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I diabolici derivati

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sankara
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Conosco De Cecco, e lo apprezzo come storico dell'economia, mi dà l'impressione di uno molto preparato che però dice una piccola parte di tutto quello che sa. Ma d'altronde si sa che di questi tempi è piuttosto arduo far campare la famiglia...

Non so quanto tu conosca De Cecco.
De Cecco ha scritto degli ottimi libri. Le università inglesi e americane sono piene di suoi studi/pubblicazioni/articoli. Io conosco De Cecco e ti assicuro che a lezione “integra” tutto quello che non scrive nei libri (non tutto si può documentare o dire ai quattro venti...). Ogni suo intervento/pubblicazione ha un target preciso e quindi “il taglio” della relazione dipende dalla platea a cui è rivolto. Spesso ci si dimentica la differenza che c’è fra accademico e divulgatore (un’abisso). Ce ne fossero di prof. così preparati ed onesti in Italia.
Riguardo a far “campare la famiglia” ti assicuro che una cattedra De Cecco la trova anche senza “aiuti esterni”. Ha lavorato ovunque. La sua fama è internazionale ed è uno dei migliori che abbiamo in Italia e non. Sono ben altri quelli che cercano visibilità e qualche credito in più.

http://docenti.luiss.it/economia-de-cecco/

Evidentemente mi sono espresso male. Conosco De Cecco da alcuni suoi saggi e dagli articoli su la Repubblica, e come detto sopra lo apprezzo, veramente. Mi ha sempre dato l'impressione di essere molto preparato, ma su determinati argomenti la mia impressione è che lui non abbia detto tutto quello che sa. Leggendo i suoi scritti tempo fa, avevo anzi messo da parte una serie di domande che mi sarebbe piaciuto prima o poi fargli di persona, proprio al fine di approfondire determinati aspetti...Poi ti credo quando dici che a lezione integra, anzi per me sarebbe stato un vero piacere intellettuale assistere alle sue lezioni.

In relazione al Piano Marshall, ad esempio, mi ricordo di un suo scritto su "Note economiche" dove affermava che attraverso esso ci si preoccupò pure di limitare gli ambiti tecnologico-produttivi (la "divisione internazionale del lavoro") di espansione del capitalismo italiano. Un cenno di per sé già molto significativo, che non mi pare sia stato rilevato da altri storici dell'economia dove mi sembra che su temi come il Piano Marshall la vulgata sia unica sui "buoni americani". Però, su questo tema come altri, non ha approfondito più di tanto come a me ad esempio sarebbe piaciuto. Solo cenni, sicuramente fondamentali, ma senza affondare più di tanto. A questo mi riferivo sul discorso di "far campare la famiglia", che forse come espressione è infelice; non intendevo assolutamente denigrare De Cecco, solo rilevare il fatto che su certi ambiti non può dire più di tanto. D'altronde tu stesso rilevi che "non tutto si può dire ai quattro venti"... Comunque se lui non può, in caso avessi tu, Nat, voglia di rivelare qualche simpatico retroscena e fatto politico ed economico desunto dalle sue lezioni...

Comunque la statura intellettuale di De Cecco non la discuto, anzi. Già negli anni Settanta rilevava i limiti del modello di specializzazione tecnica-produttiva e prevedeva un processo di deindustrializzazione. Ha fatto scritti sull'Italia post unificazione consultando gli archivi della Banca d'Italia e rivelando la dipendenza italiana da casate come i Rotschild e gli Hambros. Tra i pochi a rilevare come il processo di industrializzazione del capitalismo italiano ad inizio anni Novanta fu finanziariamente in gran parte reso possibile dalle rimesse degli emigrati che portavano valuta preziosa per le necessarie acquisizioni di macchinari e tecnologie. Ha criticato le privatizzazioni, negli anni Novanta si era pure fatto latore di una proposta di consolidamento del debito pubblico, ha previsto e descritto sconsolatamente il processo di deindustrializzazione e di impoverimento dell'Italia, però se si parla di Amato, Ciampi e Prodi, che mi pare conosca personalmente e a cui dà del tu...hai trovato saggi e scritti di denuncia nei loro confronti? Sul "cattivo" Berlusconi quanti ne vuoi, ma sugli altri...Questo intendevo, ritengo che conosca bene il loro ruolo dannifico, ma certo non lo mette a gridare "ai quattro venti", sennò chissà se nonostante i suoi indubbi meriti riuscirebbe a trovare cattedre alla sua altezza...


