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Bagnai capisce che dopo il Brasile toccherà all' Argentina

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mincuo
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Ma mi interessa anche il punto di vista esposto da Mincuo: è importante avere un confronto con i dati; dati che solo Mincuo può fornire. Ho cercato nel web; ma certi dati non si trovano

No no signora, nè solo Mincuo, nè uno gnomo Svizzero, nè un grasso Texano col sigaro.
Sono dati dell'INE: El Instituto Nacional de Estadística de la República Bolivariana de Venezuela.
Oppure del Banco Central de Venezuela, Informacion Estadistica.
Per il petrolio, produzione e consumi, anche IPE: International Petroleum Exchange.
Per le quotazioni in dollari del petrolio, dati storici, quanti ne vuole.
Così per geografia, abitanti e risorse. Quanti ne vuole.
Gli altri ho messo il link direttamente.
L'unico che forse non è reperibile è il grafico su CDS 5y (Credit Default Swaps) di Italia, Argentina e Venezuela con le probabilità di default.
Lo lasci perdere. Trattasi verosimilmente di bieco complotto.

E falla bassa.

Faccio diversamente. Non mi sono spiegato. Provo così.
In re ipsa.
Oppure: self-evident.


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Black_Jack
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Inoltre il materialismo dialettico è molto poco materialista.
Basta pensare al concetto di reificazione.
Ma c'è l'etichetta e uno si ferma là.
Era l'unico modo per proporre una idea nuova di società ma si tratta di una visione profondamente spirituale, con tutte le caratteristiche di una religione compresa la profezia dell'avvento dei tempi nuovi.

Corr.: materialismo storico non dialettico


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Solounintervento
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Grazie, Mincuo: non mi è venuto in mente di usare il traduttore in spagnolo. Digitavo" istituto di statistica Venezuela" e non veniva fuori un bel niente.

Tristissimo quel film Black, lascia molto amaro in bocca.
l


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Black_Jack
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Grazie, Mincuo: non mi è venuto in mente di usare il traduttore in spagnolo. Digitavo" istituto di statistica Venezuela" e non veniva fuori un bel niente.

Tristissimo quel film Black, lascia molto amaro in bocca.
l

Ah sì? Io l'avrò visto non so più quante volte e mi mette allegria...
Lui finisce male perché crede di poter competere con le armi della razionalità mentre si trova con avversari che conoscono il potere dei simboli e ne detengono il significato (ossia la classe dominante non è tale perché possiede i mezzi di produzione ma perché possiede i codici del linguaggio, quindi vedi quanto sono materialista storico).
Quello, Caravaggio di Derek Jarman e Satyricon di Fellini; tre meraviglie.


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Solounintervento
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A me invece mise tristezza,poi vedere ucciso lui e bruciati i suoi disegni,in pratica, la reificazione della sua arte, della sua persona......adesso che ci penso, non è solo cinema elegante ma è davvero lo specchio della società per antonomasia. Il giardino, comunque, era molto bello .

Peccato che i film di Peter Greenaway siano introvabili in Italia chissà come saranno gli altri di cui è autore.

Il film su Caravaggio non l'ho visto.

Quello di Fellini che hai menzionato non me lo ricordo; so solamente che uno degli ultimi film di Fellini quello dal titolo la luna, con Benigni che dormiva nella cassa da morto , non l'ho retto e dopo 20 minuti me ne sono andata.....ricordo che mi guardarono in molti, mentre mi avviavo all'uscita, disgustati da tanta mia manifesta ignoranza nel non apprezzare quell'opera del maestro.

Di Fellini mi piacquero molto i film con protagonista la moglie: bellissimi.

Black, quando ne avrai voglia e tempo, sarebbe interessante leggere cosa ne pensi del linguaggio della classe dominante, come comprenderne i codici etc. etc.


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Black_Jack
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A me invece mise tristezza,poi vedere ucciso lui e bruciati i suoi disegni,in pratica, la reificazione della sua arte, della sua persona......adesso che ci penso, non è solo cinema elegante ma è davvero lo specchio della società per antonomasia. Il giardino, comunque, era molto bello .

Il film su Caravaggio non l'ho visto.
Quello di Fellini che hai menzionato non me lo ricordo so solamente che uno degli ultimi film di Fellini quello dal titolo la luna, con Benigni che dormiva nella cassa da morto , non l'ho retto e dopo 20 minuti me ne sono andata.....ricordo che mi guardarono in molti, mentre mi avviavo all'uscita, disgustati da tantamia ignoranza.

Di Fellini mi piacquero molto i film con protagonista la moglie: bellissimi.

Black, quando ne avrai voglia e tempo, sarebbe interessante leggere cosa ne pensi del linguaggio della classe dominante, come comprenderne i codici etc. etc.

Le voci della luna è pessimo. Dimenticavo il capolavoro assoluto: Kwaidan di Kobayashi. Quattro episodi di fantasmi giapponesi di una bellezza così perfetta da lasciare senza parole. Il terzo episodio poi è spettacolare: c'è dentro una tesi di filosofia del linguaggio di una profondità straordinaria.

Grazie per l'attenzione alle mie fondamentali teorie linguistiche ma te le risparmio che ti farei due palle così.

Se ne vuoi un'esposizione parziale ma non lontana dalla sua essenza leggiti Pygmalion di Shaw che almeno è divertente.

Un esmpio va', che sennò sembra che parlo di criptografia.
Hai visto "Basta che funzioni" (se ricordo bene e non mi confondo)? C'è il personaggio di una provinciale medio borghese che quando deve chiedere dov'è il bagno dice con un sorrisino che si sente di dover fare per forza fra il complice e l'imbarazzato: "Dov'è quel posticino?". Perché il regista (essere odioso) insiste su questa cosa?
Sei una signora di mondo e sai tutto, per di più le donne normalmente ci arrivano prima degli uomini in queste cose e senza bisogno di "dati".


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mincuo
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VENEZUELA. Premessa.
Voglio fissare un concetto generale. Una delle caratteristiche principali dei Paesi "in via di sviluppo", PVS, come si deve dire oggi con linguaggio politicamente corretto (una volta erano "sottosviluppati", o anche più crudamente "Paesi del terzo mondo") è quella di esportare materie prime, cioè ricchezze naturali, ed importare prodotti semilavorati o finiti, cioè prodotti a valore aggiunto. Cos'è questo valore aggiunto? E' il valore della lavorazione e dei servizi che stanno sopra la materia prima quando diventa un prodotto. Dato che il prodotto lavorato ingloba anche il costo della materia prima è evidente che così io, Paese PVS, se vendo (esporto) il petrolio a 100 ma poi compro (importo) un prodotto derivato ad esempio dal petrolio a 200, nel quale 100 è il valore del petrolio e 100 il valore aggiunto di lavoro, ricerca, tecnologia, servizi ecc...questa sarà sempre una cosa perdente per me.
E si risolverà che importo poco rispetto a quanto esporto (così si può cercare di farsi capire invece di dire terms of trade) e quindi i cittadini avranno poco, o che peggioro la bilancia commerciale, perciò mi indebito. Inoltre i prezzi delle materie prime sono denominati in USD e variano molto, indipendentemente dalla mia volontà, e se sono bassi io devo vendere ancora più ricchezze naturali. Infine ho un'economia che dipende solo da una fonte, e dai capricci dei prezzi Internazionali.
Ma se io fossi in grado di utilizzarne buona parte per fare prodotti per la mia gente anzichè importarli il prezzo internazionale della materia prima mi interesserebbe di meno. Inoltre se fossi in grado di fare prodotti buoni per l'export, cioè con buoni standard, io stesso esporterei valore aggiunto, derivato dal lavoro e dai servizi che sono in grado di creare sopra la materia prima.
L'Italia ad esempio, che non aveva materie prime, e non aveva certo petrolio, aveva sviluppato un'industria chimica derivata anche dal petrolio, cioè riusciva a creare ricchezza importando petrolio, senza averlo, lavorandolo e vendendo plastica, tessile, fibre, ecc....
Col petrolio si fa quasi tutto, e la benzina era in origine lo scarto ultimo di lavorazione, senza valore. Per quello (anche se non solo per quello) l'industria automobilistica storicamente ha sviluppato una via pressochè unica, i motori a benzina, disincentivando o boicottando ricerche alternative. Per non gettarla via, anzi facendoci sopra profitti enormi.
Un Paese che ce l'ha il petrolio è avvantaggiatissimo e avrà sicuramente una industria petrolchimica sviluppatissima.
Se non ce l'ha e importa pure i prodotti petroliferi, allora qualcosa non va.
Certo fare i proclami per il popolo, o dare a pioggia soldi ai più poveri crea consenso facile e inoltre va anche bene, ma non sono interventi strutturali dare soldi a pioggia e come diceva qualcuno è una cosa diversa dare i pesci da insegnare a pescare.
La libertà, l'emancipazione, lo sviluppo passano non solo per le cose che fanno presa sulla gente media, e vengono portate in TV e sui giornali.
Non è solo sui proclami e non solo su spendere 1 miliardo o 2 all'anno dei 70 che hai per dare a chi ha 2 dollari al giorno 5 dollari.
Questo va bene, per carità, ma solo questo no, altrimenti è una politica da satrapo orientale, e non è questo che si richiede a una classe dirigente, nè di ragionare come un popolano.
Un Paese sottosviluppato che ha poi la fortuna di avere una pioggia immensa di denaro per 10 anni deve provvedere a rendersi indipendente. Deve costruire, mantenere, sviluppare e potenziare il più possibile un'economia, un commercio e un'agricoltura diversificate che lo rendano indipendente e non soggetto alla materia prima e ai suoi sbalzi.
Questa è una priorità assoluta, che certo vale molto meno come impatto propagandistico del Re Buono che distribuisce soldi, ma pone le basi reali e durature per il benessere e l'emancipazione di un popolo.
E questa è anche una delle basi per un giudizio informato ex post, non fondate sull'articolo del giornaletto politico e non ricavato da elucubrazioni pseudo sociologiche o pseudo analisi post-sessantottine sui massimi sistemi mascherate come cultura.
Giudizio che uno poi può fare quando si vedono i risultati di 10 anni, e le politiche perseguite, in rapporto alle risorse avute e a come sono state impiegate. Sempre quei maledetti numeri.
Non c'entra il socialismo o il liberismo, più o meno fasulli.
Una classe dirigente è una classe dirigente, oppure non lo è.


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Solounintervento
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Perfettamente concorde, Mincuo su quanto esposto. C'è' però un ma.

In dieci anni potenziare gli impianti e far sviluppare tutto l'indotto non è' semplice se si ha una popolazione con misera specializzazione, opposizione che rema contro e potenze straniere che fanno di tutto per impedire che tutto ciò avvenga.

Inoltre avrebbe dovuto debellare contemporaneamente la criminalità organizzata e il poderoso sistema di corruzione. Questo l'avrebbe potuto fare, ma sarebbe stato propagandato come "feroce repressione di una feroce dittatura".


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mincuo
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Perfettamente concorde, Mincuo su quanto esposto. C'è' però un ma.

In dieci anni potenziare gli impianti e far sviluppare tutto l'indotto non è' semplice se si ha una popolazione con misera specializzazione, opposizione che rema contro e potenze straniere che fanno di tutto per impedire che tutto ciò avvenga.

Inoltre avrebbe dovuto debellare contemporaneamente la criminalità organizzata e il poderoso sistema di corruzione. Questo l'avrebbe potuto fare, ma sarebbe stato propagandato come "feroce repressione di una feroce dittatura".

Niente è semplice.
Ma lei da giudizi un po' troppo facilmente.
Prima erano degli analfabeti dediti a riti tribali, ma non era vero.
Ora ci sono le potenze straniere che remano contro.
O l'opposizione che remava o erano tutti con misera specializzazione.
Vedremo se erano quelli i motivi e quanto e se solo quelli.
E si vedono coi dati, che disturbano tanto, perchè se no di può sempre dire quel che si vuole. Ma in base a che?
Non è che i dati impediscono i concetti, le visuali, le ideologie, le considerazioni, come pare suggerire qualcuno.
Più che altro impediscono un pochino le favole, la circonvenzione di incapaci, le conclusioni basate su menzogne inventate e non sulla realtà osservabile, e la propaganda spacciata per cultura.
E sarebbe un po' meglio conoscere la realtà, e poi applicarci le proprir considerazioni e ideologie, piuttosto che applicarle prima sul nulla o peggio su una realtà inventata, che vada bene e collimi con le proprie ideologie.

