Notifiche
Cancella tutti

Come si fabbrica una opposizione democratica


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2210
Topic starter  

Pandora TV ha recentemente pubblicato un video di un gruppo di cittadini americani (QUI) appartenenti a diverse associazioni no-profit americane che all'ONU per i giornalisti raccontano qual'è la situazione che hanno osservato in Siria. Partiti prevenuti contro Assad, sono tornati accusando apertamente lo Stato Americano e i suoi alleati non solo di ingerenza illegale nei fatti interni di un pese straniero, non solo di sostenere il terrorismo, non solo di fare tutto ciò va contro il popolo Siriano massacrandolo deliberatamente, ma di aver visto come l'unità esemplare di quel popolo combatte l'interventismo americano inondato di dollari, per la semplice fede secolare nel proprio paese. La rabbia fremeva nelle parole di questi testimoni e uno ha dichiarato di vergognarsi del proprio paese.

Dall'altra Sputnik ha pubblicato un intervento di Kodmani, noto per essere portavoce della politica d'opposizione della Siria, abitante all'estero ancora adesso e preso sul serio persino da Sputnik. Peccato che il Guardian (non RT) ci abbia già detto molto su questo sedicente "rappresentante moderato", ex cittadino Francese (dal 2012) emerso dal nulla, o meglio emerso dal nulla nel 2005 come direttore esecutivo della Arab Reform Initiative (ARI) – un programma di ricerca avviato dal potente gruppo di pressione degli Stati Uniti, il Council on Foreign Relations (CFR) e per volere di Bush che inizia in quell'anno la campagna "Assad must go" pompando soldi a tutti i programmi politici anti Assad.

Ecco allora che iniziamo a vedere un quadro più chiaro e un filo che lega in particolare Francia e USA, con Hollande che cerca di boicottare l'azione della Russia in Siria in modo estremamente sporco. Vediamo come la politica internazionale viene agganciata alla retorica interventista inventata di sana pianta da gente come Kodmani, Radwan Ziadeh, Ausama Monajed (portavoce pure della Fratellanza Mussulmana) e tanti altri "falsi rappresentanti" che rappresentano tutto tranne che la Siria, profumatamente pagati da potentissime cordate di interessi americani a cui di certo il destino della Siria interessa per scopi solo privati.

Dire che questo è orrendo secondo me però non ci mette in una buona prospettiva. La politica è sempre orrida e succube degli accordi sporchi. Pensare a qualunque fatto storico politico come un atto di giustizia e purezza d'animo è quantomeno infantile. La politica, tutta, è sporca e maledetta. Per ciò mi chiedo se la guerra che si sta consumando in Siria abbia tenuto conto che chi vuole la guerra, la vuole perchè non può perdere: il cumulo di schifezze di certe correnti politiche americane è tale che una battuta d'arresto potrebbe travolgerle e questo semplice fatto potrebbe condurre tutti noi alla fine. Bisogna quindi chiedersi se la garanzia di impunità in cambio dell'accettazione della sconfitta in Siria, non sia stata messa in conto da chi certamente sta lavorando freneticamente per impedire il peggio.

Credo che però il peggio non lo eviteremo comunque. Colgo infatti l'occasione per ribadire quello che ho già pronosticato molte e molte volte: la terza guerra mondiale, sul pianto tattico e strategico, non sarà combattuta come le precedenti. Non somiglierà neppure alle precedenti. Non sarà una guerra atomica di alta potenza, ma regionale di bassa potenza, non sarà perdurante lungo direttrici combattute sul terreno, ma lampo e a macchia di leopardo, cioè limitata nel tempo oltre che nel luogo, non sarà una guerra di forza ma di resistenza (logoramento), non sarà diretta contro gli eserciti ma mirata contro le popolazioni (tutte), non sarà semplicemente "militare" ma verrà combattuta a livelli molteplici, a colpi di innovazione tecnologica, gestione economica, mediatica e controllo delle risorse cruciali (come il coltan). Infine (aggiungo adesso) non sarà "evidente" ma in gran parte silente, sotterranea, perché le sue ragioni correranno per la maggior parte dentro i media elettronici. Alla fine non vincerà chi sfoggerà il missile più preciso, ma chi riuscirà a detenere le chiavi di accesso all'elettronica globale (non evidentemente solo il web, ma tutta l'elettronica). Per adesso gli USA sono in vantaggio rispetto gli asset in loro possesso ma con la delocalizzazione in Cina e il poco (per ora) riuscito piano di contenere le velleità di autonomia politica cinese, la questione rimane aperta.


Citazione
Condividi: