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Così Facebook ha fregato GOOGLE ( e ci ha chiusi nel


Eshin
Famed Member
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COSÌ FACEBOOK HA FREGATO GOOGLE (E CI HA CHIUSI NEL SUO RECINTO)

Partiamo da un assioma che è difficile mettere in discussione: lasciando da parte i fanboy, le passioni e le opinioni personali (che in quanto opinioni al momento non ci interessano) ci sono sostanzialmente 5 aziende (che io chiamo le 5 Sorelle) che stanno costruendo tecnologicamente il nostro presente e gettando i ponti per il nostro futuro e sono, in rigoroso ordine alfabetico, Amazon, Apple, Facebook, Google e Microsoft.

La seguente digressione marchettosa è utile ai fini del post, e quindi mi verrà concessa: scrivevo nel mio libro sul Web 3.0 e sulle tecnologie di domani: “Ci sono delle realtà nel nostro mondo che sono in grado di cambiare la vita di tutti noi. Non solo delle realtà, anche delle persone.

Persone come Bill Gates (Microsoft) o Steve Jobs (Apple), hanno cambiato le nostre vite. Per sempre.

Questi imprenditori, anche se chiamarli imprenditori mi sembra riduttivo visto l’influenza che hanno avuto sulla vita della comunità, insieme a gente come Sergey Brin e Larry Page (Google), Jeff Bezos (Amazon) e Mark Zuckerberg (Facebook) hanno modificato non solo la nostra quotidianità, ma anche i nostri modi di pensare e di approcciarci al resto del mondo”.

Amazon – Jeff Bezos
Amazon ha del tutto cambiato il modo di concepire lo shopping, l’acquisto, il mercato e tutto quello che è “comprare”. In pochi anni è diventato di fatto il più grande negozio del pianeta, il servizio di logistica più importante di sempre (e qua sta la sua vera forza) e un servizio di cloud e di hosting senza precedenti.

Microsoft – Bill Gates
Microsot, l’eterna “data per morta”. Microsoft, l’odiata progenitrice di Windows che gira su tutto. Microsoft, l’azienda che per tutti si sarebbe dovuta estinguere presto. Microsoft, la “madre delle schermate blu”.
Microsoft… l’azienda tecnologica che l’8 aprile ha compiuto 40 anni. Da 40 anni leader del mercato dell’innovazione. Ho detto tutto.

Apple – Steve Jobs
Il Sogno. Apple è il sogno.
“Il Macintosh è più di un computer: è uno stile di vita”. Steve Wozniak.

Apple crea una tecnologia che ha una caratteristica mai avuta prima: è bella, talmente bella da diventare di moda. Apple non solo produce hardware ottimo ma lo rende di moda. E vince. Tutto.

Ok, la doverosa digressione era d’obbligo ma adesso passiamo ai veri protagonisti di questo post, ovvero Google e Facebook.

Brin e Page hanno messo insieme due cose assolutamente geniali con Google, ovvero un indice di tutti i siti presenti in rete ordinato, completamente automatizzato e un modello di business perfetto.

Google nasce come “banale” motore di ricerca e diventa una galassia di servizi: innovazione dopo innovazione Big G cambia il nostro modo di vivere giorno dopo giorno.

Mappatura
Google sponsorizza dei satelliti geostazionari, come GeoEye 1 che gira sopra alle nostre teste a 680 Km di altezza. Attraverso questo tipo di controllo globale ha mappato la Terra (Maps), il cielo (Sky), i mari (Oceans), la Luna (Moon) e addirittura Marte (Mars).

Ricerca
Ognuno di noi fa decine di query su Google ogni giorno, chi più chi meno superiamo mediamente le dieci.

Quando abbiamo bisogno di qualcosa lo cerchiamo su Google, sempre che non sia qualcosa di verticale come ad esempio alberghi, oggetti da acquistare o ristoranti… li entrano altri fattori e Google lo sa bene.

Acquisizioni

Google ha comprato colossi incredibili che gli permettono di tenere un piede dentro alle principali innovazioni oggi presenti sul pianeta. Ha comprato Motorola (per poi rivenderla svuotata dei brevetti) e ha comprato nel 2013 Boston Dynamics ovvero una delle più evolute realtà robotiche presenti al mondo.
E non ci dimentichiamo che ha comprato e reso planetario il successo di YouTube quando nessuno, nessuno, cedeva nei video come settore di mercato concorrenziale e tremendamente penetrante.
Ricordo che ai tempi sentivo gente dire “i video sono morti”. Seeee, morti.

Android
Google è proprietaria di Android, il sistema operativo che gira sulla maggior parte dei dispositivi mobili presenti oggi sul mercato. Non va solo sui cellulari ma anche su orologi e su ogni dispositivo possa portare dentro un processore.
Android è stato fondato da una compagnia di sviluppatori capitanata da Andy Rubin che oggi, guarda caso, è a capo della divisione robotica di Google, ovvero di Boston Dynamics.

In questo scenario che ha del fantascientifico Google si pone come leader innovatore praticamente incontrastato di fronte a una Apple che dalla scomparsa di Steve Jobs è diventata muscolare ma poco innovativa (più ram e processori più veloci non sono innovazione) e alle altre che per quanto leader nei loro settori non brillano per innovazione pura. Tranne… tranne Facebook.

Credits: Charis Tsevis (mikeshouts.com)

L’UNIVERSO DI ZUCKERBERG
Facebook nasce quasi per caso dal gioco, brutale e del tutto fuori luogo, di un ragazzino di Harvard che decide di costruire un sito per mettere a confronto musi di animali con volti di donne: il ragazzino di chiama Mark Zuckerberg e si appresta a cambiare il mondo indossando delle ciabatte Adidas.
Facebook cresce, supera il miliardo di utenti, viene quotato in borsa, passa il miliardo e 500 milioni di utenti superando il numero di abitanti dell’India e piazzandosi dietro solo alla Cina. Facebook non è più un gioco ma un sistema complesso di “controllo delle masse” dove controllo sta per misurazione delle attività delle persone e gusti delle stesse.

FB sa tutto, di tutti: sa con chi parliamo, cosa diciamo, quando, cosa ci piace, di cosa parliamo e con chi, da cosa siamo influenzati. Facebook sa tutto ma non gli basta.
Nel 2013 compra Instagram (qualche filtro fotografico senza un modello di business per la cifra di un miliardo di dollari circa) e un annetto dopo sconcerta il mondo comprando Whatsapp per qualcosa come 19 miliardi di dollari, soldi sufficienti a comprare la portaerei Ronald Regan.

Abbiamo capito, il valore per Facebook sono le persone, il numero enorme di persone, di fatto tutte le persone. Ma per farci cosa?

Il valore sono gli esseri umani, tipo Matrix, i dati che le persone generano e continueranno a generare sempre di più. Il valore sono i gusti degli individui e le loro relazioni, Facebook l’ha capito prima degli altri e lo sfrutta come nessun altro.

Mentre Google fatica a mantenere in crescita il proprio modello di business a causa dell’idiosincrasia che le persone mostrano verso ogni forma di pubblicità (anche se il fatturato di Big G rimane enormemente superiore a quello di FB) Facebook si proietta nel futuro, passando anche dall’Internet delle cose.

Cosa vuol dire Internet delle cose?

Mark Zuckerberg. Credits: wsj.com

E’ un’evoluzione di Internet in cui le cose, gli oggetti anche di uso comune, sono in grado di interagire tra loro ed accedere alla Rete e a tutti i dati in essa contenuti, per poter acquisire “l’intelligenza” necessaria a svolgere compiti complessi.

Anche qua, come avrete capito, è tutta questione di protocolli e di linguaggi: se le cose saranno in grado di parlarsi e di sentirsi tra loro lo dovranno fare nella stessa lingua, ma una volta raggiunto un accordo (e qua si parla più di politica economica che non di tecnologie), il pianeta sarà una vera e propria selva di sensori e dispositivi che parleranno tra loro.

Da questo universo tracciato, mappato tecnologicamente, potremo estrapolare ogni forma di informazione, di scienza e di applicativo.

E chi fornisce la piattaforma per fare si che tutto si parli e tutto comunichi formando la più grande int
elligenza artificiale collettiva? Ma guarda un po’, Facebook.

“Durante la conferenza di apertura dell’F8, l’evento dedicato agli sviluppatori in corso a Fort Mason, Ilya Sukhar ha annunciato il rilascio di Parse per l’Internet of Things. Parse è la piattaforma mobile di Facebook dedicata a chi vuole sviluppare app senza curarsi degli aspetti più tecnici come storage, backend, server, cloud, analytics e dopo smartphone e tablet è già aperta da tempo ad accessori come Arduino. Il passo alla domotica, quindi, è più breve di quanto si possa pensare.”
(fonte)

Quindi FB non si limita a far parlare zii e cucini ma fa parlare ogni oggetto presente su questo pianeta con tutti gli alri e se pensate che questo pianeta conta circa 8 miliardi di device connessi a Internet allora beh, il chiacchiericcio delle cose diventa Big Data.

Nel mentre succede anche che il social blu pensa di uscire dai proprio confini, quei enormi confini da un miliardo e mezzo di utenti, con una piattaforma chiamata Atlas che serve a fare pubblicità sugli utenti Facebook fuori da Facebook, ovvero stai sul social blu che sa tutto di te, esci e vai su siti affiliati i quali sanno tutto di te, grazie a quello che gli dice FB.

Forte, eh?

FACEBOOK È “IL NUOVO GOOGLE”

Qualcuno mi ha detto che sì, tutto questo è vero, ma oggi Google grazie ad Android sa dove siamo tutti noi in ogni momento. Verissimo, ma lo saprà anche FB quanto tutti i dispositivi parleranno e comunicheranno attraverso di esso.

Qualcuno mi ha detto che Google ha un piede in tutte le tecnologie più impattanti del prossimo futuro. Vero, ma FB sta lavorando esattamente in questa direzione e questa, quindi, è innovazione.

Qualcuno mi ha detto che su Google Plus le community hanno altri gradi di interazione. Probabilmente è vero, ma alla casalinga di Voghera (che è la discriminante per il successo di una piattaforma rispetto a un’altra) non interessa molto Google Plus.

Qualcuno mi ha detto che le persone sono su Facebook solo per cazzeggiare mentre su Google ci sono servizi utili. Si, vero, ma FB è stata la prima azienda a trasformare il cazzeggio in una fonte di business.

Qualcuno mi ha detto che le 5 Sorelle si spartiranno il mondo tecnologico da brave appartenenti a un cartello con Google=Hub, Facebook=Piazza, Amazon=Market place, Apple=Piattaforma Microsoft=Office e SO.
Probabilmente anche questo è vero ma mi pare che la battaglia per la conquista del mondo digitale sia decisamente aperta e aspra e che specialmente penda sempre da qualche parte, non sia mai bilanciata.

Facebook ha miliardi di conversazioni al giorno da leggere, guardare, monitorare, misurare. Facebook ha monetizzato il cazzeggio. Facebook è nei tuoi messaggi privati, qualunque cosa usi.

Facebook permetterà il passaggio di danaro attraverso Messenger (l’avevo dimenticata, ma Mark no…. ecco cosa se ne fa di Messenger oltre che Whatsapp).

Facebook permetterà alle cose di comunicare tra loro attraverso di lui, divenendo di fatto un Hub come non si è mai visto prima.
Facebook permetterà ai siti partner di guadagnare sulla sua stessa mole di dati e sulla conoscenza degli utenti.

Non lo so cosa accadrà tra 5 anni, giuro che non lo so come non lo sa nessuno, ma quello che so è che in questo momento, nel preciso momento in cui scrivo, Facebook è certamente la piattaforma e l’azienda che maggiormente sta correndo per innovare, in alcuni casi inseguendo gli altri ma pur sempre correndo più veloce.

Direi che ‘sti ragazzi ci sanno fare, no ?

RUDY BANDIERA

FONTE http://www.chefuturo.it/2015/04/cosi-facebook-ha-fregato-google-e-ci-ha-chiusi-nel-suo-recinto/
Ripresa da

http://www.nogeoingegneria.com/motivazioni/sociale/cosi-facebook-ha-fregato-google-e-ci-ha-chiusi-nel-suo-recinto/


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vic
 vic
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6373
 

Non sto qui a dibattere se Microsoft sia stata innovativa o piuttosto copiativa.

Mi interessa far notare che in genere le sorelle digitali sono ben incistate coi servizi d'intelligence statunitensi. Che, non ci vuol molto ad immaginarlo, certe di queste allora start-up le hanno sicuramente incoraggiate a nascere.
D'altronde lo stesso concetto di web aperto a tutti e' nato su iniziativa del dipartimento della difesa statunitense. Gli serviva per incistare e dominare tutta la societa' digitale.

Mi spiace un po' che anche i registi invecchino, in particolare Maurizio Nichetti, ma gia' prima di lui Jacques Tati, pace all'anima sua.

Loro due avevano colto, con ironia, certi aspetti della nuova societa' dell'automazione e del marketing. Ma oggi siamo confrontati a situazioni inverosimili, eppure non e' che l'utente reclami poi tanto.