"Il poderoso sistema di corruzione che ha impedito", piccolo particolare, l'ha creato proprio quel sistema con una burocrazia abnorme, come ho già mostrato.
Non era questione di debellarlo e rischiare poi gli strali e le critiche, quanto semplicemente di non crearlo e svilupparlo.


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Solounintervento
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Mincuo, ma anche se si ha a disposizione popolazione altamente istruita in 10 anni si riesce solamente ad elaborare i progetti e a stento ad iniziare i lavori.

Sulla burocrazia e sulla corruzione ha perfettamente ragione, però fu solo incrementato il rispettivo tasso perche' comunque erano problemi preesistenti.


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Black_Jack
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Perfettamente concorde, Mincuo su quanto esposto. C'è' però un ma.

In dieci anni potenziare gli impianti e far sviluppare tutto l'indotto non è' semplice se si ha una popolazione con misera specializzazione, opposizione che rema contro e potenze straniere che fanno di tutto per impedire che tutto ciò avvenga.

Inoltre avrebbe dovuto debellare contemporaneamente la criminalità organizzata e il poderoso sistema di corruzione. Questo l'avrebbe potuto fare, ma sarebbe stato propagandato come "feroce repressione di una feroce dittatura".

Niente è semplice.
Ma tu dai giudizi di questo tipo. Prima erano dgli analfabeti dediti a riti tribali, ma non era vero.
Ora ci sono le potenze straniere che remano contro. O l'opposizione che ramava o se erano tutti con misera specializzazione.
Vedremo se erano quelli i motivi o solo quelli.
E si vedono coi dati, che disturbano tanto, perchè se no di può sempre dire quel che si vuole. Non è che i dati impediscono i concetti, le visuali, le ideologie, le considerazioni, come pare suggerire qualcuno.
Più che altro impediscono un pochino le favole, la circonvenzione di incapaci, le conclusioni basate su menzogne inventate e non sulla realtà osservabile, e la propaganda spacciata per cultura.

C'è "il poderoso sistema di corruzione che ha imperdito", ma, piccolo particalare, l'ha creato proprio quel sistema di burocrazia abnorme, come ho già mostrato.
Non era questione di debellarlo e rischiare poi gli strali e le critiche, quanto semplicemente di non crearlo e svilupparlo.

Il sistema della corruzione però non lo ha creato Chavez.
Prima era già una cosa terribile; se andavi in macchina nelle zone lontane dall capitale ti fermava la polizia con una scusa e se non gli davi 30 dollari sparivi letteralmente dalla faccia della terra.
La stessa cosa ovviamente sccede da altre parti, in Africa occidentale e in Zaire è anche peggio.
Fatto sta che dire che Chavez ha costrito un sistema brocratico che per la sa elefantiasi era destinato a diventare un centro di corrzione permanente non è assoltamente esatto.

La ciminalità a Caracas, prima di Chavez, era sviluppatissima solo che era regolata da alcuni gruppi che avevano delle connessioni con il potere e quindi fungevano da controllori.
Finito quel sistema con l'avvento di Hugo c'è stata una sorta di "deregulation" per cui l'effetto è stato un aumento statistico, ossia è semplicemente venuta a galla tutta la potenzialità di una situazione preesistente.

Il problema è, e mi interesserebbe una tua risposta (se questo è il luogo adatto...[che palle]): questo problema che hai descritto, quello dell'esportazione della materia prima e dell'importazione di manufatti dal valore agginto, politica che sballa l'economia di un paese, è comune a quasi tutti i paesi come il Venezuela ossia

1)che si ribellano al potere imperiale
2)che hanno una certa materia prima in grande quantità

