato sui binari utilizzati dai migranti per attraversare a piedi. Quella gente, con neonati e bambini piccoli, aveva trascorso una notte fredda e ventosa in un campo polveroso, senza cibo e con poca acqua. Alcuni hanno mangiato mais dai campi vicini.

"Non so il motivo per cui ci stanno facendo questo - ha detto Mohammad Wahid, venuto dall'Iraq - non ho passaporto né carta d' identità, non posso tornare e non so dove andare. Io resterò qui fino alla fine ". E la situazione si è fatta via via sempre più istericata e sgradevole da guardare con reparti schierati, filo spinato, bambini che piangono, donne urlanti.ma alla fine, di chi è la colpa di tutto questo? Secondo i funzionari macedoni, è stata la Grecia a lasciare che un gran numero di migranti si avvicinasse alle frontiere, e Skopje ha accusato Atene di avere aperto le sue frontiere mentre, almeno per un po', la Macedonia ha deciso di rispettare le leggi. Per interrompere gli attraversamenti illegali ci sarebbe voluto anche lì l'esercito, i cittadini che vivono nei villaggi di frontiera e nelle città vicine si sentivano insicuri e spaventati. La stazione ferroviaria di Gevgelia che è anche valico di frontiera per la Serbia è diventata un inferno in terra.

Mentre il resto dei paesi membri dell'UE restava da parte a guardare la catastrofe umanitaria, che scelta aveva la Macedonia? Forse quella di organizzare i migranti e trasportarli direttamente al Paese di destinazione finale, o cosa? Nessuno dei rifugiati esprimere la volontà di rimanere in Macedonia, pochi hanno scelto la Grecia o la Serbia. La maggioranza di queste persone ha lasciato i loro Paesi per poter sopravvivere e le loro destinazioni finali sono Svezia, Germania, Austria, Gran Bretagna , insomma i più ricchi paesi dell'Occidente. Ecco perché tutto ad un tratto la Macedonia ha deciso di organizzare nottetempo un passaggio di massa in Serbia.
Poche ore dopo "The Voice of America" ha rilanciato le dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni , secondo il quale le migliaia di migranti che raggiungono coste meridionali dopo difficili traversate del Mediterraneo minacciano l '"anima" dell'Europa."In materia di immigrazione - ha detto Gentiloni - l'Europa rischia di mostrare il peggio di sé. Egoismo, casualità nei processi decisionali e controversie tra gli Stati membri, eppure è su questo tema che l'Europa sarà in grado di riscoprire la propria anima o di perderla per sempre. "La questione di cosa fare con il numero di migranti che tentano di accedere in Europa ha lasciato i governi e l'UE nel suo insieme ancora impegnati in lunghe discussioni.

L'Organizzazione internazionale per le migrazioni ha detto che quest'anno più di 250.000 migrantisono giunti via mare verso l'Europa quest'anno. Ma come fermare questa ? Qualcuno propone di introdurre un criterio di responsabilità per gli Stati Uniti d'America e la loro politica estera aggressiva che ha portato l'inferno nelle regioni del Medio Oriente o del Nord Africa, senza menzionare gli alleati in Europa, che hanno seguito un tale flusso e ora si trovano di fronte ad una crisi senza soluzione. Almeno, senza una soluzione civile. Nel frattempo, in Germania estrema destra e gruppi di estremisti si scontrano con la polizia a causa dei migranti domanda . La Slovacchia rifiuta di dare asilo ai i rifugiati musulmani e dichiara che soltanto un numero limitato di cristiani di Siria sarà accolto. Ed il rischio che questi esemp
i siano seguito nel resto della UE si fa sempre più grande. Nello stesso tempo, nei Balcani le rotte dei migranti stanno per cambiare e si apre una questione nuova:la collocazione di decine di migliaia di rifugiati che potrebbero essere costretti a rimanere in Serbia, un Paese che nell'ultimo ventennio ha già dovuto affrontare una massiccia migrazione interna.Secondo fonti diplomatiche, Bruxelles ha addirittura ingiunto a Belgrado di presentare un piano per la sistemazione dei profughi, se vorrà continuare le trattative per aderire all'Unione.

Il ministro degli Interni e vice premier , Ivica Dacic sembra avere ben chiari i rischi che si prospettano: "Da un lato la costruzione del "muro" ai confini ungheresi farà deviare i flussi dei rifugiati in direzione di Croazia e Bulgaria, ma è presto per dire se questa nuova situazione contribuirà a ridurre l'ondata di migrazione, molto dipende da quanto accadrà in Macedonia , che anche a detta dell'UNHCR, il commissariato ONU per i rifugiati, continua ad essere un Paese dalla frontiere insicure".

