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Gul tenta di salvare la Turchia ma ci sono due morti


helios
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Gul tenta di salvare la Turchia: ma ci sono due morti
Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C'è voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso: il bilancio di ieri è di due morti.
redazione
domenica 2 giugno 2013 09:59
ilmondodiannibale.globalist.it

Se Erdogan ha perso l'aureola dell'Onnipotente non è male, per lui, per gli altri, per la Turchia. Ma non era detto che le cose andassero lisce, nonostante il bilancio degli scontri sia gravissimo.

Era già l'ora di pranzo quando Erdogan ha ribadito la sua linea dura: basta proteste, polizia ineccepibile, tornare al business as usual. Una catastrofe. La linea folle della polizia aveva infatti già trasformato i 50 sparuti contestatori delle prime ore in centinaia di migliaia. Il principale partito di opposizione, il nostalgico Chp, che aveva convocato per proprio conto una grande manifestazione "nazionalista" nel versante asiatico della città, invitava i suoi ad attraversare il Bosforo e riversarsi a Taksim.

Di lì a breve è intervenuto il Presidente della Repubblica, Gul. Di ritorno dal Turkmenistan si è attaccato al telefono, chiamando interni, difesa e premier e dicendogli che la linea dello scontro andava rigettata immediatamente. Poi ha emesso un comunicato, nel quale si diceva certo che in un paese democratico chi vuole protestare ha il diritto di farlo in modo civile e chi governa ha il dovere di ascoltare i contestatori, in modo civile. Di lì a breve la polizia ha abbandonato Taksim.

L'intervento di Gul ha spinto Erdogan ad ammettere finalmente che la polizia aveva sbagliato. Meglio tardi che mai. A quel punto il leader della destra nazionalista, il Chp, ha rinunciato ad andare di persona a piazza Taksim. Il peggio così è svanito.

La cronaca dimostra che il bivio millantato da certa stampa, da una parte i laici e dall'altra gli islamisti, è usualmente fuorviante.La Turchia è un paese con due destre, quella della destra nazionalista con venature fasciste e quella della destra islamista con venature autoritarie (Erdogan) e moderne (Gul).

Due episodi recenti aiutano a capirci meglio. Con i nazionalisti che avversano l'accordo con i curdi e Ocaln per la loro negazione dell'esistenza stessa dei curdi, e che invece invocano una politica di baci e abbracci con Assad, Erdogan ha scoperto di dover fare i conti con i fondamentalisti anche lui, che nel surriscaldato Medio Oriente gli chiedevano di rifare di Santa Sofia una moschea. Il premier li ha mandati a quel paese, ma dopo il bastone gli ha offerto la cartoa della legge anti-alcol. Vendita limitata, divieto dopo le dieci di sera o vicino alle moschee. Anche negli Usa i divieti o le limitazioni al consumo di alcolici sono severi, ma in Turchia l'83% della popolazione non ha mai bevuto in birra, e solo l'1% della popolazione consuma alcol regolarmente. Dunque questa legge è "ideologica".

La tendenza autoritaria di Erdogan è evidente, la dimensione autoritaria dei nazionalisti è esplicita a chiunque voglia vedere. La speranza è che Gul sappia prevalere, preservando una tendenza islamico-moderata, e magari un interlocutore moderno e non vetero-kemalista nel campo avverso. Sarebbe questa la vera vittoria dei giovani di Gezi-Park

http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=44919&typeb=0&Gul-tenta-di-salvare-la-Turchia-ma-ci-sono-due-morti


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yakoviev
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Più casino c'è meglio è: oltre le strette ragioni della protesta è bene che Erdogan si indebolisca, essendo tra i più infami sostenitori della controrivoluzione in Siria. E' bene che abbia grossi problemi in casa sua e abbia altro a cui pensare.


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gianni72
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Più casino c'è meglio è: oltre le strette ragioni della protesta è bene che Erdogan si indebolisca, essendo tra i più infami sostenitori della controrivoluzione in Siria. E' bene che abbia grossi problemi in casa sua e abbia altro a cui pensare.

credici.......solita mano e solita rivoluzione, che porterà a un governo peggiore di quello attuale. Ormai questo tipo di proteste dovrebbero avere il marchio registrato all'ufficio brevetti.


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yakoviev
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credici.......solita mano e solita rivoluzione, che porterà a un governo peggiore di quello attuale. Ormai questo tipo di proteste dovrebbero avere il marchio registrato all'ufficio brevetti.

Sta di fatto che l' attuale governo turco sostiene, arma e fornisce basi ai "ribelli" siriani. In questo momento è bene che abbia grossi problemi, di qualunque tipo.


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helios
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credici.......solita mano e solita rivoluzione, che porterà a un governo peggiore di quello attuale. Ormai questo tipo di proteste dovrebbero avere il marchio registrato all'ufficio brevetti.

Sta di fatto che l' attuale governo turco sostiene, arma e fornisce basi ai "ribelli" siriani. In questo momento è bene che abbia grossi problemi, di qualunque tipo.

Erdogan in giugno aveva in programma una visita a Gaza e Cisgiordania

Al Quds al Arabi (04/05/2013). Il primo ministro del governo di Gaza Ismail Haniyeh ha descritto la visita di Recep Tayyp Erdogan, primo ministro turco, come un evento storico. In una dichiarazione rilasciata ad un’agenzia di stampa turca, Haniyeh ha dichiarato che l’accoglienza ad Erdogan sarà degna del valore del popolo turco.