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mincuo
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@Sankara.
Io non farei un caso "De Cecco".
Ti posso dire questo.
Quando l'Italia si avviava verso l'adesione alla moneta unica, io insieme a un gruppo di altre persone firmammo una lettera e la spedimmo ai maggiori quotidiani e a vari economisti "di grido".
Cosa riguardava?
Riguardava il fatto che l'Italia poteva "entrare in Europa" ma mantenere la LIRA e questo era previsto dal trattato di Maastricht, e andava sotto una delle clausole Opt-out di cui si avvalse ad esempio l'Inghilterra (che ne contrattò 4 diverse, ma anche la Danimarca) che mantenne la Sterlina.
Per noi Italiani era cruciale mantenere la Lira, data la struttura della nostra PMI. Niente clausole opt-out invece per noi, pur se previste.
Non abbiamo cioè contrattato niente, non solo, ma la nostra lettera, che chiedeva solo di aprire una discussione, non è stata pubblicata da NESSUNO e NESSUNO, non solo De Cecco, ha mai parlato o nemmeno accennato alle clausole opt-out.
Eppure le conoscevano.
Ma "prevenire è meglio che curare" e quindi agli Italiani meglio non far nemmeno sapere che avrebbero potuto contrattare delle clausole, tra cui quella della LIT, nel loro interesse.
E l'Italia come seconda economia del Continente poteva certamente contrattare almeno come la modesta Danimarca, se avesse voluto.
Noi invece ci siamo messi a pecora (scusa la volgarità) e Prodi poi l'hanno fatto Presidente della Commissione Europea, lui che non era nemmeno tra i nomi papabili.
Non io - me ne guardo - ma i maligni dicono proprio in cambio di quella ubbidienza e di quella condotta.


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Deheb
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Condivido con Sankara l’opinione su De Cecco.
Oltre a leggere alcuni suoi scritti, l’ho ascoltato anche in alcuni convegni e dibattiti trasmessi da radio radicale. In certi punti mi è parso contraddittorio (per sua ammissione si dichiara statalista ma ha spinto per l’adesione e il mantenimento dell’euro, recentemente invece ha criticato pesantemente l’operato franco-tedesco sulla gestione della crisi e firmato la lettera dei 120 economisti contro l'austerità).
Su Ciampi e Prodi non saprei, su Amato c’è ad esempio questo: http://www.youtube.com/watch?v=c4JPEloY3uU (che è comunque interessante).

@Sankara (ma non solo)
potresti darmi indicazioni su questo argomento: "rivelando la dipendenza italiana da casate come i Rotschild e gli Hambros"
Grazie


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@Sankara

Ce ne sarebbero troppe da dire. Come si fa a generalizzare? Vuoi lo scoop?

Inoltre per poterle opportunamente sviluppare servono conoscenze specifiche e maree di dati che io non ho. Mica è semplice. Tieni presente che se non documenti e giustifichi oltre ogni ragionevole dubbio ciò che affermi, oltre che fare la figura del cazzaro/complottista, sei anche passibile di querela. Servono sempre le pezze d’appoggio. Ma già il fatto che un prof. si esponga a parlare di certe cose con i suoi studenti, malgrado non possa documentarle (questo non significa che lui non ne abbia avuto esperienza diretta!), rappresenta un di più. Perché lui non ha alcun interesse a passare per cazzaro . Non ci tiene ad andare a Ballarò o da Santoro a fare rivelazioni eclatanti. Considera che questo aspetto di De Cecco rappresenta una rarità nelle accademie. Io personalmente ne ho incontrati due in due differenti atenei.

Ma quanti managers/professionisti/professori hai sentito rivelare “accordi sottobanco” o scandali internazionali? Mica sono degli sprovveduti! Già è difficile trovare chi non distorce la realtà.

Ti faccio un esempio che ho già citato sul forum mesi fa. Hai presente lo scandalo del LIBOR o dei tassi di cambio ? De Cecco ne parla da anni ( e io sono abbastanza fresco di studi quindi non so da quanto lo fa). Ma come fai a documentare come avvengono certi accordi, “certi giri di telefonate”,ecc? Chi è del settore, e lavora a certi livelli o semplicemente è particolarmente attento/sveglio/competente, certe cose le sa e/o le capisce. E non perché le ha lette nei libri. Per questo poi affermo, per esempio, che avere Mincuo qui rappresenta un “privilegio” per il forum. E questo vale per ogni settore. In ogni settore troverai “qualche simpatico retroscena”.

