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Crisi in Birmania: "E' per il petrolio, stupidi".


remox
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Post: 393
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Non sono solo gli USA, ma anche la Cina...è il suo cortile di casa. La Cina non fa domande sulla politica interna, non parla di diritti umani. Scambia infrastrutture in cambio di materie prime. La Cina è oggi il principale supporto alla giunta militare. Il timbro delle manifestazioni popolari lascia supporre che dietro ci sia una manovra già ben collaudata in altri paesi dei servizi occidentali.
Tuttavia detto questo bisogna ricordare che simili manifestazioni (e le strategie geopolitiche che su queste si basano) per funzionare hanno bisogno del malcontento sociale. In assenza di malcontento queste manifestazioni non potrebbero esistere.
Come accadde per esempio ai mazziniani che vennero presi a calci nel sedere dai romani.


Citazione
alekxandros
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 72
 

Crisi in Birmania: "E' per il petrolio, stupidi".

No, non sono io ad insultarvi, è Newsweek.

Era da un po' che covavo questo post, ho aspettato per non sembrare la cinica che mette in discussione la solidarietà al popolo birmano oppresso e vessato. Ma quando la solidarietà alle (indubbie) vessazioni nasconde sempre i soliti interessi, e soprattutto ne parla anche Newsweek, non posso più astenermi.

La Birmania siede su 19mila miliardi di piedi cubici di gas, e miliardi di barili di petrolio. Petrolio ad alto tenore di zolfo, che le raffinerie birmane non riescono a processare, e quindi rimane praticamente inutilizzato. Il gas birmano produce un quinto dell'elettricità della Thailandia, e poi c'è da contare la Cina, che ha in mente di costruire un oleodotto in modo da bypassare il vulnerabile Stretto di Malacca per le sue importazioni di petrolio. Anche la Francia, da parte sua, ha interessi tramite la Total che non ha nessuna intenzione di subire eventuali sanzioni ONU contro il governo dittatoriale birmano. La Total viene anche accusata di non rispettare i diritti umani in Birmania e sta finendo sotto processo in Belgio.

Ma qui non si tratta solo di Total. Le compagnie petrolifere sostengono di fatto la junta birmana da decenni. Anche l'americana Chevron (ex dirigente: Condoleeza Rice) fa la sua parte. Il gasdotto Yadana che porta gas in Thailandia è inoltre stato costruito da... indovinate chi? La tristemente famosa Unocal, la stessa che detiene i progetti per i gasdotti afghani e che ha graziosamente "donato" all'Afghanistan il Presidente Karzai, suo ex-dipendente. Grazie al progetto Yadana, il governo birmano ha potuto contare negli scorsi anni su un flusso di denaro di cui aveva disperatamente bisogno. Poi Yadana è stato comprato da Chevron, anch'essa accusata in Birmania di ledere i diritti umani.

Insomma, adesso si invoca una bella esportazione di democrazia in Birmania. L'efferata junta cadrà, ma sarà sostituita da qualcuno che dovrà garantire, gattopardescamente, che tutto cambierà perchè nulla in realtà cambi.

http://petrolio.blogosfere.it/


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