Haniyeh ha anche criticato la posizione dell’America che ha attaccato la decisione del primo ministro turco. La decisione di Erdogan di non annullare la visita, come richiesto dalle autorità americane, segna per Haniyeh la fine del periodo di influenza dell’America nella politica estera turca.

Il Segretario di Stato John Kerry avrebbe infatti suggerito alla contro parte turca di rivedere la tempistica della visita nella Striscia di Gaza.
http://arabpress.eu/palestina-erdogan-visita-gaza-e-mette-fine-allinfluenza-americana-sulla-turchia/

Era in programma una visita in aprile ma è stata rimandata
http://arabpress.eu/turchia-erdogan-visitera-gaza-in-aprile/

Yedioth Ahronoth (24/03/2013). Dopo le scuse israeliane rivolte ad Ankara sulle nove morti turche causate a bordo della nave diretta a Gaza nel 2010, il primo ministro di Hamas ha annunciato che il suo omologo turco Recep Erdogan visiterà la Striscia di Gaza verso metà aprile. Haniyeh ha riferito che Erdogan ha parlato telefonicamente col capo del politburo di Hamas, Khaled Mashaal. In passato Erdogan è stato atteso più volte a Gaza, ma i suoi viaggi sono stati annullati per diverse ragioni.

Erdogan voleva anche incontrare Hamas, e apertamente ha sfidato gli USA:

Erdogan sfida gli Usa: visita a Gaza confermata
Il premier turco respinge l'invito di Kerry di non incontrare Hamas.

Il premier islamico turco, Recep Tayyip Erdogan, ha seccamente respinto l'invito che gli ha rivolto domenica 21 aprile a Istanbul il segretario di stato Usa, John Kerry, a rinviare la visita che ha programmato a Gaza, il territorio palestinese sotto controllo di Hamas, per non rischiare di complicare i tentativi di rilanciare il processo di pace mediorientale. «Non ho previsto di rinviare questa visita», ha chiarito con i cronisti il capo del governo di Ankara, non nascondendo fastidio per come Kerry domenica ha reso pubblica la richiesta. «Sarebbe stato auspicabile non avesse fatto quelle dichiarazioni», ha detto Erdogan.
GAFFE DIPLOMATICA DI KERRY. Già il lunedì 22 aprile il vicepremier turco Bulent Arinc aveva definito «non corrette» sotto il «profilo diplomatico» le parole e del segretario di Stato: «Spetta al governo turco decidere dove e quando il nostro primo ministro o un responsabile turco si spostano». Kerry, sembra avere fatto una gaffe diplomatica annunciando ai giornalisti di avere chiesto a Erdogan di rinviare, invece di limitarsi a esercitare discrete pressioni nel colloquio con il premier turco, che è vicino al leader di Hamas, Khaled Meshaal.
L'IMMAGINE DI UOMO NON INFLUENZABILE. Erdogan, ribattezzato in patria il 'Nuovo Sultano' per lo stile autoritario e muscolare, tiene all'immagine di uomo forte tutto d'un pezzo, e non influenzabile, neanche dal potente alleato americano, che buona parte dell'elettorato ha di lui. Subito dopo le dichiarazioni di Kerry domenica, Hamas aveva protestato, accusando il segretario di stato di «collusione» con il presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen, per mantenere il blocco israeliano di Gaza che, secondo il movimento islamico, la venuta di Erdogan romperebbe. Circa i tempi della visita, però, non è detto che in fin dei conti non possano cambiare.
DATA DELLA VISITA ANCORA NON FISSATA. Lo stesso Erdogan ha confermato che una data precisa non è ancora fissata. La stampa ipotizza il 30 maggio. Ma una decisione definitiva, ha confermato il premier, sarà presa solo dopo il colloquio che previsto il 16 maggio alla Casa Bianca con Barak Obama.[b] Erdogan in realtà ha già ceduto una volta alle insistenze americane, rinviando a fine maggio la visita a Gaza inizialmente previsto per aprile. Gli Usa e Abu Mazen temono che un viaggio del premier turco nella terra di Hamas, dove per ora non può essere accolto dal presidente dell'Autorità palestinese, serva solo a rafforzare il movimento integralista, con il rischio di complicare i tentativi in corso da un lato per ricucire lo strappo fra i due grandi movimenti palestinesi, dall'altro per il rilancio del processo di pace, a cui sta lavorando Obama con Israele.

Martedì, 23 Aprile 2013

http://www.lettera43.it/politica/erdogan-sfida-gli-usa-visita-a-gaza-confermata_4367592628.htm

..... e la sommossa per gli alberi di Gezi Park non ha fatto altro che rinviare la visita a Gaza di Erdogan.Fra i 600 alberi a guardar bene il candeliere si trova sempre.


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gianni72
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credici.......solita mano e solita rivoluzione, che porterà a un governo peggiore di quello attuale. Ormai questo tipo di proteste dovrebbero avere il marchio registrato all'ufficio brevetti.

Sta di fatto che l' attuale governo turco sostiene, arma e fornisce basi ai "ribelli" siriani. In questo momento è bene che abbia grossi problemi, di qualunque tipo.

Oppure erdogan è quello che si oppone a un attacco diretto in Siria mentre l'esercito (che è in gran parte legato a israele) invece preme per l'intervento diretto. La concessione delle "basi" ai "ribelli" siriani potrebbe quindi essere una via di mezzo tra due posizioni, e magari quella di erdogan è la più moderata.


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