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Azione concertata contro l'euro.Nel mirino anche Soros


Tao
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Azione concertata contro l'euro
hedge fund Usa sotto indagine
Mosse di Fed, Sec e Dipartimento Giustizia. Nel mirino anche Soros

Il Dipartimento di Giustizia americano ha aperto un'inchiesta sugli hedge fund per l'ipotesi di «collusione» nelle manovre ribassiste contro l'euro. L'azione del ministero si aggiunge a due indagini parallele, avviate dalla Federal Reserve e dalla Securities and Exhange Commission (Sec), l'organo di vigilanza sulla Borsa. L'azione del Department of Justice è quella più gravida di conseguenze, perché può prefigurare un'ipotesi di reato. Gli ispettori del ministero, che in questo caso si muovono con i poteri di polizia giudiziaria, hanno inviato una lettera ai maggiori hedge fund americani per chiedere che siano conservate e messe a disposizione tutte le e-mail e le comunicazioni interne (telefonate incluse) che riguardano operazioni sull'euro.

Tra i big del settore ad aver ricevuto questa ingiunzione figurano Soros Fund Management, il gruppo Paulson, Greenlight Capital e Sac Capital. La lettera dal Department of Justice è datata 26 febbraio: è lo stesso giorno in cui il Wall Street Journal rivela che i massimi dirigenti degli hedge fund si erano riuniti in una cena privata per discutere l'attacco all'euro. In quella serata tra pochi intimi, un importante trader aveva esaminato come ipotesi realistica una caduta dell'euro così pesante da riportarlo alla parità assoluta col dollaro (cioè un'ulteriore svalutazione del 25% rispetto ai livelli attuali). Da allora le puntate speculative accumulate dagli hedge fund contro l'euro hanno raggiunto un record storico: l2 miliardi di dollari di posizioni corte, che hanno un valore assoluto molto superiore per l'effetto leva dell'indebitamento degli hedge fund. Questa pressione degli hedge fund può aver contribuito ad accentuare la caduta dell'euro, che nei giorni scorsi a quota 1,36 ha raggiunto il livello più basso degli ultimi nove mesi rispetto al dollaro.

Le inchieste non sono scattate semplicemente per effetto della speculazione ribassista, che è lecita. L'interesse delle autorità è legato all'ipotesi che vi sia stata ed eventualmente sia tuttora in corso un'azione concertata fra gli hedge fund, questa sì passibile di sanzioni. L'esperienza dimostra per che non è facile raccogliere le prove di una collusione, e in passato sono rari i casi in cui Wall Street ha dovuto pagare per simili comportamenti. L'inchiesta della Federal Reserve, pur collegata alla crisi di sfiducia verso la Grecia, ha un oggetto diverso. Il banchiere centrale Ben Bernanke ce l'ha con Goldman Sachs, per il montaggio finanziario che consentì al governo di Atene di dissimulare la vera entità del suo debito all'Unione europea (un swap valutario effettuato nel 2001). «Stiamo esaminando una serie di questioni ha dichiarato Bernanke al Senato di Washington che coinvolgono Goldman Sachs ed altri istituti nei loro contratti di derivati con la Grecia».

Diverso il tenore della lettera del Department of Justice, dove invece si parla di «investigazione sugli accordi tra hedge fund che trattano contratti sull'euro». L'ombra di Wall Street si allunga così su tutte le vicende che hanno indebolito la credibilità dell'Eurozona. In una prima fase il grosso della speculazione era sui credit default swaps: contratti assicurativi che consentivano di lucrare nel caso di bancarotta di uno Stato sovrano (la Grecia in primis, seguita da Spagna, Portogallo, Irlanda). Da quattro settimane gli hedge fund hanno incassato le plusvalenze su quelle posizioni, liquidandole. Dall'8 febbraio in poi il massimo volume di investimenti speculativi si è rivolto invece contro l'euro, puntando su un ribasso della moneta. La cena delle idee organizzata a Wall Street da una banca d'affari, a cui hanno partecipato George Soros e i capi dei più importanti hedge fund americani, è stata seguita da messaggi inequivocabili. Un manager dello hedge fund Sac, che nel corso di quella cena aveva previsto la parità 1 a 1 tra euro e dollaro, invitando i colleghi a puntare in quella direzione, è stato poi citato in un documento che la banca stessa ha inviato ai clienti. I sospetti delle autorità americane sono condivisi da Londra. Lord Turner, presidente della Financial Services Authority che ha poteri di vigilanza sulla Borsa inglese, ha invocato a sua volta l'apertura di un'inchiesta.

 
Federico Rampini
Fonte: www.repubblica.it
4.03.2010


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