Notifiche
Cancella tutti

Il vizietto del Nobel


Stodler
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3972
Topic starter  

il manifesto, 13 ottobre 2015

Il Nobel 2015 per l’economia assegnato allo scozzese Angus Deaton, per i suoi studi sul consumo, sulla povertà e sul benessere. Fautore di una macroeconomia fondata sull’analisi del comportamento razionale dei singoli individui, le sue analisi empiriche hanno spesso smentito i suoi stessi postulati. Sebbene impegnato nella lotta alla povertà nei paesi meno sviluppati, ha attribuito alla disuguaglianza un ruolo di traino dello sviluppo.

di Emiliano Brancaccio

L’Accademia reale svedese delle scienze ha assegnato il premio Nobel 2015 per l’Economia allo scozzese Angus Deaton, docente negli Stati Uniti presso l’Università di Princeton, per i suoi studi dedicati all’analisi dei consumi, della povertà e del benessere [1].

Nato a Edinburgo nel 1945, Deaton ha dedicato buona parte della sua attività di ricerca all’arduo compito di sciogliere uno dei nodi chiave dell’individualismo metodologico, sul quale la teoria neoclassica dominante tuttora si basa: indagare sull’andamento di grandi variabili aggregate, come la composizione della domanda di beni o l’andamento nel tempo del consumo nazionale, partendo sempre da un’analisi del comportamento dei singoli individui. Per questo scopo, assieme a Muellbauer, Deaton elaborò nel 1980 il cosiddetto “sistema di domanda quasi ideale”. Per la sua notevole duttilità, questo criterio ha risolto vari problemi di aggregazione degli approcci precedenti e costituisce tuttora un punto di riferimento per la ricerca economica sulle decisioni di consumo. Esso tuttavia lascia irrisolta una questione rilevante, appena accennata dall’Accademia svedese delle scienze. Questo intero filone di studi poggia infatti sull’ipotesi di razionalità individuale tipica della teoria prevalente. Si suppone, ad esempio, che i consumatori non siano affetti da illusione monetaria, per cui un aumento di tutti i prezzi accompagnato da un pari aumento del reddito destinato ai consumi non dovrebbe modificare le loro decisioni di spesa. Deaton ha giustamente insistito sull’opportunità di concepire sistemi di analisi della domanda che consentano di verificare se l’assunzione di razionalità dei singoli individui trovi conferma nei dati. Il problema è che le verifiche empiriche effettuate da lui e da molti altri, al riguardo, tendono a smentire tale ipotesi. Un risultato che non crea alcuna difficoltà ai filoni di ricerca alternativi che rifiutano a monte l’individualismo metodologico e l’ipotesi di comportamento razionale, ma che determina invece notevoli complicazioni per la teoria neoclassica prevalente.

Negli anni più recenti Deaton ha concentrato i suoi studi nell’ambito dell’analisi della povertà e del benessere nei paesi meno sviluppati. In collaborazione con la Banca Mondiale, egli ha realizzato varie indagini dedicate alla raccolta e alla elaborazione di dati sui comportamenti di consumo delle famiglie. Tali ricerche, tra l’altro, hanno contribuito a definire criteri consolidati di calcolo degli standard di vita a livello mondiale. La difficoltà principale di questi studi riguarda l’annoso problema della carenza di dati disponibili, specialmente nei paesi più poveri. Per superare questo ostacolo Deaton ha dovuto ideare diverse strategie. Una prova della sua inventiva è rappresentata dal modo in cui cercò di verificare se fosse vero che nei paesi più poveri le famiglie tendono sistematicamente a discriminare le figlie femmine rispetto ai figli maschi. In assenza di dati diretti sulla ripartizione delle risorse tra i generi all’interno di ciascun nucleo familiare, egli suggerì il seguente criterio empirico: se alla nascita di un figlio maschio il consumo totale degli adulti della famiglia tende a contrarsi di più rispetto al caso in cui nasce una figlia femmina, ciò può indicare che al maschio vengono assegnate maggiori risorse. Adottando questa metodologia, è stato rilevato che tale discriminazione di genere, pur non essendo sistematica, trova conferme nelle fasi in cui le famiglie sono colpite da eventi avversi.