In ogni caso, sembra già abbastanza chiaro che la Serbia dovrà fronteggiare il problema di soggiorni più lunghi dei migranti sul proprio territorio, se non un' ondata di nuove richieste di asilo: "Tutte le previsioni degli esperti dicono che in conseguenza della chiusura dei confini con l'Ungheria sarà necessario aprire nuovi campi profughi in territorio serbo giacchè nel caso migliore i migranti dovranno fermarsi per periodi più lunghi - è l'allarme lanciato dal movimento di destra "Dveri" - e non è affatto escluso che in conseguenza dei maggiori controlli europei nel Mediterraneo la "rotta balcanica" anziché prosciugarsi si rafforza, creando nuovi gravissimi problemi - dichiara Bosko Obradovic, leader del movimento - ma il problema della Serbia oggi non è costituito dagli emigrati quanto dall' Unione europea".

L'opinione di "Dveri" è che la politiza dell'Unione sta creando un "tappo" che presto farà sì che il Paese rigurgiti di rifugiati: Noi vorremmo che i migranti venissero messi in grado di continuare il loro viaggio verso i Paesi dell'Europa occidentale, mentre è chiaro che la costruzione di barriere tutt'intorno a noi li costringerà a rimanere qui, e questo rischia di sprofondare la Serbia ed i suoi cittadini in una crisi che nessuno ha la capacità di affrontare".

Anche il partito democratico di Serbia (DSS), guidato dalla signora Sanda Raskovic Ivic, coglie i segnali di allarme ed invita il primo ministro, Aleksandar Vucic a prendere posizione "dichiarando pubblicamente sugli annunci provenienti dal Paese e dall'estero che lasciano prevedere che diverse centinaia di migliaia di persone, profughi dal Nord Africa e il Medio Oriente, saranno costretti a stazionare in Serbia."E 'del tutto evidente che questo renderà necessario creare centri di accoglienza per centinaia di migliaia di profughi dal Medio Oriente anche se il primo ministro aveva dichiarato che questo non sarebbe successo ed il ministro per l'integrazione europea aveva negato questo rischio, pur confermando che all'interno dell'apertura dei capitoli per l'adesione all'UE, il governo serbo ha dovuto presentare con urgenza un piano operativo per la sistemazione dei profughi".

L'atmosfera continua a farsi sempre più pesante, ed in questo clima di accuse incrociate si fa sempre più difficile distinguere le notizie dalle indiscrezioni più o meno pilotate: alcune voci vogliono che anche in Macedonia sia allo studio a costruzione di un "muro" lungo il permeabile confine con il Kosovo. Meho Omerovic, noto esponente socialdemocratico e presidente della commissione per i diritti umani del suo gruppo dice che il suo movimento "ha presentato suggerimenti chuaru e concreti su come affrontare la crescita del problema dei migranti", altri politici reagiscono con la grettezza che emerge in questi momenti invitandolo "a fare finalmente fare qualcosa di concreto ospitando una famiglia di migranti nel suo appartamento a Belgrado e dimostrando in in questo modo la sua sensibilità per i diritti dei fuggitivi provenienti dal Medio Oriente ".

Accanto al problema dei nuovi migranti si riacutizza quello dei vecchi rifugiati: Jovan Palalic, altro politico di opposizione, chiede "cosa si fa per i rifugiati serbi provenienti dalla Croazia, che a vent'anni dall' "Operazione Tempesta " . In tutto il Paese si segnalano comizi improvvisati alle stazioni degli autubos ed un'intolleranza montante: ancora pochi mesi e quello dei rifugiati dal Medio Oriente espoloderà come problema anche al centro dei Balcani.

Il governo cerca almeno di dimostrare buona volontà: il primo ministro Vucic ha visitrato i i migranti che risiedono temporaneamente in un parco vicino alla stazione degli autobus di Belgrado, con lui erano il ministro delle Politiche Sociali , Aleksandar Vulin,quello degli Interni Nebojsa Stefanovic ed il sindaco della capitale, Sinisa Mali. "I bambini vivono in condizioni poco igieniche - denuncia Srba Jovanovic, esponente dell'organizzazione umanitaria " Sacuvajmo Bebe" , proteggiamo i bambini - secondo i rapporti medici che riceviamo, i piccoli sono affetti da diarrea e infezioni respiratorie ma non ci sono problemi più seri e tutte le condizioni citate sono una conseguenza dell' ambiente in cui si trovano e l'inesistenza di garanzie sanitarie di base come le condizioni igieniche e abitative. Per fortuna la risposta dei cittadini è stata buona, i belgradesi hanno portato vestiti, alimenti per l'infanzia e prodotti di uso quotidiano come saponi, pannolini e salviettine umidificate, ma adesso sarà importante continuare".

Il ministro italiano Gentiloni, ha sicuramente colto il punto: l'Europa è a un passo dal perdere la sua anima.
(Marina Ragush)

http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=77870&typeb=0&anche-l-esercito-bulgaro-contro-i-migranti


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sotis
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l'Europa è a un passo dal perdere la sua anima...che non le è mai interessato avere. Conta solo la finanza.


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