A Cuba lo stesso; erano partiti con l'idea di non limitarsi alla monocoltura della canna e poi ci sono finiti dentro con tutte le scarpe; su questo ci hanno litigato Fidel e il Che tanto che il secondo se ne andò in giro per il mondo, Castro lo abbandonò e lo lasciò uccidere (Cienfuegos lo aveva fatto ammazzare già nel 1959).
L'Iran pure ha dei problemi con l'estrazione del petrolio mi pare.
In generale: il paese che si ribella all'impero commetterà sicuuramente dei grossissimi errori di politica economica.
Ma è dovuto solamente a errore umano o ci sono delle condizioni strutturali per chi si ribella all'impero partendo da uuna condizione di grande arretratezza e corruzione che rendono difficilissima l'applicazione di politiche efficienti?
Quindi non metto fra le ipotesi solamente il boicattaggio da parte dell'impero e dei suoi alleati, ma anche il sistema di corruttela preesistente col quale ad ogni modo il nuovo regine rivoluzionario dovrà fare i conti e soprattutto il problema "per costruzione" di qualsiasi rivoluzione: ci si ribella intercettando il consenso appassionato del popolo e si ha troppo poco tempo a disposizione per realizzare una politica di lngo termine. La fretta di offrire risultati a quel popolo dal quale si dipende in tutto e per tutto porta a politiche di breve respiro come la monocultura o l'esportazione di una materia prima senza prospettiva di sviluppo nel luungo periodo.

Insomma è una domanda che ti faccio ovviamente non polemica e non tesa a dimostrare tesi preconcette. Vorrei solo sapere che ne pensi della "ripetitività" del problema e delle sue cause.


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mincuo
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Mincuo, non ti alterare, ma anche se si ha a disposizione popolazione altamente istruita in 10 anni si riesce solamente ad elaborare i progetti e a stento ad iniziare i lavori.

Sulla burocrazia e sulla corruzione hai perfettamente ragione.

Intanto non è così vero. E lo posso dimostrare. Ma anche riflettendo un pochino la Cina, la Corea, l'India, Hong Kong, la Malesia, lo stesso Brasile, o anche la prima fase Argentina o cento altri stanno lì a dimostrare cosa si può fare in 10 anni, o anche in 5 anni, e non erano tutti laureati ad Harvard in quei paesi.
O pensi all'Italia dal 1950 al 1960 signora.
E non si tratta nemmeno solo di progetti per il Venezuela.
Nè di un'industria inesistente da creare ex novo. C'era.
E comunque anche i progetti a lungo termine si vedono, anche se non sono completati o non sono a buon punto ma solo a uno stadio iniziale.
E si vedono anche i soldi stanziati.
Nel mondo reale, non nei telefilm, ci sono i budget, i finanziamenti, i progetti, i capitolati ecc...
O ci sono o non ci sono.

Abbia un po' di pazienza. Prima di giudicare.
Io non ho ancora scritto niente su questo.

Non è una regola pessima cercare di avere prima un idea abbastanza precisa delle cose, e solo successivamente fare delle affermazioni specie di carattere così perentorio.


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Solounintervento
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Bella domanda Black.

Mincuo, avevo corretto la seconda persona singolare con la forma di cortesia, ma probabilmente ho combinato un pasticcio ed è rimasta la seconda persona singolare.

Le mie non vogliono essere obiezioni polemiche; ma solamente spunto per ulteriori chiarimenti.


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mincuo
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Il sistema della corruzione però non lo ha creato Chavez.
Prima era già una cosa terribile; se andavi in macchina nelle zone lontane dall capitale ti fermava la polizia con una scusa e se non gli davi 30 dollari sparivi letteralmente dalla faccia della terra.
La stessa cosa ovviamente sccede da altre parti, in Africa occidentale e in Zaire è anche peggio.
Fatto sta che dire che Chavez ha costrito un sistema brocratico che per la sa elefantiasi era destinato a diventare un centro di corrzione permanente non è assoltamente esatto.

Non l'ha creato. L'ha moltiplicato.
Gli indici di criminalità sono fatti nello stesso modo.

La ciminalità a Caracas, prima di Chavez, era sviluppatissima solo che era regolata da alcuni gruppi che avevano delle connessioni con il potere e quindi fungevano da controllori.
Finito quel sistema con l'avvento di Hugo c'è stata una sorta di "deregulation" per cui l'effetto è stato un aumento statistico, ossia è semplicemente venuta a galla tutta la potenzialità di una situazione preesistente.

Non è "venuta a galla". Si misurava prima e dopo. A quella normale s'è aggiunta la criminalità governativa, specie corruzione. Semplicemente.
La corruzione e la criminalità si misurava anche prima di Chavez, non è stato il primo Governo del Venezuela il suo.
Ne hanno avuti tanti e democratici, o presunti tali, fin dal 1948.
Una iperburocrazia porta sempre corruzione. Hanno una correlazione elevata e stabile. Che sia comunista o fascista conta un fico secco.