Nelle dispute sulla politica economica Deaton è intervenuto in varie occasioni, soprattutto attraverso le sue “Letters from America” pubblicate periodicamente dalla Royal Economic Society britannica [2]. Allo scoppio della crisi del 2008 egli appoggiò la politica di rilancio della domanda di merci avviata da Obama e criticò gli economisti vicini al partito repubblicano che la avversavano. La sua visione politica generale, tuttavia, è emersa più chiaramente nel 2013 a seguito della pubblicazione del libro “The great escape”, in cui celebra la “grande fuga” dalla povertà che ha caratterizzato gran parte dell’economia mondiale negli ultimi due secoli e mezzo. In varie parti del volume Deaton sembra abbandonare l’aplomb dell’accademico di rango per rispolverare una vecchia, confutatissima apologia del capitalismo concorrenziale, secondo cui la disuguaglianza costituirebbe un carburante necessario dello sviluppo economico: «Se un governo assicurasse a ciascuno lo stesso reddito, la gente lavorerebbe molto meno e di conseguenza persino i più poveri starebbero peggio che in un mondo che ammette le diseguaglianze» [3]. Da qui alla tipica esortazione dei repubblicani americani, di lasciare in pace i ricchi e di accontentarsi delle briciole che cadranno (si spera) dalla loro tavola, in effetti poco ci manca.

Emiliano Brancaccio

[1] Committee for the Prize in Economic Sciences in memory of Alfred Nobel, Angus Deaton: Consuption, Poverty and Welfare, Royal Svedish Academy of Sciences, 2015.

[2] Angus Deaton, Letters from America, Royal Economic Society, 1996-2015.

[3] Angus Deaton, The Great Escape: Healt, Wealth and the Origins of Inequality, Princeton University Press 2013 (trad. it. La grande fuga, Il Mulino 2015).

http://www.emilianobrancaccio.it/2015/10/13/la-disuguaglianza-un-carburante-necessario/


Citazione
Truman
Membro Moderator
Registrato: 2 anni fa
Post: 4113
 

Il cosiddetto "Premio Nobel per l'Economia" viene assegnato dai banchieri ai loro più fedeli servitori, dove la fedeltà nel servire i padroni solitamente consiste nel negare l'evidenza.
https://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Nobel_per_ l'economia

Sul modo in cui i premiati servono il padrone l'articolo di Brancaccio è eloquente.


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

Brancaccio è un diversamente-intellettualmente-onesto. Inconsapevole forse.
Ma non c'è altro termine riguardo al commento sul lavoro di Angus Deaton che non si augura certo "diseguaglianze".
E saranno "confutatissime" nella sua memorabile zucca forse le cose che dice Deaton, che sono in sostanza che l'assistenza a pioggia non funziona minimamente nè ha mai funzionato, e anzi peggiora le cose.
Solo che Deaton oltrettutto lo dimostra coi numeri, (ce ne fosse stato bisogno) non essendo della categoria dei Brancaccio, ma essendo uno studioso colto, ed un economista di Princeton, e non un laureato in Scienze Politiche che poi si è arrampicato su vari corsi integrativi e che insegna all'Università del Sannio, Benevento.
Che poi le stesse cose di Deaton, mutatis mutandis, lo diceva pure Mao Zedong ai suoi tempi.


RispondiCitazione
Truman
Membro Moderator
Registrato: 2 anni fa
Post: 4113
 

le cose che dice Deaton, che sono in sostanza che l'assistenza a pioggia non funziona minimamente nè ha mai funzionato, e anzi peggiora le cose.
Solo che Deaton oltrettutto lo dimostra coi numeri,

Non ho presenti le dimostrazioni di Deaton però ho ben presente l'Italia assistenziale del secolo scorso, la quale dalla prospettiva di oggi sembrava funzionare discretamente, confrontata all'Italia di oggi che assiste solo le banche, con risultati che sembrano quelli di una guerra di tutti contro tutti. (1) Basta prendere le pagine interne dei giornaletti di provincia per avere un'idea dei morti e feriti di questa guerra contro l'uguaglianza.

(1) Si, è una citazione di Hobbes.


RispondiCitazione
polm
 polm
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 78
 

Qui c'è un piccolo articolo su Deaton

http://scenarieconomici.it/angus-deaton-il-nobel-e-la-crisi-economica-attuale/

Si tratta soltanto di un piccolo scorcio prodotto dall'articolista (e non della viva voce di Deaton), ma, a leggerlo da completo ignorante, non viene certo in mente un "lupo mannaro" succube delle elite.


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

le cose che dice Deaton, che sono in sostanza che l'assistenza a pioggia non funziona minimamente nè ha mai funzionato, e anzi peggiora le cose.
Solo che Deaton oltrettutto lo dimostra coi numeri,

Non ho presenti le dimostrazioni di Deaton però ho ben presente l'Italia assistenziale del secolo scorso, la quale dalla prospettiva di oggi sembrava funzionare discretamente, confrontata all'Italia di oggi che assiste solo le banche, con risultati che sembrano quelli di una guerra di tutti contro tutti. (1) Basta prendere le pagine interne dei giornaletti di provincia per avere un'idea dei morti e feriti di questa guerra contro l'uguaglianza.
(1) Si, è una citazione di Hobbes.

Penso che tu faccia confusione. L'uguaglianza cosa c'entra con l'assistenzialismo?
L'Italia del Sud non ha funzionato per niente. Mentre ad esempio, per dire una cosa semplice, una moneta diversa avrebbe creato investimenti e opportunità.

P.S. Io non vedo morti e feriti per "guerre contro l'uguaglianza".
Vedo tutele ridotte, servizi peggiorati, mancati investimenti, città degradate e aumentata enormemente la criminalità.
Ma non certo per via della "guerra all'uguaglianza".


RispondiCitazione
1Al
 1Al
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 633
 

E il premio nobel della letteratura allora dove lo mettiamo? Dato ad una sconosciuta quanto mediocre giornalista filo ucraina, in chiara funzione anti russa. Da anni il premio nobel non ha più alcun valore scientifico o culturale che sia, ma è solo uno strumento politico in mano ad una ristretta cerchia di individui...i soliti.


RispondiCitazione
[Utente Cancellato]
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1816
 

E il premio nobel della letteratura allora dove lo mettiamo? Dato ad una sconosciuta quanto mediocre giornalista filo ucraina, in chiara funzione anti russa. Da anni il premio nobel non ha più alcun valore scientifico o culturale che sia, ma è solo uno strumento politico in mano ad una ristretta cerchia di individui...i soliti.

Straquoto!


RispondiCitazione
Truman
Membro Moderator
Registrato: 2 anni fa
Post: 4113
 

Qui c'è un piccolo articolo su Deaton

http://scenarieconomici.it/angus-deaton-il-nobel-e-la-crisi-economica-attuale/

Si tratta soltanto di un piccolo scorcio prodotto dall'articolista (e non della viva voce di Deaton), ma, a leggerlo da completo ignorante, non viene certo in mente un "lupo mannaro" succube delle elite.

Nessuno l'ha chiamato lupo mannaro. Se dovessi provare a fare una sintesi del suo pensiero direi "Another brick in the wall".
Nel merito, ho letto l'articolo che citi e mi sembra che confermi la critica di Brancaccio, il premiato Nobel non si è accorto che il consumatore non è un animale razionale.


RispondiCitazione
Condividi: