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George W. Bush attacca Trump: potrebbe essere un buon segnale.


Primadellesabbie
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Sembra che il dissidio interno si estenda e che non si possa più nascondere. Che Trump metta a soqquadro anche quelli della sua parte é uno degli auspici nati con la sua elezione, segnali minori ce ne sono stati già, ma questo, dato che é da escludere che G.W.B dica cose di questa portata di testa sua, sembra provenire dalla plancia di comando.

"George W. Bush attacca Trump

NEW YORK (Pars Today Italian) – Negli ultimi nove anni, George W. Bush, aveva deciso di non commentare la politica: non aveva mai criticato il suo successore democratico Barack Obama e finora non aveva detto nulla neppure su Donald Trump, anche se non aveva fatto alcun endorsement.

Oggi l'ex presidente ha deciso di cambiare strategia. Nel corso di un suo discorso ad un evento del George W. Bush Institute a New York, Bush non ha mai usato il nome di Trump, ma ha preso di mira più volte il suo modo di guidare il Paese. Ha parlato di invenzione di una realtà alternativa, di teorie cospirazioniste, di "nazionalismo che diventa nativismo" e di violenza dei discorsi, tutti elementi collegabili a Trump. "Atteggiamenti prepotenti e pregiudizi nella nostra vita pubblica...dà il permesso alla crudeltà e intolleranza", ha detto Bush, sostenendo che mai prima si era vista una politica "che divide" così tanto."

Da qui:
http://parstoday.com/it/news/world-i120277-george_w._bush_attacca_trump


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Tibidabo
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Interessante.
Molti fra cui PCR e il Saker dicono che Trump sia ormai un pupazzo nelle mani dei neocon.
Non so nulla ma ho dei dubbi su questa versione anche se ammetto di non capire tante cose, per esempio perché se la prenda con l'Iran (cosa che però aveva annunciato già in campagna elettorale).

Ho sempre detto delle aporie intrinseche del sistema etc etc ma ancora non è successo nulla.
Eppure, nonostante certe "stabilizzazioni" come la sconfitta della Le Pen e in generale un apparente consolidamento dell'Unione, continuo ad avere l'impressione che si tratti di un equilibrio troppo instabile per durare.

Attenzione al Sudamerica che secondo me è la cartina tornasole.
In particolare Venezuela e Brasile.


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Primadellesabbie
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DesEsseintes;235834 wrote: ...perché se la prenda con l'Iran ...

In questo paragrafo dal citato saker: http://sakeritalia.it/politica/il-comunismo-e-davvero-morto/ potresti trovare una ragione:

Quarto, il comunismo moderno ha diverse forme originali e persino sorprendenti. Una delle più interessanti potrebbe essere la Repubblica Islamica dell’Iran. Ovviamente, l’Iran moderno non è una copia della vecchia Repubblica Democratica Tedesca. Ramin Mazaheri, corrispondente a Parigi per Press TV, ha descritto meglio la situazione quando ha scritto “L’Europa è arrivata al socialismo attraverso l’industrializzazione, la teoria e la guerra, ma l’Iran è arrivato al socialismo attraverso le sue credenze religiose e morali”. E non fatevi trarre in inganno, quando Mazaheri si complimenta con l’Iran per i suoi traguardi “socialisti”, non oppone la nozione del socialismo a quella del comunismo (Mazaheri è un comunista orgoglioso e dichiarato) né fa riferimento al “socialismo al caviale” della sinistra francese. Al contrario, si riferisce al “socialismo” come un insieme di valori e principi fondanti comuni alle visioni del mondo marxista e islamica. Spesso ci si dimentica che uno dei principali ideologi della Rivoluzione iraniana, Ali Shariati, era chiaramente influenzato da idee socialiste e anche marxiste.

Oggi, sull'Iran, trovo anche questa:

http://news.xinhuanet.com/english/2017-10/20/c_136694194.htm


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oriundo2006
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L'attacco a Trump è parte di un mot de passe che definisce l'appartenenza ad una certa 'famiglia'. Nulla di nuovo a meno che non certifichi la sua ( prossima) eliminazione: del tipo: ci sto anch'io. Per capirlo occorre attendere un'altra forte presa di posizione da parte di un ex presidente o di un membro autorevole del Congresso. Possibile...ma rendiamoci conto che è la fine del nostro 'democratico' mondo. Ed esitano proprio per questo...


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Tibidabo
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Sono andato a dare un'occhiata al sito cinese che hai linkato e ho trovato questo articolo

http://news.xinhuanet.com/english/2017-10/20/c_136694498.htm

È incredibile il senso di unità nazionale che esce fuori da quelle righe.
Non so se si tratta di una sorta di obbligo censorio verso i giornalisti ma ho l'impressione che si esprima una attitudine di fiducia nelle istituzioni, da parte del popolo cinese a tutti i livelli, che da noi è impensabile.

