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Cattiverie 3

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Erwin
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...d'altra parte cosa aspettarsi da adepti di una setta che si ispira ad un tizio che aveva detto pubblicamente....

.... "sinite parvulos venire ad me"!


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Tonguessy
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Però rendono un notevole servizio alle scuole pubbliche, liberandole dei figli di papà che non hanno voglia di fare un tubo e preferiscono comprarsi il titolo di studio piuttosto che sudarselo.

Ecco, bravo. Così ci si ritrova con medici figli di medici che praticano la malasanità in quanto la buonasanità non l'hanno mai conosciuta. Oppure notai figli di notai che vendono case legalmente senza che queste siano in possesso dei requisiti di legge. Se ti trovi lì in mezzo, non pensi che sarebbe stato meglio legarli alla sedia come Alfieri invece che lasciarli cazzeggiare con SUV di mamma?

Eppoi: cosa cazzo se ne fanno i figli di operai della laurea? Fanno i magazzinieri laureati oppure gli operatori di call-center?
Senza il solito santo in paradiso non si va da nessuna parte...

Sono fortemente contrario all'omogenizzazione dell'insegnamento. Me ne sono andato dal liceo perchè schifato dal latino, filosofia e compagnia bella. Pensavo di studiare scienza, mica linguaggi morti. Mi sono fatto alcuni "diplomi per poveri", ovvero scuole professionali. Il lavoro che faccio oggi non lo devo sicuramente al liceo, ma alle scuole frequentate in seguito. E mi piacerebbe che mio figlio, invece di buttare anni nello studio di pratiche desuete, imparasse ad esempio la termotecnica. Già al terzo anno di studio gli studenti vengono cercati e assunti come idraulici: quale altra scuola può vantarsene?


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mazzi
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Ma Tonguessy, priva tuo figlio di una buona base culturale (che include anche le discipline umanistiche, si certo) e ne fai una macchinetta buona solo a fare quello che ha imparato e null'altro.

Non solo, ma cosi' facendo lo privi degli strumenti critici con cui affrontare tutto - la storia, la politica, la lingua e i rapporti interpersonali, la vita stessa - e finisci col renderlo manipolabile, perche' appunto privo degli strumenti culturali atti a connettere e paragonare. Le discipline umanistiche non sono solo vecchiume inutile (mi meraviglio che te ne venga con siffatti biechi e infondati luoghi comuni) esse sono la base su cui poter costruire un modo di pensare meno superficiale e una filosofia di vita che non sia quella dettata dalla tv o dai discorsi da bar.


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Tonguessy
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Caro Mazzi, stai confondendo due semplici cose: il diritto ad avere casa e cibo con il diritto a dire le proprie opinioni.
Questo casino è la madre di tutti i casini. Come spero tu abbia notato io non faccio solo quello che le scuole professionali mi hanno insegnato (e attraverso cui mi guadagno la pagnotta), ma nel tempo libero studio. Non credo di essere in quanto a cultura secondo a molti laureati. Ma non voglio confondere le necessità di sistema con le necessità individuali, fossero anche di natura spirituale.
Il sistema non ha bisogno di argomentazioni spirituali, e quando lo fa diventa ancora più odioso. Vedi la chiesa.

Quindi la mia equazione è semplicissima: trovati un lavoro che ti lasci tempo libero di informarti, di studiare, di divertirti e non intraprendere studi che ti portano a investire una quantità enorme di tempo e risorse per ricevere un nulla in cambio. Qui non si parla di pochi anni investiti in qualcosa, si parla di tutta la vita di una persona.

Anche ad un mio allievo (insegno musica a tempo perso, purtroppo la musica è solo questo....sigh!) ho consigliato di dare retta a suo padre: una laurea breve che ti permetta di avere accesso sicuro ad un posto tranquillo e ben remunerato invece che farsi il mazzo per avere sì, la parrucca da bohemien, ma il portafoglio da clochard. Dopo nel tempo in abbondanza che avrai potrai studiare quello che più ti piace, e senza il ricatto di doverlo fare per soldi. E non peserai sulle spalle di tuo padre fino ai trent'anni.

Trovi tutto questo così terribilmente sbagliato?


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paolodegregorio
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caro Tonguessy,

concordo con tante valutazioni che fai.
Ribadisco però che fino a 17 anni compresi vorrei una scuola uguale per tutti. Nessuna suddivisione tra licei (serie a) e professionali (serie b), mi riferisco ad una preparazione di base che comprenda oltre a latino e matematica materie base, tutte quelle materie (da educazione ambientale, a quella degli alimenti, allo studio della costituzione, etc)che servono alla formazione del cittadino. Educazione che pone sullo stesso piano i ragazzi con l'obiettivo di farne persone capaci di ragionare con senso critico, informati sui propri doveri e diritti e con una base uguale di conoscenza nelle materie scientifiche.
Ripeto, la scelta università o lavoro, li porterà a dividersi, ma avranno un bagaglio formativo uguale per partire.

caro Truman,
è vero quello che dici rispetto alla maggioranza delle scuole private, ma ci sono anche le scuole private di eccellenza, e quelle dei gesuiti sono tali. E' li che si forma la elite programmata dai vari poteri nascosti (tipo massoneria, Opus Dei etc.) per arrivare a controllare i punti nevralgici dello Stato.
E io non voglio dar loro, e a tutte le scuole private, nemmeno un centesimo di euro, mentre voglio, invece, che la scuola pubblica venga migliorata anche destinandole maggiori risorse., magari utilizzando l'8 per mille.
E mi piacerebbe che personaggi pubblici, in particolare donne progressiste, sostenessero con atti pratici proprio la scuola pubblica.

un saluto a tutti
paolo


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cloroalclero
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Concordo con tutto quello che dice Paolo, a parte la scuola fino ai 17 (io alzerei ai 18) e la storia del percorso unico, che secondo me rischia di essere massificante. A 16-17 anni infatti si scoprono le attitudini: magari si potrebbe pensare ad un monte ore di materie uguali per tutti come carico orario e approfondimento: matematicam storia geografia ITALIANO inglese . Dai 16 ai 18 filosofia, diritto ed economia. Poi un monte ore in cui i ragazzi possano scegliere: chi è portato per il disegno, la meccanica, le lingue straniere, le lingue antiche, l'odontotecnica, l'informatica potrebbe scegliere di indirizzarsi su questi approfondimenti. Anche perchè le scuole tecniche di oggi non preparano veramente al lavoro ma danno solo un'impostazione di base.
Diverso è l'approccio professionale (es. istituto alberghiero) che per me resta abbastanza insostituibile e non mi sembra giusto far rinviare a chi ha disposizione in tal senso la possibilità di guadagnare subito. Un cuoco diventa finito verso i 23-24 anni, per esempio. Ma deve cominciare verso i 15 a dedicarvisi.
saluti


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Truman
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Eppoi: cosa cazzo se ne fanno i figli di operai della laurea? Fanno i magazzinieri laureati oppure gli operatori di call-center?
Senza il solito santo in paradiso non si va da nessuna parte...

Sono fortemente contrario all'omogenizzazione dell'insegnamento. Me ne sono andato dal liceo perchè schifato dal latino, filosofia e compagnia bella. Pensavo di studiare scienza, mica linguaggi morti.

Ti ha già risposto Mazzi, e sembra che tu non abbia nemmeno letto quello che ti ha scritto.
Ci vorrei provare anch'io. Al di là della provocazione sulle private, resta il valore dello studio per le persone, non per il pezzo di carta.
E' corretto preoccuparsi di trovare un lavoro per vivere, come pure il saper eseguire lavori manuali, ma non solo questo serve alle persone.

Una delle abilità fondamentali che la scuola dovrebbe fornire è il potere di astrazione, il sapere trovare comportamenti generali in casi particolari. Per lungo tempo il potere delle classi ricche su quelle povere non si è basato solo sulle disuguaglianze sociali, ma sulle scuole dei ricchi, spesso meno faticose di quelle professionali, ma tese a fornire potere di astrazione, la capacità di trovare analogie, isomorfismi, regolarità, invarianze (alla Nozick). In termini filosofici si parla a volte di sussunzione, il procedimento con cui si riesce ad inquadrare una regola particolare in una più generale.