Su “Amato, Ciampi e Prodi”.
Ripeto preferisco non parlare di politica onde evitare spiacevoli derive.
Però tu stesso dici che De Cecco, per esempio, che “Ha criticato le privatizzazioni, negli anni Novanta si era pure fatto latore di una proposta di consolidamento del debito pubblico, ha previsto e descritto sconsolatamente il processo di deindustrializzazione e di impoverimento dell'Italia […]”.

Ecco. Ti chiedo, per esempio, in quanti hanno criticato la svendita dell’IRI e del resto?
Chi ha criticato quella classe politica ( e gli interessi collegati) che ha impedito a Gardini di creare “il grande polo chimico italiano”? E il caso "Olivetti"?

E ce ne sarebbero tante altre fatte in tempi non sospetti. Anzi, anche con largo anticipo sui tempi.
Ora tu mi dirai che non hai mai letto nessuna critica diretta a Prodi o ad altri politici. Non so se perché non l’abbia mai fatta (sui quotidiani) o perché tu non abbia avuto la fortuna di partecipare alle sue lezioni. Ma senza dirti se l’ha fatto o no (cosa che dovrei accreditare io e che non farò), ti invito a ragionare su quello che sai. Se ha criticato le privatizzazioni (peraltro già negli anni 80, questo te lo dico io) e le privatizzazioni, per esempio, operativamente parlando, le ha condotte in parte un certo Prodi, secondo te, ha criticato anche Prodi e il suo operato o no? Prodi non era stato eletto. Era un manager (“nominato”) di un ente pubblico. Cioè un esecutore. Bravo e disciplinato. Nelle università non si studia il politico di turno ma ciò che questi ha prodotto. Cioè, conta poco chi c’è (che sia nero, rosso o bianco), conta cosa fa e chi c’è dietro. E questo vale per i consigli di amministrazione e altri centri di potere.

Comunque, se cerchi, vedrai che altri prof. hanno affrontato certe tematiche in modo “lucido, trasparente e obiettivo”( Caffè, Graziani,ecc.). E non sempre facendo nomi e cognomi.

P.s.: ma non siamo un "pò" off topic?


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Condivido con Sankara l’opinione su De Cecco.
Oltre a leggere alcuni suoi scritti, l’ho ascoltato anche in alcuni convegni e dibattiti trasmessi da radio radicale. In certi punti mi è parso contraddittorio (per sua ammissione si dichiara statalista ma ha spinto per l’adesione e il mantenimento dell’euro, recentemente invece ha criticato pesantemente l’operato franco-tedesco sulla gestione della crisi e firmato la lettera dei 120 economisti contro l'austerità).

Riguardo l'euro.
Pur essendo nel complesso a favore del progetto europeo, ha espresso molti dubbi e perplessità sulla sua realizzazione ( http://www.donzelli.it/libro/524/loro-di-europa). E ne ha dette tante altre che lì non ci sono ...

Per esempio (ne dico una), a posteriori (2008 circa) ha affermato che approfittando del passaggio all’euro, "alcuni politici" si sono limitati a non applicare i sistemi di vigilanza sui prezzi consentendo al proprio elettorato di arricchirsi. Secondo lui, e altri economisti, se i prezzi non fossero cresciuti le cose sarebbero andate diversamente.

E di queste genere di considerazioni (su come il passaggio da lira a euro è stato condotto, gestito e sfruttato da politici,industriali,ecc), a essere sincero, ne ho sentite e fatte diverse. Anche la questione delle aree valutarie ottimali a scuola la si era affrontata ... poi quanto la politica abbia influito sulle sue dichiarazioni "pubbliche" no so. A me interessava poco. A lezione non ci facevano mancare niente ...


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sankara
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Probabilmente continuo ad esprimermi male. Non voglio fare alcun "caso De Cecco", Mincuo, veramente io lo apprezzo e capisco che "così va il mondo". E quanto dici lo sottoscrivo parola per parola.