Se è “genuino", non credo si possa sconfiggere un paese con una coesione simile.


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Primadellesabbie
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DesEsseintes;235849 wrote: Sono andato a dare un'occhiata al sito cinese che hai linkato e ho trovato questo articolo

http://news.xinhuanet.com/english/2017-10/20/c_136694498.htm

È incredibile il senso di unità nazionale che esce fuori da quelle righe.
Non so se si tratta di una sorta di obbligo censorio verso i giornalisti ma ho l'impressione che si esprima una attitudine di fiducia nelle istituzioni, da parte del popolo cinese a tutti i livelli, che da noi è impensabile.

Se è “genuino", non credo si possa sconfiggere un paese con una coesione simile.

Credo che tu abbia colto la caratteristica che li accomuna e che difficilmente si può spiegare perché non ci appartiene.
É proprio un individualismo di un'altra qualità, é concepito al contrario, partendo dall'esigenza di far parte della comunità, non riescono neanche ad immaginarsi diversamente. Sono restii a pensare cose che potrebbero isolarli come individui, praticamente il contrario del nostro sentire.
(Racconta il nostro amico Lafcanio, che i giapponesi, per infilare il filo nella cruna dell'ago, tengono fermo il filo in una mano, e cercano di coglierlo con la cruna! Un modo di risolvere il problema di chi pensa al contrario di noi).
Leggevo da qualche parte, anni fa, che in tutta la Cina ci sono pochissimi cognomi, una decina.

É sorprendente come il nocciolo segreto di questa civiltà consista di una cosa di natura così semplice. Per i russi vale la stessa constatazione, lo stesso, sempre qualcosa di elementare, di semplicissimo che li accomuna tutti nel sentire.

Siamo stati "guastati" dal Rinascimento? O sono stati i confini ad indurci a contorsionismi culturali per distinguerci o a esaltare differenze preesistenti? O tutte due? (O altro?).


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Tibidabo
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Secondo me è che si è guastato il Rinascimento ossia è partito come spinta di liberazione dall'egemonia aristocratico ecclesiastica poi è stato travolto dalle mire imperiali di Francia e Spagna per cui è diventato strumento per il mantenimento del potere invece che di “sovvertimento” come lo era all'inizio.
Almeno per quanto riguardava i mercanti che arricchendosi diventavano potenti e il “pensiero” che cercava auctoritas altrove, in un antico pagano polemicamente contrapposto al moderno (allora) cristiano.
Mie impressioni.

Fatto sta che la gente del popolo era qualcosa di diverso, di cui il carattere locale che oggi conosciamo di ogni città italiana non è che un pallido riflesso.
Un episodio piccolissimo che però trovo abbastanza icastico.
Il Caparra era un artigiano fiorentino, sue le lampade in ferro battuto di palazzo Strozzi.
Aveva un carattere appunto molto “toscano” e quando un giorno il Magnifico in persona andò alla sua bottega in quella che oggi è via dei calzaiuoli per chiedergli alcuni lavori da dare in dono, lui che aveva da battere certe opere per della povera gente gli disse tranquillamente che non aveva tempo e che i soldi di quei clienti valevano tanto quanto quelli di Lorenzo.
Una sciocchezza ma il fatto che il Vasari la riporti, nell'epoca in cui si era ormai insediato Cosimo I, è il segno della sua nostalgia per lo spirito repubblicano comunale fiorentino, quello che aveva creato il rinascimento, che era l'orgoglio della città e che la sconfitta dell'Italia nelle guerre cinquecentesche aveva portato all'involuzione verso un granducato ricco ma ormai definitivamente vassallo dell'impero e/o della Chiesa.
Poi perché ci sia stato il rinascimento non lo so...è il bivio di cui parlavo...

http://vasari.sns.it/cgi-bin/vasari/Vasari-all?code_f=print_page&work=le_vite&volume_n=4&page_n=237


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Primadellesabbie
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@ DesEsseints

Si é trattato certo di un grosso bivio.

L'antico pagano, come lo chiami, che poi pare essere stata l'irruzione di un Ermete Trismegisto parzialmente travisato o quantomeno collocato temerariamente come epoca ed origine, più che contrapporsi é stata magnifica occasione di un radicale ripensamento (Pico) senza la spada di Damocle d'uso al tempo, grazie alle speciali circostanze a presiedere.

É difficile dire se si sia guastato o se, diffondendosi, sia prevalsa, un poco come succede oggi per l'industrializzazione, la parte marginale, se guardiamo all'essenza del fenomeno, ma significativa nell'azione di modellare, e con implicazioni negative e dannose per la cultura e per l'ambiente.


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