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Draghi interessato alla MMT e altre allusioni all'helicopter money


Giambo
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 165
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Draghi rispondendo a una domanda sulla helicopter money cita la MMT e dice di entrambe:

“Sono idee decisamente nuove, dovremmo discuterne in BCE anche se non sono mai state testate”.

https://www.bloomberg.com/news/articles/2019-09-23/draghi-says-ecb-should-examine-new-ideas-like-mmt

La Lagarde dichiara che bisogna ascoltare di più le richieste della gente e che la moneta è un bene comune.

Cosa significa?
Che sta per arrivare una recessione molto forte che presumibilmente farà scoppiare la colossale bolla azionaria creatasi con i QE.
I quali non vanno all'economia reale ma non per decisione delle banche centrali bensì della politica come recentemente ha fatto notare lo stesso Draghi, segno evidente della radicalizzazione dell'egemonia dell'élite sul popolo.
Quindi la gente spenderà di meno e già le famiglie più ricche stanno ammassando riserve di contante

https://www.bloomberg.com/amp/news/articles/2019-09-23/world-s-wealthiest-families-stockpiling-cash-on-recession-fears?__twitter_impression=true

Ma allora perché invece di regalare soldi non danno lavoro a tutti aumentando gli stipendi a parità di ore?

Appunto perché si tratta di rapporti di forza fra le classe sociali: dare soldi è una misura assistenzialista che favorisce il subalterno in quanto anonimo e impolitico “consumatore”; scoprire che il sistema è “obbligato” a dare lavoro incrementando i salari invece rafforzerebbe di molto il potere contrattuale dei lavoratori dipendenti e dei sindacati (ossia un fatto fortemente politico) che si troverebbero riconosciuto, a livello istituzionale quindi anche di opinione pubblica, un ruolo decisivo nel sistema produttivo.
In altre parole, in quelle condizioni uno sciopero generale finirebbe inevitabilmente con una vittoria schiacciante dei salariati.

Né vale l'obiezione che sarebbe una misura temporanea.
Ammettere che è indispensabile redistribuire la ricchezza con criteri radicalmente diversi da quelli attuali significa indicare ai lavoratori/disoccupati la via per un cambio di paradigma nei rapporti di classe in una direzione fortemente socialista, non solo keynesiana.

Siamo alle soglie di un cambiamento epocale il cui esito è incerto: si potrà andare verso una democrazia sempre più partecipata con nuovi criteri per la distribuzione della ricchezza e accesso diffuso alla possibilità di impresa; o al contrario verso la limitazione della democrazia e la concentrazione irreversibile di potere e ricchezza in pochissime mani.
Dipende da noi.
Diciamo che era evidente da anni, come alcuni avevano detto e ripetuto tempo fa.
Se ce ne fossimo accorti prima sarebbe stato meglio.


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