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Emigrazione e politicizzazione


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Confrontare i migranti di Cuba con i rifugiati dalla Siria e farlo ... dalla Colombia

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación

Che negli USA si stiano realizzando retate di massa per espellere i migranti del Centro America è appena notizia. Sono già due milioni e mezzo le persone deportato durante l'amministrazione Obama. L'anno scorso furono 462000, 1265 al giorno (1).
Qual è -in contrasto- la notizia internazionale ripetuta? La situazione dei circa 7000 migranti cubani, bloccati in Costarica, a cui è stato facilitato un dispositivo di viaggio, comodo e sicuro, perchè possano raggiungere gli USA (2) (3). Lì -a differenza del resto dei migranti- sì saranno accolti: riceveranno assistenza sociale, documenti e residenza grazie alla cosiddetta Legge di Aggiustamento Cubano, che li considera automaticamente "rifugiati politici" (4).
Il cinismo di questo doppio gioco migratorio di Washington diventa ancora più evidente quando sono gli stessi organismi delle Nazioni Unite che classificano queste persone come migranti economici (5). Lo diceva alla CNN Roeland de Wilde, Capo Missione dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni: "Il governo di Cuba ha ripetuto, varie volte, che questi cubani lasciarono in modo regolare, che possono continuare ad uscire dal paese e che continueranno a lasciare il Paese per raggiungere i loro obiettivi: sono migranti economici "(6).
Nulla che impedisca al quotidiano spagnolo "El Pais" qualificare queste persone come "rifugiati d'America", titolo di un recente editoriale in cui si politicizzava, ancora una volta, l'emigrazione cubana: è "una prova -diceva- che Castro deve far passi nell'apertura del regime" nella "politica dei diritti umani"(7). Questo linguaggio -tipico della stampa di Miami- contrasta con la sensatezza del suo referente USA, "The New York Times", che ha riconosciuto il privilegio migratorio cubano "come un assurdo della politica USA" e chiedeva la sua abrogazione. (8)
Ma non solo. "El Pais" giungeva a confrontare l'emigrazione cubana con quella dei rifugiati siriani in Europa. Uno sproposito che ripetevano e ampliavano altre pubblicazioni, come "Semana", dove leggiamo: una "crisi dei rifugiati (come quella Siria), si vive anche in America Latina e la sua origine è a Cuba" (9). L'assurdità è ancora di categoria superiore se si considera che questo lo dice una rivista della Colombia, paese che ha -secondo l'ACNUR- 413000 richiedenti asilo per persecuzione politica (10) ed è il secondo al mondo per numero di sfollati interni: 6 milioni (11).
Lo stesso abbiamo nella stampa di El Salvador. Il "Diario de Hoy" raccoglieva le impressioni di alcuni migranti cubani che, per arrivare negli USA, hanno dovuto "vendere la loro casa", e che segnalavano la differenza tra l'immagine di "paradiso" turistico del loro paese e le condizioni di vita della popolazione (12). Qualcosa che avrebbe potuto dirla qualsiasi migrante del Centro America. Tuttavia, questo non impediva al giornale di titolare il reportage "Mentre governano i Castro, la gente continuerà ad uscire da Cuba". E ce lo dice -ricordiamo- un quotidiano di El Salvador, un Paese che, dopo decenni di neoliberismo e nonostante i forti investimenti USA, ha 2,5 milioni di suoi abitanti negli USA, il 39% della sua popolazione (13). Cuba, bloccata e senza investimenti, ha -in contrasto- 1,2 milioni di migranti negli USA, il 10,7% del totale (14).
In un articolo pubblicato in diversi giornali di Miami e dell'America Latina, il noto presentatore di Univision, Jorge Ramos Avalos, messicano, difendeva -incredibilmente- il privilegio migratorio cubano (15): "Ci sono messicani e centroamericani che si lamentano -ha detto- (... ) che gli USA trattino i rifugiati cubani in maniera privilegiata. (...) Ma io penso che dobbiamo continuare a proteggere (li) (...) fino a che scompaia la dittatura cubana" (16). E aggiungeva -senza batter ciglio - che "i cubani stanno fuggendo, in qualsiasi modo, dal loro paese". Ciò lo afferma -ricordiamo- un giornalista del Messico, che ha 34 milioni di migranti negli USA (17).
Infine, vi è una domanda a cui nessun media -sembra- voglia rispondere: perché i migranti cubani non volano direttamente negli USA dal loro paese, dato che -come è stato comprovato- hanno i soldi per farlo? E' che la risposta scoprirebbe, completamente, il cinismo della Casa Bianca: perché alla grande maggioranza gli USA negarono il visto d'ingresso. Su 300 domande giornaliere, la sua Ambasciata all'Avana, concede meno di 50 visti: uno su sei richieste (18). Ma se queste persone percorrono 5500 chilometri, pagano migliaia di dollari ai coyote e rischiano la loro vita per entrare illegalmente negli USA, allora sì: gli applicano lo status di "rifugiati" e gli concedono la residenza. Qualcosa di allucinante, machiavellico e kafkiano. Tanto quanto l'informazione che riceviamo.


