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Fed: Conseguenze distruttive da un default sul debito


Tao
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"L´inflazione americana rialza la testa, ma il vero problema resta l´occupazione"

L´inflazione rialza la testa, ma non è ancora giunto il momento di "cambiare nemico". In Usa il problema numero uno resta l´insufficiente creazione di posti di lavoro, su questo deve continuare a concentrarsi la politica monetaria. Vi si aggiunge però un nuovo allarme: un deficit pubblico «insostenibile». È il messaggio lanciato da Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve, nel corso di un teso confronto con la Camera dominata dalla nuova maggioranza repubblicana. «Il mercato del lavoro - ha detto - sta migliorando troppo lentamente: su 8 milioni di posti distrutti durante la recessione, solo 1 milione è stato recuperato». Perciò la Fed non può concludere anticipatamente i suoi programmi di acquisto di titoli pubblici, 600 miliardi in tutto, per sostenere la ripresa. La Fed così genera liquidità. E Cina e Germania hanno accusato Washington di stampar moneta, creare inflazione, deprezzare il dollaro per crescere a spese degli altri. Ieri queste critiche sono risuonate anche alla Camera. I repubblicani, nel corso dell´audizione di Bernanke alla commissione Bilancio, lo hanno attaccato su quella linea. «Una nazione che indebolisce la propria moneta - ha detto il presidente della commissione Paul Ryan - danneggia anzitutto i propri cittadini». I repubblicani hanno accusato il capo della Fed di sottovalutare le nuove tensioni inflazionistiche. Alcuni di loro durante l´audizione sventolavano la prima pagina del Wall Street Journal con il titolo d´apertura dedicato al "ritorno dell´inflazione". Mentre la Cina alza i tassi per contrastare le fiammate sui prezzi delle materie prime, la Fed sta a guardare, è la critica della destra. Intanto i tassi di mercato sui buoni del Tesoro Usa salgono comunque, a riprova che i mercati anticipano anche in America un ritorno dell´inflazione. Bernanke su questo punto ha dato torto ai repubblicani. «L´inflazione è un problema immediato nei paesi emergenti - ha detto - da noi resta sotto controllo». Non c´è motivo quindi per rialzare i tassi. Il banchiere centrale si è trovato in sintonia con la destra sul tema del deficit pubblico. «I creditori - ha ammonito Bernanke - non accetteranno di prestare a un governo il cui debito in proporzione al Pil cresce senza limiti». Se i mercati perdono fiducia nella capacità dell´America di riportare sotto controllo le sue finanze pubbliche, «l´aggiustamento arriverà, veloce e doloroso. Un default sul debito Usa avrebbe conseguenze distruttive. Bisogna agire».

Federico Rampini
Fonte: www.repubblica.it
10.02.2011


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