Mi sono convinto che la scuola di tipo umanistico è quella più capace di stimolare la capacità di astrarre negli studenti. Fondamentale a questo la mitologia, perchè individuare miti è una delle forme base di astrazione. Ad esempio il mito di Edipo è fondamentale in Freud e Carl Schmitt si salvò al Processo di Norimberga anche grazie al mito di Epimeteo.
Ma le discipline migliori per sviluppare le capacità di astrazione sono le lingue morte, quelle più lontane dal vissuto quotidiano. Nella traduzione da un testo lontano si esercita il mestiere dell'investigatore: tramite tentativi ripetuti lentamente emerge un significato da qualcosa che a prima vista era insensato. Come pezzi di un puzzle che alla fine incastrano, i testi portano un significato che i sempliciotti preferiscono ignorare, mentre gli investigatori si divertono ad estrarre. Il mondo spesso appare simile ad un testo da decifrare.

Un divertimento finale: a volte viene usato il testo "Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua...". Anche per un latinista questo è un testo insensato.
Ma molta gente riconosce il significato sottostante: è una prova di stampa, solitamente usata per provare l'effetto grafico di diversi font.

Ma non basta, uno studioso volle trovare ad ogni costo il significato vero ed alla fine lo trovò: è una serie di frammenti danneggiati provenienti da un'opera di Cicerone.
http://it.wikipedia.org/wiki/Lorem_ipsum


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cloroalclero
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concordo assolutamente con Truman. Non dico il greco, ma il latino andrebbe studiato per almeno 3 anni a partire dagli 11 anni. Aiuta anche a vedere i sensi nascosti nell'etimologia della nostra lingua. E poi, non vorrei difendere la disciplina tanto per fare, ma anche la filosofia, 3 anni, a partire dai 16 dovrebbero studiarla tutti: è un linguaggio, un sistema di pensiero direi "laterale" ripetto alle visioni del mondo, che so, dei letterati e dei poeti che è un ottimo ponte con il mondo scientifico.
In tal senso concordo con paolo che il sistema "liceo" è superato.
Poi la storia: dovrebbe essere studiata piu duramente, dagli 11 anni= preistoria per poi far bene anno per anno storia antica (2 anni) medievale (2 anni) moderna (2 anni) contemporanea (2 anni), chè l'ignoranza storica porta all'incomprensione del presente.


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Tonguessy
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Evidentemente la mia risposta non è stata sufficientemente chiara.

Punto essenziale: se i padroni conoscono 1000 parole, noi dobbiamo conoscerne 1100 per non farci infinocchiare. Questo però non significa che dobbiamo assimilare supini le loro litanie, ma le dobbiamo in qualche modo destrutturare e contestualizzare.
Da questo consegue che tali litanie imparate a memoria così come troppo spesso l'insegnamento ufficiale vuole, non serve a nulla o poco più. La mia esperienza ancora mi giunge in soccorso: incapace di digerire i filosofismi liceali, in età adulta mi sono letto una buona quantità di libri. A mia scelta, senza particolari schemi prefissati. Vado molto ad istinto, e mi ha sempre aiutato anche in queste scelte.

Quindi esistono delle conoscenze che, come tali, vanno rispettate ed onorate perchè sono dei tesori a cui chiunque con un po' di buona volontà può attingere. Ma ce ne sono molte altre che invece si muovono su piani diametralmente opposti, ovvero cercano di rimbambire le menti, di soggorgarle e di piegarle a specifiche ideologie o programmi. Credo che una parte più o meno densa dei programmi ministeriali vadano in tal senso, sennò non si spiegherebbe la dose massiccia di servilismo e paraculaggine di quest'epoca. Spero non diate solo la colpa alla tv, eh?

Altro punto: proprio per evitare di lasciare i figli dei lavoratori nell'oblio culturale è giusta l'istruzione forzata. Purtroppo non si definisce la qualità dell'istruzione, solo la quantità. Ok, si mandano i figli a scuola sennò ci tolgono la patria potestà, non abbiamo scelta. Giusto. Alla fine del parcheggio scolastico, che figli ci ritroviamo? Sicuramente bravi in qualcosa che tornerà loro utile professionalmente oppure solo scavati fisicamente ed emotivamente (parole di altri genitori che hanno i figli al liceo, alzarsi alle 7, tornare alle 2, mangiare e sempre sui libri fino alle 8)?
Capisco la cultura, ma ci sono altre priorità oltre a questa. Farsi una famiglia, una casa, avere un minimo di sicurezza nel caso il dentista ci prospettasse un intervento grosso di urgenza, non sono priorità? E cosa si ritrova un laureato in, chessò, filosofia o lettere antiche come prospettiva? Non voglio con questo dire che impedirei ai miei figli di affrontare quel tipo di studi. Ma mi sembra doveroso come padre ricordare loro il diritto all'indipendenza economica. Con quei percorsi accademici si trova più facilmente la dipendenza, invece.