Tornando a De Cecco, ho letto alcuni suoi saggi, trovandoli molto interessanti e rammaricandomi solo del fatto che certi temi non venissero ulteriormente approfonditi. Tutto qui.
Probabilmente guardo il bicchiere mezzo vuoto, mentre Nat guarda il bicchiere mezzo pieno, avendo avuto il privilegio di ascoltarne le interessanti lezioni (non tutti hanno la stessa fortuna o possibilità).

In ogni caso De Cecco è di gran lunga superiore rispetto allo squallore di certi cosiddetti "economisti" che non vale la pena nemmeno nominare, e condivido che il suo atteggiamento rappresenta una rarità. Ce ne fossero di De Cecco. Lo dico senza ironia. Anche lui è comunque dovuto scendere a "compromessi", e su certe questioni ne avrà parlato a lezione, indirettamente ne avrà accennato su alcuni saggi ma sulla "grande stampa" gli apprezzamenti ai Ciampi ed ai Prodi (ed all'euro) non sono mancati. Non lo voglio colpevolizzare per questo, sia ben chiaro. Mi contento dei suoi importanti contributi. Volevo esprimere soltanto un rammarico. Tutto qui.

P.S: siamo un "po' off topic, è vero, ma converrai Nat che De Cecco se lo merita... 😀


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sankara
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@Sankara (ma non solo)
potresti darmi indicazioni su questo argomento: "rivelando la dipendenza italiana da casate come i Rotschild e gli Hambros"
Grazie

L'Italia e il sistema finanziario internazionale: 1861-1914. Mi pare che De Cecco ne parli in quella ricerca. Se non ricordo male, trovi tali accenni anche nelle opere di un Paolo Savona, tipo "Alla ricerca della sovranità monetaria" (Scheiwiller). Qualche accenno in merito dovresti trovare pure qui:

http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/presentazioni_studi_relazioni/20_12_1999_Relazione-del-Direttore-G.pdf

Si tratta di cenni, non molto approfonditi, però legano storicamente con il sostegno inglese all'unificazione d'Italia sotto l'egida di Casa Savoia...argomento sul quale sicuramente Mincuo ti potrebbe fare dei ragionamenti più approfonditi sostenuti da fonti di qualità... 😉


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Probabilmente continuo ad esprimermi male. Non voglio fare alcun "caso De Cecco", Mincuo, veramente io lo apprezzo e capisco che "così va il mondo". E quanto dici lo sottoscrivo parola per parola.

Tornando a De Cecco, ho letto alcuni suoi saggi, trovandoli molto interessanti e rammaricandomi solo del fatto che certi temi non venissero ulteriormente approfonditi. Tutto qui.
Probabilmente guardo il bicchiere mezzo vuoto, mentre Nat guarda il bicchiere mezzo pieno, avendo avuto il privilegio di ascoltarne le interessanti lezioni (non tutti hanno la stessa fortuna o possibilità).

In ogni caso De Cecco è di gran lunga superiore rispetto allo squallore di certi cosiddetti "economisti" che non vale la pena nemmeno nominare, e condivido che il suo atteggiamento rappresenta una rarità. Ce ne fossero di De Cecco. Lo dico senza ironia. Anche lui è comunque dovuto scendere a "compromessi", e su certe questioni ne avrà parlato a lezione, indirettamente ne avrà accennato su alcuni saggi ma sulla "grande stampa" gli apprezzamenti ai Ciampi ed ai Prodi (ed all'euro) non sono mancati. Non lo voglio colpevolizzare per questo, sia ben chiaro. Mi contento dei suoi importanti contributi. Volevo esprimere soltanto un rammarico. Tutto qui.

P.S: siamo un "po' off topic, è vero, ma converrai Nat che De Cecco se lo merita... 😀

Non ti preoccupare Sankara. Non hai creato il "caso De Cecco". E' solo che vederlo accomunato a tanti altri, che mirano a "campare" per davvero, mi crea qualche fastidio. Comunque si era capito che non volevi fare della polemica. Ho solo voluto sottolineare il suo standing e quanto sia benvoluto.

Per esempio, io non so cosa hai letto di suo. Forse hai letto alcuni saggi, diciamo così divulgativi, che non hanno la pretesa di approfondire. Forse per quello vedi il bicchiere mezzo vuoto. Tante cose sue le trovi presso alcune banche dati e alcune non sono neanche semplicissime. Quindi poi non finiscono nelle librerie. Per esempio fece un'indagine sui derivati che le banche italiane avevano in pancia. E si è studiato (dall'interno) i bilanci di Unicredit ...

