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Francia:Eliseo non apprezza invito bibi a ebrei di emigrare


helios
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Il proprietario del market kosher:
«Vivo per miracolo, parto per Israele»
L’Eliseo non apprezza l’invito di Netanyahu a emigrare. All’inizio il presidente francese aveva chiesto a Bibi e ad Abu Mazen di non partecipare alla marcia di Parigi
di Davide Frattini

PARIGI Intonano la Marsigliese e «Am Yisrael Chai», l’inno alla nazione di cui sono cittadini e la dichiarazione di fede verso quella che è pronta ad accoglierli. «Il popolo di Israele vive» urlano al premier Benjamin Netanyahu che prima di lasciare Parigi ha voluto visitare il supermercato dove venerdì Amedy Coulibaly ha ucciso quattro clienti ebrei. Le vittime tornano con lui a Gerusalemme, oggi i funerali, partecipano anche il presidente Reuven Rivlin e i deputati del Parlamento, cerimonia di Stato come per i caduti israeliani del terrorismo.

Alle 400 persone che accolgono Netanyahu davanti al supermercato per cibo e prodotti ebraici, periferia di Parigi, non bastano le rassicurazioni e le decisioni del governo francese che ha nominato un prefetto speciale per la protezione della comunità e ha dato l’ordine di dispiegare quasi 5 mila poliziotti davanti a 717 possibili obiettivi dei terroristi tra luoghi di culto e scuole. «In Israele ci sentiremmo più sicuri», commenta un uomo con la kippa di velluto nero. La gente urla «Bibi, Bibi», chiama il primo ministro con il soprannome che usano per lui gli israeliani, forse è quello che si sentono già, pronti a emigrare come i 7.000 ebrei francesi che hanno scelto di andarsene nel 2014, il doppio rispetto all’anno prima. Tra loro ci potrebbe essere Patrice Walid, il proprietario del negozio, ferito nell’assalto. «Le parole che mi ha detto subito - dice il fratello Joel al quotidiano tedesco Bild - sono state: sopravvissuto per miracolo, voglio lasciare questo Paese e trasferirmi». Patrice ha raccontato l’irruzione di Coulibaly e le ore di terrore con gli altri ostaggi. «L’assassino ripeteva: voi ebrei oggi morirete tutti».

Il primo ministro Manuel Valls non ha apprezzato l’appello di Netanyahu agli ebrei francesi («Emigrate, ricordatevi che Israele non è soltanto il luogo dove tornate per pregare, è la vostra casa») e l’annuncio di aver organizzato un comitato che aiuti e favorisca il trasferimento. Quando nel 2004 Ariel Sharon da premier aveva lanciato un appello simile a «fuggire dall’antisemitismo selvaggio», l’allora presidente francese Jacques Chirac aveva chiesto spiegazioni e dichiarato una sua visita ufficiale «non gradita».

Netanyahu considera i giovani estremisti di Parigi e i miliziani palestinesi di Hamas soldati di uno stesso esercito globale: «Sono rami dello stesso albero velenoso». Lo ribadisce ai leader della comunità (la più grande d’Europa, 550 mila persone) che incontra poche ore prima. «Noi sosteniamo l’Europa nella lotta agli estremisti, è ora che l’Europa sostenga noi allo stesso modo. Se il mondo non si unisce in questa battaglia, gli attacchi di questa settimana sono solo il preludio ad attentati ancora più grandi». Aggiunge: «Appena tutti i problemi legati all’organizzazione del viaggio, ai rischi e alla sicurezza sono stati risolti, era naturale per me essere qui».

Il premier israeliano sembra voler giustificare la visita, la presenza alla manifestazione di domenica, in prima fila con gli altri potenti del mondo. Il telegiornale del Canale 2 israeliano e il quotidiano Haaretz rivelano che François Hollande aveva chiesto a lui e ad Abu Mazen, il presidente palestinese, di non venire: il capo dello Stato francese voleva evitare che la questione mediorientale, il conflitto israeliano-palestinese, le relazioni tra musulmani ed ebrei togliessero la scena alla dimostrazione di solidarietà verso la Francia.

Netanyahu avrebbe accettato di rinunciare, fino a quando ha saputo che due ministri del suo governo (ma suoi avversari alle elezioni anticipate del 17 marzo) avrebbero partecipato. Era lui a non poter lasciare la scena ad Avigdor Liberman e Naftali Bennett. A quel punto i consiglieri dell’Eliseo hanno invitato anche Abu Mazen.

I giornali israeliani spiegano così la freddezza di Hollande verso Netanyahu. Durante la cerimonia di domenica alla Grande sinagoga di Parigi - rimasta chiusa dopo gli attentati per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale - il presidente si è alzato ed è uscito, quando è iniziato il discorso del premier.
@dafrattini
13 gennaio 2015 | 07:20

http://www.corriere.it/esteri/15_gennaio_13/proprietario-market-kosher-vivo-miracolo-parto-israele-3e9483a2-9aea-11e4-bf95-3f0a8339dd35.shtml


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