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Germania: fine dell’egemonia in Europa. L’Euro? Alla fine si


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Germania: fine dell’egemonia in Europa. L’Euro? Alla fine si spaccherà

di Federica Agostini - 20 Jun 2013 - 17:02

Dal Telegraph, l’analisi di Ambrose Evans-Pritchard - La Germania ha ormai raggiunto l’apice del successo. La sua egemonia sull’Europa è soltanto una "illusione di potere"; un insieme di vantaggi fugaci che presto saranno sopraffatti dall’effetto di ritardato di un errore e dalla sbandata delle forze storiche.

Se il destino è scritto nella demografia, allora entro cinque anni la Germania perderà il proprio ascendente sull’Europa e nel giro di 20 anni, Francia e Regno Unito torneranno ad essere le due potenze dominanti del vecchi continente, com’era nel 19° secolo, anche se con un ruolo diverso.
Germania al culmine della produttività, dopo c’è solo il declino?

Il report della Commissione Europea del 2012 sull’invecchiamento della popolazione dimostra come la Germania passerà da 82 milioni di abitanti a 66 milioni, nel giro dei prossimi 50 anni a causa delle strutture sociali che minacciano la fertilità del paese. Tuttavia, si tratta di dati un po’ vecchi, se si considera che a maggio un censimento in Germania ha rilevato 1.5 milioni di abitanti in meno rispetto a quanto stimato: gli immigrati scontenti che tornano a casa.

Il tasso di dipendenza senile passerà dal 31% del 2010 al 36% nel 2020. Con la forza lavoro in calo di 200 mila unità ogni decade, la dipendenza senile arriverà al 57% nel 2045.

"La Germania è al culmine della produttività, non potrà diventare più forte", spiega Guenther Oettinger, commissario tedesco UE.

Jorg Asmussen, l’uomo tedesco alla BCE, ha di recente fatto un interessante commento al riguardo, sostenendo che il paese rischia di diventare "il nuovo malato d’Europa nel giro di 5 o 10 anni" se non deciderà di intervenire su istruzione e infrastrutture. L’università al top dell’istruzione in Germania, la Munich Techincal, si attesta al 53esimo posto nella classifica mondiale dove i primi 19 istituti sono Anglosassoni.

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Siamo stati indotti a credere che la Germania si fosse trasformata nella tigre teutonica con le riforme di Gerhard Schroder di dieci anni fa. Ma questa è solo una mezza verità.

Le riforme, infatti, hanno reso più facile la via per aziende come Volkswagen o Club Med facendo scendere i costi unitari del lavoro. Ma l’effetto collaterale per la Germania è stato il più rapido aumento del divario sociale tra il reddito dei "ricchi" e quello dei "poveri".

Questa politica di "svalutazione interna" viene oggi ritentata in qualche modo anche in Italia, Spagna e Portogallo. Tuttavia, senza il vento favorevole del boom economico che ha accompagnato l’ascesa della Germania, l’impresa sembra impossibile.
Germania: punti di forza e punti deboli

Ciò che distingue la Germania è una superba base ingegneristica ed un settore automobilistico molto forte; ma tutti gli sforzi vanno alle esportazioni. Questo miracolo commerciale, inoltre, si accompagna con un settore dei servizi sclerotico e fasce di inefficienza a livello nazionale. La produttività annua per lavoratore, ad esempio, è aumentata soltanto dello 0.6% dal 2000 al 2010, in netta inferiorità rispetto alla media dei paesi OCSE all’1.4%.

Nella classifica della World Bank per l’avvio di investimenti, la Germania si colloca al 20esimo posto, al 106esimo per le pratiche di apertura di un’attività. Il World Economic Forum colloca la Germania al sesto posto per la competitività, con un’eccellenza in capacità di innovazione (3), sofisticazione dei prodotti (3) e qualità dei fornitori locali (4).

Ma non mancano le debolezze: scende infatti il posto in classifica quando si tratta di questioni come la banda larga mobile (31), l’accesso ai finanziamenti (44), la solidità delle banche (75), il tasso di assunzioni e licenziamenti (127) e la flessibilità dei salari (139).

Dunque, tirando le somme: non c’è niente di speciale in Germania. Al momento il paese si trova nel punto di un ciclo economico lusinghiero. In realtà, spiega Simon Tilford del Centre for European Reform, la Germania non è mai stata così debole come sembrava all’inizio di questo decennio, e non è tanto forte quanto sembra.

"La Germania è molto più vulnerabile di quanto sembrano credere i politici tedeschi. - commenta poi Tilford- La sua ascesa economica e politica sarà di breve durata".

Cosa potrebbe andare storto? È facile immaginarlo. Il Giappone ha appena svalutato lo Yen di 35 punti percentuali rispetto all’Euro, rubando una marcia ai mercati di Stati Uniti e Cina, dove compete testa a testa con la Germania.

La decisione del post-Fukushima presa dalla Cancelliera Merkel di abbandonare l’industria nucleare a favore delle turbine a vento nel Baltico è un salto nel vuoto. I costi energetici in Germania sono già alle stelle e il paese rischia una vera e propria crisi energetica.
Euro: alla fine ci sarà una rottura?

I leader politici della Germania sembrano ancora una volta sicuri di aver risolto la crisi dell’Euro, ma la verità non è propriamente questa. Le strategie di svalutazione interna attuate al Sud sono attività di autolesionismo. Il calo del Pil nominale sta portando le dinamiche del debito fuori controllo e nel frattempo sta sprecando un’intera generazione di giovani.

Alla fine ci sarà la rottura: o un’uscita dall’unione monetaria da parte dei paesi vittima, in cerca di liberazione, oppure un default interno all’Eurozona. In entrambi i casi la Germania subirà un colpo. Hans Werner Sinn, dell’istituto IFO, teme che i tedeschi possano un giorno svegliarsi per poi scoprire che gran parte del denaro messo da parte per la vecchiaia è andato in fumo.

Nella saga della crisi dell’Euro la Germana non è il cattivo. È una vittima dell’unione monetaria, proprio come qualsiasi altro paese, anche se le perdite arriveranno in ritardo e con una velocità più lenta. L’inasprirsi del sentimento anti-tedesco che pervade l’Europa minaccia di compromettere 50 anni di diplomazia illuminata.

Per quanto riguarda le qualità della Germania, queste sono fuori discussione. La Germania è il paese che più di tutti difende la libertà della democrazia in Europa. Tuttavia, il miracolo tedesco delle riforme è stato ampiamente sopravvalutato ed avrà vita breve.

Dal Telegraph: Germany’s ascendancy over Europe will prove short-lived

http://www.forexinfo.it/Germania-fine-dell-egemonia-in


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