Comunque, se scavi nei suoi lavori, trovi tanto. Poi a me non interessa difendere nessuno genericamente e a priori. Bisognerebbe affrontare una questione alla volta.

Ti chiedo una cortesia se non ti comporta troppo sbattimento.
Mi puoi indicare qualche suo articolo pubblicato sulla "grande stampa" in cui fa "apprezzamenti ai Ciampi ed ai Prodi (ed all'euro)"?


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sankara
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Non ti preoccupare Sankara. Non hai creato il "caso De Cecco". E' solo che vederlo accomunato a tanti altri, che mirano a "campare" per davvero, mi crea qualche fastidio. Comunque si era capito che non volevi fare della polemica. Ho solo voluto sottolineare il suo standing e quanto sia benvoluto.

Per esempio, io non so cosa hai letto di suo. Forse hai letto alcuni saggi, diciamo così divulgativi, che non hanno la pretesa di approfondire. Forse per quello vedi il bicchiere mezzo vuoto. Tante cose sue le trovi presso alcune banche dati e alcune non sono neanche semplicissime. Quindi poi non finiscono nelle librerie. Per esempio fece un'indagine sui derivati che le banche italiane avevano in pancia. E si è studiato (dall'interno) i bilanci di Unicredit ...

Comunque, se scavi nei suoi lavori, trovi tanto. Poi a me non interessa difendere nessuno genericamente e a priori. Bisognerebbe affrontare una questione alla volta.

Ti chiedo una cortesia se non ti comporta troppo sbattimento.
Mi puoi indicare qualche suo articolo pubblicato sulla "grande stampa" in cui fa "apprezzamenti ai Ciampi ed ai Prodi (ed all'euro)"?

Uno lo puoi vedere qui:

http://www.ildialogo.org/estero/estero250320042.htm

quando parlo di "grande stampa" comunque mi riferisco a "la Repubblica" ed al suo supplemento "Affari e finanza", dove vi ha scritto diversi articoli.

In generale Marcello De Cecco ha avuto stretti rapporti con il Partito Democratico
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Attualita%20ed%20Esteri/Attualita/2007/05/ListaComitatoPd.shtml?uuid=3458fd50-0925-11dc-b16c-00000e25108c&DocRulesView=Libero

ed in particolare con personaggi come Ciampi, con cui ha tenuto anche diversi dibattiti. Ciò lo ritengo anche fisiologico, avendo consultato gli archivi di Banca d'Italia.

Ribadisco comunque il concetto principale: De Cecco è un grande storico dell'economia, per le mie conoscenze il migliore in Italia con Augusto Graziani e Gualberto Gualerni. Nei suoi scritti si trovano molti spunti interessanti; se avessi avuto la possibilità di essere suo allievo lo avrei sicuramente tempestato di domande, levandomi certi dubbi e quindi anche il rammarico...e riguardo al "campare" non volevo assolutamente intendere che uno come De Cecco abbia ricevuto una cattedra per meriti extrascientifici, sia ben chiaro...

Tornando al discorso derivati, Nat, potresti dire quali buchi volevano coprire quelli sottoscritti da Unicredit? Quelli generati dall'acquisizione della tedesca Hypovereinsbank? O quelli emersi nei Paesi dell'Est? O altro? Saluti


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Deheb
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Mannaggia al tempo!
Grazie Nat e Sankara dei riferimenti.


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Tornando al discorso derivati, Nat, potresti dire quali buchi volevano coprire quelli sottoscritti da Unicredit? Quelli generati dall'acquisizione della tedesca Hypovereinsbank? O quelli emersi nei Paesi dell'Est? O altro? Saluti

Mi dispiace, non saprei …


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Dunque, in un precedente post citavo la cartolarizzazione come esempio di innovazione legata ai "miglioramenti" nella tecnologia dell'informazione.

Mi sembrava opportuno parlarne visto che il ministro Lupi ed il premier Letta(giovandosi dell’opera di Tremonti su CDP) sembravano aver scoperto "le opportunità" che certi strumenti finanziari derivati potevano rappresentare per gli italiani e per le "nostre" banche (tanto bisognose). Ora sembra che “la cosa” sia stata quasi definita e che presto diverrà operativa.

