Notifiche
Cancella tutti

E quando 'fuggono' da Portorico?


cubainforma
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1957
Topic starter  

www.cubainformazione.it

Come la vedo ora ...

Yadira Escobar

A chiunque, che senza obbligazione o alcun interesse, assume una posizione ideologica con onesta passione, mi inchino con rispetto perché almeno crede in qualcosa, ma per gli apatici simulatori che agiscono secondo come soffia il vento opportunista, il mio eterno disprezzo. Che vuoto così profondo li perseguita! Quanto sbagliati quei calcoli materialistici! Rosso sembra, comunista non è. Il quadro continua a complicarsi per cui, in generale, condividerò la mia opinione attuale in un singolo articolo.

Anche se nel 2015 più di 43000 cubani arrivarono negli USA, non possiamo dire che fuggivano dal socialismo cubano, poiché lo stesso, anche, hanno fatto i 71297 portoricani che hanno lasciato la capitalista Portorico a causa della disoccupazione, l'alto costo della vita e la violenza. Con una popolazione di quasi 3 milioni e mezzo di persone, l'isola caraibica ha proporzionalmente un maggior numero di persone in fuga dai loro problemi interni.

I media di Miami non parlano di queste cose, naturalmente, poiché indeboliscono l'argomento propagandistico utilizzato per promuovere un cambio di regime a Cuba. Solo pongono gli occhi sui cubani che emigrano negli USA. Portorico, che non soffre sanzioni economiche ha un modello in bancarotta, ed il suo grande debito continua a crescere a Wall Street, a meno che il governo federale lo riscatti e torni a rompere le regole del libero mercato. Cosa diranno gli pseudo-economisti che solo propongono il neoliberismo per Cuba in materia?

È normale che se Cuba resta socialista, continui perdendo un gran numero di giovani e professionisti, che vogliono giocare il divertente, ma pericoloso, capitalismo USA. Questi due gruppi hanno un'istruzione superiore gratuita o un vigore giovanile che promuove illusioni individualiste. Allo stesso tempo, i cubano-americani già invecchiati, emarginati o che soffrono di qualche svantaggio o handicap potrebbero, in numero maggiore, iniziare a ritornare nel loro paese d'origine per vivere in un ambiente meno competitivo con l'illusione opposta; quella di trovare protezione e sicurezza. Questa tendenza sarebbe un pessimo affare che renderebbe più povera e invecchiata Cuba, se non scompare la Legge di Aggiustamento Cubano come strumento anti-nazionale e destabilizzante.

L'opposizione cubana, con assoluta imprudenza e mancanza di patriottismo, punta su un modello capitalista nell'isola con assoluto semplicismo e ripetono, come pappagalli, i dogmi del pensiero altrui senza fermarsi a pensare, in modo responsabile, quanto grave sarebbe per Cuba abbandonare quel poco che ha di ideale nazionalista.

Non è stato il nazionalismo che ha portato le difficoltà economiche a Cuba, ma le sanzioni economiche della parte vincente nella guerra fredda. Ora che si normalizzano le relazioni con il paese che sconfisse l'antico alleato di Cuba, questa opposizione, stupidamente ammiratrice degli antichi vincitori, ignora le nuove realtà e ignora che Cuba è stata in grado di resistere nei giorni peggiori e si è fatta rispettare, senza cambio di regime.

Mi piacerebbe vederli occupare uno spazio legale provando il rifiuto popolare ai loro progetti anti-nazionali. So che se il popolo entrasse in confusione e sostenesse le loro proposte, cadrebbe in bancarotta fino all'ultimo dei cubani senza il conforto dei sussidi e aiuti che Portorico sta ricevendo fin dai tempi della guerra fredda; probabilmente come parte dello sforzo USA per frenare l'influenza dell'Unione Sovietica in quel momento.

E' vero che il blocco, in corso a Cuba, oggi è più corrosivo perché è accompagnato da un progresso di apparente normalità. I cubani più vulnerabili alla propaganda sono resi impazienti al vedere le celebrità fare selfie a l'Avana, le grandi produzioni cinematografiche relazionarsi strettamente con le istituzioni cubane, distribuendo l'elemosina e sfruttando la curiosità morbosa, mentre Cuba è di moda, il comico Panfilo fraternizzare in TV con Obama e poi accompagnando la marcia contro l'omofobia e la transfobia organizzata da Mariela Castro.

La parte più visibile di tutta questa vasta gamma di simbolica normalità, che come una cortina fumogena nasconde le sanzioni economiche crea, in molte persone, un certo disorientamento. Molti reclamano riforme più drastiche e maggior velocità nell'applicarle. Purtroppo non tutti capiscono che il cambiamento non è sinonimo di miglioramento.

Obama ha portato a Cuba un'offerta democratica che, nonostante la sua buona volontà, potrebbe lasciare la famiglia cubana senzatetto al cambiare, radicalmente, l'attuale regime. Tre delle caratteristiche più visibili di questo disturbo mentale che porterebbero alla catastrofe nazionale sono:

1- Un'enfasi d'emancipazione nelle minoranze non riconosciute, tradizionalmente, come rivoluzionarie che incoraggerebbe la creazione di nuove regole e istituzioni indebolendo la sovranità popolare.

2- Appoggio morale e finanziario ai lavoratori autonomi, con la speranza di fare, di loro, la classe sociale che contesti ai lavoratori senza mezzi e i loro rappresentanti.

3- La trasformazione della frammentata opposizione in un fronte civico unito e centrista che si allontani, in apparenza, dalla destra tradizionale e che anche imiti la sinistra cubana. Se i cubani vergognati dall'immobilismo si affrettassero alle riforme, cadranno in una trappola mortale proprio ora che l'opposizione mette da parte la destra tradizionale e si unisce in un'avanzata centrista.

Le riforme stimolano le speranze ma anche perturbano, in modo che solo le riforme più utili devono essere attuate, se non si vuole che il governo si discrediti in un ambiente troppo nuovo ed instabile. Anche se il cambio di regime a Cuba sarebbe poi così male per i cubani come quello di togliere il tetto a una famiglia nel bel mezzo di una tempesta, sarebbe una festa per alcuni oppositori che farebbero il ruolo di affittati -burattini per i grandi squali internazionali.

Questi pupazzi si mostrano oggi molto umile e con tratti di altruismo, ma pensano solo al bottino finale. Una famiglia con limitate risorse deve essere molto attenta con le riparazioni nella sua unica casa nel bel mezzo della tempesta. La nostra tempesta nazionale è causata, in gran parte, dalla combinazione di sanzioni e privilegi che la politica estera USA applica ai cubani e che influisce negativamente sulla coscienza nazionale, dividendo i cubani.

Molti cubani di buona volontà credono che Cuba deve aprirsi al mondo, e che dobbiamo cercare di piacere a tutti, ma dimenticano che "il mondo" è qualcosa di astratto, che in realtà spesso uno si apre al nemico, che dopo tutto è il primo che chiede, gridando, di aprire il cancello. Una volta aperta del tutto la porta i cubani vanno a comprendere perché Portorico, nonostante molti sussidi durante la Guerra Fredda, è ormai in bancarotta ma forse a quel punto è troppo tardi per chiudere la porta al lupo cattivo.


Citazione
Condividi: