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Boris Johnson annuncia che rifiuterà il ritardo sancito per legge alla Brexit. Le cose si complicano


Giambo
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Una legge, che ha ricevuto l'approvazione reale lunedì, impone a Boris Johnson un ritardo di tre mesi qualora non trovasse un accordo con la UE per la Brexit.
Johnson però ha detto oggi in parlamento che non accetta ritardi e tutt'al più è disponibile per nuove elezioni.
Il parlamento è contrario alle elezioni a meno che non si levi dal tavolo l'opzione "no deal".

Le notizie si fanno contraddittorie: prima Johnson vuole la Brexit o piuttosto la morte, poi si dice che si atterrà alla legge (abide the law), dopodiché oggi ribadisce che è pronto a sfidare la legge e lo stesso parlamento pur di attuare la Brexit entro il 31 ottobre.
Questo "dovrebbe" essere il video con la sua ultima opinione
https://www.youtube.com/watch?v=4FnfPGhhZl8

Il tutto è complicato dalla questione del backstop: il Taoiseach d'Irlanda (premier) di origine indiana Varadkar, accetterebbe il no deal senza backstop solo con alternative realistiche che però fino adesso non gli sono state proposte.
Il timore di alcuni è che il backstop sia il primo passo per una separazione di fatto dell'Irlanda del Nord dallo UK.
Gli indipendentisti dello SNP si preparano a cogliere la minima occasione.

Il 7 settembre gruppi pro e contro Brexit si sono fronteggiati di fronte alla polizia in Parliament Square

https://www.itv.com/news/2019-09-07/pro-and-anti-brexit-demonstrators-clash-on-parliament-square/

Lo UK è nel caos totale per la spaccatura che divide l'establishment.

Non è una questione locale, è il riflesso di una resa dei conti a livello di tutto il sistema occidentale che coinvolge anche l'Italia, gli US e in misura diversa la UE che però potrebbe trovarsi nella medesima situazione di qui a qualche mese quando, come dice anche Carlo De Benedetti, è probabile che ci sarà un forte recessione.
La guerra fra élite "populiste" e élite globaliste è arrivata al momento decisivo.


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Primadellesabbie
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Il populismo qui non c'é, e nemmeno la "resa dei conti a livello di tutto il sistema occidentale", almeno per il momento.

La situazione é molto delicata ma la causa sta nell'arroganza tipica di una parte dei Conservative che, in questa circostanza e con questo PM ha superato ogni limite raggiunto precedentemente.

Rimarchevole la notte scorsa, per lucidità, l'intervento di Jo Swinson, leader dei LibDem, che però sono contrari alla brexit, e quello, volto ad esprimere grande preoccupazione, di alcuni Conservatori.


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Giambo
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Spiego per altri: élite populiste significa

1) una fazione dell'élite legata al territorio e alla produzione entrata in conflitto (forse non più ricomponibile e se così fosse potremmo trovarci sull'orlo di una fase molto instabile) con l'altra vincente finanziaria, cosmopolita e quindi globalista. Queste élite hanno tentato la carta dell'impegno diretto in politica e, essendo legate al territorio, il loro discorso rivolto agli elettori ma anche la loro prassi politica sono incentrate
-sulla “nazione/identità” “definita da confini”
-su messaggi “di pancia”
Quindi Le Pen, Orban, Salvini ma anche e soprattutto Trump e Putin

2) le élite che oggi rischiano l'esclusione sono accomunate dalla questione dei confini ma possono non essere pienamente populiste.
È il caso dello UK (anche se a mio avviso ci si avvicinano sempre di più) dove però l'appartenenza alla stessa fazione dell'élite è testimoniata dall'appoggio di Trump a Boris Johnson in funzione appunto del recupero della propria frontiera.

A me sembra che ci troviamo al momento decisivo dello scontro fra le due élite, che come era prevedibile arriva a un anno dalle prossime elezioni US, e alle soglie di una recessione che potrebbe rendere la situazione particolarmente fluida.

Mi pare che in questo momento le élite perdenti, o “populiste”, siano in grande difficoltà e quindi forse tenteranno di cambiare il loro gioco o magari andranno disordinatamente ognuna per conto suo.
Ma anche le élite vincenti globaliste hanno i loro problemi e la prossima recessione potrebbe ridare fiato al populismo (che è anche la tesi di De Benedetti, ieri a La7)
La mia opinione quindi è che fra non molto potremmo vedere il (e partecipare al) caos UK replicato su scala globale con un filo di britannico self control in meno.

Quanto a Boris Johnson il suo upper crust RP meriterebbe delle considerazioni a parte. Questione di non poco conto se si pensa che secondo alcuni la regina dopo la morte di Diana è passata dall'upper crust a un parziale standard southern...


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Primadellesabbie
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L'affare si complica:

"Brexit: Scottish judges rule Parliament suspension is unlawful"
qui:
https://www.bbc.co.uk/news/uk-scotland-49661855

"But the three Inner House judges said they disagreed with Lord Doherty's ruling because this particular prorogation had been a "tactic to frustrate Parliament" rather than a legitimate use of the power."

Il nostro eroe sarà costretto a riaprire il parlamento?

Inoltre, cosa che potrebbe avere conseguenze pesanti (grassetti miei):

"But the Court of Session judges were unanimous in finding that Mr Johnson was motivated by the "improper purpose of stymieing Parliament", and he had effectively misled the Queen in advising her to suspend Parliament."

(qualche consigliere di Corte si é messo di mezzo?)

Staremo a vedere.


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Giambo
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Credo che queste disquisizioni giuridiche vadano lette non come semplici diatribe dottrinali ma come l'espressione di un duello in cui i contendenti per adesso si scambiano colpi sul piano metaforico (ma non troppo) della legge.

Johnson non è un privato signore che decide di imporre una sua linea al paese ma è il rappresentante di un gruppo di potere che si vede vicino a essere scalzato dalla sua posizione di élite.

L'egemonia l'avevano persa da prima ma, e questo è abbastanza strano, avevano ritenuto di poter accettare di restare nella ruling class condividendo quel potere decisionale e quell'accesso privilegiato alla ricchezza che prima detenevano in monopolio.

Qui è il senso profondo di questo passaggio storico: la soggettività della società è contemporaneamente comunitaria e centralizzata; dalla fine del feudalesimo (enclosures e affermazione del potere assoluto) si afferma inesorabilmente il potere unico, centralizzato e centralizzantesi sempre di più in un processo che è per costruzione inarrestabile.
In altre parole le due forme, comunitaria e centralizzata, noi le riuscismo a vedere solamente come un'alternativa dualistica, una delle due deve prevalere sull'altra. (*)
Siamo partiti dal comunitario originario e ci siamo spostati sempre di più verso il centralizzato.
Le civiltà finivano quando il centralizzato implodeva su se stesso ossia non riusciva a mettere in atto la definitiva separazione dell'élite centrale dal resto della comunità.

Ma oggi con le nuove avanzatissime tecnologie, il tentativo di affermazione del centrale sul comunitario si spinge molto al di là delle esperienze dei secoli passati.

Nel concreto, gli strati esterni dell'élite vengono scartati come le foglie del carciofo, avvicinandosi sempre di più al cuore, e vanno a finire tutti nella gheenna dei subalterni.
Finché sono i contadini espropriati delle terre comuni, i lavoratori privati di diritti e welfare, la classe media dei piccoli imprenditori o degli intellettuali pretenziosi ma timorosi, non succede niente.

Qui però siamo arrivati agli strati immediatamente adiacenti al cuore del carciofo di cui sopra, e quella è gente che non riesce nemmeno a concepire di essere ridotta a semplice ricca middle class al di fuori della vera élite.
Se ho ragione a pensare che non è più possibile alcun compromesso perché la lotta per l'egemonia “centrale” implica solo due alternative, o si domina e si sfrutta o si è dominati e si è sfruttati, potremmo trovarci alle soglie di una trasformazione epocale.

(*) A questo proposito ricordo Gioacchino da Fiore, trinitarista, che parlava di tre ere dell'umanità: era del Padre, era del Figlio, era dello Spirito Santo, dove l'ultimo è appunto l'elemento che rompe il dualismo antagonistico fra i primi due (a mio avviso il Padre [o forse Madre] è il comunitario originario, l'ontologico, può creare ma non ordinare; il Figlio [sicuramente principio maschile] è l' “io” centrale, il Verbo ordinatore, l'ontico).


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