Vedi http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/15/dl-semplificazioni-soldi-dei-mutui-arriveranno-dallo-stato/627571/ .

La cartolarizzazione dei prestiti (potenzialmente) può generare vantaggi anche per i mutuatari (liberando nuove risorse e riducendone il costo relativo) e per i sottoscrittori delle obbligazioni (creando nuove opportunità d’investimento per gli investitori – MBS o ABS) oltre che per le banche ed il sistema finanziario nel suo complesso naturalmente.

Però non hanno ancora definito quali saranno “le abitazioni oggetto dei mutui”, quali titoli potranno far parte delle "tranche senior di cartolarizzazioni garantite da mutui residenziali”, come saranno “le condizioni dei finanziamenti” e i “contratti tipo”.
E nell’attuale congiuntura, con il livello di efficienza delle nostre authority e visti i precedenti … tutto ciò mi sembra strano, anzi un dejà vu.

Che poi sia sempre CDP a finanziare le banche (e vediamo con che modalità), a garantire i fondi resi disponibili per i mutui (l’azionista di maggioranza di Poste Italiane e CDP è lo stesso, il Ministero dell'Economia e delle Finanze) e ad "acquistare" gli stessi mutui (sotto forma di CDO) che le banche (grazie ai prestiti che lei stessa ha concesso) erogheranno alle famiglie mi lascia “perplesso”. Alla faccia del moral hazard! Cioè, non ho ben compreso il ruolo e il rischio delle banche in questa operazione. C’è almeno da sperare che nel decreto si parli di screening della qualità dei creditori,di delinquency rate e di predatory lending …

Forse è presto per dirlo ma secondo me le premesse non sono buone. Però voglio essere ottimista e quindi: evviva la politica del “fare”. Altro che M5S! Mica pugnette! Questi sì che sono competenti e lavorano per davvero!


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Una domanda probabilmente banale: fermo restando che per le banche italiane collocare tali derivati dovrebbe comunque essere un business redditizio, perché queste non "producono" i derivati in proprio?

Brevemente, per specializzazione ed entità dimensionale. Poi, anche volendo, rubare la scena ad alcuni monopolisti del settore sarebbe cosa difficile. E non solo per questioni di competitività. Esistono monopoli piuttosto solidi.

Grazie della puntualizzazione, Nat. Per chi come me non è pratico del settore e non ha la possibilità di toccare con mano tale realtà, considerazioni come le tue sono comunque di aiuto per farsi una idea.

Se volevi leggere qualche indiscrezione eccoti accontentato (finalmente..). Mi soffermerei in particolare sulla scelta (obbligata) di operare su mercati non regolamentati (OTC) e sulle modalità di selezione delle camere di compensazione (clearing house).

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/01/derivati-antitrust-ue-contro-13-banche-dinvestimento-tra-cui-goldman-e-duetsche/642594/

http://www.corriere.it/economia/13_luglio_01/derivate-banche-commissione-europea_d3cb0c4c-e237-11e2-b962-140e725dd45c.shtml


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sankara
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Se volevi leggere qualche indiscrezione eccoti accontentato (finalmente..). Mi soffermerei in particolare sulla scelta (obbligata) di operare su mercati non regolamentati (OTC) e sulle modalità di selezione delle camere di compensazione (clearing house).

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/01/derivati-antitrust-ue-contro-13-banche-dinvestimento-tra-cui-goldman-e-duetsche/642594/

http://www.corriere.it/economia/13_luglio_01/derivate-banche-commissione-europea_d3cb0c4c-e237-11e2-b962-140e725dd45c.shtml

Grazie Nat! Certo che i derivati, loro malgrado, sono finiti di recente sotto i riflettori dei media...mi riferisco alla vicenda dei contratti sottoscritti da mario Draghi quando era Direttore generale del Tesoro...che non è una notizia di ieri...chissà se queste rivelazioni siano casuali, dubbi ne ho, però sulle ragioni avrei solo ipotesi campate in aria...a parte queste mie considerazioni, comunque, fai bene a sottolineare i dati tecnici degli OTC e delle clearing house...buone cose


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mincuo
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Qui c'è qualcosa un pochino più tecnica su clearing ecc...e i vari problemi.
http://www.bandbstructuredfinance.com/CDSConferenceCallTheFuture.htm


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