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giovani Siriani mostrano


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Da: www.laregione.ch/interna_new_coe.asp?art=analisi1&frmt=ca

Un’economia più multipolare

di Justin Yifu Lin e Mansoor Dailami - 14 giugno 2011

In un momento in cui l’economia globale sta patendo una crisi di fiducia, squilibri strutturali e pacate prospettive di crescita, predire l’andamento economico dei prossimi dieci anni richiede l’applicazione di un attento modello e di qualcosa che vada oltre la sagacia. Serve necessariamente un metodo diversificato che combini il senso storico e un’attenta analisi delle forze attuali, tra cui lo spostamento dell’asse economico globale verso il mondo emergente.

A tal scopo bisogna comprendere come le economie avanzate vogliono cimentarsi con questo spostamento e in che modo il sistema monetario internazionale intende aggiustarsi di conseguenza.

Soltanto così è possibile scendere per le strade e protestare, davanti a centinaia di poliziotti, militari, agenti in civile armati di fucili, agli shabiha (gli “spettri”), le milizie paramilitari fedeli – per corrente religiosa – alla casta al potere (gli alawiti), che non rispondono agli ordini di nessuno, perché sanno cosa devono fare. Agiscono e basta.

Chi protesta sa che potrebbe essere ucciso. In tre mesi i morti civili in Siria sono stati oltre mille, indicano le organizzazioni per i diritti umani. Chi non ha più paura si è trasformato nei nostri occhi, negli occhi del mondo intero, e ci consente di vedere, a sprazzi, dentro un paese chiuso ai giornalisti, alle organizzazioni umanitarie, ai testimoni.

In Siria, più che altrove, si è consolidato un movimento di giovani che escono di casa per filmare con il telefonino ciò che accade. Questi giovani si riconoscono in una missione collettiva: documentare ciò che accade davanti ai loro occhi. Hanno il coraggio delle immagini. È un’etichetta, ma per una volta si sottrae alla inevitabile superficialità delle semplificazioni e rende invece giustizia al lavoro di questi testimoni. Le immagini raccolte vengono depositate tramite cellulare su server esterni.

Per fare questo e per sfuggire alla censura e ai controlli o per ovviare all’assenza di segnale (spento dalle autorità) i giovani utilizzano, dove disponibili, reti telefoniche non siriane: libanese, giordana, turca. Queste immagini escono anche via terra, portate da chi è disposto ad assumersi il rischio di farlo. Lo chiamano contrabbando di verità. Successivamente le sequenze girate con i cellulari vengono montate e contestualizzate da altri attivisti, che vivono fuori dalla Siria, in Egitto, ad esempio, o altrove.

A un giovane siriano contrabbandiere di verità ho chiesto, recentemente, di togliermi il dubbio professionale che queste immagini possano, eventualmente, essere contraffatte, che si tratti di un tentativo di manipolare l’opinione pubblica internazionale. Il ragazzo, sorpreso dalla mia richiesta, mi ha risposto che poteva dirmi il nome di ogni strada, di chi ci viveva, la successione di botteghe e caffè, il nome di ogni località nelle immagini che stavamo guardando insieme.

Me lo aveva spiegato con profonda partecipazione: se avesse potuto mi avrebbe portato lì, sul posto, oltre lo schermo del suo laptop. Ho avuto l’impressione che la sua esistenza si fondesse con le scene filmate che mi stava mostrando, con le sparatorie, i civili brutalmente picchiati, i feriti dai quali la vita se ne stava andando.

Chi contesta l’onestà di queste immagini (il governo di Damasco, i suoi sostenitori, alcuni ambienti siriani, anche in Svizzera) dovrebbe fare pressione sul presidente Bashar al Assad affinché autorizzi i giornalisti a entrare nel paese, a essere testimoni diretti.

Altrimenti continueremo a pensare che il governo siriano ha qualcosa, molto, tutto da nascondere. E a credere a chi, a costo della propria vita, ha scelto di informare il mondo con il coraggio delle immagini.

-- commento --
Domanda: come mai non funziona lo stesso sistema di contrabbando della verita' per la Libia? I giovani ci sono anche li', pure i telefonini, e pure i server internet fuori confine (nel caso fossero bombardati quelli dentro il confine).

Insomma, come la mettiamo con l'informazione corretta dalla Libia? Forse e' altrettanto importante di quella siriana.


Citazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14379
 

questi giovani siriani che filmano con il cellulare ultima moda (fornito dal Ned? O dalla Open Society di Soros?), questa generazione "Mc Donald, perché non ce li fa vedere sti filmati di questi massacri e folle oceaniche? Perche di cotanti pennivendoli in giro per il mondo non ci sono mai quando devono documentare le balle che spacciano.
O sono degli avatar anche loro come la blogger gay con "sede" negli Usa?


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