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mincuo
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]Infine, vi è una domanda a cui nessun media -sembra- voglia rispondere: perché i migranti cubani non volano direttamente negli USA dal loro paese, dato che -come è stato comprovato- hanno i soldi per farlo?

E da chi sarebbe stato "comprovato" a parte Cubainforma che uno con 22 dollari al mese o 9 di pensione ha tutti questi soldi per gli aerei?
Ad esempio da Cuba alla Florida costa sui 400 dollari.
Una ventina di stipendi o una quarantina di pensioni, per un Cubano...

Infatti vanno sulle barche e le zattere e c'è in USA una politica precisa chiamata "dei piedi asciutti e dei piedi bagnati" a seconda che arrivino a terra in Florida (e allora sono accolti) o si riesca a respingerli in mare.
E in quel caso hanno firmato un accordo che el "Comandante" non li perseguiti una volta respinti.

Già scritto anche di quello. E mostrato.

Il lavoro di questo qui è ripetere 100 volte le stesse stronzate.

Un decimo della popolazione è scappata dal "Comandante" e dal suo Paradiso dei lavoratori a 22 dollari al mese.
Più di un milione di persone.
Come mai, secondo Cubainforma?

P.S.
Ecco qua un po' di immagini di zattere e barche, altro che aerei.
https://www.google.it/search?q=Cuban+migrants+boats&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0ahUKEwinlMS3u6zKAhVFEiwKHRV1B3AQ7AkIOA&biw=1280&bih=871


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Il lavoro di questo qui è ripetere 100 volte le stesse stronzate.

Se bastasse!!


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nikiv
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Un decimo della popolazione è scappata dal "Comandante" e dal suo Paradiso dei lavoratori a 22 dollari al mese.
Più di un milione di persone.

Se Fidel a suo tempo ha conquistato Cuba con un raggruppamento di 12 persone, figurati cosa possono fare tutti gli esuli cubani...

Ma attenzione non sto negando che queste persono siano fuggite da Cuba.

Sto semplicemente evidenziando che, come in tutti i Paesi del mondo, c'è una parte della popolazione che tenta la fortuna in altre parti del mondo.

Non scrivere parolacce che cubainforma non le scrive. 😉


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cubainforma
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...fuggire? Quelli in Costarica e Panama hanno semplicemente comprato il biglietto aereo per l'Ecuador e poi si sono diretti verso gli USA dove li attende la Ley de Ajuste cubano e (sperano) una vita, economicamente, migliore.
I 'rifugiati politici'cubani sono gli unici al mondo che vanno in vacanza nel paese che li 'avrebbe perseguiti' (dopo aver preso cittadinanza USA); non lo dico io ma Marco Rubio (noto estremista di dx). Quindi sono emigranti economici come i nostri tanto amati extracomunitari.


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