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(Chomsky) L'occidente ha il terrore delle democrazie arabe


fasal75
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Orig. (Ita) http://znetitaly.altervista.org/Chomsky/chomsky-occidenteara.html
Orig. (Eng.) http://www.zcommunications.org/the-west-is-terrified-of-arabic-democracies-by-noam-chomsky

“L’Occidente ha il terrore delle democrazie arabe”

20/05/2011 di Noam Chomsky

Fonte: Qantara.de

Noam Chomsky è uno dei più importanti intellettuali del nostro tempo. L’ottantaduenne linguista, e filosofo e pacifista americano è un severo critico della politica estera ed economica degli Stati Uniti. Ceyda Nurtsch ha parlato con lui della Primavera araba nel contesto mondiale.

Molte persone sostengono che il mondo arabo è incompatibile con la democrazia. Lei direbbe che i recenti sviluppi rendono falsa questa tesi?

Questa tesi non ha mai avuto alcun fondamento. Il mondo arabo-islamico ha una lunga storia di democrazia che viene regolarmente stroncata dal potere occidentale. Nel 1953 l’Iran aveva un sistema parlamentare, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna lo hanno rovesciato. C’è stata una rivoluzione in Iraq nel 1958, non sappiamo in che direzione sarebbe andata, ma avrebbe potuto diventare democratica. Gli Stati Uniti hanno sostanzialmente organizzato un colpo di stato.

In discussioni private nel 1958, alle quali da allora è stata tolta la qualifica di “segrete” Il presidente Eisenhower parlò di una campagna di odio contro di noi nel mondo arabo. Non veniva dai governi, ma dalla gente. L’Alta commissione per la pianificazione nel Consiglio Nazionale per la Sicurezza produsse un memorandum – ora si può trovare in rete- nel quale si spiegava questo fatto. Diceva che esiste la percezione nel mondo arabo che gli Stati Uniti bloccano la democrazia e lo sviluppo e appoggiano dittatori oppressivi e lo fanno per controllare il loro petrolio. Il memorandum diceva che questa percezione è più o meno precisa e che fondamentalmente questo è quello che dobbiamo fare.

Questo significa che le democrazie occidentali hanno impedito la nascita di democrazie nel mondo arabo?

Non esaminerò tutti i dettagli, ma certamente la situazione continua a essere la stessa fino ad oggi. Ci sono costanti insurrezioni democratiche che vengono stroncate dai dittatori che sono sostenuti soprattutto dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e dalla Francia. Sicuramente quindi non c’è democrazia perché viene stroncata. Avremmo potuto dire la stessa cosa riguardo all’America Latina: una lunga serie di dittatori, assassini brutali. Fin quando gli Stati Uniti controllano l’emisfero sud, e prima di loro l’Europa, non c’è democrazia,perché viene sempre stroncata.

Lei quindi non si è meravigliato affatto della Primavera araba?

In realtà non me l’aspettavo. Ma c’è una lunga storia dietro. Prendiamo l’Egitto, per esempio. Noterete che i giovani che hanno organizzato le dimostrazioni il 25 gennaio si sono chiamati: Movimento del 6 aprile. Il motivo è che si supponeva che il 6 aprile 2008 ci sarebbe stata una importante azione dei lavoratori nel complesso tessile di Mahalla, il grande centro industriale: scioperi, appoggio alle dimostrazioni in tutto il paese, ecc. E’ stato tutto stroncato dalla dittatura. In Occidente non facciamo attenzione a queste notizie: fino a quando i dittatori controllano la gente, che cosa ce ne importa?

“Sforzi per creare la democrazia”: il 6 aprile 2008 i lavoratori egiziani, soprattutto quelli dell’industria tessile statale, hanno scioperato in risposta ai salari bassi e all’aumento dei prezzi dei generi alimentari. Gli scioperi erano illegali in Egitto, e alla fine le proteste furono stroncate. In Egitto però, ricordano e questa è soltanto una di una lunga serie di azioni di sciopero militanti. Alcune hanno avuto esito positivo e ci sono degli studi ben fatti su questo argomento. C’è uno studioso americano, Joel Benien che ha lavorato molto al movimento egiziano dei lavoratori. Ci sono suoi articoli recenti e altri scritti prima, nei quali tratta le lotte dei lavoratori che continuano da molto tempo: questi sono gli sforzi per creare la democrazia.

Il predecessore di Obama, George W. Bush, si è vantato di causare un effetto domino di libertà con le sue politiche del “Nuovo Medio Oriente”. C’è una relazione tra le insurrezioni nel mondo arabo con la politica di George W. Bush?

Il tema principale della storia moderna post-bellica è l’effetto domino: Cuba, il Brasile, il Vietnam, …Henry Kissinger lo paragonava a un virus che poteva diffondere il contagio. Quando Kissinger e Nixon progettavano di rovesciare Allende in Cile, che era stato eletto democraticamente – adesso abbiamo tutta la documentazione Kissinger in particolare ha detto che il virus cileno poteva colpire anche nazioni distanti quanto l’Europa. In effetti, lui e Breznev erano d’accordo su questo; avevano entrambi paura della democrazia e Kissinger ha detto: dobbiamo eliminare quel virus. E lo hanno fatto, lo hanno stroncato.

Oggi la situazione è simile. Sia Bush che Obama sono terrorizzati dalla Primavera araba e c’è un motivo molto sensato che lo spiega. Non vogliono democrazie nel mondo arabo. Se l’opinione pubblica araba avesse qualsiasi influenza sulla politica, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sarebbero stati buttati fuori dal Medio Oriente. Ecco perché questi paesi hanno il terrore dei regimi democratici in Medio Oriente.

Il famoso corrispondente britannico in Medio oriente Robert Fisk ha di recente affermato che Obama e la sua politica sono irrilevanti per gli sviluppi nell’area medio-orientale…

Ho letto l’articolo, è molto bello. Robert Fisk è un giornalista formidabile e conosce il Medio Oriente veramente bene. Credo che quello che intende dire è che agli attivisti del Movimento 6 Aprile non importa niente degli Stati Uniti. Hanno rinunciato totalmente a interessarsi degli Stati Uniti. Sanno che sono loro nemici. Infatti, il 90% dell’opinion pubblica egiziana pensa che gli Stati Uniti siano la peggiore minaccia che hanno di fronte. In questo senso, naturalmente, gli Stati Uniti non sono irrilevanti. Sono soltanto troppo potenti.

Alcuni criticano gli intellettuali arabi perché sono troppo silenziosi, troppo passivi. Quale dovrebbe essere oggi il ruolo dell’intellettuale arabo?

Gli intellettuali hanno una responsabilità particolare. Li chiamiamo intellettuali perché sono dei privilegiati e non perché siano i più bravi di tutti. Ma se se uno è privilegiato e ha un certo status e può essere eloquente lo chiamiamo intellettuale. E nel mondo arabo è la stessa cosa, come in qualsiasi altro luogo.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza vive

Traduzione di Maria Chiara Starace


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