Tutto questo non significa, ancora una volta, abdicare. Non vuol dire rinnegare il piacere dello studio, l'avventura della scoperta culturale. Tutt'altro. Ho studiato la sera, di giorno lavoravo in officina. L'ho fatto io, lo possono fare anche gli altri, non pensate? Ancora oggi la storia per me non è molto diversa, se escludiamo la piacevole parentesi delle vacanze che per me sono sinonimo di lettura.


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dr34m1ng
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studiare dogmi filosofici al liceo mi è servito per scoprire la filosofia e per studiare dogmi filosofici all'università. Ma una cosa è superare l'esame, una cosa è fare tuoi i concetti, assimilarli secondo il tuo schema, criticarli e discuterli secondo le tue convinzioni.

Sai quante volte ho litigato con i professori durante l'esame, a lezione, via mail, a ricevimento? almeno 3-4 volte a corso. Ma non mi hanno mai potuto bocciare perché i testi gli ho sempre letti e capiti alla perfezione. Non ho preso 30 e lode ad ogni esame, ma poco importa, la filosofia è parte della mia vita, anzi si può dire che la mia vita è parte della filosofia.
Cosa faccio ora nella vita?
Studio per la specialistica e lavoro al mac donalds.. MA SAI COSA CAZZO MI IMPORTA DI AVERE I DENTI PERFETTI? COSA CAZZO MI IMPORTA DI AVERE 1000 EURO AL MESE, LA CASA E TUTTO IL RESTO?

NULLA!!!

guadagno 750 euro al mese che mi permettono di avere una stanzetta, il cibo, comprare 3 vestiti l'anno e una marea di libri. Cosa mi serve altro?

UN EMERITO CAZZO

smettila di dire queste cose dei laureati di lettere e filosofia, perché se non siamo tutti automi (ancora) lo dobbiamo a chi, come me, fa questa scelta coraggiosa invece di far funzionare 4 valvole termodinamiche e studiare i libri che pensa che lo rendano culturalmente indipendente. In altre parole, hai preferito lavorare? bene! ma come fai a non capire che i discorsi che fai fanno solo comodo a quel "sistema" che cerchi di combattere?

ps i tuoi articolo economici mi piacciono molto, ma mi fermo li a questo punto.


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Tonguessy
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se non siamo tutti automi (ancora) lo dobbiamo a chi, come me, fa questa scelta coraggiosa invece di far funzionare 4 valvole termodinamiche

Gran calma. Non capisco tutta questa acredine. Forse pensi che io sono un automa. Allora spiegami com'è che i miei articoli ti piacciono. Forse perchè sono scritti da una persona e non da un automa?

Non mi reputo migliore di chi ha scelto diversamente, non era questo lo spirito del mio intervento. E ho detto chiaramente che se i miei figli volessero fare degli studi di letteratura non glielo impedirei, ma è mio dovere di padre metterli a contatto con la realtà. Nei vent'anni di una persona il futuro ha poca importanza: ce n'è in abbondanza. Ci si rende conto di cosa significa più avanti, quando si comincia a calcolare quanto manca alla pensione. Tu stai giudicando adesso come se il tempo non dovesse mai passare: ma non avrai per sempre vent'anni. Fidati.

Il vero punto è un'altro. Non sono le scelte individuali, tutte rispettabili (e i questo senso hai torto a ritenerti superiore a chiunque altro). Sono le circostanze che nè io nè tu possiamo determinare. Sono i piani di sviluppo economico e culturale di questa società malata. Piani che sovrastano le nostre intenzioni di trovare la nostra collocazione sociale in armonia con le nostre inclinazioni. Questo è terribile. Certo, sarebbe bello che tutti studiassero per passione, invece che per carriera. E che tale passione portasse ad un lavoro adeguato. Ma non è così.