Il problema è, e mi interesserebbe una tua risposta (se questo è il luogo adatto...[che palle]): questo problema che hai descritto, quello dell'esportazione della materia prima e dell'importazione di manufatti dal valore agginto, politica che sballa l'economia di un paese, è comune a quasi tutti i paesi come il Venezuela ossia
1)che si ribellano al potere imperiale
2)che hanno una certa materia prima in grande quantità

Non la metto sul ribellarsi. Anzi. Ci sono Paesi che hanno governi fantoccio e quelli perpetuano quelle condizioni. Quelli che si "ribellano" comunismo o liberismo o fascismo o trullallà devono cercare di sviluppare quel che ho detto. Se si ribellano veramente, se no è una farsa.
(E questa semmai è una piccola dritta).

A Cuba lo stesso; erano partiti con l'idea di non limitarsi alla monocoltura della canna e poi ci sono finiti dentro con tutte le scarpe; su questo ci hanno litigato Fidel e il Che tanto che il secondo se ne andò in giro per il mondo, Castro lo abbandonò e lo lasciò uccidere (Cienfuegos lo aveva fatto ammazzare già nel 1959).

Cuba vendeva lo zucchero all'URSS che lo comprava al doppio o anche triplo del suo valore. Non direttamente, ma tramite società commerciali. In Svizzera, Inghilterra e Panama specialmente.
I soldi della cresta se li spartivano lì.
Comunque con la monocultura della canna Cuba ha avuto un flusso di soldi extra dall'URSS di sovvenzioni per 40 anni.
Non che fosse obbligata a fare monocultura.
A Cuba se sputi per terra cresce qualcosa, hanno un clima strepitoso, e non solo quello. Nè Cuba era obbligata ad altre cose.

L'Iran pure ha dei problemi con l'estrazione del petrolio mi pare.
In generale: il paese che si ribella all'impero commetterà sicuuramente dei grossissimi errori di politica economica.

L'Iran ha problemi a venderlo non a estrarlo. Da un anno, con l'embargo effettivo, che sono una serie di provvedimenti stretti, specifici, e molto complicati. E funzionano abbastanza, per il petrolio.
L'embargo in Iran c'era da 30 anni, ma quello fa ridere, è propaganda, come tutti gli embarghi. Basta una triangolazione. Questo invece è diverso, ma è il primo che vedo, e funziona per via che il petrolio è venduto in gran parte su accordi governativi.

Ma è dovuto solamente a errore umano o ci sono delle condizioni strutturali per chi si ribella all'impero partendo da uuna condizione di grande arretratezza e corruzione che rendono difficilissima l'applicazione di politiche efficienti?

Per chi si ribella all'Impero realmente, e in un certo modo, ma direi più che altro non chi "si ribella" ma chi disturba qualche progetto geostrategico, ci sono le bombe in genere. O le guerre diciamo. O i colpi di Stato arancioni verdi e gialli. O la diffamazione. O tutte queste cose.
Ma all'Impero, se vuoi dire così, altrimenti non frega proprio un caxxo.
Basta che paghi, poi puoi fare quel che ti pare.

Quindi non metto fra le ipotesi solamente il boicattaggio da parte dell'impero e dei suoi alleati, ma anche il sistema di corruttela preesistente col quale ad ogni modo il nuovo regine rivoluzionario dovrà fare i conti e soprattutto il problema "per costruzione" di qualsiasi rivoluzione: ci si ribella intercettando il consenso appassionato del popolo e si ha troppo poco tempo a disposizione per realizzare una politica di lngo termine. La fretta di offrire risultati a quel popolo dal quale si dipende in tutto e per tutto porta a politiche di breve respiro come la monocultura o l'esportazione di una materia prima senza prospettiva di sviluppo nel luungo periodo.

Non so di quale rivoluzione parli. Se è quella Venezuelana temo che tu sia fuori strada un pochino. Quella andava benone come anche quella Argentina.
Gli USA hanno straguadagnato e hanno un grip maggiore di prima.
E sono anche ufficialmente dei "nemici". Meglio di così.....
Vedrai che alla fine qualche domanda la farò io.


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Solounintervento
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Mincuo chi costringeva a far fare quel giro di cui accennato della vendita dello zucchero? Non è a Londra il mercato di tutte le materie prime?


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