Mettiamo che compriate un romanzo, un libro cartaceo. Di certo non vi aspettate pagine zeppe di pubblicita', ogni pagina, anzi ogni mezza pagina.
Eppure queste sorelle cio' fanno: stanno invadendo lo spazio di lettura digitale. In una pagina di notizie ci infilano pubblicita' a tutto spiano.
Cioe', oltre a spiarci per scopi governativi statunitensi, ci spiano per scopi di bassa lega, vale a dire per rifilarci n'importe quoi.

Come sport, il tiro al bersaglio e' diffuso, in particolare il dare addosso ai giornalisti. Ogni tanto pure io lo esercito, come sfogo e' mica male, non mancano mai i bersagli, ce ne sono per ciechi che sparano a caso e pure per cecchini dal braccio fermo.

Bene, su questa faccenda dell'invasione pubblicitaria nella pagina di lettura digitale i giornalisti non paiono scomporsi. Gia' non si scompongono quando i programmi della televisione pubblica sono costellati da una quantita' industriale di pubblicita'. Ma che non dicano mezzo cip sul fatto che uno non sia libero di leggersi in santa pace le notizie sul web senza venir importunato visivamente da inserzioni petulanti oltremodo invasive, anche nel flusso di lettura, cio' e' davvero incredibile. La pubblicita' di questo tipo e' equivalente ad un furto di doppia natura: rubano larghezza di banda e rubano concentrazione.

Ringraziamole le sorelle digitali, come son brave, come sono innovative, come somigliano nel modo di fare alla Stasi dell'ex Germania Est! In formato digitale, of course.

Ci sarebbe un ulteriore tema che nell'articolo non viene manco toccato. Sarebbe quello della discrezione. Perche' attorno all'internet delle cose orbita pure la medicina. Un numero sempre maggiore di aggeggi medici puo' venir controllato a distanza. Ma la sicurezza, nel senso di discrezione, in questo campo arranca assai. Per un hacker e' piuttosto facile interferire con questi aggeggi. Il che potrebbe anche significare letteralmente interferire con la vita delle persone. A questo punto lo spionaggio diventa di tipo terroristico.

Meglio non parlarne, nevvero! Manco un accenno. Non e' un caso, secondo me.


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AlbaKan
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2015
 

Non sto qui a dibattere se Microsoft sia stata innovativa o piuttosto copiativa.

Mi interessa far notare che in genere le sorelle digitali sono ben incistate coi servizi d'intelligence statunitensi. Che, non ci vuol molto ad immaginarlo, certe di queste allora start-up le hanno sicuramente incoraggiate a nascere.

http://www.vocidallastrada.org/2009/06/notizie-censurate-facebook-e-la-cia.html


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ws
 ws
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 551
 

..In pochi anni è diventato di fatto il più grande negozio del pianeta, il servizio di logistica più importante di sempre (e qua sta la sua vera forza) e un servizio di cloud e di hosting senza precedenti. ..

aspettiamo che scoppi la pentola finanziaria con il suo corollario di guerre e poi ne riparliamo. 8)


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luiginox
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 345
 

seghe informatiche.
ciò che conta e conterà sempre è un qle di frumento o un mc di acqua potabile.restiamo attaccati alla realta materiale dell'esistenza per dare il giusto peso alle sovrastrutture


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
Post: 10314
 

e se un giorno mi mettessi a saltare sul mio pc?

8)


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ohmygod
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 570
 

:- attaccati alla realta materiale dell'esistenza per dare il giusto peso alle sovrastrutture.

elegante rivoltante espressionismo ne trarrai due copie:
una per Vanità, una per Cappellano.
..


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mda1
 mda1
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 341
 

facebook non è nata per caso.
https://www.facebook.com/records/x/login

premesso ciò, c'è un calo nell'uso del 30% nell'ultimo anno.
è una moda, in italia il 50% non conosceva internet e si è presa iphone solo per facebbok, e verrà superata come tutte le mode.
face è il male.


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
Post: 10314
 

facebook non è nata per caso.
https://www.facebook.com/records/x/login

premesso ciò, c'è un calo nell'uso del 30% nell'ultimo anno.
è una moda, in italia il 50% non conosceva internet e si è presa iphone solo per facebbok, e verrà superata come tutte le mode.
face è il male.

concordo

si sono buttati tutti su uotsap

😉


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grillone
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 880
 

sicuramente internet non è piu quello spazio libero che era tra la fine degli anni novanta e l'inizio degli anni duemila. l'entusiasmo di quegli anni mi manca tantissimo. anche perche so che non tornerà mai piu


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