Forse per te questo non è (ancora) frustrante, ma per molti si. Credo che di questo potresti tenerne conto prima di sparare.


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dr34m1ng
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Il discorso è un altro, non si tratta di studiare per passione. Qui si tratta di fare un lavoro il meno rompipalle possibile che ti dia lo stresso necessario per vivere. Tutto il resto, il surplus, è qualcosa che cercano di importi. Qualcosa che il sistema socio-economico che tenti di capire vuole che tu pensi necessario. Io la vedo cosi. Del resto non me ne frega nulla. Ho quasi 30 anni purtroppo e fidati che non è facile vivere con la passione per qualcosa e i bisogni materiali.
Scusami per i miei modi, ma mi hai fatto incavolare con tutta questa dissertazione. Sembri quei classici vecchi che ti dicono che il lavoro nobilita l'uomo, che ti serve per sopravvivere, servi di un vecchio schema di vita che qualcuno si propone di cambiare.

io respiro ogni giorno e ho una mente che riesce a pensare, questo mi basta.
se pensi che studiando il libero mercato questo ti porti a capire il mondo ti sbagli di grosso.. io anche lo studio ma come parte di un tutto..

spero che a tuo figlio non li metterai limiti di nessun genere, neanche i famosi consigli che credimi, pongono dei paletti..

io non mi considero superiore a nessuno, era per dire che tu non sei superiore a chi studia latino o filosofia solo perché sei economicamente indipendente, o muovi 3 valvole.

con rispetto ma profondo dissenso


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Tonguessy
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Il discorso è un altro, non si tratta di studiare per passione. Qui si tratta di fare un lavoro il meno rompipalle possibile che ti dia lo stresso necessario per vivere.
io non mi considero superiore a nessuno, era per dire che tu non sei superiore a chi studia latino o filosofia solo perché sei economicamente indipendente, o muovi 3 valvole.

con rispetto ma profondo dissenso

A questo punto non capisco il profondo dissenso, visto che sono pienamente d'accordo con quanto dici.

Mettiamola così: io credo (ok, dall'alto della mia arroganza se proprio vuoi) che lavorare un numero di ore al giorno senza truffare nessuno e guadagnando 100 sia meglio che lavorare lo stesso numero di ore facendosi pagare la metà. E magari con il ricatto sempre pronto a scattare. Non parlavo di alcuna "superiorità" ma di gestione intelligente della propria vita intesa come serie di risorse. Non una sola (lavoro) ma tante. Può succedere che una risorsa vitale come il lavoro diventi un cappio al collo, per una serie di circostanze anche sociali ed economiche. Cerchiamo di starci attenti affinchè questo non accada, questo è il mio consiglio.
Sbagliato?


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Tonguessy
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Una delle abilità fondamentali che la scuola dovrebbe fornire è il potere di astrazione, il sapere trovare comportamenti generali in casi particolari.

Un divertimento finale: a volte viene usato il testo "Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua...". Anche per un latinista questo è un testo insensato.

L'umanità agricola/artigiana (senza andare a ritroso fino ai cacciatori-raccoglitori) ha fatto a meno del "potere di astrazione" di matrice scolastica. Mi pare se la sia cavata egregiamente, nonostante le pesanti e continue vessazioni cui era sottoposta. Il ciclo della semina, raccolto e maggese ad esempio, viene studiato anche sui banchi di scuola. Anche. Prima ci sono stati gli agricoltori che hanno saputo trarre insegnamento dal comportamento della natura, poi sono arrivati gli accademici a ricopiare fedelmente (si spera) quegli insegnamenti sui loro testi.

E' successo cioè il contrario di quello che dici: non è stata la scuola ad insegnare quel ciclo, sono stati gli agricoltori ad averlo imparato ed insegnato alle generazioni successive.
Cosa c'entra il decantato "potere di astrazione" di matrice scolastica?

Forse a spiegare il divertissement finale?


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Truman
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Forse a spiegare il divertissement finale?

Lì dove sembra non esserci alcun significato se ne possono trovare addirittura due. Ma bisogna imparare a scavare.


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