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Gli spacciatori di sovversione arrivano in Bahrain e Ucraina


oldhunter
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DAL BAHRAIN ALL’UCRAINA, ARRIVANO GLI SPACCIATORI DELLA SOVVERSIONE E DELL’INGANNO OCCIDENTALI

di Finian Cunningham

Strategic Culture Foundation, 09/12/2013

Il Dialogo di Manama in Bahrain, tenutosi questo fine settimana in presenza del segretario alla Difesa statunitense Chuck Hagel e del ministro degli Esteri inglese William Hague, oltre ad altri alti funzionari occidentali, si è auto-presentato con gravità e importanza quale forum per discutere “caldamente” dei “problemi della sicurezza” in Medio Oriente e altrove. In realtà, l’evento tenutosi nella capitale del Bahrein, Manama, non è altro che un ritrovo per chiacchierate false, atteggiamenti vuoti e concetti verbosi. Una vetrina vacua completa di manichini sgargianti, per nascondere il carattere macabro dei veri accordi politici occidentali che operano nel seminterrato della regione petrolifera. Come la posizione generale di Washington e Londra verso i regimi arabi del Golfo Persico, il Dialogo di Manama è volto a spacciare propaganda e inganni per coprire i fatti più brutali della vita, venduti da geniali e virtuosi commessi.
Uno di questi fatti brutali è che i governi occidentali sono pienamente complici della repressione da parte del loro cliente arabo del proprio popolo. Un altro fatto brutale è che i governi occidentali e i loro clienti del Golfo Persico alimentano insicurezza e violenza in tutto il Medio Oriente: in Siria, Iraq e Libano, sostenendo segretamente i mercenari estremisti nei cambi di regime; come al-Nusra e lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante, collegati ad al-Qaida. Un altro fatto brutale è che il Golfo Persico è uno dei luoghi più militarizzati e insicuri nel mondo, anche a causa del supporto occidentale ad Israele quale Stato nucleare illegale, e anche a causa delle sconsiderate vendite di armi statunitensi ed inglesi nella polveriera regionale. Tuttavia, gli alti rappresentanti degli Stati guerrafondai occidentali hanno il coraggio di presenziare ad una conferenza regionale su “pace e sicurezza”. Come in un universo parallelo, portavoce e delegati vengono sistemati in un lussuoso hotel del Bahrain, per sproloquiare di democrazia, Stato di diritto e terrorismo. Nel frattempo, a pochi chilometri, il regime filo-occidentale del Bahrain impiega la polizia antisommossa sparando gas contro i pacifici sostenitori dei club pro-democrazia. I manifestanti cercavano di esercitare il diritto universale alla libertà di riunione pacifica e di espressione, gli stessi diritti umani di cui Washington e Londra ripetutamente affermano esserne i campioni della rivendita. Questi diritti civili sono sistematicamente negati in Bahrein negli ultimi tre anni (e anche prima), dalla monarchia assoluta del Bahrain, sostenuta da statunitensi e inglesi. Dal febbraio 2011, quando il movimento pro-democrazia si riaccese nel regno del Golfo Persico, le forze del regime hanno ucciso quasi 100 civili, alcuni sono morti sotto tortura in prigione; centinaia hanno subito mutilazioni grottesche, come la perdita di arti ed occhi per i proiettili antisommossa; neonati e anziani sono stati avvelenati nelle loro case dal deliberato uso eccessivo di gas lacrimogeni, e migliaia di famiglie sono in miseria perché padri e figli sono rinchiusi nelle carceri senza una parvenza di processo legale. Tutta questa barbarie avviene con l’appoggio tacito di Washington e Londra, e nell’indifferenza vergognosa dei media occidentali.
Per la popolazione di soli 600000 nativi del Bahrein (la popolazione di lavoratori immigrati è della stessa dimensione) le brutalità e le sofferenze inflitte dal regime dei Qalifa sono state immense. E in questa feroce aggressione alla popolazione sciita, i governanti bahraini hanno avuto completa assistenza dall’Arabia Saudita, che aveva inviato truppe nell’isola confinante nel marzo 2011, per schiacciare le manifestazioni pro-democrazia. Le truppe saudite rimasero in Bahrein da allora, seppur discretamente, indossando uniformi del Bahrain. Washington e Londra erano completamente informate della situazione. In realtà, Stati Uniti e Gran Bretagna diedero via libera alla Casa dei Saud nella repressione delle proteste in Bahrain, proprio come i governanti sauditi fanno nella propria provincia orientale e in altre regioni del regno petrolifero. E’ istruttivo confrontare e contrapporre ciò che accade in Ucraina occidentale e la reazione ufficiale. Le proteste a Kiev, evidentemente guidate da una minoranza determinata ad attuare la sovversione violenta e organizzata volta al rovesciamento delle autorità elette. Questo non è l’esercizio dei diritti umani internazionali, come in Bahrain; nel caso dell’Ucraina si tratta di una sedizione. Inoltre, i gruppi d’agitazione in Ucraina, come il Partito Patria e il neo-fascista Partito liberale, sono noti per i loro solidi legami con agenzie straniere impegnate a fomentare i cambiamenti di regime nei Paesi presi di mira. Queste agenzie sono la CIA e l’apparentemente innocua National Endowment for Democracy. Certo, le meticolose tattiche d’assalto recentemente usate contro gli edifici governativi di Kiev, indicano fortemente un’azione militare segreta… Rimproverare lo Stato ucraino per reagire con mano pesante alla sfrenata sovversione contro l’autorità sovrana, come i governi occidentali accusano, è nel migliore dei casi ingenuo e nel peggiore palese propaganda che falsa la situazione reale. A quanto pare, passanti inermi sono stati coinvolti nelle zuffe subendo lesioni. Tuttavia, non vi sono stati morti ed il primo ministro ucraino Mykola Azarov si è pubblicamente scusato per il comportamento della polizia. Dopo il culmine emotivo della settimana prima, le manifestazioni nella capitale ucraina si erano placate. Questa modalità indica che proteste e opinione pubblica vengono manipolati su un’altra agenda, non si tratta semplicemente di esprimere il dissenso verso il rifiuto del governo all’Unione europea, ma di uno scopo più sinistro: destabilizzare lo Stato.
