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Euro, si svegliano adesso? Anche i padri fondatori?


Stodler
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TELEGRAPH: PADRE DELL’EURO TEME LA SUBDOLA INSTAURAZIONE DI UN SUPERSTATO UE

Dal Forum di Cernobbio Ambrose Evans Pritchard riporta l’intervento di Otmar Issing, uno dei padri fondatori dell’euro, che ha lanciato l’allarme sul carattere antidemocratico del progettato ministro delle finanze U€ e sul fatto che un vero e democratico “Stati Uniti d’Europa” appare ad ora politicamente impossibile. In realtà l’austero controllo dei bilanci nazionali da parte di organi “al riparo dal processo elettorale” è necessario al mantenimento della moneta unica, e Issing da bravo padre fondatore avrebbe dovuto sapere che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca…

di Ambrose Evans Pritchard, 6 settembre 2015

Il professor Otmar Issing ha messo in guardia contro la cessione del controllo sulle imposte e sulle spese prima di una unione politica democratica

Il padre fondatore dell’euro ha avvertito che l’ultimo piano dell’Europa per un ministero delle finanze a livello UEM è un pericoloso tentativo di contrabbandare per unione politica una violazione dei principi fondamentali della moderna democrazia.

Il professor Otmar Issing, il principale architetto dell’unione monetaria dei primi anni, ha detto che sarebbe “pericoloso” trasferire il controllo su tasse e sulle spese a livello UE prima che venga stabilita una piena unione politica su basi democratiche.

Un tale salto di qualità nella struttura costituzionale dell’Europa – la creazione a tutti gli effetti di un superstato UE, con un parlamento paragonabile al Congresso degli Stati Uniti – è impensabile nell’attuale clima politico.

Richiederebbe dei referendum in tutta Europa, e una maggioranza di due terzi in entrambe le camere del parlamento tedesco. “Le possibilità di unione politica sono prossime allo zero”, ha detto, parlando al Forum Ambrosetti dei politici mondiali sul Lago di Como.

Se l’Europa dovesse andare avanti a testa bassa e forzare il ritmo dell’integrazione, questo porterebbe a un organo plenipotenziario canaglia dai poteri incontrollati su delicate questioni della vita nazionale. “Non si vede come gli potrebbe essere data una legittimazione democratica”, ha detto.

Prof. Issing, f igura preminente nella Bundesbank pre-UEM e primo capo economista della Banca centrale europea, ha detto che il controllo dei bilanci per ora deve essere lasciato ai parlamenti e ai governi nazionali sovrani che sono realmente responsabili di fronte ai loro popoli. “Nella UE l’unione politica non può essere fatta entrare dalla porta di servizio. E’ una violazione del principio di “no taxation without representation”, e rappresenta un approccio sbagliato e pericoloso”, ha detto.

Prof. Issing stava facendo una chiara allusione alla Rivoluzione Americana e agli eventi che hanno portato alla guerra civile inglese nel 1640, due grandi lotte innescate da un assalto della monarchica al potere parlamentare di controllare i cordoni della borsa. Le prime democrazie dell’Europa sono state tutte basate sul controllo legislativo della spesa.

Le proposte per un ministero delle finanze UEM sono apparse in un documento stilato dai capi della Commissione, del Consiglio, del Parlamento, dell’Eurogruppo e della BCE nel mese di giugno, un documento denominato “Relazione dei cinque Presidenti”.

Si inizierà con un comitato fiscale europeo di tipo consultivo e un fondo di investimento strategico con poteri rafforzati, chiaramente un ministero delle finanze in embrione. Dal 2017 in poi si trasformerà in un “Tesoro dell’area euro”, sancito nei trattati UE.

Il rapporto dice che il nuovo meccanismo sarà stabilito in “modo duraturo, equo e legittimato democraticamente”, cosa che per molti versi può essere considerata una ammissione che sinora il progetto UEM è andato molto male ed ha portato ad aspre divisioni.

Eppure i critici avvertono che l’Unione europea ancora una volta sta mettendo il carro davanti ai buoi. Essi indicano gli stessi errori fondamentali che hanno portato alla crisi permanente dell’unione monetaria e a rivolte populiste in gran parte dell’Unione europea.

Prof. Issing è sempre stato aperto a degli autentici Stati Uniti d’Europa simili alla democrazia federale degli Stati Uniti. Quello che egli contesta è la mezza costruzione deforme in cui degli organi sovranazionali prendono decisioni a porte chiuse.

Sotto la sua attuale struttura l’euro può sopravvivere “per un periodo”, ma crollerà se i principi dell’unione monetaria saranno violati in modo permanente. “Pacta sunt servanda” ha detto il prof Issing.

http://vocidallestero.it/2015/09/09/telegraph-padre-delleuro-teme-la-subdola-instaurazione-di-un-superstato-ue/


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PietroGE
Famed Member
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Se anche i padri fondatori non riconoscono più il loro figlioccio euro, andiamo male. Quello che dice Issing, dovrebbe essere ovvio per tutti, purtroppo non lo è perché in questi ultimi anni l'UE ha preso una deriva antidemocratica da vero e proprio regime. Un esempio sono le quote obbligatorie di migranti.

Issing è stato per lunghi anni capo economista della Bundesbank e la sua posizione sull'unione monetaria è sempre stata che prima si fanno le fondamenta (democratiche) dell'Unione e poi si fa il tetto, cioè la moneta.
I politici hanno voluto fare l'opposto e questi sono i risultati.


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spadaccinonero
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ripeto e non aggiungo altro :

NON POTEVANO NON SAPERE


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zeppelin
Estimable Member
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NON POTEVANO NON SAPERE

Un attimo di pazienza...
Appena appena converrà, tutti a dire non solo che lo sapevano, ma che l'avevano sempre detto.


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
Post: 10314
 

NON POTEVANO NON SAPERE

Un attimo di pazienza...
Appena appena converrà, tutti a dire non solo che lo sapevano, ma che l'avevano sempre detto.

a me vengono sempre in mente le parole di...

http://keynesblog.com/2013/04/23/quando-napolitano-era-contro-leuro/

ci avvisavano del pericolo incombente, sono gli stessi che ci hanno messi in trappola e oggi difendono la "creatura" come se fosse un dogma divino (forse anche peggio)


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