Il contrasto con il Bahrain non potrebbe essere più lampante. Qui l’”autorità” è un regime non eletto in gran parte composto da una famiglia, gli al-Qalifa, guidata da un auto-nominatosi re, Hamad bin Isa al-Qalifa. Il suo successore sarà il primogenito, il principe ereditario Salman. Il regime del Bahrein domina con decreti assoluti e un “parlamento” consultivo “eletto” attraverso un processo fortemente manipolato. Il regime del Bahrain e i suoi sostenitori stranieri, Washington, Londra ed Arabia Saudita, sostengono che gran parte delle pacifiche proteste pro-democrazia sono manipolate da agenti stranieri. Sostengono che tali agenti provengono dall’Iran e dal movimento di resistenza libanese Hezbollah. I governi statunitensi e inglesi non lo ribadiscono troppo forte o spesso, perché sanno benissimo che l’accusa è una fantasia assoluta. Non c’è un briciolo di prova del coinvolgimento di Iran, Hezbollah o qualsiasi altra agenzia straniera nelle manifestazioni del Bahrain. Queste proteste si svolgono da tre anni semplicemente per via del desiderio della popolazione di avere il diritto di eleggere democraticamente un governo, piuttosto che essere dominata da una cricca familiare venale e corrotta. A differenza dell’Ucraina, il Bahrain è un caso semplice e diretto di democrazia brutalmente negata alla popolazione che resta tranquilla nonostante la provocazione implacabile di un regime non eletto.
Il doppio standard e l’ipocrisia dei governi occidentali e dei media mainstream, come dimostrato dalla risposta divergente sugli eventi in Ucraina e in Bahrain, è lampante. Una manifestazione di breve durata per seminare il caos in Ucraina e una dimostrata sovversione estera contro un governo eletto, ottengono la massima attenzione dai governi e dai media occidentali, quale “nobile tentativo democratico contro un regime autocratico“. Considerando che in Bahrain, il continuo movimento pro-democrazia s
ostenuto da civili disarmati e pacifici contro un brutale autocrate viene, beh, semplicemente ignorato dall’occidente. Infatti, il Bahrain non è semplicemente ignorato dall’occidente. Viene accettato e tacitamente appoggiato, fino in fondo, da Washington e Londra. La presenza di figure di spicco come Chuck Hagel e William Hague al Dialogo di Manama, in Bahrain, durante questo fine settimana, dove disquisivano di luoghi comuni su sicurezza, democrazia e Stato di diritto, serve ai governi statunitense e inglese a rassicurare i regimi del Bahrein e dell’Arabia Saudita sul loro continuo supporto nella repressione della democrazia. Nel frattempo, Chuck Hagel annunciava in tale forum che gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di ridurre la propria presenza militare (leggi: vendita di armi) nel Golfo Persico, nonostante la recente distensione diplomatica con l’Iran. “La diplomazia deve essere sostenuta con la forza militare“, ha detto Hagel ai delegati. Il capo del Pentagono ha anche rivelato che gli Stati Uniti concluderanno la vendita di 15000 missili anticarro all’Arabia Saudita per un miliardo di dollari. Questi missili probabilmente andranno ai militanti di al-Qaida ingaggiati nella guerra terroristica contro la Siria per imporvi un cambiamento di regime filo-occidentale. Ironia della sorte, e ridicolmente, il ministro degli Esteri inglese William Hague ha avvertito che gli “estremisti” che operano in Siria (con il sostegno segreto di Stati Uniti, Gran Bretagna e Arabia Saudita, tra gli altri) rappresentano una grave minaccia alla sicurezza del Medio Oriente e dell’Europa.
Davanti alla conferenza di Manama, dove i manifestanti pacifici hanno avuto le teste spaccate dalla polizia antisommossa del Bahrein, uno striscione della folla diceva: “Perché i governi occidentali non chiedono la democrazia in Bahrain?” Che scherzo crudele. I governi occidentali non sostengono la democrazia in Bahrain, o in qualsiasi altro luogo, perché fanno soldi con la vendita di armi e petrolio sostenendo dittature, e frantumando e sovvertendo la democrazia. Bahrain e Ucraina sono solo due esempi del concetto generale. Nonostante la retorica con cui si pavoneggiano, Washington e Londra non sono altro che spacciatori di sovversione e inganni.

Versione originaria: http://www.strategic-culture.org/pview/2013/12/09/from-bahrain-to-ukraine-hail-western-salesmen-subversion-and-deception.html

Link alla fonte italiana: http://aurorasito.wordpress.com/2013/12/09/dal-bahrain-allucraina-arrivano-gli-spacciatori-della-sovversione-e-dellinganno-occidentali/

traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora


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